DIGESTO (1) agg./s.m.

0.1 degesto, digesta, digeste, digesti, digesto, digestu, digiesta, disgesta.

0.2 DELI 2 s.v. digerire (lat. digestum).

0.3 Regimen Sanitatis, XIII (napol.): 2.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Quatro partite del corpo, 1310 (fior.); Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.); Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.); Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Che è stato sottoposto a un processo di trasformazione. 2 [Detto del cibo:] che è stato elaborato in modo tale da poterlo utilizzare per le funzioni vitali.

0.8 Maria Clotilde Camboni 19.04.2004.

1 Che è stato sottoposto a un processo di trasformazione.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 1, pag. 67.11: sì come impossibile la forma dell'oro è venire, se la materia, cioè lo suo subietto, non è digesta e aparecchiata...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 25.43, vol. 2, pag. 429: Sangue perfetto, che poi non si beve / da l'assetate vene, e si rimane / quasi alimento che di mensa leve, / prende nel core a tutte membra umane / virtute informativa, come quello / ch'a farsi quelle per le vene vane. / Ancor digesto, scende ov'è più bello / tacer che dire...

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 30, 46-57, pag. 714, col. 1.9: Questo pone l'A. per alegoría, che sí como lo soperchio di XXJ carrati fino a la fineza del zusto fiorino è metallo infermo e male digesto...

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 222.1: Caos è una materia grossa e rozza, della quale separandola fue creato il mondo. D'essa dice Ovidio, nel primo libro del Metamorphoseos: innanzi che fosse mare, e terra, e il Cielo che cuopre tutto, a tutto il mondo era una faccia della natura, ch'elli chiamaron caos, rozza e non disgesta materia...

[5] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 25, 31-60, pag. 600.20: Ancor digesto; cioè smaltito quello sangue che rimane ne le vene, mandato quive de la natura perchè si smaltisca, ancora descende da le vene per certe vene ordinate a ciò ne' vagelli spermatici che sono tra' due testiculi...

1.1 [Detto del vino:] che ha completato il processo di fermentazione.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 50, vol. 3, pag. 415.26: onde molto sconciò le ricolte, e guastò molto grano e biade ne' campi, e uve nelle vigne molte ne guastò, e non fu il detto anno il vino né digesto né naturale, e lle terre si poterono male lavorare e seminare.

1.2 Fig.Arricchito dell'esplicazione.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 25.94, vol. 3, pag. 419: Dice Isaia che ciascuna vestita / ne la sua terra fia di doppia vesta: / e la sua terra è questa dolce vita; / e 'l tuo fratello assai vie più digesta, / là dove tratta de le bianche stole, / questa revelazion ci manifesta».

[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 25, 88-99, pag. 563, col. 2.4: Piú digesta, çoè cun parladura piú aperta.

[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 551.7: e dice - più digesta, cioè più aperta che quella d'Isaia; però che Isaia favella per figura, e santo Gioanni in quello luogo favella piano e chiaro.

1.3 Fig.Ben disposto, inclinato.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.55, vol. 3, pag. 161: Cor di mortal non fu mai sì digesto / a divozione e a rendersi a Dio / con tutto 'l suo gradir cotanto presto, / come a quelle parole mi fec'io...

[2] F Cavalca, Frutti della lingua, a. 1342 (pis.): tra ore singularmente sono più convenienti ad orare: cioè l'aurora, la sera, ed al mattutino: perocchè in queste ore l'uomo è più digesto, e sobrio dalle sollecitudini secolari. || Bottari, Frutti della lingua, pag. 72.

1.4 Sost. Ciò che è stato sottoposto a un processo di trasformazione (in riferimento alla teoria scientifica dell'epoca secondo la quale il liquido seminale è sangue sottoposto a un processo di trasformazione: cfr. 1 [2]).

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 371-80, pag. 105.21: E che farebb'ella del sangue che, morendo l'uomo, vermiglio si versa? La sua sete è del digesto che vivi e sani corpi possono senza riaverlo prestare.

2 [Detto del cibo:] che è stato elaborato in modo tale da poterlo utilizzare per le funzioni vitali.

[1] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 551, pag. 579: mangiare sopra cibo non digesto / lo fisico lo judica molesto.

[2] ? Quatro partite del corpo, 1310 (fior.), pag. 245.16: E poi quando la matera fia digiesta e matura, alora collui è da qurare per boca aciò che purghi lo stomaco.

[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 248.6: Digesto è propio smaltito, quando è sobrio, levate via tutte le vivande, quale in nutrimento, quale in feccia.

[4] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 14, pag. 585.29: Altra infirmitati naxi in la ventri di lu cavallu e fa rugitu in la ventri di lu cavallu, zò esti in li budelli, e fa gittari a lu cavallu lu stercu non digestu e mollu comu aqua.

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 7, vol. 2, pag. 171.24: La virtuti digestiva avi diversi intinciuni, et opera sicundu la intenciuni di la natura. Undi opera di lu cibu digestu carni et sangui et lacti quandu avi a lactari, et simenta quandu havi a generari, et criximentu quandu avi a crixiri...

[6] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 133, pag. 265.15: Un'alt(ra) enfermetate adeve' allu c. en nellu ve(n)tre, face(n)te rumore in de le 'ntestine; et fa spesse fiate fumur(e) lu c. lu civo n(on) digesto et liquido como acq(u)a, adeve' m(u)lte fiate p(er) multo manecar(e) et n(on) digesto...

2.1 Fig.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 17.132, vol. 3, pag. 291: Ché se la voce tua sarà molesta / nel primo gusto, vital nodrimento / lascerà poi, quando sarà digesta.

2.2 Sost. Il risultato dell'elaborazione del cibo, che si può utilizzare per le funzioni vitali.

[1] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 4, 1-18, pag. 80.32: la quarta, distributiva del digesto a le parte necessarie...

[u.r. 09.01.2009]