DERÌDERE v.

0.1 deride, derideanlo, deridendo, deridendolo, deriderà , deridere, derisa, derise, deriso, derixo, dirisa, diriso.

0.2 DELI 2 s.v. deridere (lat. deridere).

0.3 Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.); Lunardo d. G., XIII sm. (pis.); Dante, Commedia, a. 1321; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.).

0.7 1 Rendere oggetto di scherno; mettere in ridicolo. 2 Tradire nella buona fede; imbrogliare, ingannare. 3 Considerare di scarsa importanza; trascurare. 3.1 Non considerare attendibile (uno scritto).

0.8 Francesco Sestito 12.05.2004.

1 Rendere oggetto di scherno; mettere in ridicolo.

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 18.11, pag. 501: null'om mi ['n]fami, / ché fa torto e pec[c]ato, / ch'io non son mio, che neiente aprendesse. / Però vi priego ch'io non sia diriso, / sed io od altro c'ami / forzasse in alcun lato / là [o]ve segnoria d'Amor tenesse.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 20.88, vol. 2, pag. 341: veggio in Alagna intrar lo fiordaliso, / e nel vicario suo Cristo esser catto. / Veggiolo un'altra volta esser deriso; / veggio rinovellar l'aceto e 'l fiele, / e tra vivi ladroni esser anciso.

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 21, 136-139, pag. 528, col. 2.3: Or qui dixe della via ch'i fenno, sozongendo commo qui demunij seguivano dredo al so capetanio, e derideanlo e beffavano de lui, e zaschuno in derisione de lui etreva la lengua fora, e strengeanla cum li denti sí como s'usa in far beffe d'altri.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 237.2: La grande majestà delli Dei del cielo comanda ch'esso re Latino, se non consente di dare el matrimonio, e servare la sua promessa, senta e finalmente provi Turno nell'armi. Allora il giovano, deridendo la sacerdotessa Aletto, risponde a lei così: Le navi essere apportate nell'onde del Tevere, il messaggio non fuggì le mie orecchie, come tu pensi.

[5] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 235, pag. 18: Zaschuna spina intrava fin a l'oso, / lo sangue li chopria el dolze viso / e tuto li chorea zo per a doso. / O gloria e desio del paradiso, / in chui desira li agnoli vardare, / chomo te vezo befato e deriso!

[6] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 715, pag. 58: et de loro quale più podea, / duramente Lo percotea. / Sì li diciano deridendo, / fortemente così batendo: / «Endivina ki t'à percosso / et per la testa e per lo dosso?»

[7] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 151, pag. 350.19: e io contradicendo che delle cose che doveano venire, né elli né altri ne potea esser certo; ed elli contrastando, parendogli essere Alfonso o Tolomeo, deridendo verso me, come egli avesse innanzi ciò che dovea venire, e io del presente non vedesse alcuna cosa.

2 Tradire nella buona fede; imbrogliare, ingannare.

[1] Lunardo d. G., XIII sm. (pis.), 15, pag. 290: Se lo scritto non mente, / per femmina treccera / sì fo Merlin deriso, / e Sanson malamente / tradìl' una leccera...

3 Considerare di scarsa importanza; trascurare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 4.57, vol. 3, pag. 57: Dice che l'alma a la sua stella riede, / credendo quella quindi esser decisa / quando natura per forma la diede; / e forse sua sentenza è d'altra guisa / che la voce non suona, ed esser puote / con intenzion da non esser derisa.

3.1 Non considerare attendibile (uno scritto).

[1] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), Prol. Dan, vol. 8, pag. 7.3: Io udii uno degli maestri ebrei, deridendo la istoria di Susanna, dicendo ch'ella era composta da non so che greco, a probazion di questo opponea alli cristiani quello che Africano opponea ad Origene...

[u.r. 14.09.2010]