CUPO (1) agg./s.m.

0.1 chupa, chupo, cupa, cupe, cupi, cupissima, cupissime, cupissimo, cupo.

0.2 Lat. cupa 'botte'? (DELI 2 s.v. cupo).

0.3 Miracole de Roma, XIII m. (rom.): 2.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. sen., XIII u.v.; Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Stat. pis., a. 1327; Doc. pist., 1337-42.

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Anche s.f. (chupa).

0.7 1 [Di uno spazio vuoto o di un corpo idrico superficiale:] esteso in senso verticale, profondo. Anche fig. 1.1 Sost. Estensione verso il basso o verso l'interno, profondità. 1.2 Sost. Limite inferiore o interno di uno spazio vuoto o di un corpo idrico; fondo. 2 Vuoto all'interno, cavo. 2.1 Sost. Cavità, parte vuota di qsa. 3 Avido, affamato. 4 Minaccioso e tenebroso. 5 [Di colore:] scuro, fosco. 5.1 Sost. Panno di colore scuro.

0.8 Pär Larson 01.12.2003.

1 [Di uno spazio vuoto o di un corpo idrico superficiale:] esteso in senso verticale, profondo. Anche fig.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 194.11: Ancora ordinao lo predecto Scipio ke fossi facto uno fossato entorno a Nnumantia e lo carbonaro era cupo .xxx. piedi et era lato .x.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 5, pag. 119.32: E questi fiumi che vengono a scontro per oposito quasi enverso lo mezzo de la terra è mestieri ch'elli abiano uno loco là o' elli entrino e faciano capo e auninse aseme, lo quale sia più cupo de loro; e questo dea èssare uno bracio de mare, lo quale esca del mare magiure lo quale acircunda la terra.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 8, pag. 294.8: se l'oste die dimorare gran tempo nel luogo ed essi ànno presso ei nemici dond'ellino abbiano dubbio, essi debbono fare ei fossi ampi dodici piè, e profondi o cupi nove, e gittare la terra verso l'oste, sì che i nove piè di cupo tornano ben tredici; e se l'oste non à dubbio, si possono campare di meno, cioè di nove ampi, e di sette cupi, siccome dice Vegezio...

[4] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.23: ogne fameglarità di femmina è pericolosa, la sua faccia gitta fiamma, l'aspetto è venenoso, gl'ochi son quadregli, le parole saiette et suo capegli sono fosse cupissime, nel vestimento porta fummo el quale accieca la mente et l'animo, et beato sarà chi de le suo mani canprà.

[5] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 211, pag. 331: la Humilitate prendere e mecterla in presione: / facçalo e no i dia soste; / fosse celate facçali cupe de gran raione; / poy li pona bon poste, / e pistela et ammoste / ke perda lu valore, / acçò ke lu soy honore / non resista nïente.

[6] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 310.6: Chie vieterae prendere lume del lume appres[s]o? E chi serberae le ampie acque nel cupo mare?

[7] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. [139], pag. 61.1: Anco statuto e ordinato si è, che ciascheduno el quale àne campo longo via, debbia fare la forma quanto tiene el suo campo larga, longo la strada francesscha dui braccia e cupa uno braccio e meçço, e altrui che longo la strada uno braccio e meçço ampio e uno cupa.

[8] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 529.24: El gran valore che sempre regnato à in tua nobile e prode schiatta, el tuo profondo e chupo senno colla sutile indusstria ch'ài de provedere ai grandi e a l'innopinati bisogni, più m'enduce a pace volere che per altra gente che techo abbi.

[9] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 104, pag. 238.38: Ordiniamo, che ciascuno maestro di fossa o di bottino che sia cupo passi X o piò, abbia et sia tenuto di tenere li canape di cavalcare buoni et sofficienti...

[10] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 168.22: MCCCIIJ In quisto millessimo, die X de giungno, se començò ad armunire el poçço de la piaçça. Fo messurato ch'è cupo XXXIIIJ pasa.

