COPIA (1) s.f.

0.1 chopia, copia, copie.

0.2 Lat. copia (DELI 2 s.v. copia 1).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Stat. volt., 1336.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Stat. perug., 1342; Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. aver copia 3.1; avere copia di 3.1; concedere copia di sé 3.3; copia di dire 1.1; copia di favellare 1.1; copia di parlare 1.1; dare copia di 3.2; dare copia di sé 3.3; fare copia di sé 3.3.

0.7 1 Abbondanza, moltitudine, quantità di qsa. 1.1 Fras. Copia di dire, favellare, parlare: facilità di espressione, facondia. 2 Schiera di uomini armati, esercito. 3 Disponibilità di qsa. 3.1 Fras. Avere copia di qsa: conoscerlo, possederne delle nozioni. 3.2 Fras. Dare copia di qsa: darlo a condividere, fornirne degli esempi. 3.3 Fras. Dare, fare, concedere copia di sé: concedersi, esporsi, rendersi disponibile. 4 Opportunità, possibilità di qsa.

0.8 Pär Larson 16.02.2004.

1 Abbondanza, moltitudine, quantità di qsa.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 246, pag. 11: Il me' tempo se trova ceres, maren, galfion, / Il me' tempo se trova la copia dri moron, / Le brugn e i flor de fige za fan marudason, / Li lilij blanc florisceno, ke san grandment de bon.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 105, pag. 566: La state calda dicise ch'è secca per natura / e passa temperancia, se te -nde puni a ccura, / e la magiure copia de li fructi matura; / li cibi fridi et humidi sun buoni e la friscura...

[3] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 207.17: El terzo anno de l'imperio de questo Eraclio, Cosdroe re de Persia molta parte deli ben del comun prese, e guastà Yerusalem, e arse le venerabili luoghi; el qual imprexonando gran copie de puovoli, insembre mente chol patriarcha Zacharia, el precioso lengno dela Santa Croxe in Persia dusse...

[4] Stat. pis., 1304, cap. 71, pag. 723.3: Et se non potesse avere abondansa et copia delli lavatori, li quali fusseno sufficienti ad lavare la lana e li boldroni, per lo dicto salario vel mercede...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 37.55, pag. 229: Gran copia ò de tuto bem, / no t'ò dito lo milem, / per che tu fali, a me' parer, / se tu la stae vo' mantener; / ni voi aor tuto descrovir, / ma aspeitar che tu vòi dir».

[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 24, 79-96, pag. 583, col. 2.7: Senza sperar pertugio. Cioè tra questa copia de omini e de serpi sí correano peccaduri nudi e spaventati ecc. senza speranza de pertusio, zoè, de bugame da fuggir dai serpenti.

[7] Stat. volt., 1336, cap. 16, pag. 20.4: Item è ordinato, acciò che nella decta arte et appresso agli artefici di quella sia copia et abondanza delle cose et mercie et mercatantie et che i compratori ne trovino da comprare d'ogni cosa abondantemente...

[8] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 21, pag. 61.12: sanctu Benedictu dixe allj monachi: 'Pirkì vj attristati de zo, ky aviti bisognu de panj? oye de aviti alcuna caristia, et demane de averiti maiori copia'.

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 4, vol. 2, pag. 76.21: 1. Grandi et bona parti di laudi intra li nobili homini guadagnanu quilli, di li quali ad eterna memoria si ricuntanu cosi dicti oy facti con debita gravitati; di la gran copia di li quali scrivamundini con troppu avara manu, nì ancura con troppu disyiusa, zò que plù satisfaza a lu desideriu ca non habundi a sacietati.

[10] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 290.4: Avea mandati a lui ambasciadori con alquanti talenti d'oro; li quali pervenuti nella villa d'Academia Senocrate li recevette col suo usato piccolo apparecchiamento, e con piccole copie di cose.

[11] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 6, pag. 95.1: Ora lasseremo qui lo castello a aconteremo de suo fratello Vivante, che esso andava molto a caccia e perciò che esso avea molto copia de buone cane da cacciare e menate lione de suo paese nodrite a la caccia.

