DIGESTIRE v.

0.1 digeste, digestendo, digestere, digestire, digestisce, digestito; f: digestiscie, digiestiscono.

0.2 Da digesto v.

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 2.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Ricette per lattovari, 1310 (fior.); Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.).

0.5 Nota digestere in Ricette per lattovari, 1310 (fior.), metaplasmo di coniugazione.

0.7 1 Sottoporre a un processo di trasformazione; trasformare qsa in qsa altro. 2 Trasformare il cibo ingerito, in modo tale da poterlo utilizzare per le funzioni vitali. 3 Mandare fuori qsa che si è precedentemente ricevuto al proprio interno; espellere (?).

0.8 Maria Clotilde Camboni 19.04.2004.

1 Sottoporre a un processo di trasformazione; trasformare qsa in qsa altro.

[1] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), L. 2, cap. 23: tanta è la forza del nodo [[si parla di innesti]] et della conversione et ravolgimento de' pori che prima salivano, che 'l sugo ritenuto per li nodi et per li pori digiestiscono ad altra forma di pianta, la qual forma si mostra nella quantità et nel sapore de' frutti. || Crescenzi, [p. 61].

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 470.9: Questo sangue si manda per le vene alla concavitade della matrice, alla quale si getta lo spermo, lo quale dalla matrice riceuto ed attratto, sì come il ferro dalla calamitra, si conserva; però che ivi è il luogo aconcio alla conservazione dello spermo per tanto tempo, quanto si richiede a compiuta generazione; ed allora opera nel sangue della femina coagulando e meglio digestendo, sì come fa il presame il latte...

[3] ? Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 23.6, pag. 44: Egli eran bianchi piú che l'ermellino, / coverti di maravigliose veste, / con pomi tutti quanti d'oro fino / sovr' un velluto di color celeste, / e ogni pomo avea il suo rubino / sí come il fior che prima si digeste, / e per picciuoli avean chiari topazii, / le foglie circuncinte in grisopazii. || GDLI 'aprirsi, allargarsi'; costr. pron. o più prob. impers.

2 Trasformare il cibo ingerito, in modo tale da poterlo utilizzare per le funzioni vitali.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 11, pag. 173.15: la natura à dati ei denti all'uomo, acciò ch'elli mastichi la vianda, perciò che 'l calore naturale la possa digestire; e questo il calore naturale non può ben fare, essendo la vivanda non masticata, perciò che non è leggiera a cuocere così come quella ch'è masticata, unde il corpo non à così il suo nodrimento.

[2] Ricette per lattovari, 1310 (fior.), pag. 247.16: Vale ancora questa polvere contro a difetto di viso e contro a scottomia e contra dolore artiqulorum e contra dollore di stomaco, se 'l cibo preso non puote digestere.

[3] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 53.11: Vale anchora, questa polvere, chontra difetto di viso e chontra schotomìa e chontra dolore di stomacho e chontra dolore artichulare; se 'l cibo preso non puote digestire: vale a' menbri e fàe buona memoria.

2.1 Assimilare.

[1] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), L. 2, cap. 8: L'homore più lungamente dimora in cotal luogo [[...]] et inperciò in quel luogho meglio si digestiscie... || Crescenzi, [p. 32].

3 Mandare fuori qsa che si è precedentemente ricevuto al proprio interno; espellere (?).

[1] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), cap. 14, pag. 67.30: Lo inferno e lo avaro, l'uno e l'altro mangia e non digestisce, cioè ismaltisce e non manda fuori, riceve e non rende.

[u.r. 07.07.2011]