DESIOSO agg.

0.1 desiosa, desïose, desiosi, desïosi, desioso, desïoso, desiusi, dexioxo, disios', disiosa, disïosa, disiose, disiosi, disioso, disïoso, disiyusa, disiyusi, disiyusissima, disiyusu, disyiusa, disyusu, dizioso.

0.2 Da desio.

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Ragione nova d'amore, XIV t.q. (aret.).

In testi sett.: Poes. an. urbin., XIII; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Dom. Scolari, c. 1360 (perug.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Soggetto a una tensione dell'animo dovuta alla mancanza di qsa di cui si sente il bisogno. 1.1 [In partic.:] soggetto al sentimento amoroso. 1.2 Privo di moderazione; avido, insaziabile. 1.3 Bisognoso di riposo (dopo uno sforzo); stanco, stremato. 1.4 Interessato a qsa di sconosciuto; curioso. 1.5 [Filos.] Soggetto a volontà (intesa come attributo fondamentale dell'essere insieme alla conoscenza e alla potenza). 1.6 Soggetto a una legge naturale (un essere non vivente). 2 Tale da suscitare un moto della volontà; desiderabile. 2.1 Conforme ai desideri del soggetto; piacevole, gioioso. 3 Di notevole intensità (un sentimento, un'emozione); fervido, appassionato.

0.8 Francesco Sestito 14.06.2004.

1 Soggetto a una tensione dell'animo dovuta alla mancanza di qsa di cui si sente il bisogno.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 44.42, pag. 117: Così già mai posare / non po la mente, tant'è tempestosa, / da poi ch'è d'esto secol disiosa.

[2] Poes. an. urbin., XIII, 22.56, pag. 586: Dolçe fillo pretïoso, / quanto plu fusti avilato, / plu di' essar disïoso / de tener lo to acquistato.

[3] Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.), Canz. 4.13, pag. 134: Ma simil m'adivene / come a l'om ch'è dottoso / di ciò ch'è più gioioso, / che teme di fallir quanto più tene; / di ciò son disïoso, / di ciò c'ho visto acertar la mia spene.

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.208, pag. 273: Demandi che più dia, amor, questa tua sposa, / che tanto è disiosa te potere abbracciare?

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 29.33, vol. 2, pag. 498: Mentr'io m'andava tra tante primizie / de l'etterno piacer tutto sospeso, / e disïoso ancora a più letizie, / dinanzi a noi, tal quale un foco acceso, / ci si fé l'aere sotto i verdi rami...

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 412.5: Quelli disioso della battaglia già s'aveva vestiti i gamberuoli aurei, e odia la dimoranza...

[7] Dom. Scolari, c. 1360 (perug.), 135, pag. 13: Qual povertà qual sinplezza amanta / qual ira dei suoi bene che vede structi / qual desioso a veder giente tanta.

[8] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 18.12, pag. 45: Et però che de la noticia galdo, / qual ò di te, avegna che confusa, / ché per inanimato mezo i' t'aldo, / son desïoso che mi sia reclusa / quela alta tua virtù, chi[a]ro smeraldo, / che fa contento chi la prova et usa.

- Sost.

[9] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 16.13, pag. 649: E però, se tu sai novo tormento, / mandalo al disïoso dei martiri, / ché fie albergato di coral talento.

1.1 [In partic.:] soggetto al sentimento amoroso.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 5.1, pag. 76: La 'namoranza - disïosa / che dentro a l[o] mi' cor è nata / di voi, madonna, è pur chiamata, / merzé se fusse aventurosa.

[2] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 1.20, pag. 158: Sospiro e sto ['n] rancura; / ch'io son sì disïoso / e pauroso - mi face penare. / Ma tanto m'asicura / lo suo viso amoroso...

[3] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 6.52, pag. 59: Così mi fère l'amor, che m'ha priso / del vostro viso gente e amoroso, / per cui vivo gioioso, / e disioso sì ch'eo moro amando!

[4] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 31.10, pag. 249: Ma l'amor, po' ch'io ubrio ogn'altre cose, / no lascia me, ma tienmi disïoso / de l'avenente dolze donna mia...

1.1.1 Avido di piaceri sessuali.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Paris, pag. 143.30: Io addomando solamente te, la quale promise la ornata Dea di dare alla mia camera desiosa. Veramente io ti desiderai innanzi ch'io ti conoscessi.

