DIANZI avv.

0.1 diançi, dianzi, dianzj.

0.2 DELI 2 s.v. dianzi (lat. de antea).

0.3 Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

0.5 Locuz. e fras. da dianzi in qua 1; pur dianzi 1.

0.7 1 In un momento precedente l'attuale, prima.

0.8 Elisa Guadagnini 27.04.2004.

1 In un momento precedente l'attuale, prima.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 74, pag. 358.18: e però le si danno tutti questi nomi, ma dicianne una gocciolina di questo che rimase dianzi. Dissiti che concepette sine semine, ora ti dico che concepette sine libidine...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 10.112, vol. 1, pag. 171: e s'i' fui, dianzi, a la risposta muto, / fate i saper che 'l fei perché pensava / già ne l'error che m'avete soluto».

[3] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4 ott. 139.6, pag. 148: - O Criseida mia, più ch'altra dea / amata assai, e più da onorare / da me che dianzi uccider mi volea / credendo morta te, che vita credi / che sia la mia, se tosto tu non riedi?

[4] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 3, pag. 109.26: - Ecco l'amico tuo, al quale dicesti dianzi tanta villania con molti rimproveri...

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 22.19, pag. 399: «Va pure innanzi, / ché me vedrai qual diamante duro. / Ben penso che di' questo, perché dianzi / mostrai d'aver paura di coloro, / dov'io dissi:- Per Dio, che qui non stanzi! -».

[6] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 113, pag. 94.36: Nota che in questo modo puoj chonosciere questa ragione chonsiderando che quantj meno danari diè dianzj tanto meno tenpo va più oltre i' rresto.

- Locuz. avv. Pur dianzi: appena un attimo fa.

[7] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis III.64, pag. 213: Dove se' or, che meco eri pur diançi?

[8] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 7, 28.3, pag. 92: E ïo, sciagurato, che pur dianzi / di voi m'accorsi, ben che l'ora è tarda, / un fuoco ardente prego che, inanzi / ch'io vada al re, di fuore e dentro m'arda...

- [Per indicare un'azione che continua da diverso tempo:] locuz. avv. Da dianzi in qua.

[9] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 98, pag. 220.36: - Io ho ben veduto Noddo molto ridere da dianzi in qua. -

[u.r. 20.04.2010]