CRÌMINE s.m.

0.1 crimina, crimine, crimini.

0.2 Lat. crimen, criminem (DELI 2 s.v. crimine).

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 1.

0.4 In testi tosc.: <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. crimine lese maiestatis 1.1; senza crimine 2.1; sine crimine 2.1.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Azione commesa contro la legge e a danno altrui, di diversa gravità, con violenza nei confronti di persone o cose; reato. 1.1 [Dir.] Locuz. nom. Crimine lese maiestatis: nel diritto romano reato di offesa nei confronti dell'imperatore, quando non venga riconosciuto il suo status pubblico o divino. 2 Atto che si commette agendo in eccesso o difetto contro i valori tradizionali, morali e religiosi; peccato. 2.1 Locuz. avv. Senza, sine crimine: privo di colpa, privo di peccato.

0.8 Valentina Gritti 11.03.2004.

1 Azione commessa contro la legge e a danno altrui, di diversa gravità, con violenza nei confronti di persone o cose; reato.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 284.14: E li iovini k'erano presi de esse, e Messalina, se trovava alcuno crimine in essi, feceali occidere e destrugere tucta la familia.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 24, vol. 1, pag. 306.14: , fece piuvicare il processo incontro al detto impradore, e condannollo e scomunicollo siccome eretico e persecutore di santa Chiesa, agravandolo di più crimini disonesti contra lui provati...

[3] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 19, pag. 573.19: una appodissa [[...]] la quale contegna el dì de l'asignatione, el nome e sopranome de colui chi fi assignato, el peso e la cagione perch'ello de' fire destignudo, cioè o per pena personale o per pena peccuniaria, e quanta ella è, e s'ella è per crimine o per delicto e per quanto, o per correctione forse chi proceda de voluntà di parenti suoi, o per altro modo.

[4] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 26, par. 16, pag. 441.9: E rrapine e arsioni, ladroncini, omicidi, fornichazioni e avolteri e altri quasi di tutte crimine maniere vi chagiono e commettono.

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 79, terz. 95, vol. 4, pag. 54: / non so per qual delitto, e per che crimine / Messer Malatestin cacciò i consorti...

1.1 [Dir.] Locuz. nom. Crimine lese maiestatis: nel diritto romano reato di offesa nei confronti dell'imperatore, quando non venga riconosciuto il suo status pubblico o divino.

[1] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 2, vol. 2, pag. 53.33: kisti purrianu scriviri in curti di Ruma contra mi, purrianumi fari citari, accusarmi criminalmenti de criminelese maiestatis...

2 Atto che si commette agendo in eccesso o difetto contro i valori tradizionali, morali e religiosi; peccato.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 25, vol. 3, pag. 309.11: In questo tempo si dee l'uomo guardare sopra tutte cose di lussuria e d'altre levità, e fare sì come Giovenale dice: Quando tu fai le villane cose, siano piccole, e ritaglia i tuoi crimini con la tua prima barba.

[2] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 10, par. 2, pag. 219.31: Come dunque l'eretico, cismatico o non fedele altro chichessia trassgressore o ttrapassante la leggie evangielicha, e in quello perdimorante crimine per quello giudicie sarà punito del quale elli è stragressore o ttrapassante della divina leggie costringniere, in quanto di ciò, quanto se questo è a ssapere giudichamento userà.

[3] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 7, pag. 136.18: Io per me mi vergognerò quasi di scriverlo, che cosa è a dire, ché ogni brottura e ogni crimine e peccato in quelli li mondani sono discorsi a usare.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 116, pag. 258.7: Fu nella terra di Montecchio già un prete, il quale avea nome prete Juccio, il quale era cattivo in ogni crimine di lussuria...

2.1 Locuz. avv. Senza, sine crimine: privo di colpa, privo di peccato.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 2.37, pag. 7: Tu sola n'hai le carte esserne fecundata! / O prena senza semina, non fo mai fatto 'n femina; / tu sola sine crimina, null'altra n'è trovata.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 54, pag. 286.21: E quando lo senato lo dimandò, perchè aveva sua donna cacciata, quando non sapeva niente di suo fallimento, elli rispose e disse: «io voglio altresì tosto, che li miei fatti sieno senza biasimo e senza suspizione, come senza crimine».

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 15, par. 5, pag. 293.22: «Per ragione di queste cose io t'ò lassciato a Creti, acciò che quello ch'ellino fallano tu corregghi, e stabolissci per le città preti, siccom'io t'ò ordinato, se alquno è ssanza crimine».

[4] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 23 [Ciano del Borgo a San Sepolcro].67, pag. 51: e va bactendo con deritto baculo / di sua virtù l'ostaculo, / e quando incontra il van pensier che buffalo, / tutto lo schioppa e struffalo, / perché servir conviensi sensa crimine, / legando 'l chuor con virtuoso vimine.

[u.r. 30.11.2020]