[2] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 17.80, pag. 85: In dentro andando se l'avea pigliato / nelle sue braccia disiosa Leda, / e 'n camera di lei l'avea portato.

1.2 Privo di moderazione; avido, insaziabile.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 4, vol. 2, pag. 209.12: Sia eciandeu producta ananti la avaricia, investigatrici di li ascusi guadagni, disiyusissima vuragini di manifesta preda.

1.3 Bisognoso di riposo (dopo uno sforzo); stanco, stremato.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 5, pag. 72.27: già i disiosi cavalli del sole, caldi per lo diurno affanno, si bagnavano nelle marine acque d'occidente, e le menome stelle si poteano vedere, essendo già Lelio e Giulia [[...]] andatisi a riposare nel congiugale letto...

1.4 Interessato a qsa di sconosciuto; curioso.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 3, ott. 11.5, pag. 331: Al suon di quella voce grazioso / Arcita si levò, ch'era in prigione / allato allato al giardino amoroso, / sanza niente dire a Palemone, / e una finestretta disioso / aprì per meglio udir quella canzone...

[2] Colori rettorici (ed. Scolari), 1329/45 (fior.), pag. 255.4: Al mio povero consiglio e amaestramento e al tuo nuovo e disioso ingegno, o angelo, basti la presente favilla della rettorica conoscenza...

1.5 [Filos.] Soggetto a volontà (intesa come attributo fondamentale dell'essere insieme alla conoscenza e alla potenza).

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 10, pag. 128.13: E nnon ciò tutto à conpiuto in vostro Sponso, carissime Donne mie? e non sapient'è, potente e dizioso pienissimamente, onne vostro dezìo inpiendo e sovraenpiendo oltra onni vostro pensero?

- [Filos.] Relativo a un puro atto della volontà.

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 2.136, pag. 133: Move ciascun'angelica natura / De' nove cieli in disïosa forma, / Non fatigando lor sostanzia pura.

1.6 Soggetto a una legge naturale (un essere non vivente).

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 208.3, pag. 269: Rapido fiume che d'alpestra vena / rodendo intorno, onde 'l tuo nome prendi, / notte et dì meco disioso scendi / ov'Amor me, te sol Natura mena, / vattene innanzi: il tuo corso non frena / né stanchezza né sonno...

2 Tale da suscitare un moto della volontà; desiderabile.

[1] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 7.16, pag. 99: Adunque, caro amico bono mio, / non giovenil desio, / non negrigensa, né pigrezza alcuna, / né cosa altra depona / vostro iscudo da ben forte pugnare; / e dove fer più pare, / valore oprar più vi sia disioso...

[2] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 47.1, pag. 565: La gran gioi disïosa / lungiamente aspet[t]ata, / non ven, lasso, a compire, / troppo fa gran dimura...

[3] Tomaso da Faenza, Amoroso, XIII sm. (tosc./faent.), 17, pag. 454: naveggia a guisa di bon marinaro: / se trova loco disïoso e caro, / soggiorno a sua stagion prendere sape.

2.1 Conforme ai desideri del soggetto; piacevole, gioioso.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 14.19, pag. 54: Madonna, rimembrando / ove credo avenire, / non m'è noia languire, / ma disïosa vita veramente: / però mi vo alegrando...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.273, pag. 378: amor, dolce languire, amor mio desioso, / amor mio delettoso, annegame en amore.

3 Di notevole intensità (un sentimento, un'emozione); fervido, appassionato.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 27.8, pag. 245: così Amor li suoi amanti raprende / d'un disïoso foco a le fïate, / che mostra lor piacere e disïanza / e donagli a le donne intenditori...

[2] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 30, pag. 52.27: il vostro comune e l'universitade di Salona [[...]] priegano umilmente la vostra clemenza che degni di consolare la loro disiosa divozione con la vostra reverentissima presenza vegniendo, insieme con li vostri reverenti frati cardinali e con tutta la corte, a dimorare nella loro terra...

[3] Ragione nova d'amore, XIV t.q. (aret.), cap. 6, pag. 23.2: Valore tanto è a dire quanto cosa che vale, ma a imaginationi de bona intentione. A suo nome guardando, se pò dire un fiore che nasce della più dengna parte de l'operationi de vertù, el quale vene in core de naturale dono e da valore desioso e puro.

[u.r. 20.04.2010]