DIGRADARE v.

0.1 degradando, degradare, degradate, degradati, digrada, digradando, digradandosi, digradano, digradar, digradati, digradava, digradi, digradò.

0.2 DELI 2 s.v. digradare (lat. tardo degradare).

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 4.1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Stat. sen., 1352.

0.7 1 Distribuire o distribuirsi gradatamente lungo una scala o serie di altezze, grandezze o valori. 2 Diminuire gradatamente di ampiezza; assottigliare, assottigliarsi. Anche pron. 2.1 Pron. Aumentare gradatamente di ampiezza. 3 Scendere o estendersi a un livello più basso, abbassarsi. 3.1 Fig. Perdere valore o prestigio. 4 Allontanare o allontanarsi. 4.1 Differire nel tempo. 4.2 [Dir.] Derogare da un testo legislativo.

0.8 Pär Larson 05.05.2004.

1 Distribuire o distribuirsi gradatamente lungo una scala o serie di altezze, grandezze o valori.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 33.21: E trovamo li animali svariati de molti colori, e tale è bianco e tale è nero; e tali so' svariati e mesti de questi colori; e entra lo bianco e lo nero trovamo degradati tutti li colori; e li depentori savi che usano li colori sano bene questo. E trovamo tutti li animali svariati e degradati en grandezza; ché entra lo più piccolo animale e lo magiure animale che sia so' degradati tutti li animali, e entra lo più grosso e lo più suttile, e entra la magiure vita e la menore vita.

[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 11, pag. 101.9: Dio fece indel paradiso uno fiume, che correa fuori del paradiso. E di quello fiume discendevano per lo mondo .iiij. fiumi, delli quali l'uno era chiamato Frison e l'altro Dryon. L'uno di quelli quattro fiumi è maggiore, così per ordine digradando.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 32.14, vol. 3, pag. 527: Sarra e Rebecca, Iudìt e colei / che fu bisava al cantor che per doglia / del fallo disse 'Miserere mei', / puoi tu veder così di soglia in soglia / giù digradar, com'io ch'a proprio nome / vo per la rosa giù di foglia in foglia.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. I, cap. 36, vol. 1, pag. 56.17: E di grado in grado sedeano le genti: al di sopra i più nobili, e poi digradando secondo la dignità delle genti; e era per modo che tutti quegli del parlamento si vedeva l'uno l'altro in viso.

[5] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 1.7, pag. 19: Unde convenne che così el partisse / di cerchio in cerchio scendendo a' malnati / dal sommo sapiente digradati / in fin l'abysso du' Lucifer fisse.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 23.19, pag. 154: l'altro li porta dinanzi la spada; / pincerna è il terzo e 'l quarto camerieri. / Quest'ordine, che tanto ben digrada, / fu proveduto a ciò che fosse sempre / sì per elezione e in lor contrada.

[7] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 40, pag. 246.5: Il fuoco è 'l primo e adopera per sé; poi la terra, e poi l'aere, e poi l'acqua; così digrada l'uno l'altro.

[8] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 13, 1-9, pag. 302.11: E questa finzione è consona a la ragione: imperò che minore pena si conviene a minor peccato; sicchè come digradano li peccati, denno degradare le pene.

2 Diminuire gradatamente di ampiezza; assottigliare, assottigliarsi. Anche pron.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 22.133, vol. 2, pag. 385: Ma tosto ruppe le dolci ragioni / un alber che trovammo in mezza strada, / con pomi a odorar soavi e buoni; / e come abete in alto si digrada / di ramo in ramo, così quello in giuso, / cred'io, perché persona sù non vada.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 74, vol. 1, pag. 413.22: e durò nell'aria valicato il fuoco lungamente; e poi cominciò a racogliersi a onde a modo d'una serpe; e 'l capo grosso stette fermo ove il vapore mosse, simigliante a ccapo serpentino, e 'l collo digradava sottile, e nel ventre ingrossava, e poi assottigliava digradando con ragione infino alla punta della coda...

