DENUDARE v.

0.1 denodata, denodato, denuda, denudado, denudandosi, denudano, denudare, denudata, denudate, denudati, denudato, denude, denudò, denudorono, dinodar', dinuda, dinudasti, dinudata, dinudati, dinudato.

0.2 DELI 2 s.v. denudare (lat. denudare).

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Dante, Vita nuova, c. 1292-93; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.).

In testi mediani e merid.:St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.).; Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Stat. palerm., 1343.

0.7 1 Privare dei vestiti. 2. Estens. Privare (in genere). 2.1 Liberare da un impaccio. 2.2 Privare (una pianta) delle foglie, dei fiori o dei frutti. 2.3 Togliere (un'arma) dal fodero. 3 Rendere palese. 4 Volgere verso il male; traviare.

0.8 Francesco Sestito 18.03.2004.

1 Privare dei vestiti.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 192.22: per commandamento de li senatori lo vilissimo consulo fo denudato e legato le mano dereto e fo posto nanti la porta de Numantia e permase nudo kello fi a nnocte...

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 35.61, pag. 98: O bon Gesù, te, tal barone, / vedemo lasso, preso e denudato, / legato en fondo, siccome ladrone; / e 'l tuo bel viso battuto e sputacchiato; / apresso in croce afitto, a pogione / bever fele, de lancia esser piagato!

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 6, pag. 671.32: piantoe Noè la prima vigna, e bevve in prima del vino. Anche pensate quanto tempo stesse l'umana natura sanza vino: e bevendo Noè il primo vino, inebriò denudandosi dormendo.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 16.5: E l'imagine del marito Sicheo non sepulto venne nel sonno a Dido; mostrando la faccia pallida in modi mirabili, e denudò il petto di Sicheo ferito col ferro dinanzi a' crudeli altari, e scoperse ogni celata malvagìa de la casa.

[5] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 10, pag. 241.6: E intendendo a mirare Cristo che veniva a sè, quella santissima anima si partì dalla prigione della carne [[...]]. Ed essendo denudato il suo corpo per lavare, secondo l'usanza, furono trovati nelle ginocchia e nelli cubiti li calli a modo di camelo, li quali aveva per lo molto orare...

[6] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 418, pag. 51: Scripto è per profitia / - edd- è bisonnio ke così sia, - / ke lo pastore sirà percosso / et denodato a osso a osso...

2 Estens. Privare (in genere).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 37, pag. 125.18: si truova scripto: che non combatte bene quegli, che per volontà ch'à di vincere, si dinuda dell'arme.

[2] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 12.75, pag. 238: Oh, come in pia[n]ger mai suo figlio è stanco, / vederla quasi adoventata ancella, / di bellor tutto e d'onor dinudata, / di valor dimembrata...

[3] Ricciardo d. Albizzi (ed. Carducci), XIV m. (fior.), Che fate, donne, 27, pag. 143: perché rubato m'hai da ogni sponda / la mia speranza e hai il cor distrutto? / sí che tu hai del tutto, / o falsa Morte, co' tuoi colpi felli / dinudata la mente / d'ogni diletto, e me lasci dolente ...

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 7, pag. 32.20: quanno l'omo stao in luoco moito aito, tutta la virtute se reduce a confortare la virtute animale dello cerebro, che non [...] E imperciò le membra tremano, perché sse denudano della virtute regitiva.

2.1 Liberare da un impaccio.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 116.9: E acciò che non ne pigli alcuna baldanza persona grossa, dico che nè li poete parlavano così sanza ragione, nè quelli che rimano deono parlare così non avendo alcuno ragionamento in loro di quello che dicono; però che grande vergogna sarebbe a colui che rimasse cose sotto vesta di figura o di colore rettorico, e poscia, domandato, non sapesse denudare le sue parole da cotale vesta, in guisa che avessero verace intendimento.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 2, pag. 160.4: E quella anima che tutte queste potenze comprende, [ed] è perfettissima di tutte l'altre, è l'anima umana, la quale colla nobilitade della potenza ultima, cioè ragione, participa della divina natura a guisa di sempiterna Intelligenza: però che l'anima è tanto in quella sovrana potenza nobilitata e dinudata da materia, che la divina luce, come in angelo, raggia in quella...

[3] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1373/74] lett. 17, pag. 68.12: Quando l'anima sarà dinudata dal corpo, allora le mostrarà che in verità egli à veduto.

2.2 Privare (una pianta) delle foglie, dei fiori o dei frutti.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 309.2: come ladrone teme la luce, temer dea miçero [malvagio] homo non ricco vegna, ché, ssì come fogliare, fiorire e fruttare fa bonità, disfogliare e sfiorire e denudare e laidire malvagità fae.

2.3 Togliere (un'arma) dal fodero.

[1] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Sal 36, vol. 5, pag. 242.9: Denudorono li peccatori loro coltello; hanno teso loro arco, acciò ingannino il povero e misero, e tormentino li dritti di cuore.

3 Rendere palese.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 165.11: l'Autore dice, che poi che l'Angelo ebbe aperta la porta di Dite, e increpati li demonj che l'aveano serrata, si rivolse su per la via del tristo palude sozza di peccati, e andossene in Cielo, o a ffornire altra imbasciata commessa. Questo Angelo è in figura della virtude, che dinuda ogni secreto.

4 Volgere verso il male; traviare.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 8, pag. 163.5: Questo vizio è gravissimo per molte ragioni, ma diremo solo delle tre: primo, che fa chontra il chomandamento della maiestà, sechondo ch'elli non guarda sollennità, terzo che 'l prossimo denuda in chrudeltà.

[2] Stat. palerm., 1343, Esordio, pag. 4.20: volendu chascunu fidili christianu devotamenti pinsari, truviria ki la natura humana, creata a la immagini e simiglanza di Deu, pura e necta senza macula di piccatu, opiranti lu inimicu, incursi infra li altri tri erruri, zoè ingnorancia, concupiscencia et malicia; per li quali erruri denudata e cachata, abandunau e pirdiu lu lumi di la gracia divina...

[u.r. 18.12.2017]