DÀTTERO s.m.

0.1 andatali, andattali, andattalo, andatteli, andattelo, andattulo, dactari, dactaro, dacteri, dactole, dactuli, dandactali, datalli, datar, datari, dàtari, dataro, dateri, dattali, dattalo, dattari, dattaro, datteri, dattero, dattili.

0.2 Lat. dactylus (DELI 2 s.v. dattero).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Stat. sen., Addizioni p. 1303; Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Framm. Milione, XIV p.m. (emil.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

0.5 Locuz. e fras. essere il pruno tra i datteri 1.3; rendere dattero per fico 1.1; rifiutare il dattero per il fico 1.2; riprendere dattero per fico 1.1; riprendere dattero per pomo 1.1.

0.7 1 [Bot.] Frutto della palma dattilifera. 1.1 Fras. Rendere, riprendere dattero per fico/pomo: ricevere ciò che si merita. 1.2 Fras. Rifiutare il dattero per il fico: scegliere la soluzione peggiore. 1.3 Fras. Essere il pruno tra i datteri: essere inadeguato al proprio ruolo. 2 La palma dattilifera. 2.1 La fibra tratta dalle foglie della palma.

0.8 Marco Berisso 01.02.2004.

1 [Bot.] Frutto della palma dattilifera, di forma oblunga e polpa zuccherina.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 523, pag. 169: Illó no manca cibi stradulz e straprovai, / Lo pan strasüavissimo e i vin stradelicai, / Li datar e li frugi con grang odor süavi: / Li soi savor dulcissimi no porav fí cuintai.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 186, pag. 568: citonia giamai te no fau lite, / se appresso mange dactole condite.

[3] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 46, pag. 156.17: E simigliantemente mangiano noccioli di datteri, e stanno senza bere più di dieci dì.

[4] Stat. sen., Addizioni p. 1303, pag. 62.35: Dactari, soldi XV, soma.

[5] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 7.9, pag. 411: Aranci e cedri, dattili e lumie / e tutte l'altre frutte savorose / impergolate sien su per le vie.

[6] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 4, pag. 128.13: La terza cosa sì è di ghuardarsi di mastichare cose viscose dolci, sì come sono vivande fatte di mèlle cotto, e di dateri, e altre dolci vivande.

[7] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 65.19: Mielle se vende a lo dito canter e geta lo mill(ie)r de Venexia in Allexandria canter 5 men 1/4 perché ello se abate lo 1/4 per le bote et a questo canter se vende tute cosse da mançar e çucharo e datalli e lo canter del çucharo geta in Venexia lbr. IIJ.C a sotill.

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 29, pag. 139.4: [1] Et san Çuan in l'Apochalisse veçe gran multitudin la qual nessun homo porrave nomerar d'ogne le[n]guagio e d'ogne regname, vestii e parai meravegliosamente con rami de palma in man che portan dolce datari.

[9] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 13, pag. 44.30: E siando tornà Cristofalo oltra l'aqua, el piantà el baston soe apresso la casa segondo ch'avea dito lo fante, e la doman el trovà ch'el era verde et avea i datari.

[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 130, pag. 260.22: Ancora ad quello medesmo: lo sivu biccinu co lo fumut(er)re et (con) la fla(m)mula stemp(er)ata, gectese e(n) ne la ffissura d(e) l'ung(n)a tre voi q(u)actro diui, onne dì dui volte, et questo ène provato. It(em) ad quello medesmo, vale miraviglosam(en)te la pulve d(e) la galla et d(e) l'ossi d(e) li dactuli et d(e) la cerusa stemp(er)ata co la cera.

1.1 Fras. Rendere, riprendere dattero per fico/pomo: ricevere ciò che si merita. || Di Dante, ripreso dai commentatori.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.120, vol. 1, pag. 576: Rispuose adunque: «I' son frate Alberigo; / i' son quel da le frutta del mal orto, / che qui riprendo dattero per figo».

