CORAGGIOSO agg./s.m.

0.1 coraçosi, coraçoso, coraggiosa, coraggiose, coraggiosi, coraggioso, coragiosi, coragioso, coraiusi, corayoso, corayusi, corayuso, corazosa, corraggioso, curagioso, curaiusi, curayusi.

0.2 Da coraggio.

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.4.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.).

In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1289); Tristano Veneto, XIV.

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Che ha forza d'animo; che osa, ardimentoso, audace. 1.1 Sicuro di sé, che non esita. 1.2 Valoroso nei fatti d'arme; prode. 1.3 [Rif. ad animali]. 1.4 [Detto di un'azione o di un comportamento:] che richiede e comporta ardimento. 2 [Detto dell'agire:] ispirato alla franchezza d'animo; onesto. 3 Di nobili origini. 3.1 Dal cuore nobile; generoso (nei sentimenti).

0.8 Elena Paolini 28.05.2004.

1 Che ha forza d'animo; che osa, ardimentoso, audace.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 9.24, pag. 62: Sentomi sì gioioso / quando mi penso bene / la gio', ch'eo degio avere, / vivonde coragioso / ch'a lo core mi vène / un sì fèro volere, / che mi tolle 'l savere e l'entendanza...

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.2, pag. 885: Umìle sono ed orgoglioso, / prode e vile e corag[g]ioso, / franco e sicuro e päuroso, / e sono folle e sag[g]io, / e dolente e allegro e gioioso, / largo e scarso e dubitoso, / cortese e villano enodioso...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 4, pag. 117.28: Sì come noi vedemo, ché, perciò ch'ellino non sono troppo caldi, si come quellino che sono in giovenezza, ellino non sono troppo arditi né troppo coragiosi...

[4] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 39, pag. 505.18: uomo per animo barbaro, ma iera per savere e per prodezza coraggioso e ardito, grande per potenzia...

[5] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 116.5, pag. 197: Amico caro meo, vetar non oso / ned ubidire deggio il tuo comando; / ché 'l tuo affare m'è tanto amoroso, / ch'ogni preghero fai prendo in comando, / e di cheder perdon son coraggioso / più per disubidir che dir fallando...

[6] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 34, vol. 3, pag. 344.7: Tullio disse: Tutto che virtù faccia l'uomo coraggioso all'aspre cose, tutta la guarda egli più al comune bene che al proprio.

[7] Dante, Rime, a. 1321, D. 56.10, pag. 221: Ne gli altri due non so prender fidanza: / l'un meco ardisce e fammi coraggioso / ched io d'amor richieda la mi' amanza; / l'altro mantiene il cherir temoroso.

- Sost.

[8] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 24, pag. 56.2: Il coraggioso spregia la morte, e al codardo la vita è nojosa, e grave.

1.1 Sicuro di sé, che non esita.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 30, pag. 68.7: E così è veramente, che 'l dicitore quando parla, conviene che sia sicuro e coraggioso, però che 'l dire sempre manca per lo timore...

1.1.1 Che si mostra imperturbabile (rispetto al corso degli eventi).

[1] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 26, pag. 68.17: E Orazio dice: «Tu de' essere forte e coraggioso alle fellonesche cose, et alle piacente altrettale».

1.2 Valoroso nei fatti d'arme; prode.

[1] Memoriali bologn., 1279-1300, (1289) 37.12, pag. 70: Mort'è la valenza / tanto dotata / del re Manfredo Lanza / e lla soa gran possanza / ch'era sí vertudiosa. / Deo, come l'è grave cosa / a gredere e a pensare! / Ché facea -l arditanza / naturale corazosa...

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 7, pag. 47.5: L'ottava schiera ha pedoni cinquecento cinquantacinque, e cavalieri sessantasei, e questa coraggiosi giovani desidera, perchè dipò la seconda schiera istà nel mezzo.

[3] Fiore, XIII u.q. (fior.), 207.3, pag. 416: Franchez[z]a sì venne primieramente / Contra lo Schifo, ch'è molto oltrag[g]ioso / E per sembianti fiero e corag[g]ioso; / Ma quella venne molto umilemente.

[4] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 94.7: Unde Pompeio, vedendo che la battallia pur convenia che fussi, ordenò tucta la gente sua e con alegro e fiero viso disse fra loro sì umele e savie e franchissime parole, ch'è ciascuno de li suoi più coraggioso e vollioso de mellio fare.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 61.24: 24. Poy di li urdinaciuni cavalariski conveni que dicamu apressu di li cosi urbani, chò esti qui se facianu a lu theatru; ca eciandeu quisti chosi spissi fiata assemblaru curaiusi skeri di cavaleri...

