CONTADO s.m.

0.1 chontado, comtado, condado, conta', contà , contade, contadi, contado, contadu, contando, contao, contato, contatu, cuntato, kontado.

0.2 Lat. comitatus (DELI 2 s.v. contado).

0.3 Doc. sen., 1235: 2.

0.4 In testi tosc.: Doc. sen., 1235; Doc. fior., 1279-80; Stat. pis., 1302; Doc. prat., 1296-1305; Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV; Stat. pist., 1313; Doc. volt., 1329; Doc. bologn., 1287-1330; Doc. aret., 1337; Doc. amiat., 1363 (5).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Contini); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Stat. assis., 1329; Doc. orviet., 1334; Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Doc. ancon., 1345; Stat. viterb., c. 1345; Doc. castell., 1354; Lett. napol., 1356; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Doc. ancon., 1372; Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. arrecare a contado 1.3; avere in contado 4; essere in contado 1.2; recare a contado di 1.3.

0.7 1 Il territorio intorno alla città su cui si estendeva l'autorità di un comune o di una repubblica medievale. 1.1 Estens. La campagna che circonda la città. 1.2 Fras. Essere in contado: stare sotto la giurisdizione (di un'autorità, di un'istituzione amministrativa e politica). 2 Territorio su cui si estendeva la giurisdizione di un conte, o duca; contea. 1.3 Fras. Recare, arrecare a contado (di una città): togliere a un territorio autonomia politica e amministrativa per sottoporlo alla giurisdizione di una città. 2 Territorio su cui si estendeva la giurisdizione di un conte, o duca; contea. 3 Gli abitanti che vivono nel contado. 4 Fig. Fras. Avere in contado: tenere in serbo.

0.8 Ilaria Zamuner 20.03.2004.

1 Il territorio intorno alla città su cui si estendeva l'autorità di un comune o di una repubblica medievale. || In opp. a città.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 21 (82), pag. 245.23: (E) i(n)p(er)çò diffido li latrone, falsatore e l'autra mala çente, (com)mandando che illi i(n) questa cità (e) i(n) lo (con)tà da mo i(n)anço no se laseno trovare.

[2] Doc. fior., 1279-80, pag. 514.19: paghai a messer Bongiovani da Monti Lopone giudice nel contado de la Badia di Farfero per suo salario, e contamo cho· llui ch'è paghato infino a k. marzo.

[3] Stat. pis., 1302, cap. 17, pag. 964.18: primo cosino, congnato carnale et genero, nati in cittade o vero in contado di Pisa, o vero che date et prestanse et servigio abbiano facto in città et contado di Pisa...

[4] Doc. prat., 1296-1305, pag. 329.32: Quest'è lo pane che si dà a' poveri di Prato (e) del co(n)tado p(er) le '(n)frascritte p(er)sone p(er) le pasque.

[5] Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV, pag. 246.25: 1221. Lo Ponte di sopra l'Arno a Portasso si levòe dello avere delli cherici di Lucca et dello contado...

[6] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 36, vol. 1, pag. 66.10: Anco che ciascuna comunanza del contado et giurisditione di Siena sia tenuta et debia offerire nel dì de la festa de la beata Maria Vergine ne la mattina, tante libre di cera in ceri...

[7] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.27, pag. 752: En Venexia son e' stao: / terra par de gran possanza / e de for à gran contao; / e perzò fa gran burbanza / de vitorie strapassae.

[8] Stat. pist., 1313, cap. 16, pag. 187.8: [A]ncora ordiniamo ke sia licito a' ditti operari di dare, quando parrà loro, alle povere p(er)sone et a' poveri kerici della cittade e del contado, delle cande[le] in p(ar)te arse p(er) fare luminaria alle loro altari.

[9] Doc. volt., 1329, 12, pag. 28.6: si dia e spendasi del grano del Comune di Volterra vj moggia, ciò è iij in città iij in contado...

[10] Stat. assis., 1329, cap. 5, pag. 167.3: Ordenamo che niuno della nostra faterneta fore della cità , overo del contado d'Ascisce vada, cioè per estare più che octo dì se no de lecientia del priore...

[11] Doc. bologn., 1287-1330, [1330] 12, pag. 73.25: fradelli e fiioli che fono de Dino de Villa, de la tera de Padulle da Salla, del contado de Bologna...

[12] Doc. aret., 1337, 770, pag. 652.35: a la resposta stano contenti, cum questa agionta che li nominati in esso non possano venire nè habitare in la cità nè in lo contado d'Areço per tutto il tempo de la signoria di fiorentini...

[13] Doc. ancon., 1345, pag. 236.2: Et si comperaronno overo carcheronno in Ancona ac del suo contado ac destricto alcune mercantie da essere portate de fora del gulfo, paghe el datio.

[14] Stat. viterb., c. 1345, pag. 155.11: a pace e riposo e buonu stato dela cità di Viterbu e del suo contadu e di tucta l'altra criste[ntade].

[15] Doc. castell., 1354, pag. 116.24: Ancho che niuno dela cità d'Ogobbio, co(n)tado o destretto, che ubedisce, porti o ma(n)di niuna victualia o arnese a niuna tenuta o forteçça...

