DILAVARE v.

0.1 delavado, delavare, dilavata.

0.2 DELI 2 s.v. dilavare (lat. tardo delavare).

0.3 Pamphilus volg., c. 1250 (venez.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74.

In testi sett.: Pamphilus volg., c. 1250 (venez.).

0.7 1 [Sogg. un liquido, in part. l'acqua:] erodere la superficie di un corpo scorrendovi sopra. 1.1 Estens. [Di un colore:] perdere di intensità; sbiancare; impallidire.

0.8 Rosa Piro 31.05.2004.

1 [Sogg. un liquido, in part. l'acqua:] erodere la superficie di un corpo scorrendovi sopra.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 8, pag. 127.4: E noi vedemo l'acqua delavare la terra e scéndare de li monti colle petre aseme e riempiere le valli e inalzare lo piano...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (ii), par. 105, pag. 433.13: questa è dagli incendi evaporanti arsa, dalle folgori celestiali percossa e da' tremuoti subterranei dicrollata; questa è dai diluvi dilavata, da' raggi solari essusta e da' ghiacci ristretta.

- Fig.

[3] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 486.14: Li vini apresta li animi e fali aperti ali calori; lo pensier fuçe e fi delavado per molto vin.

1.1 Estens. [Di un colore:] perdere di intensità; sbiancare; impallidire.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 65.3: E lo amore no darà a mi nigun dì umele e neguna note quieta, enanti lo vano amore sempre contorba mi misero, e sovençe fiade per piçola ora fi delavado lo colore de lo meu volto».