0.1chointo, chomto, chonti, chontio, chonto, choto, cointo, comto, conito, conti, contio, conto, contu, cunço, cuncto, cunto, cuntu.
0.2 Da contare 1.
0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Doc. sen., 1263; Doc. prat., 1288-90; Lett. casol., XIII ex.; Doc. pist., 1300-1; Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.); Doc. lucch., 1332-36; Doc. amiat., 1368.
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Doc. bologn., 1366; Stat. venez., 1366; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).
In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.5 Locuz. e fras. a buon conto 2.4.1; a conto 2.1, 2.2; a conto di 2.3; avere a buon conto 2.4; avere a conto 2.4; camera dei conti 2.5; conto corrente 2.6; entro il conto di 1.4; fare conto 2.7.1, 2.7.2; libro dei conti 2.8; maestro dei conti 2.9; mettere a conto 1.5; mettere in conto 1.5, 1.6; mettere nel conto 1.6, 2.10 ; nel conto di 1.4; per conto 1.1; rendere buon conto 2.11, 2.11.1; rendere conto 2.11, 2.11.1; restare in conto 2.15; resto di conto 2.12 ; rimanere in conto 2.15; senza conto 1.2, 2.13 ; tenere a conto 2.4; tenere a conto una paglia 2.14.2; tenere conto 2.14, 2.14.1; tenere il conto 2.14 .
0.7 1 Atto o risultato del contare; qualsiasi operazione aritmetica o il suo risultato (anche fig.). 1.1 Locuz. avv. Per conto: in numero, precisamente in (questo) numero. 1.2 Locuz. avv. Senza conto: da non potersi contare, innumerevole. 1.3 Insieme considerato unitariamente come somma di elementi numerabili. Il conto degli anni: il tempo trascorso. 1.4 Locuz. prep. Entro il conto di, nel conto di (di ciò che è compreso in un insieme di elementi numerabili). 1.5 Mettere a, in conto: valutare comparativamente, confrontare. 1.6 Locuz. verb. Mettere in, nel conto di: aggiungere a un insieme o a una lista di elementi numerabili. 2 [Econ./comm.] Somma del dare e dell'avere di un'attività, di una società o di una singola operazione commerciale o finanziaria. 2.1 Locuz. avv. A conto: in ragione del numero. 2.2 [Econ./comm.] Locuz. avv. A conto: come anticipo sul debito, sul prezzo, in acconto. 2.3 [Econ./comm.] Locuz. prep. A conto di: a debito o a credito di (in una scrittura commerciale). 2.4 Locuz. verb. Avere, tenere a (buon) conto: tenere in considerazione, stimare. 2.5 [Dir.] Locuz. nom. Camera dei conti: organo istituzionale deputato alle finanze. 2.6 [Econ./comm.] Locuz. nom. Conto corrente: registro dei crediti e dei debiti (?). 2.7 [Econ./comm.] Fare il conto: calcolare il dare e l'avere in operazioni commerciali ed economiche. 2.8 [Econ./comm.] Locuz. nom. Libro dei conti: registro delle entrate e delle uscite. 2.9 [Econ./comm.] Locuz. nom. Maestro dei conti: chi tiene per incarico il registro delle entrate e delle uscite. 2.10 [Econ./comm.] Locuz. verb. Mettere nel conto: registrare a credito o a debito. 2.11 [Econ./comm.] Locuz. verb. Rendere (buon) conto: presentare il resoconto di operazioni o attività commerciali di cui si risponde. 2.12 [Econ./comm.] Locuz. nom. Resto di conto: residuo di una cifra da pagare o da riscuotere. 2.13 Locuz. avv. Senza conto: senza segnare a debito (in costrutto fig.). 2.14 [Econ./comm.] Locuz. verb. Tenere il conto di: registrare entrate e uscite, tenere i libri delle entrate e delle uscite. 2.15 [Econ./comm.] Locuz. verb. Restare, rimanere in conto con: restare con un'operazione commerciale o finanziaria aperta, con debiti o crediti da saldare.
0.8 Valentina Gritti 23.12.2003.
1 Atto o risultato del contare; qualsiasi operazione aritmetica o il suo risultato (anche fig.).
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 46.1: La prima scienzia, cioè arismetrica, tratta de' conti e de' nomeri, sì come l'abaco e più fondatamente.
