COSTUMA (1) s.f.

0.1 chostuma, chostume, chustume, costuma, costume, custuma.

0.2 Da costumare o fr. costume (DEI s.v. costuma).

0.3 Lett. sen., 1262: 1.

0.4 In testi tosc.: Lett. sen., 1262; Fiore, XIII u.q. (fior.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. a costuma di 2.1; alla costuma di 2.1; costuma e usaggio 2.3; costuma e usanza 2.3; le leggi e le costume 2.2; oltra la costuma 1.

0.6 N Cfr. Bezzola, Gallicismi, pp. 213-14; Cella, I gallicismi, p. XXIX n.

0.7 1 Comportamento abituale di una o più persone. 1.1 Retta condotta morale. 1.2 Comportamento di una specie animale. 2 Usanza tradizionale di un paese o di un popolo. 2.1 Locuz. prep. A, alla costuma di: secondo la norma di. 2.2 Fras. Le leggi e le costume: il diritto positivo e quello consuetudinario. 2.3 Fras. Costuma e usanza (usaggio).

0.8 Vinicio Pacca 23.03.2004.

1 Comportamento abituale di una o più persone.

[1] Lett. sen., 1262, pag. 277.22: (E) d'altra parte sì àno una chostuma che mi pare q(ue) ne sia molto. al tenpo d'ora, cioiè q(ue) chostumano di rendare l'achomande q(ue) ricievono a cholui q(ue) le fa v(e)l a chi aporta le chiavi o la taglia q(ue) ne fuse...

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 116.1, pag. 234: «Ancor una crudel costuma ab[b]iamo: / Contra cui no' prendiamo a nimistate, / Quanti no' siamo, in buona veritate, / In difamarlo noi ci asottigliamo...

[3] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 106.26: Molte çente de quele contrade vene a quela festa, e siando le spoxe con molte done e cavalieri al tenpio per far le suo oferte e sacrifiçii, segondo costuma dele noviçe, e così stagando in gran festa, un deli scudi che iera apicadi dentro dal tenpio chaçé e tocà Arçia moier de Poliniçe, sì che tuti li ornamenti ch'el' avea in cavo caçete tuti in tera e speçase tuti e non fese altro mal.

[4] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 322.2: Massinbal, granduca de' Brettoni, essendo di madre gientilissimo, avvenne che in una terra di Brettagnia, la quale l'uomo appella Nanti, e in quella era suo dimoro, sua madre di gran coraggio forse più in mala costuma che in virtù complessionata; perchè ispesse volte era corretta da Massinbal suo figliuolo, ed ella però non movente alle dette cose, ma di grand'odio contra il figliuolo, e lui desidera non amarlo.

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 26, pag. 109.28: Pir kista sua grande sanctitate, li pays[an]i aviano factu una custuma intra loru, ki a vichenda li portavanu alcuni prisenti, non pir ipsu, quantu illi midemi trovasseru ki maniare quandu lu andavanu a vidire».

[6] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 28r, pag. 49.32: Assuetudo dinis... mos vel costuma vel usus.

[7] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 5, pag. 170.22: La boca etc., como è costuma de li amanti che sempre stanno con pagura e cum timore.

[8] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 22, pag. 37.8: tu di' savere ke nostra costuma è de inganare volontera altruy per menzonege, quando nuy no li pomo inganà per dire verità.

- Fras. Oltra la costuma: in modo superiore alla norma.

[9] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 4, pag. 28.33: Ché altresì, come noi vedemo alcuno uomo, che come bestia è malvagio oltra la costuma delli uomini, tutt'altresì avvien'elli, che alcuni uomini sono divini e sono buoni oltra la costuma e oltre la maniera della vita umana.

1.1 Retta condotta morale.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 31, 25-42, pag. 691, col. 1.2: Morali, çoè acostumate: qui vol dire: 'esso Laterano trasese omne lavorero che in costuma fosse'. || Cfr. Dante, Commedia, a. 1321, Par. 31.35-6: «quando Laterano / alle cose mortali andò di sopra».

1.2 Comportamento di una specie animale.

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 154.10: Egli seguitano la costuma del luccio, che ttanto mangia di piccoli pesci che ssono intorno di lui, che elli diventa maggiore.

[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 5.873, vol. 2, pag. 253: Cavallo ò visto sença spron non gire / e gente assai seguire / la sua costuma, in lor et altrui danno...