[11] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 97.4, pag. 642: Quello affamato, ensazïabel lupo, / che s'è, non è gran tempo, incappucciato, / sotto la vista del qual monacato / preda non lassa in loco alto né cupo, / e d'encesto non cura né de strupo, / per poder devorar ciò che li è grato, / hame, per lo dolor ch'io n'ho, cacciato / a demorar de qua da Cantalupo.

[12] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [1335-36] 2.13, pag. 24: E già gittata è l'esca / nel tuo più cupo lago / ed ha già punto l'ago / fra le tue sètte / a più di sette / de' tuo' pesci più grossi.

[13] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 20.14, pag. 29: Di sotto ad tucti i profondi son fissi / in quel ghiacciato senza fine verno, / ad tucte pene et vituper somissi, / di lungi più all'amor sempiterno / tanto da Dio sobyssati sobbyssi / quanto è più cupo el cupo dell'inferno.

[14] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 4, pag. 153.9: E però dice D. che passaron questo fiumicello como cossa dura, idest salda, però che l'aqua è molle e cupa e forte da passare, ma questi poeti la passaron asai ligieramente, però che tuti erano filosofi e maestri in quela arte.

[15] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 123.5: Questo attorniamento era fatto alla rotonna, a muodo de uno fierro de cavallo, da onne parte chiuso, salvo che denanti li lassao uno granne guado, a muodo de porta, per fare l'entrate e lle iessute. Puoi ce fece carvonara cupe, là dove lo luoco era debile.

1.1 Sost. Estensione verso il basso o verso l'interno, profondità.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 8, pag. 294.9: se l'oste die dimorare gran tempo nel luogo ed essi ànno presso ei nemici dond'ellino abbiano dubbio, essi debbono fare ei fossi ampi dodici piè, e profondi o cupi nove, e gittare la terra verso l'oste, sì che i nove piè di cupo tornano ben tredici...

[2] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 214.43, pag. 275: Vedi come c'è cupo, - cerca il guado, / Perchè di rado - fa l'uom ciò ch'ei pensa.

1.2 Sost. Limite inferiore o interno di uno spazio vuoto o di un corpo idrico; fondo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 7.10, vol. 1, pag. 110: «Taci, maladetto lupo! / consuma dentro te con la tua rabbia. / Non è sanza cagion l'andare al cupo: / vuolsi ne l'alto, là dove Michele / fé la vendetta del superbo strupo».

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 15, pag. 195.28: se alcuno boctino vennisse o fondorasse in alcuno fusto di boctino o di fossa valicata da passi XXV o meno in su verso lo die, non vi possa nè debbia avere via nulla, et debbiasi ricessare da la sponda di quello fusto uno passo, a provedimento delli Maestri del Monte; et se fondorasse da passi XXV in giù verso li cupi, debbia avere via in voito o in pieno, et ragionare di boctino.

[3] Doc. sen., 1332/33, pag. 200.27: Emprima, che 'l detto maestro Agustino dia fare una capella cum uno altare e·lla Pieve sancte Marie d'Arezzo en questo modo: che la detta capella dia essare larga el chupo dentro dodici piej de taula...

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 11, pag. 269.4: 28. La providenza ec. Qui comincia la soluzione del primo dubbio, e dice che lla providenzia di Dio con quel consiglio profondo, cioè col suo sapere, nel quale nulla luce creata puote attignere al cupo, sì come dice il detto santo Tomaso nella prima parte, questione XIJ, articolo VIJ...

[5] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), tenz. 13, 1.13, pag. 795: E ad ogni gitto fo poi le sucherte; / e tu al Teber vai avvisando i cupi, / ed io l'ingogliert fo come fan lupi.

[6] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 20.14, pag. 29: Di sotto ad tucti i profondi son fissi / in quel ghiacciato senza fine verno, / ad tucte pene et vituper somissi, / di lungi più all'amor sempiterno / tanto da Dio sobyssati sobbyssi / quanto è più cupo el cupo dell'inferno.