[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.222, pag. 649: E, se la vita è sì corente / che 'la no à arcun aspecto / - mile angni son pochi o niente - / finio lo van deleto, / poi de lo tenpo chi t'è dao / far te convén sì streito cointo, / che zà no te serrà cassao, / senza ponir, un mezo pointo.
[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 11, parr. 7-24, pag. 164.10: Item questa dictione 'conto', che significa lo «conto dele monete», fi astiçata con questa dictione 'conto', che significa «la dignitate, osia la segnoria, de uno contado».
1.1 Locuz. avv. Per conto: in numero, precisamente in (questo) numero.
[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1322, pag. 222: Così, s' i' non misconto, / eran venti per conto / queste donne reali...
[2] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 237.5, pag. 97: Per conto par cinquant'anni vivesse...
[3] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 133, pag. 195.5: Hector assembra sua gente, così come noi v'aviamo detto, che ben furo, così come noi troviamo per iscripto, .cc.m. di chavalieri per contio arme portanti, tutti harditi e combattenti...
[4] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1055, pag. 387, col. 2: Profiliu questo odendo / et li segnali vedendo, / isso con soi cavaleri / et colli soy scuderi / - et foro ben docento / per cunto, no vi mento - / tucti se ingenocchiaro / e lla sancta fede piglaro / davanti alla polzella, / che stava così bella.
[5] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 168.16: MCCCIIJ Dì XXIIIJ de maggio se fece in Peroscia el capitolo generale degl frate de santo Agostino. Fuoro contate per conto XJ.C centonaia.
[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 1, vol. 2, pag. 6.2: Et erannu percuntu duy milia setti centu et quarantrì chù putissimi juvini.
[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 310, pag. 281.11: Et quando Audret li vete vignir, ello se mete dentro dale porte sì ascosamente che nigun non se n'acorsse, forssi li portieri, li qual era per conto vinti do.
[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 26, pag. 225.21: allora li Mirmiduoni chi erano percunto II M bene armati e montati a ccavallo intraro a la vattaglya bene arditamente...
1.2 Locuz. avv. Senza conto: da non potersi contare, innumerevole.
[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 99.13, pag. 255: Ed abia gente seco sanza conto, / sì farà Carlo ·non vi fia opo sconto.
[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 134, pag. 515.15: E ragunato che lo re Amoroldo ebbe tutta sua gente, sì trovò che tutto il fiore di tutta sua gente furono quattro mila seicento cavalieri; sanza l'altra gente a cavallo e a piè, che furono sanza conto.
[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 83, pag. 17: Abero multi astrologi per colliere l'ora et lo punto / Che regne la citade multi anni senza cuncto, / Et chi male vole fareli che sia morto et defunto!
[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 27, pag. 232.14: cà necessaria cosa èy che da quillo iniusto amore de Helena che rapisti, per la quale so' stati muorti tanta gintili huomini et altra gente senza cunto, che tu nde siey mantenente spartuto».
- In misura incalcolabile.
[5] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 3, pag. 260.19: Uno di questi baroni dela sterlomia, che fu pió savio delli altri, disse a· rei: «Sì come li miei maestri m'insegnono di sterllomia e in tanto come io posso conoscere, trovo che questo fantino non serà in tuo regno, mai serà inn un altro regno migliore sensa cointo...
1.3 Insieme considerato unitariamente come somma di elementi numerabili. Il conto degli anni: il tempo trascorso.
[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11 cap. 11, par. 3, pag. 241.20: Molti savj ad ammaestramento de' presenti scrissono storie de' fatti passati; ché per la storia si comprende la somma de' tempi passati e 'l conto degli anni, e per la successione dei Consoli e de' Re molte necessarie cose si cercano e truovano.
1.4 Locuz. prep. Entro il conto di, nel conto di (di ciò che è compreso in un insieme di elementi numerabili).
[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 48, vol. 1, pag. 375.15: Così chi vuol sapere che anni corrono nel conto delli dicianove anni della Luna, prenda gli anni del nostro Signore, ed un anno più, e poi ne cavi tutti li diciotto ch'egli puote, ed il rimanente è quello ch'egli chiede.
[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 23, pag. 64.13: Paria addunca ky chillj duy monache, li qualj non erano reconciliati a starj intra lu cuntu de chillj ky non eranu excominicati, foru reconciliati per la oblatione de sanctu Benedictu.
