CONTO (1) agg./s.m.

0.1 chonte, cointi, cointo, comto, cont', conta, cònta, conte, cónte, conti, cónti, contio, conto, cónto, cunto.

0.2 Lat. cognitus (DEI s.v. conto 3).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.); Lett. sang., a. 1253; Lett. sen., 1253; Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Quindici segni, 1270-90 (pis.); Doc. prat., 1305; Doc. pist., 1270-1310.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Zibaldone Ricc., XIV pi.di. (venez.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.).

0.5 Locuz. e fras. avere conto 3; essere conto 1.3; fare conto 1.2; farsi conto 1.4; stare conto 3.2.

0.7 1 Presente alla conoscenza di qno o di molti, noto, conosciuto, risaputo. 1.1 Di grande fama, di grado elevato; importante. 1.2 Locuz. verb. Fare conto: rendere noto, far conoscere; mostrare apertamente. 1.3 Locuz. verb. Essere conto (all'imperativo): essere noto (in formule in cui si porta qsa a conoscenza di qno). 1.4 Locuz. verb. Farsi conto: manifestare la propria identità, presentarsi. 2 In rapporto di confidenza; amico. 2.1 Sost. Amico. 2.2 Sost. Chi ha un rapporto di collaborazione o dipendenza personale. 3 Che ha conoscenza o esperienza di qsa, esperto. 3.1 Locuz. verb. Avere conto: conoscere. 3.2 Locuz. verb. Stare conto (all'imperativo): essere sicuro, sapere con certezza. 3.3 Sost. Chi è sapiente e avveduto; chi ha conoscenza ed esperienza.

0.8 Valentina Gritti 15.12.2003.

1 Presente alla conoscenza di qno o di molti, noto, conosciuto, risaputo.

[1] Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.), 124, pag. 106: per mi lo so grande passio sì è cunto alla zente; / la mia madre che è olta demostra la croxe olente, / le spine ch'el' à de torno demostra lo frixo ponzente, / lo quale la soa testa insanguanoe granmente...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 21.62, vol. 1, pag. 352: non temer tu, ch'i' ho le cose conte, / per ch'altra volta fui a tal baratta».

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 23.120, pag. 30: Chi udì mai d'uom vero nascer fonte? / E parlo cose manifeste et conte.

1.1 Di grande fama, di grado elevato; importante.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 366, pag. 538: Quel dé parlar d'amore qe ben sa ço qe monta; / unca n'audì' parlare de persona sì conta, / s'el' amà per amor, sì como l'orden conta, / ch'al cav' o a la fin no 'nd' avés qualqe onta.

[2] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 2.42, pag. 160: La vostra ciera umana / mi dà conforto e face mi alegrare: / s'eo pregiare - vi posso, donna mia, / più conto mi ne tegno tuttavia.

- [Detto di bestie].

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 13, comp. 42.68, pag. 120: / Dove da longhi, riguardando intorno, / vide venir come sfrenata sarda / una liona parda / ch'avea mangiate molte bestie conte.

1.2 Locuz. verb. Fare conto: rendere noto, far conoscere; mostrare apertamente. || In [4] con conto invariabile.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 25 (86), pag. 248.8: Un(de) eo ve p(re)go, ma p(re)gare no v'olso e(n) p(er) quello che farave i(n)iuria alla p(re)clara amistà, ma sola m(en)te ve faço (con)to che abexono multo del vostro pallafreno, lo quale me voglati prestare e ma(n)dare i(n) p(re)senti, saipando ch'el me (con)vene andare all'enp(er)iale corona in s(er)visio dela n(ost)ra t(er)ra.

[2] Lett. sen., 1253 (2), pag. 204.25: Unde vo facio contio che i pati sono cotali, ch'elino vi deono servire a vostra volontà di dì e di note con buoni cavalli idoni di trenta l. (e) di più, (e) bene armati, come cavaieri...

[3] Ubertino del Bianco d'Arezzo, a. 1269 (tosc.), 1.13, pag. 386: Ma come in cor siate gaia e saciente, / così lo viso lo faciesse conto, / che foste poi tutta ben spiaciente.

[4] Legg. S. Torpè, XIII/XIV (pis.), cap. 10, pag. 64.32: E allora culoro li dissero: «Noi ti preg[h]iamo che tu cci debi fare conto tutte le sue operasione».

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 143.230, pag. 607: No ge laxar canto ni ponto / che tuto a lui no fazi cointo.

[6] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 33, pag. 377: Ma perché l'arra che ssi prende al fonte / del nostro batisteo ci dà un lume, / lo qual ci fa le cose di Dio conte, / venne del lustro del superno acume / una gratia di fede, che ssi dice / che 'nfonde l'alma come terra il fiume...

1.3 Locuz. verb. Essere conto (all'imperativo): essere noto (in formule in cui si porta qsa a conoscenza di qno).

[1] Lett. sang., a. 1253, pag. 196.16: Coi[n]to vi sia ched io no(n) sono potuto a(n)dare a stare co(n) ser p(re)ite Ve(n)tura i(m)peroe ched io abbo avuto gra(n)de male nela gola ( e) nela gabba; (e)d elli vi trovoe molto disfornito di biada ( e) di massarisie.

[2] Lett. sen., 1253, pag. 200.17: Co(n)tio sia a voi che i cavaieri che vengono di Spuleto sì sono pagaTI P(ER) UNO Mese.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 61.10: Ma questo sia conto a ciascuno, che lla propietade della diliberazione èe mostrare che ssia utile e che dannoso in alcuno convenentre.

