DIFFALTA s.f.

0.1 ddifalta, ddifalte, defalta, defalte, difalta, difalte, diffalta, diffalte. cfr. (0.6 N) difatta, diffatta.

0.2 Cella, Gallicismi, pp. 387-388 (fr. ant. defaute).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Doc. prat., 1288-90; Lett. fior., 1291 (2); Palamedés pis., c. 1300; Lett. sen., 1305.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

0.5 Locuz. e fras. avere diffalta di 1.1.1; avere diffalta in 1.4; mettere in diffalta 3.1.1.

0.6 N Sono prob. refusi le forme diffatta in Giovanni Villani (ed. Moutier) a. 1348 (fior.) e difatta in <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, stante la costanza della forma in -alta in entrambi i testi (e cfr. di falta, ancora nell'Egidio Romano volg., corretto in difalta).

0.7 1 Ciò che manca a qsa (o qno) perché sia completo, sufficiente, capace di di avere certi effetti o svolgere determinati compiti; il fatto che qsa manchi perché qsa (o qno) sia completo, sufficiente, capace di avere certi effetti o svolgere determinati compiti; insufficienza, limitatezza. 1.1 Mancanza o insufficienza di qsa (o qno) che sarebbe necessario. 1.2 [Econ./comm.] Somma di denaro che manca perché un pagamento sia completo; mancato pagamento. 1.3 Ciò che manca, di cui si sente di avere necessità; il sentire la necessità di qualcosa; desiderio, bisogno. 1.4 Fras. Avere diffalta in: non compiere una determinata azione, compierla inadeguatamente o con difficoltà. 2 Dettaglio o aspetto di un insieme, tale da impedirgli di essere perfetto, o in qualche modo adeguato; il fatto che tale insieme non è perfetto o adeguato; errore, imperfezione. 2.1 Infermità, malattia. 3 Aspetto erroneo o negativo di qsa; azione o evento negativo; male, calamità. 3.1 Azione colpevole o erronea. Estens. La responsabilità di un'azione considerata negativa (perché colpevole o erronea); colpa, peccato.

0.8 Maria Clotilde Camboni 23.03.2004.

1 Ciò che manca a qsa (o qno) perché sia completo, sufficiente, capace di di avere certi effetti o svolgere determinati compiti; il fatto che qsa manchi perché qsa (o qno) sia completo, sufficiente, capace di avere certi effetti o svolgere determinati compiti; insufficienza, limitatezza.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 7, pag. 32.19: l'uomo, che è in degnità di re, e à difalta di senno o d'intendimento, quando elli è di piccolo valore...

[2] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 23, pag. 71.32: di suo coraggio vo dico io bene che per diffalta di cuore non perdrà elli nulla...

[3] Lett. sen., 1305, pag. 80.14: quatro lb. e quindici s. par. , che si diero ne la chiesa per difalta d'alchuno servigio de l'oficio...

1.1 Mancanza o insufficienza di qsa (o qno) che sarebbe necessario.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 11, pag. 21.7: debbono usare el matrimonio per avere figliuoli. Chè, per difalta di reda, molti reami ànno gran male sofferto...

[2] Lett. fior., 1291 (2), pag. 602.15: rimandatele al più tosto che voi potete, e a nnoi mandate la sscritta partitamente di tutte quelle che cci rimandate, sì che sse fare ne potessimo vendita a llettera non fosse difalta de la sscritta.

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 8, pag. 12.11: Ne' modi che t'ò posti di sopra si ridice una medesima parola in uno detto molte volte non per difalta di parole, ma perché nella parola che si ridice àe uno ornamento dilettevole...

[4] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 8.21: perciò vi viene la fame, e 'l caro in quella terra, e la diffalta delle biade.

1.1.1 Fras. Avere diffalta di: non avere qsa o averla in misura inadeguata.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, Prologo, pag. 1.24: quelli che à forza di corpo e à difalta di sottigliezza e d'ingegno e d'intendimento, è servo per natura...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 2, pag. 130.26: Ché quelli è servo per natura il quale à difalta [[ed.: di falta]] di senno e di sottigliezza e d'intendimento, né non si sa governare né dirizzare secondo ragione.

1.1.2 Il fatto che qno abbia abbandonato la battaglia (e sia quindi assente).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 40, pag. 511.26: I barbari, de' quali grandissima moltitudine Gildo alla battaglia avea menati, per la defalta de' cavalieri temendo, in diversi luoghi fuggiro.

1.2 [Econ./comm.] Somma di denaro che manca perché un pagamento sia completo; mancato pagamento.

[1] Doc. prat., 1288-90, pag. 167.28: Diedi, i quali ne d(e)e dare mes(er) lo re p(er) la difalta de' Giudei d'Alve(r)nia...

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 322.8: se stante il comperatore ne volesse vendere tutto o parte, il possa vendere, e quella moneta che montasse la vendita di tutto o di parte che 'l comperatore ne vendesse debbiano venire in mano del venditore infino a compimento di suo pagamento; e se il biado non montasse tanto quanto dovesse avere il venditore che 'l comperatore sia tenuto al venditore d'ogni difalta infino intero pagamento del venditore.

