CURIOSO agg./s.m.

0.1 churiose, churiosi, coriosa, curiosa, curiose, curiosi, curïosi, curioso, curïoso, curioxa, curiusa, curiusi.

0.2 Lat. curiosus (DELI 2 s.v. curioso).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. prat., 1295; Fiore, XIII u.q. (fior.); Stat. sen., c. 1318; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.); Stat. castell., XIV sm.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Nota le costr. curioso di qsa: «e die ciascuno esser curioso delle cose d'altrui», <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; curioso in qsa: «quando la femmina non è troppo curiosa in vestirsi», <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; curioso a qsa: «C[h]'a barattar son tutti curiosi», Fiore, XIII u.q. (fior.).

0.7 1 Che pone cura; sollecito, attento. 2 Accurato, eseguito con cura. 3 Raffinato e ricercato nel vestire, nell'adornarsi, nello scegliere e preparare il cibo, ecc. 4 Che brama o desidera qsa; desideroso, avido. 5 Desideroso di acquistare conoscenza, di vedere o sapere qsa. 5.1 Sost. Chi è mosso dal desiderio di acquistare conoscenza. 6 Pieno di preoccupazioni, di affanni.

0.8 Pär Larson 10.02.2004.

1 Che pone cura; sollecito, attento.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 1, cap. 10, pag. 227.36: così, come li uomini debbono amare l'uno l'altro, quanto se medesimo, così l'uomo die amare le femmine e le possessioni altrui così come le sue proprie; e die ciascuno esser curioso delle cose d'altrui, siccome fussero sue propie in tempo ed in luogo...

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 73.13, pag. 148: Quella nonn- era punto dormigliosa; / In ben guardar il fior molto pensava; / Vie più che ll'altre guardi'era curiosa, / Perciò che ben in lor non si fidava.

[3] Gl Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 8, pag. 196.4: La sapienza di Dio, precedente tutte le cose, chi cercava?», e quell'altre dove dice: «Più alte cose di te non dimanderai e più forti cose di te non cercherai; ma quelle cose che Dio ti comandò, pensa [sempre], e in più sue opere non sie curioso», cioè sollicito.

[4] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 8, 76-84, pag. 192, col. 1.9: Avría mestier di tal milizia, çoè s'el volesse seguir la largheça di soi antecessuri, el serave vertuoso; e fai besogno imperçò che la soa militia, çoè la segnoría dove el è, vorave un largo e curioso signore, e che non curasse d'assumar moneda.

[5] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 4, par. 3, pag. 21.34: E questo perdurabole e cielestiale non può tutta l'università de' filosafi per dimostrazione provare, però che non fu ned- è di cose manifeste e aperte per loro, e però non furono ellino punto churiosi né ssolleciti di dare e diterminare di cose che a cciò sono ordinate come propri strumenti.

[6] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), Prologo, pag. 81.21: E bene che io sia stato per fornire questa opera anni quatro e poco più, poria ligermente avere falato o in vocabulo, o in sententia, o in istoria, o in qualche substantiale passo: io lo lasso a la discretione del curioso e discreto lectore che più savrà.

2 Accurato, eseguito con cura.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 15, vol. 2, pag. 182.10: 4. Marcu Pompeyu [[...]], standu intra lu consiliu di li cavaleri, dunau la citati a Theofanes Mitilenu, scritturi di li soy facti. Et ià sia zò que lu beneficiu era asay grandi, eciandeu issu lu prosecutau con bella et curiusa oraciuni. || Cfr. Val. Max., VIII, 14, 3: «accurata etiam et testata oratione».

3 Raffinato e ricercato nel vestire, nell'adornarsi, nello scegliere e preparare il cibo, ecc.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 18, pag. 154.19: La terza virtù si è piacevolezza, e quest'è quando la femmina non è troppo curiosa in vestirsi, unde parrebbe avvenire che con tutto che la femmina non si vestisse né per vanagloria, né più oltre che 'l suo stato non portasse, sì vi potrebbe ella essere troppo curiosa; dund'ella non farebbe ciò ch'ella dovesse, e peccarebbe.

