DIÀFANO agg./s.m.

0.1 dïafan, diafani, diafano, diaffan, diaffani, diaffano.

0.2 DELI 2 s.v. diafano (gr. diaphanés).

0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.): 1.

0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

0.7 1 Che non oppone alcun impedimento alla luce ma se ne fa attraversare, limpido, trasparente. 2 Sost. Corpo trasparente, che si lascia attraversare dalla luce. 3 Sost. Stato di ciò che è diafano, diafanità.

0.8 Elisa Guadagnini 01.04.2004.

1 Che non oppone alcun impedimento alla luce ma se ne fa attraversare, limpido, trasparente.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 9c, pag. 100.3: La terça oppinione, la quale pare ke se confermi per Aristotile, ène ke la cosa colorata ke se vede multiplica la spetie sua per lo corpo diafano, cioè per l'aere k'è rado (et) trasparente, per vertute del lume infine a l'occhio.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 7, pag. 189.11: Certi sono che, per essere del tutto diafani, non solamente ricevono la luce ma quella non impediscono, anzi rendono lei del loro colore colorata nell'altre cose.

[3] Gl Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 6, pag. 96.15: l'altro cielo è diafano, cioè trasparente...

[4] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 3.246, pag. 140: Però la luce de le stelle mostra / Egual splendore ad ogni vista umana. / [[...]] / Molte ore il falso prende il nostro viso / Per lo corpo dïafan de le stelle: / Stando nel mezzo e trasparendo fiso, / Dall'esser vero li occhi nostri sgombra, / Perché lo raggio le mostra più belle / Sì come luce ch'è lontana in ombra...

[5] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 23, proemio, pag. 505.29: [[lo nono cielo]] chiamano molti cristallino, cioè diafano, o tutto transparente...

[6] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 23, 19-30, pag. 592.11: il vetro è corpo diafano; cioè trasparente...

- Privo di materia, etereo.

[7] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 7, pag. 190.4: Così la bontà di Dio è ricevuta altrimenti dalle sustanze separate, cioè dalli Angeli, che sono sanza grossezza di materia, quasi diafani per la purità della loro forma...

2 Sost. Corpo trasparente, che si lascia attraversare dalla luce.

[1] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 27.17, pag. 525: In quella parte dove sta memora / prende suo stato, sì formato, come / diaffan da lume, d'una scuritate / la qual da Marte vène, e fa demora...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 7, pag. 189.7: certi corpi, per molta chiaritade di diafano avere in sé mista, tosto che 'l sole li vede, diventano tanto luminosi, che per multiplicamento di luce in quelli è lo loro aspetto [vincente], e rendono alli altri di sé grande splendore, sì come è l'oro e alcuna pietra.

[3] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 194.22: [25] A volere intendere quello che l'autore dice è da sapere che diaffano importa corpo con actitudine di sua natura al lume, come l'aere e l'acqua, li quali di loro natura non ànno lume da ssé, anzi da ssé ànno oscuritade, ma ànno da lloro natura aptitudine a essere luminose e ricevere lume di fuori, lo quale lume è perfectione del diaffano.

3 Sost. Stato di ciò che è diafano, diafanità.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 7, pag. 190.1: E certi sono tanto vincenti nella purità del diafano, che divegnono sì raggianti, che vincono l'armonia dell'occhio e non si lasciano vedere sanza fatica del viso, sì come sono li specchi. Certi altri sono tanto sanza diafano, che quasi poco della luce ricevono, com'è la terra.

[u.r. 09.01.2009]