DELICANZA s.f.

0.1 delicança, delicanza, delicanze, delicanzi, dilicança, dilicanza, dilicanze.

0.2 Da delicato.

0.3 Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Lo stesso che delicatezza. 1.1 Bellezza, sfarzo. 1.2 Piacere, sollazzo. 1.3 Purezza.

0.8 Maria Carosella 10.03.2004.

1 Lo stesso che delicatezza.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 30.12, pag. 800: E come porrà gir sença dotança / quello ke de peccato è deformato, / e lasciato àne la imagin de Deo? / L'anima k'era de gran delicança, / e facta n'è serva de lo peccato, / partita da lo creatore seo?

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 35.54, pag. 126: Si a lo specchio te voli vedire, / porrai sentire la tua delicanza: / en te porti forma de Deo gran sire...

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 37, pag. 197.15: L'altra si è che bisognava e bisogna a questo letto per la dilicanza sua: è tanto dilicatissima l'anima e gentilissima e bianchissima, che ogne minima macula, quantunque sia leggiere, la fa sozza e pàrcisi troppo...

[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 81.33: e la soro mia Exiona, descesa de tanta gintilicia et nutricata in tanta delicanza, fonde portata con tanta vergogna e, desonestata a mudo de le meretrice...

1.1 Bellezza, sfarzo.

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 15, vol. 2, pag. 267.33: Dee anco, chi vuol vivere in castità, portare, e usare vestimenti vili, e asperi, perciocchè la delicanza, e l'adornamento delli vestimenti molto fa invanire...

1.2 Piacere, sollazzo.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 38, cap. 4, par. 7, pag. 543.6: Queste sono le infermità de' ricchi, le quali appena sono mai curate per medicina: algaria, pigrizia, gola, vanagloria, rapina, ozio, dilicanza, fidanza falsa, e più disiderio, fraude e lussuria.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 9, vol. 2, pag. 96.2: Di lu quali si la sua prima etati si considera beni multi joki, multi delicanzi se truverannu...

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 2, pag. 101.31: per suo letto avea istuoia e cilicio, e spesse volte si gittava a giacere pure sopra la terra ignuda; fuggiva ogni unguento e dilicanza di corpo...

[4] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 22, 142-154, pag. 465, col. 1.10: gl'omini no preparavano cibi, né fevano decocioni né delicança in cibo, né no era in vino...

1.3 Purezza.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 93.7: Non yà sapite ca tutti li preyte naturalmente schyfano le breghe e fugino le vattagly, che sulo per la grande pagura che regna in loro cresceno in plu delicanza, e lo lloro intindimiento èy plu a lo manyare e a lo bevere et a congregare recheze che a fare altra cosa?