DERISIONE s.f.

0.1 deregione, deresion, deresïon, derexon, derision, derisïon, derisione, derisïone, derisioni, derixione, derixom, derizione, derrexon, dirisione, dirisioni, dirissione.

0.2 Lat. derisio, derisionem (DELI 2 s.v. deridere).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.3.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>; Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Poes. an. urbin., XIII; Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.).

0.5 Locuz. e fras. a derisione 3.1; a derisione di 1.1; avere in derisione 1.2; dare in derisione 3.2; fare derisione 1.3; farsi derisione 1.3; in derisione 1.4; in derisione 1.5; in derisione di 1.5; in derisione di 2; per derisione 1.6; per derisione di 1.6; porre in derisione 3.2; venire a derisione 1.7; venire in derisione 1.7.

0.7 1 Atto del mettere in ridicolo. 1.1 Locuz. prep. A derisione di: con l'intento di mettere in ridicolo. 1.2 Locuz. verb. Avere in derisione: considerare ridicolo. 1.3 Locuz. verb. Fare, farsi derisione di qno, a qno: mettere in ridicolo. 1.4 Locuz. agg. In derisione: esposto al ridicolo. 1.5 Locuz. avv. In derisione. Locuz. prep. In derisione di: con l'intento di mettere in ridicolo. 1.6 Locuz. avv. Per derisione. Locuz. prep. Per derisione di: con l'intento di mettere in ridicolo. 1.7 Locuz. verb. Venire a derisione, in derisione di qno, a qno: esporsi al ridicolo (di fronte a qno). 2 Grave mancanza di rispetto; disprezzo. Locuz. prep. In derisione di. 3 Condizione moralmente umiliante. 3.1 Locuz. avv. A derisione: in modo vergognoso e umiliante. 3.2 Locuz. verb. Dare, porre in derisione a qno: esporre a un'umiliazione (di fronte a qno); svergognare.

0.8 Francesco Sestito 12.05.2004.

1 Atto del mettere in ridicolo.

[1] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 6.24, pag. 507: A cki l'om fact'à offença, / si ppoi li fa reverença, / l'ira e la malavolgença / entro de lo cor li tra'. / Ki de la correctïone / se mena derisïone, / pena e tribulatïone / desperata li verrà.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 7, pag. 235.12: Restava, che il tribuno appresso il popolo sanza il popolo operasse; et abandonato nella corte, con grandi beffe e dirisione della sua calunnia solo dimorava.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 182.12: Non scrivere li versi tuoi solamente in foglie, acciò che turbati dai venti non volino di derisione e di contento. Ma pregoti che tu medesimo parli e ne predìchi i casi nostri.

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 17, vol. 1, pag. 125.9: Isaia anco per dispetto e derisione dice così: Veggiamo, che la metà di un legno si mette al fuoco e torna in cenere, e dell'altra metà fa l'uomo stolto idolo, e adoralo per dio.

[5] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 19, pag. 85.20: Nel sesto luogo dobbiamo considerare e pensare le derisioni e schernimenti che furono fatti a Cristo. E dobbiamo sapere che Cristo fu schernito quattro volte al tempo della passione.

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 99.9: Començò Yesu a mostrar chieramente ch'el saveva tuto quel che dé vegnir e çò que serà e de sì e d'altri, e molte fiae de pixor dì innance el ghe disse tuta la morte ch'el farave e tute derrexon e schiergne e beffe e onte e vregogne ch'el sustegnerave...

1.1 Locuz. prep. A derisione di: con l'intento di mettere in ridicolo.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 10.58, pag. 558: Veiote, fillo, insanguenato / e ttut[t]o quanto allivedato, / e de spine incoronato / a ttua maior derisïone.

1.2 Locuz. verb. Avere in derisione: considerare ridicolo.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (ii), par. 44, pag. 274.25: si vedea un piccol popolo pieno di vitupèri, di peccati e di scellerate operazioni [[...]] per le quali cose assai di fede appo le nazioni strane alla loro religione si toglieva, e, per questo essendo avuti in derisione, non era alcuno che mai a loro andato fosse.

1.3 Locuz. verb. Fare, farsi derisione di qno, a qno: mettere in ridicolo.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 122, pag. 528: Voi qe leçe' 'ste scrite, en celato et en palese / vardaive da le femene, q'ele son vaire e grise. / D'Antipatol filosofo audisti unca rasone, / con' la putana en Roma ne fe' derisïone, / q'entr[e] [en] un canestro l'apese ad un balcone?

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1562, pag. 59: Davanço ge stan in çinogion / Per far de luderesion, / E per iniquitá e per grande ira / Tuto lo povelo sen scregniva / E sí desevano a mala fe / «Deo te salve, meser lo re!»

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 490, pag. 20: No en fedhi subiecti, anz en mat e vilan, / Li quai de so segnor deresïonse fan / E incontra lu mormoran e rampornie ge tran...

[4] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 229, pag. 647: Perçò ge foso meio al misero cativo / esro mill'ore morto ke pur una sol vivo, / k'el no à lì parento ni proximan amigo / lo qual çoar ge possa tanto ke vaia un figo. / Mo tal derisïone com'e' v'ò mo' cuitae, / de si fa quella çente al dì spese fïae, / digando l'un a l'altro: «Ô l'à ben miritae [[...]]».

[5] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 40.20: molto conviene in questo costato guardare equitade e discrezione che quand'io veggo il folle e 'l peccatore, io ne debbo avere pietade e compassione, nè non farne gabbi, nè dirisione.

