DETTATO (1) s.m.

0.1 dectato, dettado, dettati, dettato, dictato, dictatu, ditadi, ditado, ditai, ditao, ditato, dittadi, dittato.

0.2 DEI s.v. dettato 2 (lat. dictatum).

0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.): 2.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Testo prodotto di dettatura, enunciato messo per iscritto riportando le parole pronunciate o direttamente ispirate da altri. 2 Enunciato destinato alla circolazione composto secondo det. norme retoriche, trattazione. 2.1 Estens. Discorso. 3 Maniera in cui un discorso è svolto, aspetto formale di un testo. 3.1 Linguaggio, modo di parlare. 4 Procedere della trattazione, contenuto di un testo.

0.8 Elisa Guadagnini 25.03.2004.

1 Testo prodotto di dettatura, enunciato messo per iscritto riportando le parole pronunciate o direttamente ispirate da altri.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 24, 124-141, pag. 546, col. 1.11: Anche la verità , çoè lo sovraditto ditado de Spirito Santo per Moises e per gli altri profeti e per li psalmi de David, e per la nova scritura, çoè per li Evangelii.

2 Enunciato destinato alla circolazione composto secondo det. norme retoriche, trattazione.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 10.2, pag. 277: Con sicurtà [dirò], po' ch'i' son vosso, / ciò ch'adivene di vossi dettati: / ch'i' 'nd'ho sonetti in quantità trovati / che di malvagi spiriti hanno adosso.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 883, pag. 49: Petro de Barsegapè sença tenor, / Questo si fo lo ditaor, / Ke sí ditó questo ditao / E dal so core sí l'á pensao.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 41, pag. 278: Dra vita de san Iob mo voi eo far ditai / A exemplo e a magisterio de tug li tribulai, / Azò ke tug quii k'odheno, se i volen ess beai, / Per cossa k'gh' indevenia no sian za desperai.

[4] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 260, pag. 570: De legume plu scrivere eo so modo sbrigato; / ma eo pertanto dicote e compiu mio dectato: / de carne vogllo dicere, fare breve tractato / secundo poco ingenio che natura m'à dato...

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 71.7, pag. 299: Comenzo el mio dittato de l'omo ch'è ordenato, / ove Deo se reposa ne l'alma ch'è sua sposa.

[6] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 710, pag. 42: La contessa Mobilia fe' fare quisto dictatu, / de multi profundi libri essa lu à sflorato, / como Ihesu Cristo la matre se puse a·llatu, / et dalli peccaturi per essa s'è rappagatu.

[7] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 189.15: [8] Donna mi priega. Questo dittato si divide in due modi, cioè in prolago et in trattato...

[8] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 253, pag. 108: E chui de bon cor leçe questo ditato, / pregemo Dio e miser sen Donato / che li varda e perdona ogno pechato / e sen Vitore.

[9] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1739, pag. 396, col. 1: Sacciate senza fallo / ca Buccio de Ranallo / compuse quisto dictatu / lu quale ve è contatu...

[10] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 1, pag. 267.9: Io sento chenti cittadini, e quali loro fatti e detti mi conviene abbracciare in istretto giro di dittato.

[11] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), Prologo 1, pag. 3.19: Ed alcuna altra volta per fare bel dettato si pongono molte parole, e volendole recare in volgare si possono e debbono per trarne più bella sentenza molto abbreviare.

[12] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 1, 2, pag. 9.13: e sovra tute le altre cose elo era solicito a li loldi de la Vergene Maria e de quella componeva e cum sua man scriveva molti beli ditadi.

[13] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), Explicit.1, pag. 89: Compito è questo dectato. / Quelli ke l'à volgariçato / et quelli ke l'à assemplato / da Deo benedecto sia...

[14] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 300, pag. 65: Per che modo revenne san Petro beato / De Campagna dove sedé, et quando fo trovato, / Et como piacque a llui ecco essere reportato, / Redirevillo non posso, per abreviare lo dictato.

[15] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 33.99, pag. 64: Quisti chi feno questo ditato / Deo gi perdona lo soe gram peccato: / et a nui inseme, chi l'aveno ascoltato, / et a mi chi l'ò lecto et a vuy l'ò contato...

- [Per indicare specif. un testo in prosa].

[16] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 267, vol. 2, pag. 345.20: Et se alcuno farà o vero componarà alcuna canzone, sonetto o vero dittato ad ingiuria o vero vitopèro d'alcuno cittadino di Siena o vero contumèlia, sia punito et condannato al comune di Siena in C libre di denari...

2.1 Estens. Discorso.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 114, pag. 376.39: Questo pregio gli è dato, ch'e' fu pietoso, e non si dilettò in ispandere sangue, e non mostrò il suo podere in altro, che in soperchievole diletto del suo corpo. E questo pregio eziandio corruppe per la sua viziosa maniera di parlare, perocché per li dettati suoi egli mostrò, che fosse molle, non pietoso...

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 8, 13-18, pag. 236, col. 1.4: e sozunge che lo nochiero uxava a loro quello dittato ch'ello a li altri uxava dicendo: Or se' giumta, anima fella...

3 Maniera in cui un discorso è svolto, aspetto formale di un testo.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), Proemio, pag. 5.3: pregasteme, spetialmente quanto ad alcune alte questioni (et) dubitationi trovate per sutilità di vostro ingengno (et) d'alcuni savi in forte dectato scripte e conposte, k'io alcuna informatione in vulgare dectato a voi ne devesse dare.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 2, pag. 269.8: E però dice «aspra» quanto al suono del dittato, che a tanta materia non conviene essere leno...

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 20, 106-114, pag. 506, col. 1.16: E nota che dixe alta, perché d'alto stillo e dettado.

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), Dedica, vol. 1, pag. 9.35: a chò que vuy et tucti li vostri vasalli lu pussati intendiri plù claramenti però ca lu so latinu è troppu scuru dictatu, eu ad hunuri et a placimentu vostru vi lu ayu translatatu in vulgar messinisi.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 90, vol. 3, pag. 496.12: E mandò lettere a tutte le caporali città d'Italia, e una ne mandò al nostro Comune, con molto eccellente dittato...

[6] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 35, pag. 317.20: Et azò che li licterati recepessero dilietto e consolatione et avessero vera canoscenza de la dicta ystoria compossi la presente opera; et azò che più se delectassero la ornay de più bello dictato per mayore similitudine et culuri e per avenebele transgressione...

[7] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 40, pag. 153.4: Unde ello scrisse e compose la regula de li monexi, grande e utile per discritium e bella per bello ditao, e in la qua, brevementi parlando, chi vor la soa vita e li soi costumi sotirmenti conoxe', pò trovà' tuti li acti de la soa dotrina...

3.1 Linguaggio, modo di parlare.

[1] F La Spagna, a. 1380 (tosc.), cant. 3, ott. 9.3: e cominciò el suo corno a sonare; / e sonando diceva in suo dettato: / - Carlo, che fai? Mal ti possa incontrare. || Catalano, La Spagna, II, p. 41.

4 Procedere della trattazione, contenuto di un testo.

[1] Cione Bagl. (ed. Menichetti), XIII/XIV (tosc.), 117a.12, pag. 362: e la leg<g>e lo mostra in suo ditato: / la cosa che non danna e fa valore, / nullo pensier vi de' esser salvag<g>io.

[2] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 161-70, pag. 64.5: Per la quale lettera, anzi per lo stile del dettato della lettera, assai leggermente compresi o colui che di lei assai cose dette m'avea, essere di gran lunga del natural senno di lei e della ornata eloquenzia ingannato, o averne me voluto ingannare.

[u.r. 14.04.2009]