[12] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 30, pag. 140.8: Lu conti Rugeri sì vinni di Sichilia in ayutu di sou niputi cum multi miglara di Sarachini et cum multi homini et grandi copia di vittuagli.

[13] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 24, pag. 7: Alli cinquanta nove fo sconcia et fore usciti. / Perché lo re Manfredo poi venne in signorìa / Et contra della Eclesia con forza et tirannìa / Colli mali regnicoly, che gran copia ne avìa: / Quale era per offitio et quale per leccarìa.

[14] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 10, pag. 564.14: Questa si è una comperazione, che tti dà l'altore della luna, quando molte volte la sera per offuschamento d'alchuna nebbia per freddura o tu la vedi dintorno à un circhulo, simili dicie che queste anime in fighura di stelle istavano intorno dal Sole e grande chopia e quantità erano.

[15] Tristano Veneto, XIV, cap. 162, pag. 151.13: una richa çitade, la qual era apelada Camiloto, la plui bella e la plui richa che fosse a quello tempo in la Gran Berdagna, in la qual lo re Artus seçornava molto volontiera, inperciò qu'ella era bella çitade e plena in gran copia de tute le cosse del mondo.

[16] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 18, pag. 176.33: Venendo la nocte de quillo iuorno, l'ayro essendo torbato per grande nigrore delle nuve che pareano indell'ayro, sparcese sì gran ploya de acqua in tanta copia et habundantia che parea quase che may non avesse tanto pyovuto, oy fuorse che lo mundo se avesse voluto fenire ad acqua un'altra volta...

[17] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 15, pag. 145.17: E la state demore i(n) locora frigide et aquose i(n) nelli prati ove sia copia de ierva.

1.1 Fras. Copia di dire, favellare, parlare: facilità di espressione, facondia.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 3.7: Sovente e molto ò io pensato in me medesimo se lla copia del dicere e lo sommo studio della eloquenzia àe fatto più bene o più male agli uomini et alle cittadi... || Cfr. Civ., De invent., I, 1, 1: «bonine an mali plus attulerit hominibus et civitatibus copia dicendi...».

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 11, pag. 747.12: Turno adirato rispose: O Drance, sempre ti fue abbondevole copia di favellare: i nimici ci stanno dintorno: perchè te in lingua e fideráti tu sempre in questi tuoi piè fuggevoli?

[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 25.11: E se la donna prima a parlare comincia, tu ne dei essere allegro, se copia di parlare non ti abonda, imperciò che 'l parlare suo ti darà di parlare materia copiosa.

[4] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 183.8: O lingua dolorosa, dimmi che t'ho io fatto, rispondi per colui che si è sopra le stelle. O pazza, se noi averemo copiadi dire, tu sarai esca lacierata dalle fiere.

2 Schiera di uomini armati, esercito.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 9, pag. 375.11: E Labieno nella seguente battaglia tutta la grande copia di quelli di Trevi uccise, provocatala per arti a battaglia, prima che i Germani che veniano si congiugnessero con loro...

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 3, pag. 23.5: avvegna che di gran novero sia l'esercito, nondimeno è da esser dispregiato, perciò che da duce nullo si regge, ma solo mattamente da discorrente errore con frequenza è rapito. Il quale se alcuna volta contro noi schiera ordinando, più possente s'è levato, la nostra guida le copie sue nella rocca ricoglie...

[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, pag. 756.3: questi, celebrantesi in Tebe, amantissima terra la sua deità, i suoi sacrificii, venne a' templi suoi, e quivi, sonati i tamburi e i rauchi corni e i tintinnanti bacini in segno de' suoi triunfi, s'adornò dell'usate corna; a' quali Cerere, tirata dalli suoi draghi, corse con le sue copie e aumentò in grandissima parte le sante feste.

