0.1 céceni, ceceno, cecer, cecere, ceceri, cecero, cecine, cecini, cécini, cecino, cécino, ceciro, cesano, césaro, césini, cexen, cìccino, ciecen, cieceno, ciecero, ciecieno, ciecino, cisini, zezer.
0.2 Lat. tardo cycinus (DEI s.v. cecino).
0.3 Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.): 1.2.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.); Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Stat. sen., Addizioni p. 1303; Simintendi, a. 1333 (prat.).
In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1286); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).
0.5 Il tipo cécero con passaggio di ‑n‑ in sillaba atona a ‑r‑, è caratteristico soprattutto dei testi fior.
Locuz. e fras. più bianco che il cecino 1.1.
0.7 1 [Zool.] Lo stesso che cigno. 1.1 [Con particolare rif. alla sua bianchezza]. Fras. Più bianco che il cecino. 1.2 [Con rif. alla leggenda del magnifico canto del cigno morente]. 1.3 [Con rif. al mito di Leda].
0.8 Pär Larson 10.09.2007 [prec. red.: Ilde Consales].
1 [Zool.] Lo stesso che cigno.
[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 25, pag. 118.2: Cecino è uno molto grande uccello, con le penne tutte quante bianche e con la carne nera, ed usa a fiumi ed a tutte acque grandi nuotando.
[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 8, pag. 27.19: Lo cecino si è uno ucciello che è de grande corpo et è quasi tutto biancho et ave cotal natura ch'elli canta volontieri, e quando homo li sona uno stormento che ssi chiama arpa, sì s'accorda con esso in cantare...
[3] Stat. sen., Addizioni p. 1303, pag. 59.19: D'ogne due paia di colombi maremani, J denaio. Fagiano, J denaio l'uno. Starne, J denaio del paio. Grughe, oche salvatiche, cecero, IIIJ denari l'uno.
[4] Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.), pag. 11.21: Intorno in su le sponde de la detta fontana avea paoni che parevano vivi ed erano cotti, co le code a padiglioni: avevavi fagiani, perdici e grue, ceceri ed ogni salvagina d'ucielli.
[5] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 41.34: Capitol del cexen.
[6] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 93, pag. 148.2: E in tutto questo tempo non fa altro che uccellare a la riviera a grue e a césini e a altri ucelli; e ancora tutti gli altri che stanno apresso a lui gli recano dalla lunga uccellagioni e cacciagioni assai.
[7] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 6, pag. 132.14: Quelli ch'àe lo stomaco chaldo sì ama più volontieri le grosse vivande che lle sottili, sì come charne di bue, charne d'ocha o di ciecero e assai d'altre.
[8] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 71.6: Come Cecine, piangendo per la morte di Feton, si mutò in cecine uccello.
[9] Gl Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 50, pag. 306.9: [1] Cisne, ciò ène cìccino, ène uno ucello lo quale ène tutto bianco di penne, et la sua carne ène tutta nera come mora.
[10] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. III, pag. 550.25: Né non recever la luse en le cammere cum tutte le fenestre: più convegnivelmente molte cose sta ascose in lo vostro corpo. Lo çuogo ha fin; tempo è ali cisini a partirse; li quali ha menado li nostri çovi cum lo so collo.
[11] Itinerarium volg., XIV sm. (tosc. occ.), cap. 35, pag. 166.38: Allato a questo monte è fatto uno grande lago, per traverso sul quale è fatto uno bellissimo ponte, de' più belli del mondo. E in questo laco sono oche salvatiche e anatre e cecini e anetrotti ch'è meraviglia.
1.1 [Con particolare rif. alla sua bianchezza]. Fras. Più bianco che il cecino.
[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Paris, pag. 146.30: Veramente quel petto è più bianco che la pura neve o che 'l candido latte o che il bianchissimo Cecero, sotto la cui figura il sommo Giove si dilettò colla tua madre.
[2] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 19, 34-51, pag. 448.40: Coll'ali aperte che parean di cigno; cioè sì bianche che pareano di cecino, ch'è uno uccello tutto bianco: tale ali si convegnono a l'angelo, che significano purità...