[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 112.18: Issu ripurtau XXXVJ spolgi da lu jnimicu, in lu cuntu di li quali enci ende foru VIIJ cu li quali issu combatiu, vedendulu unu exercitu e l'altru...
[4] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 3, pag. 165.39: E pongono appresso del ritornamento di questo fiume di fuori da la forma le due stelle dinanzi delle quattro che sono nel pecto di Caytoç, ma non sono nel conto di questa costellaçione.
1.5 Locuz. verb. Mettere a, in conto: valutare comparativamente, confrontare.
[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 106, vol. 2, pag. 271.10: Se bene si cercheranno le nostre scritture, e metterassi in conto tra lle ree e buone fortune, troppo avanzeranno le sinestre le felici e aventurose...
[2] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 10, pag. 144.35: e non nascendo con questo peccato, non si mette a conto la natività sua con quelli che nati sono de le femine, come dice la parola, però che tutti gli altri nacquono e nascono col peccato originale.
1.6 Locuz. verb. Mettere in, nel conto: aggiungere a un insieme o a una lista di elementi numerabili.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 118.18: Et credesi che Ermagoras fue trovatore di questa constituzione; non che molti antichi parlieri non l'usassero spessamente, ma perciò che lli scrittori dell'arte non pensaro che fosse delle capitane e non la misero in conto delle constituzioni.
[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), Prologo, pag. 119.8: Non gravi a' leggitori che sono stati molti che sono vivuti grande lunghezza di tempo et in vita loro hanno appena tanto: un bel parlare, overo una cosa, da mettere in conto fra i buoni.
[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 92, pag. 273.18: E mettera' tu nel conto degli uomini, non dico de' buon uomini colui, i sovran beni del quale son messi in savori, in bagni, e in sollazj?
[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 7, vol. 1, pag. 134.6: Io sono rimaso per essere odiato e tenuto a sospetto dal popolo, e messo nel conto degli Aquillii e de' Vitellii.
2 [Econ./comm.] Somma del dare e dell'avere di un'attività, di una società o di una singola operazione commerciale o finanziaria.
[1] Doc. sen., 1263, pag. 343.30: It. xxiii li. (e) v s. di p(ro)ve. nela fiera San Giovani in sesagiesimo i q(uali) furo d'uno contio che faemo cho· lui <nela fiera> secondo che divisa ne· livro vechio.
[2] Doc. prat., 1288-90, pag. 163.28: Ebbi, i quali ricevetti più ke (n)no(n) paghai p(er) mes(er) lo re della balia del co(n)to della Sensione, a(n)no ottanta otto, sì ccome si contiene ne· ruotolo, (e) kosì co(n)tamo ko' maestri (e) paghamo lb. VMIJCIIJ s. XIJ d. VJ tor.
[3] Lett. casol., XIII ex., pag. 390.9: Giovidì dodici di nove(m)bre Baldo Grigori e Sovarçino mi detero cento lib. , e no demo il co(n)tio nostro, e resta che mi dovete dare trece(n)tota(n)ta e quatro lib. diece di nove(m)bre ani nova(n)t' e tre.
[4] Doc. pist., 1300-1, pag. 249.19: MCCCj. Quesst'è lo quaderno delle e(n)trate che tiene Mino, del co(n)to della taula da dì xxvj di dice(n)bre i(n)na(n)thi.
[5] Doc. bologn., 1366, pag. 87.40: S'io morisse subito, che dio guardi, questo voglio sia mandà a secutione, et è mia ultima voluntà, e voglio sia dato fede a tuti li conti saldi con li mei compagni, fatti e raxonadi, e scripti che se trovaseno da questo dì a drieto...
2.1 Locuz. avv. A conto: in ragione del numero.
[1] Stat. venez., 1366, cap. 166, pag. 80.17: vendere o far vendere in Venesia legne, de çascuna condicion che le sia, altramente che a charro o nomero over conto e non ad ochio, se elle non fosse çocche, le quale se possa vendere ad occhio e sàrcine a nomero, sotto pena de perdere le legne vendude ad occhio.
2.2 [Econ./comm.] Locuz. avv. A conto: come anticipo sul debito, sul prezzo, in acconto.
[1] Doc. sen., 1302-60, [1312], pag. 103.12: Sabato dì XVIIIJ di febraio. A conto V libre da mastro Ghano de la petra de la detta libra per lo suo dazo.