[7] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 31, pag. 460.2: Dove Cocito, idest a la fine del cupo de questo inferno, là ove Cocito, idest lo fiume ch'io te dissi capitulo [xiiii.o], la fredura sera, idest se agiacia.

[8] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 7, 7-15, pag. 202.5: Non è sanza cagion l'andare al cupo; cioè noi andiamo al fondo et oscuro dell'inferno che ci è conceduto da Dio, e così dimostra che non si debba impedire lo loro andare.

2 Vuoto all'interno, cavo.

[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 6, pag. 565.19: Ad porta Flamminea Octabiano fece fare uno castiello lo quale clamao Agoste, dove se sotterravano tutti li imperatori de Roma. Lo quale fo tabolato de diverse prete. Et lo giro de mieso de sotto era cupo, et intravano per nasscoste vie.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 8, pag. 128.19: E quando la casione del teremoto fosse forte, la quale casione è sotto terra, potarea getare la terra sù e fare lo monte; e anco potarea enfiare la terra sù e fare lo monte, e de sotto remarea sollo e cupo secondo la materia del terreno. E già semo usuti en tale monte: quando li andavamo sù per esso e percotavamo suso per studio, rembombava e resonava com'elli fosse cupo e sollo dentro.

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 300.7: Qui Enea, pauroso, per subita paura trasse fuori la spada e lo stremo taglio contra coloro che venieno porge; e, se non fosse che la savia compagna l'ammonì di non percuotere le sottili anime sanza corpo, fedirebbe sotto la cupa immagine di forma, e indarno colla spada percoterebbe l'ombre.

[4] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 76, pag. 225.21: Ordiniamo, che qualunqua persona che vendessi ceppi non debbi mettere alcuna ceppa in alcuno ceppo cupo, a pena di marcho uno d'ariento a vuo' del Signore Re di Ragona per ogni volta...

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 108.11: Ma quandu lu pagarusu Eneas li vidi, per subita vista trassi la spata et incumminzau a gictari certi colpi contra killi ki vinianu. Et si non fussi stata killa savia cumpagna, ki lu ammuniu di non firiri li suctili animi senza corpu, haviria firutu sucta la imagini cupa di forma et indernu pircutia li umbri cum sua spata.

[6] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 115, par. 3, vol. 2, pag. 167.22: E se besongnerà farse forma ad uno pieie, co' dicto e, facciase e fare se possa tanto cava overo cupa doie pieie e non più.

[7] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 170, vol. 2, pag. 53.1: per lo detto fiume trovamo uccielli grandissimi, molti grandi e bianchi tutti: e avevano sì grande il becco, che gli Saracini ne fanno cotali palette cupe, manuali, che votano le barche con esse.

[8] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 74.20: quante [sic] la sustança, è molle, pocho più dura che lla popilla, che è l'ochio del pescie; quante [sic] la forma di fuori, ritonda e piana; nel meço chupa; quanto a la vertù, naturalmente fredda e umida.

[9] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 18, 100-114, pag. 485.13: Lo fondo; di questa bolgia, è cupo; cioè oscuro e cavo, sì, che non ci basta L'occhio a veder; cioè non bastava la vista a discernere quel che v'era...

2.1 Sost. Cavità, parte vuota di qsa.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 3, cap. 2, pag. 153.12: E adopera secondo lo sugello e·lla figura ch'elli ha en sé, che en tale loco è cupo, en tale loco è basso; e·llo loco cupo per non errare porta la cera asai per empiere lo cupo, e e·l basso porta la cera poca per empiere lo basso.

[2] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 3, pag. 19.6: la vista lo mustrava. Ora se delequa lo principe con quella soa iente che potéo cogliere. Po' moiti dìe fuoro trovati uomini muorti per le vigne, armati, nelle capanne e nelli cupi delli arbori, li quali nello stormo erano stati feruti.

3 Avido, affamato.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 20.12, vol. 2, pag. 332: Maladetta sie tu, antica lupa, / che più che tutte l'altre bestie hai preda / per la tua fame sanza fine cupa!