1.2.1 La carta in cui è registrato il mancato pagamento (?).

[1] Lett. sen., 1311, pag. 84.1: A la detta giornata, prendei la difalta contro a loro di loro acordo; e preso la difalta, mandaro incontanente a Nicholò di Giotti, perchè mi pagase e' denari che dare lo' doveva, e de l'acordo che fatto avevono, sì come vi divisai: sì che Acorto venne a Bari.

1.3 Ciò che manca, di cui si sente di avere necessità; il sentire la necessità di qualcosa; desiderio, bisogno.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 7, pag. 13.24: l'oro né l'ariento non può saziare l'anima, né non sono beni perfetti, né non possono soccórrare le difalte del corpo.

1.4 Fras. Avere diffalta in: non compiere una determinata azione, compierla inadeguatamente o con difficoltà.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 19, pag. 58.16: alcuna gente ànno difalta in fare grandi opere, perciò che non intendono principalmente come ellino possano fare, cioè grandi opere e grandi fatti, anzi intendono principalmente come ellino possano poco dispèndare.

2 Dettaglio o aspetto di un insieme, tale da impedirgli di essere perfetto, o in qualche modo adeguato; il fatto che tale insieme non è perfetto o adeguato; errore, imperfezione.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 5, pag. 93.4: i re e i prenzi [[...]] debbono avere la virtù dell'umiltà, per la quale ellino conoscano la loro propria defalta, e non isperino più cose che elli non debbono.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 26, pag. 270.17: pare che sie meglio che 'l re signoreggi il reame o la città, che la buona legge: acciò che per lo re la difalta della legge, in qualunque causo fusse, sia ammendata...

[3] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 83.3: Quando elli aviene che natura abia difalta inn alchuno di questi cinque sen[s]i, sì ritornerà natura in suo debito maggio meglio ched ell[a] puote per alchuno de li altri sen[s]i.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 383.12, pag. 235: Unde tal detto mostra gran defalta, / ché 'l senno a somo stato fa sì pocho / come per coçer carne a lupo focho.

2.1 Infermità, malattia.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 7, pag. 32.8: 'l senno è altresì come gli occhi, perché l'uomo vede il bene a che 'l popolo die essere addrizzato. E chi à difalta delli occhi, elli non può addrizzare il popolo a via di verità.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 81.28: Noi dovemo prendere guardia a queste povere genti com'elli mostrano lor malattie, e lor difalte per ismuovere le genti a pietade verso di loro.

3 Aspetto erroneo o negativo di qsa; azione o evento negativo; male, calamità.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 98, pag. 159.16: egli ànno danno di loro biade, o per difalta di tempo o di grilli, o per altra pistolenza.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. X, cap. 20, vol. 2, pag. 227.13: Egli sentendo maggiormente la difalta dentro, sì de la 'nfertà e mortalità, e sì di vittuaglia, si fermò di non partirsi, ch'egli avrebbe la terra.

3.1 Azione colpevole o erronea. Estens. La responsabilità di un'azione considerata negativa (perché colpevole o erronea); colpa, peccato.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 8.134, pag. 92: È come chi gran peso colla ad aspo, / che su' è la fatica: di chi 'l colle; / e poi che 'l peso è ben collato älto, / dico, 'n um punto fa di sotto il salto, / se 'l tenitor, per sua difalta, i· lascia!

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 163, pag. 289.30: monsignor Lancialotto fue abbatutto in questo diserto già sono XV giorni passati da ttale cavaliere che non vale neente quanto lui; e questo sì adivenne per difalta del suo cavallo, che gli fallio sotto, sì come ora àe fatto voi lo vostro cavallo.

[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 9.20: mostrali i suoi peccati, e sue difalte, sicchè quelli che crede essere tanto bello, e tanto puro e tutto netto, truova allora tante difalte e puzze...

[4] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 28, 88-102, pag. 599, col. 1.2: Per soa diffalta, çoè, per lo peccato... sí seguíe pianto e briga, dove prima avrave aipù alegreça, onestà e gaudio dilitoso.

[5] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 2, pag. 655.25: non lo provochi per sua colpa e difalta ad ira...

[6] GlFrancesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 28, 88-102, pag. 683.11: Per sua difalta; cioè per suo defetto e per sua colpa...

[7] GlFrancesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 28, 88-102, pag. 683.25: Per sua difalta; cioè per suo mancamento da l'ubidienzia...

3.1.1 Fras. Mettere in diffalta (qsa a qno): ascrivere come colpa.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. X, cap. 49, vol. 2, pag. 254.2: consentì per privilegio a messer Ubizzino Spinola di Genova e al marchese di Monferrato che potessono battere in loro terre i fiorini d'oro contraffatti sotto il conio di quegli di Firenze; la qual cosa da' savi gli fu messa in grande difalta e peccato, che per cruccio e mala volontà ch'avesse contro a' Fiorentini non dovea niuno privileggiare che battessono fiorini falsi.

[u.r. 30.04.2010]