[4] Doc. prat., 1305, pag. 461.27: siavi co(n)to e manifesto che s(er) Meo di s(er) Bartolo di Prato e di porta del Travallio, Bono Rigalecti di porta san Giova(n)ni di Prato [[...]] tucti ghibellini co(n)finati di Prato e nemici de' Guelfi, sì sono iti e sta(n)no nuovam(en)te a Castillione del destrecto di Pistoia per dare dapno a' Guelfi (e) alla p(ar)te guelfa...

[5] Doc. pist., 1270-1310, pag. 121.13: Sia coi(n)to a' frati come Vitali ed A[n]druccio fratelli e filliuoli Melliorati dela capp(e)lla di S(an)c(t)o Paulo si chiamarono co(n)ten[t]i e pagati da frate Giova(n)ni nostro frate...

[6] Zibaldone Ricc., XIV pi.di. (venez.), 3, pag. 40.5: Conta cosa te sia che nui dovemo fare meçi deli 37 e 1/2, che mo(n)tano 75 meçi...

1.4 Locuz. verb. Farsi conto: manifestare la propria identità, presentarsi.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1865, pag. 240: e 'n questa benenanza / se n'andò a Leanza, / e lei si fece conto, / e poi disse suo conto / sì come parve a lui...

[2] Dante, Rime, a. 1321, 47.37, pag. 176: Poi che fatta si fu palese e conta, / doglia e vergogna prese / lo mio segnore, e chiese / chi fosser l'altre due ch'eran con lei.

2 In rapporto di confidenza; amico.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 4, pag. 189.18: Anche la fede fa l'uomo conto con Dio, ordina gli amici con Dio.

[2] Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.), 439, pag. 510: Della persona conto / Ti tieni; e nul mal conto / Di tua boc[c]a non l'oda, / Ma ciascun pregia e loda.

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 4, vol. 4, pag. 294.7: E tutto che questa è una cosa sospettosa, chè in questa via divegnono elli conti al signore ed alla sua famiglia, più alcuna volta che non è mestieri.

2.1 Sost. Amico.

[1] Geri Giannini (ed. Contini), XIII sm. (pis.), 4, pag. 332: lo cor mi stringe, pur volendo vegli, / com'eo pensando tuo conto devegna, / e con onni argomento m'aparegli / pugnando c'ad amico t'aggia e tegna, / in guisa c'amistà mai non envegli, / ma fra noi sempre fresca si contegna.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 30, cap. 1, par. 9, pag. 443.18: Il cuore acceso per gli stimoli della sua ira si scommove, il corpo triema, la lingua s'impaccia, la faccia s'infiamma, inaspriscono gli occhi, non si riconoscono i conti, forma il grido con bocca, ma dentro non sa che parla.

- Chi è con qno in rapporti analoghi a quelli di un compatriota.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 54.16, pag. 319: Quanvisdé che loitam sea / da voi, con qui star vorea, / no crea' che loitanura / parta quela ligaura / chi inseme n'à cozonti / e de stranier n'à faiti conti...

2.2 Sost. Chi ha un rapporto di collaborazione o dipendenza personale.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 45, pag. 426.22: però con ogni ingegno, con ogni sollecitudine dovrebbe ciascuno, che di lui non è conto e servidore, procacciare e affannare d'avere la grazia di tanto signore e essergli suggetto, poi che per lui si diviene virtuoso.

[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 63, S. Jacopo minore, vol. 2, pag. 583.7: Allora Gioseffo parlò celatamente ad uno famigliare di Vespasiano e anche suo conto, e domandò che li fosse donata la vita...

3 Che ha conoscenza o esperienza di qsa, esperto.

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 16.4, pag. 73: Se li tormenti e dolor ch'omo ha conti, / fossero 'nsieme tutti 'n uno loco, / ver' quei ch'io sento, so che parian poco / a quai ne son più canoscenti e conti.

3.1 Locuz. verb. Avere conto: conoscere.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 82, pag. 106.2: overo se alcuna orneremo o di corone o di vestimento di porpore, per la quale la similitudine a noi sia più manifesta; overo se disformeremo alcuna cosa faccendola sanguinosa overo di fango bruta, overo disconcia e disformata la facciamo, acciò che maggiormente abbiamo conta la forma...

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 4, pag. 80.26: Perch'io te, Frate mio, non in te già, ma Dio in te e tte inn Esso laudo; ché pregio e amore ben operando, la grasia sua acquistat' ài di bono religioso, segondo pluçori, che contot'ànno, dicon me.

3.2 Locuz. verb. Stare conto (all'imperativo): essere sicuro, sapere con certezza.

[1] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 194, pag. 256, col. 2: Lo sexto tali sengni apparranno / che le valle crescerano, / e diventrano piani li monti; / e voi ne state tucti cointi / che la terra si grollerà, / che nulla cosa rimarrà / che sopra terra sia murata...

3.3 Sost. Chi è sapiente e avveduto; chi ha conoscenza ed esperienza.

[1] Jacopo da Leona, a. 1277 (tosc.), 3.6, pag. 211: Lo suo bel contenemento si conta / per li cónti e boni che sanno conto: / ché pur de' cónti e de' valenti è cònta, / e d'altri che contati non ha conto.

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 99.15, pag. 255: Questo per fermo sia a ciascuno conto: / che 'l suo labor s'entenza, ch'e' 'l ver conto!

[u.r. 17.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]