CUPEZZA s.f.

0.1 chupezza, cupeçça, cupeza, cupezza.

0.2 Da cupo 1.

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)> : 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., c. 1303; Ottimo, Par., a. 1334 (fior.).

In testi mediani e merid.: Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Di un corpo idrico superficiale:] estensione in senso verticale; profondità.

0.8 Pär Larson 26.11.2003.

1 [Di un corpo idrico superficiale:] estensione in senso verticale; profondità.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 22, pag. 312.31: quellino che si combattono in acqua debbono brigare sempre di méttare li loro legni nella più profonda cupezza ch'ellino possono, e quelli dei nemici di cacciare a porto e verso la terra.

[2] Stat. sen., c. 1303, cap. 83, pag. 131.8: lo ragiuolo maestro, o vero fossa vecchia, lo quale è nel mezo del Padule, si dirizi da la terra di Orlanduccio Maffei infino a la terra di Giovanni Martini, per tutto lo mese di magio, a le spese de la Università e del comune del Padule, di quella ampieza e cupeza la quale parrà a li signori del Padule...

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 3, cap. 167, vol. 2, pag. 78.3: statuimo et ordiniamo che huomini sieno eletti per lo camarlèngo et IIIJ, e' quali facciano fare uno fuito o vero corso dal detto bagno in fino al ponte a Foiano, di convenevole ampieza et cupeza sì che l'aqua non entri nel bagno, nè possa impedimento dare.

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 435.15: s'interna, cioè entra dentro, come l'occhio entra per lo mare; il quale occhio, bene che stando in sulla proda del mare veggia il fondo, nol vede essendo in pelago per la cupezza de l'acqua, e neente meno così quivi è il fondo, come da proda; ma celalo la profondità dell'acqua alla debolezza della virtù nostra visiva.

[5] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 5, pag. 94.19: E volglio che sacciate che Forandano fecie fare nella sementa de quisto castello uno poçço d'acqua, quale fo cavato tutto per pietra, e così deie essere; e l'acqua che cie viene tutta pare d'essa pietra e non per viene, e de sua cupeçça [era] più de trenta pieie, secondo che disse l'autore; e pone ch'è la melgliore acqua e più sana a bevere che sia al mondo.

[6] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 154, pag. 126.32: E sse nnoj voglano sapere di tutto il pozzo, si multjprichi la lunghezza sua, cioè la sua chupezza, chontro alla poxexxione della pianezza, cioè 60 via la radicie di 400497 7/9, che fae la radicie di 1441792000. Ed è fatta.

[u.r. 05.05.2010]