[6] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), II, cap. 4, pag. 43.28: quelli che hanno grande corpo, possono essere forti: ma rado crediamo che siano coraggiosi et atti a combattere; forte è dunque chi sostiene e non si muove.

[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 170, pag. 160.8: Sì qu'ello fo tropo granmentre dolente de quella morte, perqué ben sapia tuti queli li qual questo conto oldirà, che in lo tempo delo re Artus non era al mondo prinçipo plui valente né plui corayoso né che plui tere avesse conquistado...

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 27, pag. 231.16: Ma, signuri, chi avesse veduto con quanto dolore li Troyani insivano a combattere, perzò cha givano senza la guida e lo favore de quilli fortissimi e coraiusi campiuni Hector, Troylo, e Deyphebo bene averria stremessuto vedendolo per pietate.

1.2.1 Dotato di sagacia tattica.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 33, vol. 2, pag. 51.19: Il capitano ch'era coraggioso e avisato, inanzi che ll'asedio li venisse adosso, ebbe CCC suoi cavalieri e V.c masinadieri...

1.3 [Rif. ad animali].

1.3.1 Pronto ad avventarsi sulla preda; dotato di istinto predatorio; aggressivo.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 66, pag. 80.23: Ma pur questo è veduto provato e provasi ciasciuno die, ch'elli [[il leone]] è la piò coraggiosa bestia e la piò aldace cioè prunta a offendere che nulla altra bestia che sia, specialmente quande elli è provocato o citato a chosa unde elli prende curruccio u scaldamento.

[2] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 8, pag. 26.4: Bene èe vero ch'è buono talvolta ucellare a l'oghe, imperò che li falconi ed astori se vi fanno e ventano più arditi e coraçosi, ma pogo se vuole usare, perchè tutti li grandi ucelli troppo faticano li falconi e guastanosi.

1.3.2 [Detto del cavallo:] che resiste ad essere imbrigliato; indomito; ribelle.

[1] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I, pag. 52.3: Ma li colli dei giovenchi, per domarli, si caricano di giovo, e i corag[g]iosi cavalli si doman col freno su li denti.

1.4 [Detto di un'azione o di un comportamento:] che richiede e comporta ardimento.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 5.9, pag. 76: E poi ch'i' non trovo pietanza, / [...] per paura o per dottare / s'io perdo amare, / Amor comanda ch'io faccia arditanza. / Grande arditanza - e coraggiosa / in guiderdone Amor m'à data, / e vuol che donna sia 'quistata / per forza di gioia amorosa...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 95, pag. 310.35: Utile sarà a dire non solamente chente debbono essere i buoni uomini, e divisare le loro figure, e fazioni, ma eziandio raccontare chente sono stati, e sporre, e ricordare quelle ultime, e coraggiose fedite di Catone, per le quali franchezza fu morta, e libertà.

[3] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 127.119, pag. 195: Tu puoi ben dir, che 'l sai, / Come lor gloria nulla nebbia offosca; / E, se va' 'n terra Tosca, / Ch'appregia l'opre coraggiose e belle, / Ivi conta di lor vere novelle.

2 [Detto dell'agire:] ispirato alla franchezza d'animo; onesto.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 27, pag. 466.1: 70. Se non fosse il gran Prete ec. Cioè papa Bonifazio, sommo pontefice. 73. Mentre ch'io forma fui ec. Qui palesa, che lle sue opere non furono mai coraggiose, ma frodolenti, e che per questo fue nominato in tutte parti.

3 Di nobili origini.

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 299.19, pag. 349: Ora vegendo di lui esser orto / e de la donna saggia e vallorosa, / ch'a ogni onore è d'intelletto porto, / de la schiatta gentile e coraggiosa / Pigli da Carpi, Madonna Taddea, / penso costui serà mirabil cosa, / essendo sceso di cotal genea / col nome ancor di Beltrando novello, / che col valentre avol si ricrea.

3.1 Dal cuore nobile; generoso (nei sentimenti).

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2, ott. 1.4, pag. 42: Standosi in cotal guisa un dì soletto / nella camera sua Troiol pensoso, / vi sopravvenne un troian giovinetto / d'alto legnaggio e molto coraggioso; / il qual veggendo lui sopra il suo letto / giacer disteso e tutto lacrimoso, / - Che è questo - gridò - amico caro? / Hatti già così vinto il tempo amaro?

[u.r. 28.05.2009]