DEBILITÀ s.f.

0.1 debeletà , debeletade, debeletate, debelità , debelitade, debellitade, debilitá, debilitade, debilitae, debilitate, debilitati, debillitate, debiltà , debolità , debolitade, dibilità , dibilitati, dibiltá.

0.2 Da debole (o direttamente dal lat. debilitas, debilitatem).

0.3 Pamphilus volg., c. 1250 (venez.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).

In testi sett.: Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Elucidario, XIV in. (mil.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. assis., 1329; Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. castell., XIV pm.; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Stato di prostrazione fisica e di accentuata mancanza di forze. 1.1 Manifestazione non particolarmente significativa di determinati fenomeni naturali. 2 Mancanza di fermezza morale e di un carattere forte. 2.1 Incapacità di resistere alle tentazioni. 2.2 [Più in generale:] fragilità della condizione umana. 3 Difetto, congenito o dovuto a cause esterne, delle facoltà umane fisiche o intellettuali. 4 Incapacità di nuocere. 5 Incapacità di reagire dovuta alla paura.

0.8 Marco Berisso 08.03.2004.

1 Stato di prostrazione fisica e di accentuata mancanza di forze.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 53.1: E la mea vegleça e la mea debilitade sì m'à molto spoliada, e la mea arte e la mea fadiga no fai a mi neguna utilitade.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 8: no(n) dèi chiudere nec socte(r)rare le ricchesse, ma dèile uzare; [25] (et) no(n) a sop(er)fluità né a dilecto, ma ad utulità, [[...]]perché Seneca dice: le dilitie ci àno recato in debilità .

[3] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 24, pag. 293.11: Esso àe fatto, e voi recievuto avete gradivamente; e quanto di corpo v'à tolto, renduto à spirito podere, prosperitate e sanitate; ché fatt'è forte in corpo debilitade, e nela viltà sua grand'e charo, e nela malatìa sua grande e sano.

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 9.23, pag. 29: «Non porrìa deiun soffrire per la mia debeletate: / mename a lo morire le cocine mal frumiate, / sì per mia necessetate voglio ciò che son usato».

[5] Stat. assis., 1329, cap. 4, pag. 166.27: Etiamdio a niuno sia leceto dentro dal nostro loco bevere, overo mangiare se no aqua, sença lecientia del priore, overo del sopriore, salvo i guardiane della dicta casa che ce demorano continovo, overo alcuno per emfermetà o per debeletà che avesse...

[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 3, pag. 660.5: in ogni luogo e in ogni tempo e in ogni manucare levarsi con fame e non dare tutta quella sazietá che 'l corpo ricerca, né faticandolo tanto per fame, che infermasse, ovvero per debilitá perdesse gli atti virtuosi...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 38.1: [9] Né me vogli contrariar per mò al presente e mete' denance se alcun forsse per qualche accidente è affadigao de greve malatia o d'altra debelleça o debilitae, ché altra caxon gh'è, e a un altro tenpo la se porrà quintar.

[8] Stat. castell., XIV pm., pag. 210.24: Mangiare carne non debia frate né sora el lunedì né 'l mercordì né 'l venardì né 'l sabato se non quando per enfermitade overo per debelità esse fosse oporto de mangiare.

[9] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 8, pag. 24.14: E questo anno abiando ella la fevra e altre debilitae per oto die enanci che la morisse, la vide fir portà l'anima de la Magdalena en celo da i ançeli.

[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 133, pag. 266.30: et dapoi d(e) ambora le temple et d(e) tucte le gambe d(e) le vene adcostumate se sa(n)g(n)e us(que) ad debilità d(e) lu corpo, ch(e) li humu(r)i mossiti et scorre(n)ti a le gambe se ne traganu...

1.1 Manifestazione non particolarmente significativa di determinati fenomeni naturali.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 13, pag. 139.30: E se trovi e·llo cielo una piccola e una debele congiunzione de stelle acquee ch'abiano ad inumidire l'aere e a spàrgiare acqua [[...]], avarà una piccola pluvia e una piccola umidità, secondo la debilità de la congiuncione...

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 180.27: E de questo vapore igneo adevengono per stasione grandi accidenti: lo quale fuge per l'aere qua e là, e sù e giù, secondo la fortezza e la debilità del suo contrario, dando luoco a la fortezza e fugendo enverso la debilità ...