3 Disponibilità di qsa.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 9, pag. 156.3: in uno assedio di Capitolio corrotti i balestri per troppo adoperargli, non abbiendo copia di nervi, le donne tagliatisi i crini gli diedero a' mariti, e racconci i balestri, ed i mariti combattendo, poscia i nemici cacciaro...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 6, pag. 50.20: trassero d'essere signori di tutta Francia, e posero uno termine di due anni, et ordenaro di fare grandi semente, e mettare il formento in salvo luogo per provvedersi d'avere copia di vivanda.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 167.11, pag. 115: Non reputo l'ençuria mïa propia / ma di ças[c]uno ennamorato core, / quando di questa donna non è copia, / ché l'ayre turba e coreçassi Amore, / çetasi 'l tempo, va gy omini errando, / ché gy çylosi al bene à dato bando.

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 126.15: uscita della selva, andava per gittare le braccia allo sperato collo. Quegli fugge; e, fuggente: leva le mani dagli abbracciamenti, disse; io moro prima che tu abbi copia di noi. || Cfr. Ov., Met. III, 391: «emoriar quam sit tibi copia nostri».

[5] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 102, par. 2, vol. 1, pag. 334.21: E enpercioché sença copia dei doctore e maestre lo Studio essere non può, siano e essere deggano continuamente a leggere êlla dicta citade de Peroscia cinque doctore...

[6] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 4, pag. 110.28: In caso di necessitade, dove il peccatore non avesse copia di prete, si potrebbe confessare da uno laico. E dico in caso di necessità e pericolo di morte.

[7] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 62.2: si vuole usare questa tiriacha; et quando voi non aveste copia di quella, dovete torre butyro, sale, olio et acqua calda; però che queste cose prese in gran quantità involgono seco il veleno et fannolne venire per vomito.

3.1 Fras. Aver copia, avere la copia di qsa: conoscere, possedere delle nozioni.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), pt. 3, prologo, pag. 80.5: E però diremo de le nature e de le figure e de le meravillioze cose che sono in de li animali sì per avere la copia e la notisia di loro, e sì per potere parlare ed intendere figuralmente...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 5.77, pag. 269: «Da poi, disse Solin, che veduto hai / questa provincia, è buono d'aver copia / come confina, ché altrove non l'hai.

3.2 Fras. Dare copia di qsa: darlo a condividere, fornirne degli esempi.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 120.11: Tullio dice che davanti dicerà exempli in ciascuna maniera di constituzioni. Già avemo disposte le constituzioni e le loro parti; ma li axempli di ciascuna maniera parrà che noi possiamo meglio divisare quando noi daremo copia di ciascuno de' loro argomenti; perciò ch'allotta sarà più chiara la ragione d'argomentare, quando l'exemplo si potrà a mano a mano aconciare al genere della causa.

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 9.184, pag. 100: De la cosa c'ommo àve ïn sé propia, / può ben dar copia! / I' ciò faccio, poi che Disaventura / m'à convertito tuto in sua natura...

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 2.3, pag. 7: La soma vertù d'amor, a cuy pyaque / rëintegrare il celo, / dandoli copia - de l'inopia - grande / ch'avea d'esser perfecto, / remose la beltà ch'al mondo nacque, / cum naturale çelo; / sì che per ley - i ochie mey - pyanto spande / fuor de çascun deleto.

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 3.67, pag. 435: Così andando e dandomi copia / di molte novità, giungemmo al mare, / lo quale è rosso sì, che par sinopia.

3.3 Fras. Dare, fare, concedere copia di sé: concedersi, esporsi, rendersi disponibile.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 8, pag. 84.13: intrò in Scizia con settecento migliaia d'uomeni armati; e non dando di se copia i nemici a combattere con loro, e assalendo ispesso il mercato che venia nell'oste, e dando loro grandissimo danno, abbiendo paura Dario che, rotto il ponte del fiume Istro, non fosse loro impedimentita la tornata, abbandonata l'oste d'ottocento migliaia d'uomeni, per paura fuggio...

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 127.4, pag. 95: Amore à una sua natura propia / et è sensato cum visibel forma / et en çascuno loco lasa l'orma, / dove de si alquanto vi fa copia, / poy de vederlo è molta inopia, / c'ofusca gy ogli quasi tutor dorma...

