DIFFAMARE v.

0.1 defamasse, desfama, desfamada, desfamado, desfamando, desfamao, difamando, difamare, difamarlo, difamaste, difamata, difamato, difami, diffama, diffamando, diffamandu, diffamano, diffamare, diffamarla, diffamarlo, diffamassero, diffamassi, diffamata, diffamate, diffamati, diffamato, diffamatu, diffamò, disfama, disfamare, disfamate, disfamati, disfamato; x: diffami.

0.2 Lat. diffamare (DELI 2 s.v. diffamare). || Ma cfr. 0.5.

0.3 Fiore, XIII u.q. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiore, XIII u.q. (fior.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.); Doc. amiat., 1370 (2).

In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343.

0.5 Dal momento che «una delimitazione esatta» fra le forme composte coi differenti prefissi (de‑, de‑+ex‑, dis‑) «appare impossibile» (Rohlfs, § 1011), nella voce sono state prese in esame anche le forme del tipo disfamare/desfamare.

0.7 1 Rendere pubblica la verità sul conto di qsa o qno; rendere noto qsa; divulgare. 2 Dire pubblicamente qsa che è considerato negativo, vero o, più spesso, falso, sul conto di qno (o anche di qsa); accusare, calunniare; spargere cattiva fama.

0.8 Maria Clotilde Camboni 29.03.2004.

1 Rendere pubblica la verità sul conto di qsa o qno; rendere noto qsa; divulgare.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 54.8, pag. 110: Ma guarda che llo scritto sia mandato / Per tal messag[g]io che non vi difami. / Ma nella lettera non metter nome; / Di lei dirai 'colui', di te 'colei'...

[2] x Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), pag. 90: che la vostra prodezza si diffami tra li nostri nemici, e che la vostra valentia manifestamente si dimostri...

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 82, pag. 223.25: E vuolsi spregiarla più, ch'ella non suol essere spregiata, conciossiacosaché noi abbiamo creduto molte cose di lei [[la morte]]. Molt'uomini si sono sforzati di diffamarla.

[4] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 8, pag. 178.30: questo dicea acciocché i marinari e i mercanti, che erano in su quel legno, quando pervenissero a terra, non lo pubblicassero e diffamassero come santo.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 4, vol. 2, pag. 126.21: in tal guisa quilla dulusitati di Africa, difamata per tuttu lu mundu, fu gabbata da la rumana prudencia...

[6] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 237.2: ispesse volte ne segue che lo stato delli amanti tra le genti villanamente n'è diffamato e tal volta l'amore appena incominciato, siccome compiuto fosse, si palesa, e impedito si truova lo proponimento de' buoni.

2 Dire pubblicamente qsa che è considerato negativo, vero o, più spesso, falso, sul conto di qno (o anche di qsa); accusare, calunniare; spargere cattiva fama. || Qsa di vero, cfr. [3]; sul conto di qsa, cfr. [8].

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 116.4, pag. 234: Ancor una crudel costuma ab[b]iamo: / Contra cui no' prendiamo a nimistate, / Quanti no' siamo, in buona veritate, / In difamarlo noi ci asottigliamo...

[2] Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.), 82, pag. 491: Amor blasma ed isfama / E dice ch'e' di[s]fama, / Ma non del mi', certano: / Perch'i' per le' certan ò / Che ciaschedun s'abatte; / Me' ched Amor sa, batte. || Cfr. ED s.v. diffamare.

[3] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 187.24: per una femina, la qual era inamorada in ello, imperzò ch'elo no li avea consentido, sì chomo oppressor e rio homo fo desfamado chon tuti li monesi.

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 4, vol. 2, pag. 156.18: Lu servu di Rafanu fu diffamatu que issu avia aucisu Alexandru lu servu d'Argentanu...

[5] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 12, pag. 57.21: Il quinto è non curarsi d'essere conosciuto, e d'essere infamato e disfamato.

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 28, pag. 137.34: no voler mal a chi te tol la roba a torto e a peccao né a chi te desfama e leva-te 'l bon nome e dixe tuti hi mai che la terra porta e fa creer a la çente che tu è' un dyavol e per tuto pricha tuto 'l mal ch'el pò e per tuto dixe a la peço ch'el sa e mae no s'in stofa...

[7] Stat. perug., 1342, III.23.1, vol. 2, pag. 61.2: statuimo e ordenamo ke s'alcuno farà falsa overo calunpniosa acusa d'alcuno overo alcune, overo enquisitione porgerà, overo alcuno denuntierà, overo falsamente e contra vertà alcuno d'alcuno malefitio enfamerà overo enfamasse, degga patere e sostenere e pagare quilla pena la quale patere e sostenere devesse e pagare cotale denuntiato e acusato overo enquisito overo enfamato, se avesse conmesso el malefitio del quale fosse acusato overo denuntiato overo enquisito overo diffamato.

[8] Stat. palerm., 1343, cap. 14, pag. 25.5: urdinamu [[...]] ki qualuncata pirsuna di la nostra casa [[...]] sparlassi oy murmurassi cuntra lu statu di la sanctissima religioni di lu nostru patri miser sanctu Franchiscu, oy cuntra di nullu frati ki in la dicta religioni servissi, affirmandu oy nigandu, infamandu oy diffamandu, cosa ki di lingnaiu di piccatu murtali fussi...

[9] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 18, vol. 2, pag. 250.16: Questo vorrei io ben sapere, nè tutti gli autori già ne parlano, che quelli, la cui morte diffamò quello anno di pistolenza, furo impogionati, sì come falsamente fu ritratto.

[10] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 9, pag. 35.19: se l'anima trovasse alcuna persona, la quale l'avesse ingiuriata o diffamata o morta...

[11] Doc. amiat., 1370 (2), pag. 105.22: Signori mei, Antonio mio ambassiadore m'à reportato che io dinançi a la vostra Signoria so' diffamato che quello ch'è ocurso di Chalegiano l'ò artatame(n)te f(a)c(t)o, salva la rivere(n)tia di riportanti (et) di l'infama(n)ti.

[12] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 34.33, pag. 66: Quelo desfamando ugni parte, / quelo ch'el feva era per arte / de Belçabuto, e de soa parte / era vignù, lo seno aveva.

[13] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 92.17: per la quale lo nostro grande e magnifico parentato èynde per lo mundo diffamato de laydi parlamienti».

2.1 Sost.

[1] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 4, pag. 129.23: Il terzo fu il vizio de la gola. Il quarto la lussuria. Il quinto il difamare.

[u.r. 11.10.2019]