CULATTARIO s.m.

0.1 culatario, culattario, cullattario.

0.2 Da culatta.

0.3 Boccaccio, Decameron, c. 1370: 1 [3].

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Decameron, c. 1370.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Lo stesso che culo.

0.8 Pär Larson 26.11.2003.

1 Lo stesso che culo.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 207, pag. 533.3: Buccio, giunto alla camera, s'andò a posare nel luogo suo, il quale era stato di poco sagrato; e dormito che ebbono egli e la donna, che n'aveano aùto bisogno, sì per lo vegliare della guardia e per lo vegliare del culatario, infino a dì chiaro...

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 144, pag. 325.22: Martellino toglie una panchetta, Stecchi vi si reca a traverso col viso di sotto, mostrando il cullattario al signore e a tutta la brigata.

- [Come parola priva di significato, per confondere l'interlocutore]. || Branca, Commento Decameron, p. 999 nota lo «sfondo puzzolente e escrementizio» del passo.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 9, pag. 567.28: Gli onori dal medico fatti a costoro appresso questa promessa multiplicarono: laonde essi, godendo, gli facean cavalcar la capra delle maggiori sciocchezze del mondo e impromisongli di dargli per donna la contessa di Civillari, la quale era la più bella cosa che si trovasse in tutto il culattario dell'umana generazione.

[u.r. 31.08.2009]