[3] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 22, 130-141, pag. 540.25: E come abeto in alto si digrada; fa qui l'autore una similitudine che, come l'abeto ch'è arbore altissimo cresce in su, sempre assottilliando e diradando; così facea quella in giù...

2.1 Pron. Aumentare gradatamente di ampiezza.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 30.125, vol. 3, pag. 506: Nel giallo de la rosa sempiterna, / che si digrada e dilata e redole / odor di lode al sol che sempre verna, / qual è colui che tace e dicer vole...

3 Scendere o estendersi a un livello più basso, abbassarsi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 6.114, vol. 1, pag. 108: Noi aggirammo a tondo quella strada, / parlando più assai ch'i' non ridico; / venimmo al punto dove si digrada: / quivi trovammo Pluto, il gran nemico.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 243.16: 13. Vedi come da indi ec. 16. Che se la strada ec. Vedi, dice, come di quindi digrada l'obliquo circulo, cioè il zodiaco, il quale è la via delli pianeti...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, conclusione, pag. 439.9: Le piagge delle quali montagnette così digradando giuso verso il pian discendevano...

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 14, terz. 46, vol. 1, pag. 162: E poi chinaron giù nella contrada / appiè di Benevento, si può dire, / benchè due miglia più oltre digrada.

3.1 Fig. Perdere valore o prestigio.

[1] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 45.14, pag. 763: Aggia chi vòl riccor d'argento e d'oro: / che ss'io voi sol aquisto e tegno, ben so / c'onn'altro ricco inver' di me digrada.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 76, pag. 87.33: Chusì aviene a quelli homini che, quando sono asai ravolti in de li diversi intendimenti non fructuosi né chiari, ma schuri e vani, vienno chusì a la fine del loro dì digradando.

[3] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 81.6, pag. 104: Adunque io amo, ed intra i grandi effetti / tuoi, quest'un molto mi piace e aggrada; / questo seguisco, in cui tutti i diletti / son, se diritto l'anima mia bada, / più che in altro compiuti e perfetti; / anzi da questo ogn'altro si digrada, / questo mi fa seguitar quella donna, / che di valore più ch'altro s'indonna.

4 Allontanare o allontanarsi.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 286.18: Molto da l'antica astinenza per lo spazio delli anni digradò il secondo Cato, sì come uomo nato nella cittade già ricca e che godea in delicatezze.

[2] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [c. 1335] 1.68, pag. 23: Disfammi tirannie e uom codardi / va dirizzando con giustizia e spada / e dal mondo digrada / qual pertinace vive in su l'errore.

4.1 Differire nel tempo.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2131, pag. 249: S'afeso t'è di fatto, / dicoti a ogne patto / che tu non sie musorno, / ma di notte e di giorno / pensa de la vendetta, / e non aver tal fretta / che tu ne peggior'onta, / ché 'l maestro ne conta / che fretta porta inganno, / e 'ndugio è par di danno; / e tu così digrada: / ma pur, come che vada / la cosa, lenta o ratta, / sia la vendetta fatta.

4.2 [Dir.] Non osservare, derogare da un testo legislativo.

[1] Stat. sen., 1352, pag. 38.25: niuno della detta compagna o vero corte di Monistero sopra detto possa nè debbi per alcuno modo nella detta corte o vero distretto giocare a niuno giuocho di dadi vietato per li statuti del comuno di Siena, sopto pena di dieci soldi di denari senesi per ciascuno et ciascuna volta di fatto sia tolta per lo capitano sopra detto et contra a le predette cose si ponghino per li, cioè, capitano et gonfaloniere della detta conpagna segrete guardie, a le quali nelle loro dinuntie si die dare et dia piena fede, non digradando per questo niuno statuto del comuno di Siena.

[u.r. 20.04.2010]