DECLAMAZIONE s.f.

0.1 declamagioni, declamazioni.

0.2 Lat. declamatio, declamationem (DELI 2 s.v. declamare).

0.3 Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.); Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.).

0.6 N Doc. esaustiva

0.7 1 Discorso pronunciato ad alta voce in pubblico. 1.1 Genere letterario nato nell'ambito delle scuole antiche di oratoria.

0.8 Marco Berisso 13.04.2004.

1 Discorso pronunciato ad alta voce in pubblico.

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 46, S. Gregorio, vol. 1, pag. 378.27: Anche ne la pistola che mandò a Narso patricio, dice così: «Però che faccendo la similitudine de la cagione e del nome andate formando per le scritture le clause e le declamazioni, certamente, fratello carissimo, se tu chiami la misericordia leone, la quale cosa noi veggiamo fare per quello modo che noi chiamiamo spesse volte rognosi i catelli e leopardi, ovvero i serpenti».

1.1 Genere letterario nato nell'ambito delle scuole antiche di oratoria e consistente in discorsi fittizi composti a partire da un tema obbligatorio. In partic. con riferimento alle Declamationes di Seneca.

[1] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 4, pag. 87.28: Onde parlando Seneca nelle declamagioni dice così: Fondamento de' vizii delle femmine è l'avarizia.

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 337, pag. 253.30: Ma sopra tutti fu quello Delle pìstole a Lucillo, nel quale, senza alcun dubbio, ciò che scriver si può a persuadere di virtuosamente vivere in quel si contiene; e quello ancora che si chiama Le declamazioni.

[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 4, 130-144, pag. 141.12: Questo Seneca fece molto belle opere, come l'epistole a Lucillo, le declamazioni, de' benefici, de clementia, de ira, e molti altri libri; delle tragedie si dubita, se le facesse elli o altri.

[u.r. 09.04.2020]