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 144.14: Catellina faccendo sua via per li monti, ora verso Roma, ora verso Gallia andava con suoi compagni, non volendo dare di sè copia di combattere, però ch'elli aspettava di dì in dì maggiore gente.

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 11, vol. 2, pag. 225.34: Onde dice s. Bernardo: Non darà allo inobbediente copia di sè Cristo, lo quale fu tanto amatore di ubbidienza, che volle innanzi morire, che non ubbidire.

[5] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 9, pag. 115.6: E credere déi che né tutti coloro che moglie prendono e che l'hanno, l'amano come fanno dell'altre donne: la soperchia copia che le mogli fanno di sé a' loro mariti, è cagione di tostano rincrescimento, quando pure nel principio sommamente piacesse; e tu non sai quanto costei si piaccia.

[6] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 4, pag. 542.37: Li altri judici de la corte del Rectore, et etiamdeo li predicti dui, quando no habitano cum lo Rectore, habitene in li luoghi honesti e patenti circumstanti et facciano copia di sé come se dece: e ciaschun judice tegna seco in una medesma casa et habitacione li notarij deputati al suo officio...

[7] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 3.68, pag. 45: Ove tu vai, canzon, tien sí fatto ordine / che n'abbia onore e io servigio e grazia. / Deh, non ti veder sazia / di star con loro e i versi tuoi di sponere. / Se alcuno altro opponere / ti vuole, guarda ben che sia scientifico, / riposato e magnifico, / ed a questo cotal dá di te copia: / ché tu se' nata propia / per dispregiar chi vive con miseria / e per mostrare a' buon come s'imperia.

4 Opportunità, possibilità di qsa.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 13, pag. 301.25: E coloro che non ebbero copia d'uccidersi, pigliati prima da' Romani, altri per ferro, altri affogandosi col lacciuolo, altri non manicando, se medesimi si consumaro...

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 1, pag. 170.33: E, poi ch'elli fue dato loro copia di parlare, Ilioneo maggio di loro con piacevole portamento e con dolce voce così parlò.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 136.9: Fabio dovendo combattere Anibal, si posòe a campo allato al fiume Metauro nelle montagne sopra Arimino; e così andando sanza dare copia di battaglia, tenea molto stretto Anibale e la sua oste, in tanto che di vettuvaglia grande disagio sosteneano...

[4] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 139.7, pag. 777: Nostra ragion pur ci conven cernére / e di ciò facciam prego a donna Inopia: / che venga tosto sì che n'aggiam copia / di poterla toccar, nonché vedere.

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 368.16: Poi che fummo intrati e fucci data copia di parlare nella presenzia sua, appresentiamo prima i doni, e manifestiamo il nome, e la patria nostra e chi ci à data guerra, e qual cagione ci à tratti alla città Argiripa.

[6] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 37, pag. 66.29: «Così fatto ti veggio, Eurialo? com'hai potuto, o tardo reposo della mia vecchiezza, lasciarmi così sola? e come fustù così crudele, che non volesti dare alla tua madre misera, copia di parlarti, quando a sì fatti pericoli ti mettesti?

[7] Scienza fisiognomia, XIV pm. (tosc.), pag. 4.12: Or ti voglio mostrare e amaestrare de la scienzia di finosomia, per darti piena copia di conoscere per segni le qualità, le vertude e li vizii degli omini.

[8] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1050, pag. 67: Ihesù piliaro enco[n]tenente / et menarlo vilanamente / a uno loco k'era comuno, / ke non era pur solo d'uno, / ante era publico e palese / ad omni hom del paese: / per ki veder lo volesse / grandissima copia n'avesse.

[9] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 10, par. 2, vol. 2, pag. 7.19: Et ancor li flagelli, li quali ipsu richippi per mantiniri omni virtuti di paciencia et impliri omni copia di redempciuni et di misericordia: quantu era plui la pena tantu era plui l'alligricia.

[u.r. 24.11.2020]