0.1 crastino.
0.2 Lat. crastinus (DEI s.v. crastino).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 Att. unica nel corpus.
N Le att. in Jacopo della Lana e nell'Ottimo sono cit. dantesche.
0.7 1 Che appartiene al domani, al futuro. Far crastino dell'odierno: rinviare al domani ciò che è di oggi.
0.8 Roberta Cella 26.11.2003.
1 Che appartiene al domani, al futuro. Far crastino dell'odierno: rinviare al domani ciò che è di oggi.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 20.54, vol. 3, pag. 333: E quel che segue in la circunferenza / di che ragiono, per l'arco superno, / morte indugiò per vera penitenza: / ora conosce che 'l giudicio etterno / non si trasmuta, quando degno preco / fa crastino là giù de l'odïerno.
[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 20, 43-54, pag. 452, col. 1.16: Fa crastino, çoè dell'odierno, çoè de quello d'ancoi, 'fa crastino', çoè domane; quasi a dire se perlunga solo in differentia de tempo.
[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 20, pag. 456.6: E dice: ora conosce che 'l giudicio eterno non si trasmuta, quando degno prego, come fu il suo, - l'odierno, cioè il dì d'oggi, - fa crastino, cioè indugiare in domane [[...]]; quasi dica: si prolunga solo in differenza di tempo, ma non in quantità di pena.
[u.r. 30.11.2020]