[2] Stat. prat., 1295, pag. 449.6: Anche ordinamo, p(er) honestade religiosa e pura e p(er) buono exemplo e per spengnime(n)to d'ogni cagione o vista che potesse mutarsi in vitio o potesse dare alcuno aiuto o movime(n)to o p(er)tinacia alle me(m)bra della sup(er)bia e d'ogni vano honore e curioso, che neuno di q(ue)sta Co(m)pagnia debbia portare vestime(n)ti troppo vistosi di colore, nè di vistosi (e) nuovi (e) leggiadri tallii, nè con alcuno vano orname(n)to...

[3] Poes. an. urbin., XIII, 39.59, pag. 622: In nulla vanetate dé essar curïoso, / ma in onne bona opera essare studïoso, / e star be[n] consolato ke nno si' accidïoso, / e ddiçar le sue ore molto devotamente.

[4] Stat. sen., c. 1318, cap. 43, pag. 54.7: statuimo et ordinamo, che 'l rectore del detto Ospitale con quelli de li frati del detto Ospitale, li quali esso vorrà avere seco, degga e sia tenuto di provedere, fare e curare che li frati del detto Ospitale vivano onestamente, e portino vestimenti e calzamenti religiosi e non troppo curiosi.

[4] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 9, pag. 411.8: E quelle vergini, e vedove, le quali curiose, e oziose vanno discorrendo per le case delle matrone, e hanno i loro atti, e costumi sfacciati, fuggile come pestilenze, considerando, che come dice l'Apostolo, le male parole, e lascive corrompono eziandio li buoni costumi.

[5] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 22, pag. 37.16: Adivenne che una fanciulla, molto bella del corpo, e maravigliosa bellezza avea di capelli, quindi passando, entrò nello spedale, non per ricevere limosina, ma per visitare alcuna sua serocchia inferma. Quella fue menata a Santa Elisabet; e veggendola così curiosa del capo, e con tanta bellezza di capelli, comandò che incontanente le fossero tagliati, acciò che non fossero cagione di sua dannatione e delli altri.

[6] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 61, pag. 254.18: Di questi cotali vi prego e voglio che siate voi, padre; portatemi el segno della vera umilità, non curioso nello stato vostro ma despetto, none impatiente per veruna pena o ingiuria che sostenessimo, ma con ferma virtù di patientia sostenere nel corpo della santa Chiesa infino alla morte...

4 Che brama o desidera qsa; desideroso, avido.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 89.8, pag. 180: «I' sì mi sto con que' religiosi, / Religiosi no, se non in vista, / Che ffan la ciera lor pensosa e trista / Per parer a le genti più pietosi; / E sì si mostran molto sofrettosi / E 'n tapinando ciaschedun a[c]quista: / Sì che perciò mi piace lor amista, / C[h]'a barattar son tutti curïosi.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 50, vol. 3, pag. 414.4: Religione è quella virtù che ci fa curiosi di Dio, e facci fare suo servigio.

[3] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 4, pag. 9.18: E d'altra parte egli imprenderà sì duramente de lo spiritale amore a poco a poco che, s'egl'è curioso a le terene cose, sì serà ciò por metre ne l'opera e ne la bisogna al suo Criatore...

[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 15, pag. 72.16: Certo se le predette necessità ripensassimo, non saremmo tanto ambiziosi, e desiderosi di grandi palazzi, nè sì curiosi di molte preziose vestimenta; nè saremmo golosi nè lussuriosi in tanti e sì diversi cibi ed in ogni consolazione di corpo.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 35, vol. 1, pag. 66.3: I· rre Filippo avendo l'animo curioso di trarre del suo reame la forza de· rre d'Inghilterra, il quale teneva il forte castello di Calese in sulla marina, no· potendo per forza fallo pensava fornillo per danari con trattato.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 22.17: un palagio con bello e gran cortile nel mezzo [[...]], con pratelli da torno e con giardini maravigliosi e con pozzi d'acque freschissime e con volte di preziosi vini: cose più atte a curiosi bevitori che a sobrie e oneste donne.