[16] Doc. amiat., 1363 (5), pag. 93.14: Con ciò sie chosa che Pietro di Vannuçço di Crescino del castello d'Arcidosso, del contado di Siena, infermo del corpo et sano de la mente (et) de lo intellecto [[...]] ordino et dispongo e fatti de l'anima mia p(er) lo modo che qui di sotto appare p(er) scripto.

[17] Doc. ancon., 1372, pag. 242.13: se pagha le Regale a la camera de la Ecchiesia de Roma che se conducesseno in Ancona overo nel suo contado et districto, overo che se traesseno de lì per alcuni Raguxini che conducesseno overo che traesseno sì como ciptadini d'Ancona.

- Fig.

[18] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 77.28, pag. 320: Tale amore ha sbannito da sé la ipocresia, / che esca del suo contato, che trovata non sia; / de gloria falsa e ria / sì n'ha fatta la caccia, de lei e de suo tributo.

1.1 Estens. La campagna che circonda la città.

[1] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 11.1, pag. 416: D'ottobre nel contado a buono stallo / e' pregovi, figliuol', che voi v'andiate; / traetevi buon tempo e uccellate / come vi piace, a piede ed a cavallo.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 28, 103-120, pag. 601, col. 2.2: L'aura impregna. Çoè che ha tanto de rigideça che impregna lo contado e circustante aiere.

[3] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 236.22: la gente del comuno de Peroscia cavallcò per lo comtado d'Areçço, e pusero campo al domo d'Areçço e diero la battagla a la citade...

1.1.1 Locuz. agg. Del contado: della campagna, contadino. || In opp. a della città , cittadino.

[1] Esopo tosc., p. 1388, cap. 12, pag. 98.22: Il castaldo entrato drento e veduto il topo del contado, il quale per non essere uso nel luogo era tutto sbigottito non sapiendo dove fuggire, prese uan granata ch'era nel cielliere e comincia a volerlo percuotere. Il topo contadino tutto pauroso, tenendosi ciertamente morto, pure tanto si venne raviluppando che trovò uno buco dove e' fugì a salvamento.

1.2 Fras. Essere in contado: stare sotto la giurisdizione (di un'autorità, di un'istituzione amministrativa e politica).

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1222, pag. 284: Benché le nostre eclesie erano in nostro contato, / Elle non respondeano allo nostro vescovato, / Né llo viscovo nostro vi aveva signorato / Dallo tempo che recordome et fui al mundo nato.

1.3 Fras. Recare, arrecare a contado (di una città): togliere a un territorio autonomia politica e amministrativa per sottoporlo alla giurisdizione di una città.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 75, vol. 1, pag. 143.22: E presa la tenuta, incontanente levò le signorie, li statuti e li ordini de' Pratesi, e recò la terra e il contado a contado di Firenze...

[2] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 642, pag. 235.4: E fatto in Firenze allegrezza tra dello aquisto e poi in processo di tempo della compera. Lo Comune l'arrecò a contado. Di che molto ne sdegnarono li Guazalotti, ch'erano la più posente e nobile famiglia di Prato...

2 Territorio su cui si estendeva la giurisdizione di un conte, o duca; contea.

[1] Doc. sen., 1235, pag. 138.15: Ricevuto del co(n)tado di Fiore(n)ça ii s. (e) iii d.

[2] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 534.11: Duci sono coloro che anticamente ebaro a guidare gente e per loro gran valoria avendo di loro condocta grande honore erano dai Romani e dai loro signori remunerati, dando a loro ghoverno citadi, castella e gran contadi.

[3] Doc. orviet., 1334, docum. 24 agosto, pag. 175.8: Questo è quello che pare a' signori Conti et baroni del contado d'Orvieto, i quali so' stati insieme a conferire sopra l'opera tra loro ritracta...

[4] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 6, pag. 20.12: videlicet a Malgeri conti di Capitanata, et a Guillelmu in lu Principatu; et poy, mortu chi fu Malgeri, tuttu lu so contatu conchessi a Guillelmu.

[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 121.15: Anche abbe Ludovico conte de Flandria, lo quale era cacciato de sio contado.

[6] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 11, parr. 7-24, pag. 164.11: Item questa dictione 'conto', che significa lo «conto dele monete», fi astiçata con questa dictione 'conto', che significa «la dignitate, osia la segnoria, de uno contado».

3 Gli abitanti che vivono nel contado.

[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 220.4: In lo so tempo el contado de Fiandra ave discordia, e Fiandra non era de tanto nome ne de richeze...

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 224.8, pag. 267: Era Fetonte ne la somma gloria / con carri carchi di gente lunatica / fra' nove cieli, dove facean pratica / quelli de la città bisbigliatoria; / e vegendo ciascun<o> fuor di memoria, / subito corse a la terra sismatica / e insegnò a' fanciulli la gramatica, / onde ne fa 'l contado ancor baldoria.

4 Fig. Fras. Avere in contado: tenere in serbo.

[1] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 2.9, pag. 695: El gran diletto ch'io abbo in contado, / sì è d'odir cantar rane e saleppe, / e le lucerte correr per le greppe.

[u.r. 19.11.2020]