COTENNA s.f.

0.1 codenna, cotena, cotenna.

0.2 Lat. parl. *cutinna (DELI 2 s.v. cotenna).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 Pelle dura e spessa di un animale. 1.1 Estens. [Detto dell'uomo:] pelle, in part. del capo.

0.8 James C. Kriesel 18.11.2003.

1 Pelle dura e spessa di un animale.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 109.3: Lo serpente stette sanza fedita; e difeso dal suo cuoio a modo di panziera, e per la durezza dell'aspra pelle, cacciò le forti percosse dalla cotenna.

[2] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.) L. 10, cap. 35: Anche le dette due assi di sopra ne' capi si congiungano, e sopra loro si tenga un'assicella nel mezzo avente un chiovo ritorto, al qual s'appichi un pezzuol di cotenna di porco. || Sorio, Tratt. Agr., vol. III, p. 244.

- [Per sineddoche:] cinghiale.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 19.120, vol. 3, pag. 322: Lì si vedrà il duol che sovra Senna°/ induce, falseggiando la moneta,°/ quel che morrà di colpo di cotenna.

[4] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 442.11: Dice, che si vedrà quivi il duolo della perdita di sì nobilissimo re (com'è quello di Francia; Senna è un fiume, che passa per Parigi), il quale fa falsare la sua moneta, e il quale morirà di colpo di cotenna, cioè d'animale che ha cotenna. E' predice qui la morte del bello re Filippo, lo quale ad una caccia fu percosso da uno cinghiale, onde elli morìe.

1.1 Estens. [Detto dell'uomo:] pelle, in part. del capo.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 24, pag. 277.17: Et Marzial Cuoco disse: cului che usò di molle cose, scusa di sofferire la panziera; e 'l cappello dell'acciaio nuoce al collo tenero; et la mano molte volte [unta] non riceve 'l capello da la spada; et la cotenna molto pulita si duole per caldo e per fregdo.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 18: Et Marsiale Cuoco disse: chi è uzato in dilicame(n)to no(n) può portare pantiera, e ll'elmo del'acciaio nuoce al te(n)nero capo, la mano dilicata no(n) può bene tenere la spada (et) la code(n)na spesso lavata (et) u(n)ta si duole p(er) ve(n)to (et) p(er) l'acqua.

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 13, pag. 233.21: E Dio il volesse che l'avessero trapassato per uno dimenticamento di continua miseria; perchè, secondochè nel corpo dell'uomo si conosce la lebbra, se variatamente tra le sane parti della cotenna appare diverso colore; ma se si spande in ogne luogo, che ogne cosa d'uno colore si faccia, avvegnachè reo, perisce quello iudicamento.

[4] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 183.18: Ma per ciò della sella nol mosse; e Accilles lo percosse della spada sì fiero colpo, che talgliò l'elmo e 'l bacinetto, e della cotenna gli fesse un grande palmo.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 20, pag. 189.25: E venendo lo cuolpo de Hector per lo suo gran potere sopre la cotena de la testa francele l'ossa in capo, per la quale cosa lo re Menon cadeo muorto a terra.

[u.r. 27.11.2020]