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 3.957, pag. 185: Degli uomini che hanno corto collo, / Dolosi per natura come lupi, / Non basterebbe la virtù d'Apollo / A solvere i lor detti senza norma / E senza modo di malizia cupi, / Che lor gridare la contrada storma.

[3] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 2.45, pag. 43: La prima bestia che 'm prima ci occupa, / et che prima li tolse 'l su' cammino, / è la luxuria senza satio cupa.

[4] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 12.11, pag. 25: Symoni[a]ci col capo di sotto / piantati sono infino a la centura / per buche ardenti, che vuol dir la cura / del loro affecto bistorto et corrocto, / ardendo tucti per quel marmo rocto / de l[e] [g]ambe et de' piedi ogne giontura, / guizzando sempre per la forte arsura / di qual ciascuno è così tucto cotto, / col capo giù a mostrar l'effectione / ch'egl'ebero a le cose temporali / e 'l cupo desiderio e la 'ntentione, / nulla curando de le spiritali...

4 Minaccioso e tenebroso.

[1] Petrarca, T.F. III, 1371, 40, pag. 573: Poi colui ch'a se stesso tolse gli occhi / perché 'l pensier la vista non occupe / forse, o per non veder fiorir li sciocchi; / e Crisippo a le cose oscure e cupe / non men intento e duo bon poverelli, / l'un in un tino e l'altro in una rupe.

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 8.157, pag. 55: Guardate ben che con voi non se innerna / il voler vostro ne' proffeti neri, / gli qual mostrando humilitate inferna / et con vestiri de agne et soi voleri / de dimostrarse fori, et demtro èn lupi, / gli qual rappan da voi gli beni veri. / A gli frutti de loro obscuri et cupi / se manifesta sue lusinge false, / unde a seguirgli alcun mai non se occupi.

5 [Di colore:] scuro, fosco.

[1] Doc. fior., 1355-71, vol. 2, pag. 176.32: Posto ch'abia dato al q(uaderno) vendite H, nel 15 car(te), per 1 tintilano chupo sen(gniato) F. Monta(no), a ffior. lbr. 56.

[2] Lett. fior., 1375 (7), pag. 29.24: e sopra a ogni soma era uno valletto, ciascuno vestito della divisa del duca d'Angiò di panno cupo partito vermiglio, e con loro molti valletti a piè con detta divisa.

[3] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 75.7: ma poi che la tuo barca à sparto velo / carco de margarite e de decore, / el bianco tinto de cupo colore / a te mandar d'ogni piacer m'invelo...

5.1 Sost. Panno di colore scuro.

[1] Doc. fior., 1355-71, vol. 2, pag. 128.12: Avelli dato, dì 30 di setenbre ' 364, per noi Bartolomeo Bonbeni. Posto che dè avere al q(uaderno) chassa F, nel 51 car(te), per br(accio) 1 di chupo per chalze.

[2] Doc. fior., 1355-71, vol. 2, pag. 170.17: Ave· loro dato, dì 20 di marzo ' 365, per loro a Bartolo Siminetti, br(accia) 2 q(uarti) 2 di chupo per chalze per s. 31 br(accio).

5.1.1 S.f.

[1] Doc. pist., 1337-42, pag. 126.28: Francescho di Mino soprascritto de dare, che diedi a Filippo di Lanfrancho per br. xxv di chupa d'Alosta, lb. xxv s. xij d. vj a fio.: lb. lv s. xiij pic. Del detto panno si vestio monna Margharita e Lonbarduccia e Banchina.

[2] Doc. pist., 1337-42, pag. 126.37: E de dare per br. xxiiij [di] chupa, che diedi a Filippo soprascritto, a ragione di lb. iiij s. xvj d. viij pi. kanna: monta lb. xxviiij pic.. Del detto panno si vestio Francescho soprascritto e Piero di Maso e Chalci.

[3] Doc. pist., 1337-42, pag. 131.14: Francescho di Mino soprascritto de dare, che diedi a Filippo Lanfranchi per br. j di verde per sue chalçe e per br. j di chupa per messer Cino...

[u.r. 18.12.2017]