DITELLO s.m.

0.1 detello, ditella, ditelle, ditelli, ditello, tetelle, titella.

0.2 Lat. titillus (DEI s.v. ditello).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Gloss. lat.-aret., XIV m.; Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).

0.5 N le forme del plur. in ‑e (ess. 1 [2], [12] e [13]) paiono rifatte sul regolare plur. di tipo neutro in ‑a e non giustificano la ricostruzione di una forma sing. femm. in ‑a.

0.7 1 [Anat.] Cavità tra la radice del braccio e la parte alta laterale del torace; ascella. 1.1 [Per analogia, rif. a un animale quadrupede] 1.2 Parte di un indumento corrispondente all'ascella di chi lo porta.

0.8 Pär Larson 28.05.2015.

1 [Anat.] Cavità tra la radice del braccio e la parte alta laterale del torace; ascella.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 7, pag. 306.9: Et nasconde 'l pigro le man sue sotto le ditella sue, et se le convertirà a la bocca, più savio [gli] parà essere che sette [che] rasgionino [e] che parlino sentenzia.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 36, pag. 204.2: [19] Nasconde lo pigro le mani sue sotto le sue tetelle, e pareli fatica di porrelesi a bocca.

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 7: [5] Sì come la porta si volve in nelo giocatoio, così si volve lo pigro in delo lecto suo; (et) mecte[s]i le mane socto le ditella, (et) prova se elli le potesse recare ala bocca.

[4] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), [Pt. 1, cap. 9], pag. 91.28: La vena ch'è nela sinistra mano infra -l picolo dito e l'altro sì è per diliberare malatia di milza. E la grande vena onde questa si diparte si truova nel sinistro bracio di sotto l'altre vene, e vengono di sotto il ditello.

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 114, pag. 378.16: L'uno si pulisce troppo, l'altro si spregia, e non ha cura di se, quant'e' dee. Colui si fa ancora radere le gambe, quell'altro non si fa nettare, e radere sotto i ditelli.

[6] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 242, vol. 2, pag. 181.6: E poi pigliava V uomini, l'uno si poneva in sullo collo ginocchione, e l'altro in sulla spalla a cavalcione, e lo terzo in sull'altra spalla in quello modo, e lo quarto sotto il ditello del braccio, e lo quinto sotto l'altro ditello.

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 84, vol. 3, pag. 488.5: Ed era una maniera d'infermità, che non giacia l'uomo III dì, aparendo nell'anguinaia o sotto le ditella certi enfiati chiamati gavoccioli, e tali ghianducce, e tali gli chiamavano bozze, e sputando sangue.

[8] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 64, pag. 316.27: Inançi che canti [[lo gallo]] si percuote cole sue alei per quella medesima cagione che l'uomo si protende le braccia, perciò che nel sonno si ragunano molte superfluitadi sotto le titella nele quali ène, in luogo là ove si smugne et scaccia colà le sue superfluitadi.

[9] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 287.21: hec assella, lle, el detello...

[10] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 309.11: hec ala, le, l'ala et el detello.

[11] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XVII, par. 7, pag. 709.17: Due branche, cioè due piedi artigliati, come veggiamo che a' dragoni si dipingono, avea pelose infin l'ascelle, cioè infino sotto le ditella...

[12] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 25, 103-120, pag. 655.39: Io vidi; cioè all'uomo, entrar le braccia per l'ascelle; cioè per le ditelle, e diventar corte come si convenia a serpente...

[13] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 178, pag. 444.31: Che fu a vedere già le donne col capezzale tanto aperto che mostravono più giù che le ditelle! e poi dierono uno salto, e feciono il collaretto infino alli orecchi; e tutte sono usanze fuori del mezzo.

1.1 [Per analogia, rif. a un animale quadrupede].

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 3, pag. 200.25: La XXVIIJ è nel petto sotto 'l ditello del cavallo. La XXIX è quella dinanzi delle due che sono sotto 'l ventre.

1.2 Parte di un indumento corrispondente all'ascella di chi lo porta.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 10, pag. 431.40: E senza riguardare a un suo cappuccio sopra il quale era tanto untume, che avrebbe condito il calderon d'Altopascio, e a un suo farsetto rotto e ripezzato e intorno al collo e sotto le ditella smaltato di sucidume, con più macchie e di più colori che mai drappi fossero tartereschi o indiani, e alle sue scarpette tutte rotte e alle calze sdrucite, le disse...

[u.r. 28.05.2015]