[3] Esopo ven., XIV, cap. 16, pag. 17.12: E in quela fiada disse la volpe al corvo laudandolo de vane false laude: «O bello corvo e piaxevole sovra tuti li oxeli, tu somei pur al cesano de biancheza. Se tu me piasesi pur de cantar, tu saresti lo più bello de tuti li oxeli».
[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 136, pag. 302.2: E' nascerà molte volte una fanciulla, e forse le più, che paiono scarafaggi; strofina di qua, ingessa di là, mettila al sole, e' fannole diventar più bianche che 'l cecero.
- [Prov.] Tutti i bianchi uccelli non sono cecini.
[5] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 8, vol. 4, pag. 306.8: Ed in molti altri luoghi dice la legge, che il giudice è come sagrato della presenza di Dio, ch'egli è in terra come un Iddio. Ma se non il trova così compiuto di tutte cose, per ciò che tutti li bianchi uccelli non sono cecini, sia almeno leale permanevole, che non possa essere corrotto...
1.2 [Con rif. alla leggenda del magnifico canto del cigno morente].
[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 33.13, pag. 537: Canto, ché mi disfacc[i]o / più che non fa lo ghiaccio - calor forte; / come 'l cecere faccio, / che canta preso a lacc[i]o - de la morte.
[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 9.28, pag. 39: Tant'aio minespreso feramente, / ch'io ·n mi sao consigliare: / gran ragion'è ch'io perisca a tal sorte, / ch'io faccio come 'l cecer certamente, / che si sforza a cantare / quando si sente aprossimar la morte.
[3] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 7.7, pag. 133: Però di canto non posso partire, / poi c'a la morte mi vado appressando, / sì come il ciecen che more in cantando: / la mia vita si parte e vo' morire.
[4] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 273, pag. 497: Certo sì [lo] farë[i] volontieri / s' i' mi credessi poscia suscitare / come fenice in foco [............], / e cantarei inanzi la mia morte / sì come il cecer quando déi morire.
[5] Memoriali bologn., 1279-1300, (1286) 12.7, pag. 27: Como lo césaro mantirò l'usanza: / quando ha plui doglia, comenza a cantare / e dà termino al so male.
[6] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 169.31: Giente, di vostra morte fate allegrezza. Voi siete similglianti al ciecero, che più gioiosamente chanta quando viene al suo fine.
[7] Gl Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Dido, prol., pag. 62.25: Egli è uno uccello che si chiama Cigno, cioè Cecero, ed è tutto bianco, ed usa alle fiumane, e non canta mai, se non è quello anno che dee morire.
1.3 [Con rif. al mito di Leda].
[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Elena, pag. 157.35: E trascorrendo di dire come Giove fue bisavolo del mio suocero, e di raccontare la nobiltà di Tantalo e di Pelopo e di Tindaro; dico che la mia madre Leda, gabbata dal Cecero, mi diede per padre Giove.
[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 208.12: E dipinse, che Jove giacque con Asterile trasformato in aquila, e con Leda in figura di cecero; e con la bella Antiopa in forma di satiro; e con Al[c]mena in figura d'Anfitrione ec.
[3] Gl Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 6, 25.4, pag. 425.6: Leda fu moglie di Tindaro re, e fu bellissima donna, della quale innamorato, giove, trasformato in cecero o cigno che vogliàn dire, le venne innanzi cantando dolcemente: laonde ella, invaghita di lui, il prese e se nel menò in casa.
[4] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 4, 58-75, pag. 87.13: Ecco questa verità fatta umanamente; li poeti per mostrare Giove iddio, la coperseno con finzione dicendo che v'era volato in specie di cecino, perchè v'era ito co la nave Cecino e perchè col bel parlare avea ingannato le guardie e la fanciulla; e per dare colore a la finzione che fusse fatta sopra natura, disseno che stette co lei in specie di ciecino e che ella parturitte du' uova e l'altre cose che seguitano.
[u.r. 20.10.2020]