[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 123.25: e anche le dette cuoia di bue si vendono a centinaia di cuoia, cioè a numero di 100 cuoia, e promettonsi di tante cantara barberesche il centinaio delle cuoia a conto.
[3] Doc. amiat., 1368, pag. 103.33: It. trovai a co(n)to a la ma(n)dria asengniate a ·(m)me p(er) uno de' fedeli comessarii e p(er) li pecorari peco(r)e tosate VI.C LXXIIII entra quali c'erano assai castroni.
2.3 [Econ./comm.] Locuz. prep. A conto di: a debito o a credito di (in una scrittura commerciale).
[1] Libro Gallerani di Londra, 1305-1308 (sen.), pag. 62.24: Scritti debia dare ne libro de' conti a suo conto, fo. XLIII, inn una somma di sette s. sterl. e i tre s. ne li avavamo dati noi qui a Londra, fo. [...] per ispese ad andare là.
[2] Libro Gallerani di Londra, 1305-1308 (sen.), pag. 96.13: Ittem rabbattansi al conto di mastro Bartalomeo di Fiorentino duve die avere ne grande libro, fo. novantessei, treciento settantecinque fior. d'oro che faciemo pagare in Corte a messer Franciesco Ghatani, kardinale.
[3] Libro Gallerani di Parigi, 1306-1308 (sen.), pag. 169.20: Di questi danari à dati 5 lb. par. per tempo di fiera di Provino Santo Aiuolo tre C sei, che die per noi a Biagio Guidi e scritti a suo contio inançi, fo. trentadue.
[4] Doc. fior., 1311-13, pag. 100.9: de' quali danari si debbono rabbatere fior. venti d'oro, et porre a conto di Guillelmino se 'l Zeppa Giovanni scrive ch'elli avesse i decti danari dal decto Francesco.
[5] Doc. lucch., 1332-36, pag. 120.5: ed ancho che neuno presti alchuna moneta né merchadantia ad alchuna p(ersona), e se -l facesse ungni danno che nde venisse alla chonpangnia sì si debbia ponere a chointo di cholui che prestasse.
2.4 Locuz. verb. Avere, tenere a (buon)conto: tenere in considerazione, stimare.
[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. II, cap. 25, pag. 221.5: Anche, l'amante dé avere in sé ta' portamenti che piacciano al suo amante, e con misura di sua persona aconciarsi, perciò che tropo lisciare e tener mente sopra ne viene altrui gran fastidio ed ànlo altri meno a conto.
[2] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 102.14, pag. 647: son le ricchezze dei stulti nïente: / né fuor bellezze mai senza onestate / tenute a conto, né dai bon lodate.
[3] Brizio Visconti, a. 1357 (tosc.), 4.83, pag. 195: Non so s'i' ben comprendo, / ma pur amore a conto non si tene, / salvo chi mi fa bene, / ché ama il fantolin chi gli dà il fico.
2.4.1 Locuz. avv. A buon conto: nel modo migliore.
[1] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 4, pag. 222.2: Qui, quanto nu avemo a bon cunço più brevemente possù deschiarare, l'avemo fato, sapiando che sovra çascauna parola ch'è qui scrita se porave movere una gran questione e metere multi asempij.
2.5 [Dir.] Locuz. nom. Camera dei Conti: organo istituzionale deputato alle finanze.
[1] Libro dell'Asse sesto, 1335-46 (fior.), [1343], pag. 151.19: e lle lbr. 4 s. 13 a fior., dì 30 d'aghosto anno 1338, sono per fior. 3 d'oro, ragionati per noi a s. 31 a fior. l'uno, che' detti Tommaso e compangni pagharono in Parigi dì 30 di giungno 1338 a cherici della Camera de' Conti e per asemprare ruotoli di partite per la domanda che ci faceano i maestri della Camera de' Conti de[l] Re di Francia per cagione della Riceverìa di Carcasciona...
2.6 [Econ./comm.] Locuz. nom. Conto corrente: registro dei crediti e dei debiti (?).
[1] Doc. pis., 1375, Titolo, pag. 56.1: Conto corrente di Ranieri Grasso.
2.7 [Econ./comm.] Fare il conto: calcolare il dare e l'avere in operazioni commerciali ed economiche.