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 33, pag. 172.20: E nota che dove frate Alberigho dicie a Dante, che ricieve dactaro per ficho, vuole dire che così come egli à meritato, così ricieve pene, e tante più quanto el dattaro è migliore che 'l ficho.

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 19.6, pag. 307: «Ben so che sai sì come Ilderico / perdeo il regno e tolselo Pipino; / e però lascio, ché qui non tel dico; / ma io ti conterò, ché nol sai forsi, / come Dio rende dattaro per fico.

[4] Boccaccio, Argomenti, 1353/72 (?), Inf..177, pag. 240: E poi chi mal consiglio, comoda, / come Ulisse, in fiamme acceso andando, / vede riprender dattero per pomo.

[5] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 33, 109-120, pag. 839.15: e però dice: Io son quel dalle frutte del mal orto: il tradimento è frutto di mal cuore, e così fatto frutto diede elli, Che qui riprendo dattero per figo; cioè ricevo pena del tradimento ch'io feci.

1.2 Fras. Rifiutare il dattero per il fico: scegliere la soluzione peggiore.

[1] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 29.4, pag. 22: Chi ne le man del so perfeto amicho / si vede posto cum fedelle intento, / may nun prosuma de mostrar talento / in refludar el dataro per ficho...

1.3 Fras. Essere il pruno tra i datteri: essere inadeguato al proprio ruolo.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 55, terz. 6, vol. 3, pag. 111: Bench'io sia tra' dicitor più vile, / che non sarebbe tra' datteri il pruno, / dirò com' io saprò, ma non sottile.

2 [Bot.] La palma dattilifera.

[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 5, pag. 60.5: Unde diceno i Santi che uve, fichi e andattali vi funno posti e piantati, però che fanno suavi frutti, imperò che tra lli altri frutti diceno li Santi e li philosofi e Avicenna che questi sono li megliori: uve, fichi e andatteli. Unde questi frutti funno fermamente e altri frutti, come sono pomi e altre cose dolci e rose per lo fiore.

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 36, pag. 52.2.: e da marzo inanzi non si truova niuna cosa viva, cioè verde, sopra terra, se no lo dattaro, che dura infino a mezzo maggio; e questo è per lo grande caldo.

[3] Framm. Milione, XIV pm. (emil.), 1, pag. 502.7: E quando l'omo è desexo queste vinti miglia, se trova uno plano molto bello ch'è lungo doe çornate e àe nome lo plano de Formosa. El li è molte aque e flumi asai; el li è multi dàtari. Trova-sili asai oxelli francolini e papagalli et altri oxelli multi che èno multi divixati da quilli de nostre contrade.

- Fig. Come attributo della bellezza femminile.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 15, pag. 56.21: E dimorando poi per più dì, avvenne che Tristano schermía nella sala del grande palagio con altri cavalieri e donzelli; e a quel punto era egli in giubba di seta, e in capegli più biondi che oro, e nel viso pareva una rosa novella, adorno come una donzella, e rassembrava uno dattero fronzuto.

[5] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 73.15, pag. 264: O dattero fronzuto, o gentil mio amore, or che ti par di fare? / Oh che io venga con voi in ciascun luogo!

2.1 La fibra tratta dalle foglie della palma.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 307.6: Puoi ragionare che a uno pondo di pepe non garbellato che pesi da ruotoli 40 di Cipri, di ruotoli 100 per 1 cantare, e che il detto pondo abbia sacco di canovaccio e il sacco di giania cioè grosso di filo di dattero filato, e legato con corde, cioè con fune, e che al detto pondo, cioè balla, puote avere di tara in somma di ruotoli 2 e occhie 1, d'occhie 12 per 1 ruotolo di Cipri, cioè: Per lo sacco del canovaccio, da occhie 3 1/2. Per lo sacco della angina, da ruotolo 1 e occhie 3.

[u.r. 19.02.2022]