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 16.264, pag. 190: Con doi lairon fo misso in mezo: / chi andava e venia, / senza alcuna compassion, / lo scriava e lo scregnia, / fazando a lui derixom.

[7] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 161, pag. 105: E chi volle se 'n fa derixione / e fi clamato i(n)briago e gllotone; / cossì mal sa dire soa raxione / e favellando.

1.4 Locuz. agg. In derisione: esposto al ridicolo.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 34.6, pag. 307: Deh, se l'abito nostro e il lagrimare / non ti movon, né prieghi, né ragione / a far che 'l pio oficio possiam fare, / movati almen la trista condizione / di que' che già fur re; non gli lasciare / nella futura fama in dirisione...

1.5 Locuz. avv. In derisione. Locuz. prep. In derisione di: con l'intento di mettere in ridicolo.

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 21, 136-139, pag. 528, col. 2.4: e derideanlo e beffavano de lui, e zaschuno in derisione de lui etreva la lengua fora...

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 21, 121-136, pag. 442, col. 2.5: Çoè, che Virg. scrisse in li soi volumi e delle condizioni di Dei e degli omini, dai qua' volumi lo ditto imparò... Se casone altra. Per tôrli lo sospetto che no avesse riso in derisione.

1.6 Locuz. avv. Per derisione. Locuz. prep. Per derisione di: con l'intento di mettere in ridicolo.

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 23, 58-72, pag. 559, col. 1.5: Odido il Papa cosí desonesta domanda, procedé contra lui ed i soi fradi, che no potesseno aver cappe se non negre e de panno non follado, e avesseno quelle cappe tanto lunghe denanzi e de dreto, ch'elli menasseno coda per soa derisione...

[2] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 4, pag. 166.10: lo suo avversario ciò vedendo faccendosene gran beffe, l'andava dicendo per derisione fra la gente, che aspettava di vedere questa giostra.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 83, vol. 1, pag. 539.27: tornando i Tartari che scamparono di quella sconfitta ad Abaga gran Cane, tutti i caporali fece uccidere, e agli altri comandò che sempre andassono vestiti come femmine per loro dirisione, e così feciono a sua vita.

1.7 Locuz. verb. Venire a derisione, in derisione di qno, a qno: esporsi al ridicolo (di fronte a qno).

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 6: chi p(r)ima parla ch'elli inpari, a dispregio (et) derizione vi[e]ne...

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 48, pag. 139.3: se nui no 'l facessemo, verebe nostra casa in derisione, in dolenteça de l'amici et in alegreça de quelle persone ke non amano noi; serebemo abassati de tuta grandeça e de tuto honore.

[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 55.14: stolto quel cavaliere che cerca d'armarsi di tali armi che portare non le possa, e che vuole cavalcare cavallo che con sua virtù nol possa governare! Questi cotali sono da venire in derisione di genti!

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 22, 25-36, pag. 570.23: E litteralmente finge l'autore che questo risponda di là in pena; cioè stare sotto la pegola bogliente et esserne cavato venga a strazio e derisione ai demoni, come colui, che publicato nel mondo, viene in derisione e strazio alli uomini del mondo, ch'ognuno lo strazia e deride e schernisce.

2 Grave mancanza di rispetto; disprezzo. Locuz. prep. In derisione di.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 23, vol. 2, pag. 42.22: il vescovo [[...]] formò un processo sotto il titolo del vicariato contro a messer Bernabò e messer Galeasso signori di Milano, il quale inn efetto contenea: come in derisione e in contento della Chiesa santa e' davano le 'nvestiture de' benificii ecresiastici a ccui volieno...

3 Condizione moralmente umiliante.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 263, pag. 205: Perzò 'n conven portar in l'eternal preson / L'incargo stragrevissimo dra grand confusïon, / Vergonza stradurissima, dexnor, derisïon: / Segond le nostre ovre recevem pagason.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 17, vol. 1, pag. 126.29: Anco gli Angeli buoni per nulla riverenza lor fatta farebbero grazia agl'inimici del signore loro Dio. E così se son buoni e savj, si riputerebbero a vergogna e derisione, che fosse lor fatto onore come a Dio, non vedendosene degni...

3.1 Locuz. avv. A derisione: in modo vergognoso e umiliante.

[1] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 806, pag. 384, col. 2: Lu imperatore iratu / allora à commandato / che in mezo della citade / nelle majuri stradi / che siano nello focu arsi / e nella cene[r] sparsi, / 'Che ad una femenella / con soa soctil favella / vencere vi lassate / e tale parole usate; / adunqua per rascione / morite a derisione.'

[2] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 21.48, pag. 271: fu posto in passïone / per noi diliberar de luoco brutto, / e per l'umana generatïone / sotto la signorïa di Pilato / fu crocifixo e morto a dirisione...

3.2 Locuz. verb. Dare, porre in derisione a qno: esporre a un'umiliazione (di fronte a qno); svergognare.

[1] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ez 22, vol. 7, pag. 464.14: facesti appressare li giorni tuoi, e menasti lo tempo de' tuoi anni; però io ti diedi in vituperio alle genti, e in derisione a tutte le città...

[2] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ez 23, vol. 7, pag. 475.14: tu berai lo calice della tua sorella, lo qual è profondo e largo; e sarai posta in derisione e subsannazione, la quale sei capacissima.

[u.r. 10.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]