[1] Doc. fior., 1291-1300, pag. 641.4: Il priore Bencivengnia da Pretazzi de dare tre mogia e venti staia di buono grano chomunale be· netto per fin'al comto fatto da me a llui del debito de la terra da Pretazzi...
[2] Doc. merc. Gallerani, 1304-1308 (sen.), [1307] 7, pag. 226.10: Contiofatto co' Manucio a' tre giorni di Bari IIJ C sei e ricontiato co· llui a' tre giorni di Proino di magio tre C sette.
[3] Libro giallo, 1321-23 (fior.), pag. 45.18: che chotanto restava ad avere ogni cosa chontato insino al detto dì salvo de l'oglio di messer Simone Bonfantini e del salaro di Bonamico Guardini e salvo di cierte partite che cci dovea dare iscritte qui dappiede, delle quali quando si fecie il conto con Simone noi non sapavamo la somma fior. 47 s. 15 d. 7 a oro.
2.7.1 Locuz. verb. Fare conto: prendere in considerazione, tenere presente.
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 1, vol. 1, pag. 276.11: in tutti diletti corporali volle abbondare, e quasi vita epicuria tenne, non faccendo conto che mai fosse altra vita.
[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 5, pag. 208.29: E per questo vi potete render sicura che niuna cosa avete, qual che ella si sia o cara o vile, che tanto vostra possiate tenere e così in ogni atto farne conto come di me, da quanto che io mi sia, e il simigliante delle mie cose.
2.7.2 Locuz. verb. Fare conto: pensare per il futuro, ripromettersi.
[1] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 55.1: Ma le scolte che noi avevamo buone sì gli schuperseno, e noi ci metemo in ponto prestamente e tagliamo lo' la via, inperoché loro erano venuti da lato di dietro, e facevano conto di mettarci in mezo chome la bataglia fusse incominciata.
[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 11.40, pag. 34: Di vendicar le 'ngiurie non far conto; / Ma lascia fare al sommo Redentore, / Che non lascia impunito nessun bronto.
2.8 [Econ./comm.] Locuz. nom. Libro dei conti: registro delle entrate e delle uscite.
[1] Libro Gallerani di Londra, 1305-1308 (sen.), pag. 5.11: Ittem 109 lb. 4 s. 11 d. sterl. che ne ritrovamo a ricoliare per lo libro de' conti, di rimanente di dugiento vinte quatro lb. diciesette s. sei d. sterl. che ne ritrovamo a ricoliare per detto libro per lo detto kal. magio...
[2] Libro Gallerani di Parigi, 1306-1308 (sen.), pag. 125.30: Item à dati 4 s. 9 d. par. buoni sabato vintessette di aprile tre C otto contanti in somma di sei s. cinque d. par. buoni e i vinti d. ne rabbattemmo del libro de' conti dove [egli ne] dovea dare, fo. sette.
2.9 [Econ./comm.] Locuz. nom. Maestro dei conti: chi tiene per incarico il registro delle entrate e delle uscite.
[1] Doc. fior., 1325, pag. 96.31: e dè il detto messer Niccholò overo suo prochuratore contare ogn' anno in chapo de l'anno co' maestri de' conti del Dalfino d'ogni cosa che in tutto l'anno n'avesse ricevuto...
2.10 [Econ./comm.] Locuz. verb. Mettere nel conto: registrare a credito o a debito.
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 7, pag. 32.14: E appare bene, che l'uomo che à dignità di re, senza senno, elli è così come 'l danaro del piombo o del rame messo nel conto dei mercatanti, che noi vedemo, che quando ei mercatanti contano, o fanno ragione, in luogo di mille lire o di grande quantità mettono un danaio di piombo o di rame, il quale è insegna di tre cotanto, che elli non vale.
2.11 [Econ./comm.] Locuz. verb. Rendere (buon)conto: presentare il resoconto di operazioni o attività commerciali di cui si risponde.
[1] Libro Gallerani di Londra, 1305-1308 (sen.), pag. 55.20: Contiati in essi quarantedue lb. tre s. sei d. par. che li diero per ispese di lui e di quatro cavalli che menò in Ninghilterra e avemo iscritti che detto Biagio ne debia rendare contio ne libro de' conti, fo. trentessei, a altra posta. fo. CIJ.
