0.1 desiderança, desideranza, disideransa, disideranza.
0.2 Da desiderare.
0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 1.1.
0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Rustico Filippi, XIII sm. (fior.).
0.6 O desiderio, desio, desiore, desire.
D desiderare.
0.7 1 Lo stesso che desiderio. 1.1 Tendenza a desiderare beni materiali; avidità, cupidigia. 2 Dolore derivante dalle disgrazie altrui; lutto, cordoglio. 3 Oggetto d'amore; la persona amata.
0.8 Francesco Sestito 14.06.2004.
[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 32.9, pag. 804: Così fa lo Nemico en veritade / a li omini ke non se pento mai. / Per adinpir la lor desiderança / non guardano peccato né merce[d]e, / potendo avere lor delectamento, / né reità né alcuna mesleança.
1.1 Tendenza a desiderare beni materiali; avidità, cupidigia.
[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 5: La disideransa è molta rea cosa: quelli molto abizognano che molto desiderano.
2 Dolore derivante dalle disgrazie altrui; lutto, cordoglio.
[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 7 (V).70, pag. 62: Presso a la croce io trista stava / quando Ioseph lo schiavellava; / fra le mie brace sì me ·l possava, / e sì l'abrazava con grande desideranza.
3 Oggetto d'amore; la persona amata.
[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 53.3, pag. 127: «Meo sire e tutta mia disideranza, / alegra lo tuo core e la tua cera». / «O donna mïa, merzé e pietanza / dimando, se mostrat'ho doglia fera».