2 Mancanza di fermezza morale e di un carattere forte.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 28, pag. 355.12: Contra la levità e contra la dibilità pone la fermetà arditamente...

[2] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 100, pag. 58.36: Ancora comandoe che, se alcuno di loro fugendo tornasse al campo, ch'elli fosse morto come nemico, per la quale aspreza costrecti li kavalieri, [[...]] a la perfine soperchiarono la forteza de· luogo e la moltitudine de' nemici. Adunque la necessitade è perfectissimo duramento della debilitade umana.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 80.1: Eciandeu cumandau que, se alcunu di quisti fugitivi [[...]] vinissi a li tendi, que issu fussi riputatu commu jnimicu. Per la quali severitati li cavaleri sfurzassi per fatiga di corpu, [[...]] vinsiru et la iniquitati di lu locu et la multitudini di li inimici [[...]]. Adonca lu adurari esti multu efficacissima cosa a la humana debilitati [ca qui la dura, sì la vinci].

[4] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 16, pag. 152.9: Et ha queste virtute, che la rossa è buona al mal della luna et a l'ira smaniosa et contra ogne dollor d'anima e da one debillitate de spirito, sì fa essere la persona tuta piascevolle ad altri e buono parlente.

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 11, par. 5, vol. 2, pag. 14.27: Et dissi lu signuri a Petru: - Cussì ipsu poi vidiri la debilitati di li homini, ki non putisti una hura viglari cum mi...

2.1 Incapacità di resistere alle tentazioni.

[1] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 12, cap. 1, pag. 77, col. 18.26: Et le virtù necessarie a salute sono in costui di tanta debilitade vestite che con grande penositade si possono nelli loro virtuosi acti riducere.

2.2 [Più in generale:] fragilità della condizione umana.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 30, cap. 9, par. 3, pag. 465.10: Perché corriamo al combattere? perché ci rechiamo battaglie? perché, dimenticando la nostra debilità , prendiamo li grandissimi odj?

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 7, pag. 85.14: Sanctu Gregoriu respunde e diche: «O Petru, cussì fa bisognu ki sia, ca nuy divimu avire sperancza de la misericordia de Deu e pagura de la nostra debilitate.

3 Difetto, congenito o dovuto a cause esterne, delle facoltà umane fisiche o intellettuali.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 14, pag. 217.2: e emperciò lo viso, per la grande longitudine, non pò comprèndare quelli raggi fermi, e per questa casione, per la debilità del viso, pare che la stella scintilli...

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 38, vol. 3, pag. 124.4: però coloro che si lasciano vincere a piccole concupiscenze per debolezza dell'intelletto, sono simili a coloro che si inebriano di poco vino per debilità di celebro.

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 39, vol. 3, pag. 126.13: E l'uomo incontinente si è cotale, per debilità di ragione, o per poca sperienza.

[4] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 36, pag. 158.16: vonde, dixe sancto Augustino, nuy devemo credere che le aneme de li fatin no in senza sientia, ma elle no la pòn adovrar per la debilità del corpo.

[5] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 68, pag. 324.30: Se di quella pietra trita ne metterai nele nari del naso, giova molto a debilitade di volto.

- [In partic.:] indebolimento. || (Baldini).

[6] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 6, pag. 166.5: Avicenna dicie che ll'assiduasione del'aneto, ciò è continuo usarllo, fae debilitade di viso.

4 Incapacità di nuocere.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 32, vol. 3, pag. 340.20: La nona è la verità, e 'l diritto. La decima è il senno. La undecima è la debilità del tuo nimico. E la duodecima è la forza medesima.

[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 4, pag. 56.1: Or veggiamo della prima, cioè de hostis fragilitate, della debilità del nimico.

[3] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 4, pag. 61.19: E' sono due altre cose che sono efficace rimedio contro alla disperazione che nasce dalle tribulazioni e dalle tentazioni. L'una si è, se noi consideriamo la debilitade del nimico tentatore...

5 Incapacità di reagire dovuta alla paura.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 49, pag. 507.26: E primieramente dice che Stennio è interpetrata «debilità », cioè principio di paura, il quale solamente debilita l'animo di colui in cui cade...

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 15, pag. 165.14: Per la quale occisione che cossì ferocemente gea fando per quell'oste avea reducto in tanta codardia e debeletate tutto quillo exiercito de li Grieci che nullo era intre lloro che avesse avuto in sé ardire de se defendere...

[u.r. 07.03.2022; doc. parzialm. aggiorn.]