[2] Doc. sen., 1321, pag. 113.10: , e che l'uno a l'atro avarà renduto buono e vero chontio di ciò che gli sarà pervenuto a le mani de' beni de la deta conpagnia...
[3] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 74, pag. 259.25: anzi sia tenuto la detta ragione e contorendere altra volta in Firenze: e di ciò si creda alla maggiore parte de' compagni, o maestri suoi.
2.11.1 Fig. Fras. Rendere (buon) conto: rispondere delle proprie azioni.
[1] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 10, pag. 94.18: Vedi cherici, vedi i prelati, che 'l mondo ànno in loro balia, che, perch' ellino s'abbandonano troppo al mondo, sì mettono tale assempro in terra, unde molte anime se ne perdono; und' ellino ne lo converrà rendare contio.
[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 50.24: Ivi dee dimorare, e riguardare tutte sue difalte delle quali elli dee rendere conto e ragione a Dio, e a suo prelato, cioè a suo confessore...
[3] Luigi Marsili, Lettere, 1373/78 (fior.), [1377] 7, pag. 490.9: E del tempo e del luogo non si vuole con Dio disputare, che agli amici suoi è inn ogni parte presente; e ha quelli più presso che più lui ubidiscono, e a quell'ora gli chiama che esso sa loro essere più presti a renderli buon conto e meno adormentati nel sonno di queste cose vane.
2.12 [Econ./comm.] Locuz. nom. Resto di conto: residuo di una cifra da pagare o da riscuotere.
[1] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 123.11: Guiglielmo Altoviti e chopangni de la chopagnia de li Altoviti abitatori in chorte di Roma in Vignione ci deono dare a dì VII di maggio MCCCXXXVI fior. dugiento d'oro sette d'oro per uno resto di chonto fatto cho Guiglielmo detto a dì VI d'aprile MCCCXXXVI...
2.13 Locuz. avv. Senza conto: senza segnare a debito (in costrutto fig.).
[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 8.17: O miçeri, o nescienti, che non mercatare sano chon esso gran merchaante nostro Segniore, che pure invita loro a 'l Regnio suo conperare e fanne mercato grande sens'alcuno conto...
2.14 [Econ./comm.] Locuz. verb. Tenere il conto di: registrare entrate e uscite, tenere i libri delle entrate e delle uscite.
[1] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 19, pag. 347.12: E siano tenuti i detti depositarii scrivere e tenere lo conto delle 'ntrate e delle spese di catuna delle dette Opere e magioni per sè partita l'una dall'altra.
[2] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 107.42: rispose per lui Bernardo di Lapo di Ruspo che tiene il chonto del bancho, posto a suo choto quaderno E car. XXVIII.
2.14.1 Locuz. verb. Tenere conto: prendere in esame, considerare.
[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 3, pag. 25.4: A me non fa niente, e non tengo conto niuno di essere nè lodato, nè biasimato da gli uomini, nè da umano conoscimento, ma quelli, che mi ha da giudicare è Dio.
[2] Lett. fior., 1375 (5), pag. 172.30: Disegli ch'io non voleva e che gli faciese pure iscrivere in sè, po' che ne teneva chonto chon voi di que' ch'aveva ricievuto da voi.
2.14.2 Fras. Tenere a conto una paglia: non prendere in alcuna considerazione.
[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 21.5, pag. 782: Davante ke comenci la batalia / la donnola con l'inpïo serpente, / ne lo veneno ke sì li travaglia, / retrova lo crespingno primamente; / poi lui non tene a conto una paglia, / ançe l'asale e fallo regredente.
2.15 [Econ./comm.] Locuz. verb. Restare, rimanere in conto con: restare con un'operazione commerciale o finanziaria aperta, con debiti o crediti da saldare.
[1] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 96.33: Restamo in chonto chol detto singniore ed Ughetto, che cci debono dare per la nostra metà fior. ciento cinquanta uno i mezzo a dì VIII di luglio MCCCXXXV, altretanti a Iachopo per la sua metà.
[2] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 121.2: E de dare detto die fior. ciento quaranta otto d'oro, i quali ristamo in chonto cho lui e cho 'l detto messer Beltrano di Ciasale per una ragione iscritto adietro a car. L...
[3] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 123.4: che cci debano dare a dì XXX di diciebre MCCCXXXVI fior. ciento dodici, che rimanemo i chonto cho lui.
[u.r. 26.03.2024]