[6] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 1, vol. 2, pag. 138.2: - Non timiti vui; timanu li inimichi et li cavaleri crudili, infidili, avari et minzunari; non timiti vui, donni devoti, amichi, fidili, studiusi et curiusi di sirviri a lu cruchifissu.

[7] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 17, pag. 94.21: Certamente chi è colla moglie, è ansio e curioso di quelle cose che sono del mondo, ed è diviso, però che egli è tirato da molte angustie e ingiurie; e diseccasi in varie sollecitudini, acciò che egli cerchi e ministri le cose necessarie a' figliuoli e alla moglie e alle serve.

5 Desideroso di acquistare conoscenza, di vedere o sapere qsa.

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 84, pag. 174.20: \[D.]\ Que è zo che li pizinin fantin pòno melio imprende zaschauno cossa che no pòno li antixi e li vigi? \M.\ Perzò ke l'anima de loro è nova et è curioxa a tute cosse.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 16, vol. 1, pag. 121.13: La settima e molto principale cagione si fu, ed è la cieca cupidità di alcuni, i quali ebbero ed hanno sì curioso e soperchio desiderio di alcuna cosa sapere od avere, che si sono dati e danno ai demonj, purch'essi facciano venire a loro fornito il lor desiderio...

[3] Bambaglioli, Tratt., a. 1343 (tosc.), 397, pag. 33: Folle è l'uom presuntuoso, / Il qual vuol più veder che non convene. / Del van pensier procede vana spene, / Che sormontando fa l'uom curïoso / A maggior cosa che non da suo stato, / Onde spessa hora cade trabocato.

[4] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 8, pag. 117.22: Quando vanno d'uno luogo in un altro, e pervengono ad alcuna città non siano curiosi di porle molto mente, né d'andare spiando, se, per la ventura, sopra ciò non avessono comandamento speziale, però che quegli è matto viandante che va riguardando per li dilettevoli prati et escegli di mente colà dove andava.

[5] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 279.14: E altrimenti son tenuti i laici e le persone sanza lettera, [[...]]; none assottigliandosi troppo, nè mettendo il piede troppo a dentro nel pelago della Scrittura, il quale non ogni gente sa nè puote nè dee volere guadare; chè vi si sdrucciola, e spesse volte vi s'anniega dagl'incauti e curiosi e vani cercatori.

[6] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae III.88, pag. 262: Ivi era il curioso Dicearco, / Ed, in suo' magisteri assai dispari, / Quintiliano e Seneca e Plutarco.

5.1 Sost. Chi è mosso dal desiderio di acquistare conoscenza.

[1] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 8, pag. 34.12: Lo curioso vuole tutto sapere, sia al suo prode, o non sia: e di tanto, com'elli crede più apparare e sapere, e meno appara e sae.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 31.9: Sapete che onestà comunemente piace a molte genti, e pogniamo ch'a' vanagloriosi ed a' curiosi, ed a' superbi non piaccia d'avere onestà in loro medesimo, almeno ella piace a loro di vederla in altrui.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 20, vol. 1, pag. 156.10: Anco dice: Oimè, che i curiosi, e i lascivi trovano di che si dilettino, e li miseri poveri non hanno di che vivere.

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 2, vol. 2, pag. 51.28: Dimi, rispundimi; fa, di kisti meravigli, ki nui ndi viyamu, et cridirimuti et liberirimuti et farrimuti hunuri et tirrimuti nostru amicu. - Lu salvaturi nostru non rispusi, ka Deu non rispundi nè fa miraculi a li curiusi, ma a killi ki chercanu cosi fructuusi.

6 Pieno di preoccupazioni, di affanni.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 37, pag. 313.13: Thelagone pervenne sano e salvo a soa matre nell'ysula Aulide. Unde Circe soa matre fo leta oltra modo de lo suo avenemento, perzocché multo stava pensosa de ipso e coriosa per tanti disaventurusy casy che l'erano advenuti. ||Cfr. G. delle Colonne, Hist. dest. Tr., p. 272: «multum fuerat de filio curiosa».

[u.r. 02.12.2020]