2 Usanza tradizionale di un paese o di un popolo.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 27, pag. 192.1: Costuma era per lo reame di Francia che l'uomo ch'era degno d'essere disonorato e giustiziato si andava in su la caretta, e, se avvenisse che campasse la morte, giamai non trovava chi volesse usare co· llui né stare né vederlo per niuna condizione.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 1, pag. 44.20: Una costuma era antica, dell'anno uno mese, che lo popolo onorava lo senato con rami, in mano. E Cesare mutò la costuma, e volle in luogo di rami luminarie, e dietro facea venire li sacrificatori del tempio, apparecchiati di fare sacrificio.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 3, vol. 1, pag. 118.7: Segundu la antiqua custuma di Macedonia, ad Alexandru facendu sacrificiu duy nobilissimi citelli lu servianu: di li quali lu unu, pillyatu lu jncenseru, stitti dananti d'issu.

[4] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 15, pag. 71.4: Custuma est di li Sarrachini di nutricari palumbi cum furmentu adulcatu cum meli, a zo chi, quandu havinu ad andari ad alcuna parti, et illi portanu cum loru li palumbi masculi intra sportelli et, quandu chi intraveni alcuna nova, zo è alcuna chi volinu nunciari a la chitati, et illi scrivinu in cartuli et cartichelli et liganuli a lu collu, oy a li ali, di killi palumbi et lassanuli vulari.

[5] Tristano Veneto, XIV, cap. 245, pag. 212.38: Et ello li disse: «Barba, le chustume de Yrlanda sè tal che se nigun centilhomo die ciaser apresso doncela, de subito le chandele vien studade, inperciò che le doncelle molto son vergognose, et plui seguramentre se deduse con lo suo signor...

2.1 Locuz. prep. A, alla costuma di: secondo la norma di.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 79.16: Cesere avendo vinto Pompeo, trasse costei per lussuria della prigione, dove il fratello la tenea, e alla costuma di quello paese lei come primogenito fece regina, la quale dignitade Pompeo l'aveva tolta, e data a Tolomeo, sì come a maschio più che femina degno.

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 11, pag. 52.21: Nota, lectore, che l'autore ne la precedente parte scrisse de la pena di choloro che vivono a la costuma di Epicurio, e perciò dicie in questo principio essare venuto in luogo più aspro e più orribile.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 3, pag. 430.9: Li Ateniesi uccisero con tormento capitale Timagora, però che nel salutare avea lusingato Dario re alla costuma di quella gente...

- In modo degno di.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 103, vol. 2, pag. 268.29: il quale tutto che fosse sagacissimo e astuto signore, no· sanza consiglio de' nostri cittadini, di quella natura della quale avemo di sopra parlato, fé lla via per Firenze, dove fu a costuma di papa pomposamente ricevuto con processione, e palio di drappo ad oro sopra capo, adestrato da' cavalieri...

2.2 Fras. Le leggi e le costume: il diritto positivo e quello consuetudinario. || Nota anche le leggi e i costumi: v. costume.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 9, pag. 35.33: La terza cosa si è, ched elli die pensare le buone leggi e le buone costume del paese o del reame; ché le leggi e i costumi sono regula delle operazioni umane. E con più a il re di buone leggi e di buone costume, di tanto è elli più savio di governare il suo reame.

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 13, pag. 231.9: Tu non solamente hai potuto mettere a non calere le leggi e le costume di nostre corti; ma vincere e rompere...

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 8, par. 4, pag. 200.9: E ll'altre delle dette regole sono secondo le quali si fanno per affezzione di quelle quelli che lle guardano o cche lle trapassano per pena o guidardone nello stato e per lo stato della vita presente; quali sono tutte le leggi et umane costume civili.

2.3 Fras. Costuma e usanza (usaggio).

[1] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 21, pag. 150.14: Esso mandò a ciascun re, che male costume e usanza avea in sua terra, ch'abactere la devesse infra tal tempo, desfidando quel che ciò non facesse, e quale ciò de piano non volesse fare, per forza d'armi li convene ciò fare.

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 11, cap. 1.10, pag. 297: Et, perc' ongni paese à sua usanza, / Una di quelle cautele milgliori / Che lle conviene aver si è, quanto / Al servigio e compangnia, / D'imprendere ben l'usanza e lla costuma, / E quella servi, in quanto ell'è honesta.

[3] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 316.6: E sono alcuni che quando vendono zenzeverata la pesano con tutta la bossola coperchiata, e poi non vogliono rabbattere se non 20 per centinaio di tara e non più, e ciò fanno per convenenze. Ove si faccia per convenenze sì conviene seguire, ma ove per convenenza non fusse converrebbe che intr' ambedue le parte seguissino l'usaggio e costuma intra mercatanti.

[4] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 45, pag. 79.9: Allora li cittadini tutti corsono alla porta, e di costuma e d'usanza antica si fecero dinnanzi al corpo colle lumiere e colle facelline de' morti accese in mano.

[u.r. 27.11.2020]