DECURIO s.m.

0.1 decurio.

0.2 DEI s.v. decurione 1 (lat. decurio).

0.3 Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Cicerchia, Passione, 1364 (sen.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Milit.] Capitano di una schiera (inizialmente di dieci, più tardi di trentadue cavalieri). 1.1 Estens. Persona dotata di autorità sopra altre dieci. 2 Funzionario romano con il compito di amministrare e governare una colonia o un municipium.

0.8 Giulio Vaccaro 12.01.2010 [prec. red.: Maria Carosella].

1 [Milit.] Capitano di una schiera (inizialmente di dieci, più tardi di trentadue cavalieri).

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 15, pag. 56.3: in una turma cavalieri trentadue, ed è chiamato decurio colui che n'è capitano...

1.1 Estens. Persona dotata di autorità sopra altre dieci.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 22.74, vol. 1, pag. 371: onde 'l decurio loro / si volse intorno intorno con mal piglio.

[2] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 21, 118-126, pag. 527, col. 1.2: Qui gli chiama per nome, e imponelli uno decurio, zoè guardadore de dese; e s'ello guidasse C, averave nomme centurio.

[3] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 22, pag. 349.16: El resto è chiaro. decurio, idest lo signor de li x, scilicet Barbaricia.

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 21, 79-87, pag. 553.17: Et allora ne chiamò dieci di loro, dicendo: Fatevi avanti, Alichino e Calcabrina e Cagnazzo; e Barbariccia sia decurio e guidi li altri come caporale...

2Funzionario romano con il compito di amministrare e governare una colonia o un municipium.

[1] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 216.2, pag. 363: El buon Ioseppe ab Arimattia, / nobil decurio, co' la mente pura, / discepol di Iesù [[...]] / egli a Pilato con gran doglia gìa / (palido avie 'l visaggio e la figura). / El corpo di Iesù morto li chiese...

[2] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 32, pag. 411.15: Così il ricco Nicodemo meritò di ricevere nelle sue sante braccia il santo corpo di Cristo e ungerlo con cento libre d'unguento prezioso; così il nobile decurio Gioseppo meritò d'avere Cristo nel sepolcro suo.

[u.r. 11.04.2010]