DEPRÌMERE v.

0.1 depreme, depremere, depremi, depremiarlo, depremudi, depremuto, deprensa, depressa, depressi, depresso, depriemere, deprime, deprimendo, deprimere, deprimerebbe, deprimi, dexpressa, diprima.

0.2 DELI 2 s.v. deprimere (lat. deprimere).

0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.): 1.3.

0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); Gonella Antelminelli, XIII sm. (lucch.); Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.); Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Elucidario, XIV in. (mil.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).

0.6 O abbassare, abbattere, affondare, avvilire, battere, gravare, rifrenare; anton.: elevare, ergere, esaltare, innalzare, levare, riparare, sovvenire.

D depressione, depresso.

0.7 1 Sottoporre a una forza fisica che agisce dall'alto verso il basso. 1.1 Volgere verso il basso; abbassare. 1.2 Dirigere verso un luogo più basso; sprofondare. 1.3 Fig. Portare a un grado di perfezione inferiore (in senso morale o metafisico); umiliare, avvilire. 1.4 Fig. Ridurre e mantenere in uno stato di inferiorità; opprimere, perseguitare. 2 Premere con violenza; schiacciare, stritolare. 2.1 Fig. Rendere incapace di agire; schiacciare, opprimere. 2.2 Fig. Tenere a freno (un vizio); reprimere. 3 Smettere di sottoporre a tensione; allentare, mollare. 4 Forzare (la voce) ad emettere suoni più bassi. 5 Rendere (un suono) meno udibile.

0.8 Francesco Sestito 31.03.2004.

1 Sottoporre a una forza fisica che agisce dall'alto verso il basso.

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 53, pag. 200.2: «li sancti receverano penne com de ayguina» e volarano. Li malvaxi serano depremudi a terra com pombio per lo pexo de li soy peccay.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 19, 115-126, pag. 390, col. 2.4: Qui rende casone de tale suplizio, che la iustizia de Deo li deprime a terra; perché aveno l'occhio tutto desviato dal celo, çoè da le cose spirituai, e prompto e sollicito a le temporai e terrene.

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 121.8: Perchè la leggerezza tira le fiamme in su, e 'l peso di sotto la terra depreme, se non che questi luoghi e movimenti si convengono a ciascun singularmente?

1.1 Volgere verso il basso; abbassare.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 3.2120, pag. 257: E chi con lo suo sguardo non rimira / Al suo Fattore e deprime lo viso, / Costei disdegna, onde il suo cor sospira.

1.2 Dirigere verso un luogo più basso; sprofondare.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 7, proemio, pag. 89.17: quelli altri, che furono virtuosi al mondo ma viziosi, e non ebbero fede dello avenimento di Cristo, furono levati dello originale peccato; e perchè non ebbero fede, non sono essaltati a gloria; e perchè furono viziosi, furono depressi nello intimo Inferno.

1.3 Fig. Portare a un grado di perfezione inferiore (in senso morale o metafisico); umiliare, avvilire. || Sinon.: abbassare, affondare, avvilire, battere; anton.: ergere, esaltare, innalzare, levare, riparare, sovvenire.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 2, pag. 143.13: quanto la creatura più se inalça in superbia per voluntà più se depreme (et) avilescie (et) abassa in operatione (et) in effecto.

[2] Gonella Antelminelli, XIII sm. (lucch.), XI.4.8, pag. 281: Chi bene intende, pò dar di leg[g]ero / risposa tal che per lui si diprima.

[3] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 14, 142-151, pag. 282, col. 1.11: vuy pur siti desposti alle basse e corporai affectioni [[...]] e perçó voi siti batuti e depressi da quello unico Segnore, ch'ha in soa desposizione lo tutto...

[4] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 33, 1-21, pag. 730, col. 1.14: tu èi' quella per cui è reparada, exaltada e sovegnuda la natura umana caçuda, depressa et afundada per lo peccado.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 11, proemio, pag. 170.32: Arroganza è quello membro del corpo della superbia, per lo quale la mente umana se erge, gonfiando la moltitudine delli uomini viziata del mortale appressamento di questa infermitade, infino che sopra sè oltre modo si lieva, infra sè, e sotto sè con rovina discende, ditraendo a sè quando si inalza, e deprimendo sè quando sè erge, togliendo a sè quanto sè porta fuori di sè.

[6] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 25, pag. 137.1: «O Fortuna [[...]], non contenta d'essere tutta d'alcuno, o in uno caso l'essalti e in uno altro il deprimi, o dopo alla data felicità aggiugni agli animi nuove cure...

1.4 Fig. Ridurre e mantenere in uno stato di inferiorità; opprimere, perseguitare. || Sinon.: abbassare; anton.: elevare.

[1] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 2, pag. 17.6: E, stando lo populo d'Isdrael in questa miseria, quanto più era depresso da Faraone e dalla sua gente, tanto Iddio li multiplicava.

[2] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 4.22: non senza grandissima afflizione d'animo possiamo vedere li malvagi e perversi uomini a' luoghi eccelsi e a' sommi oficii e guiderdoni elevare, e li buoni scacciare, deprimere e abbassare.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (i), par. 43, pag. 354.24: E perciò l'autore dice essere stata depressa la parte Bianca ed elevata la Nera, con la forza di tale, il quale in quel tempo, cioè nel MCCC, piaggiava.

2 Premere con violenza; schiacciare, stritolare.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 3.2109, pag. 256: Stando nel nido coi piccoli nati, / Verso li raggi fa ciascun mirare [[...]]. / Dov'è il suo nido, non istà dappresso / Nessun uccello, se non vuol morire / E dalle branche sue venir depresso.

2.1 Fig. Rendere incapace di agire; schiacciare, opprimere. || Sinon.: gravare.

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 33i, pag. 155.19: La vertude sotana, che fi apelada animalitade, «è gravada e dexpressa dal corpo lo qual è coruptibile» et è tuta merzuda con li seni de la carne e perzò se dementiga le cosse spirituale...

2.2 Fig. Tenere a freno (un vizio); reprimere. || Sinon.: rifrenare.

[1] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 10, pag. 244.22: E queste sono: i concupiscibili apetiti e eziandio l'irascibili, i quali destano in noi la gola, la lussuria, l'avarizia e ogni carnale diletto; e simile l'ira, l'odio, l'apetito di vendetta e altri assai, con tanta forza che io non estimo che alcuno, sanza speziale grazia, li possa rifrenare o depremere.

3 Smettere di sottoporre a tensione; allentare, mollare.

[1] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. III, pag. 548.15: O mal aventurado, che fai tu? Ella non è fera; depremi l'arco. O misero mi, la fante è fixa dal to iaculo!

4 Forzare (la voce) ad emettere suoni più bassi. || Anton.: elevare.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XVI, par. 85, pag. 705.23: «Note» son certi segni in musica, li quali hanno a dimostrare quando e quanto si debba la voce elevare e quando deprimere...

5 Rendere (un suono) meno udibile. || Sinon.: abbattere; anton.: esaltare.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 17, pag. 188.15: Sechondo, è grave per gloria viziosa la quale intende d'aquistare il gridatore e 'l gharritore, che per suo gridare chrede avere vittoria e però exalta la sua vocie che lla sua sia udita e quella del prossimo deprensa e abatuta...