CORTE s.f.

0.1 ccorte, chorte, chorti, chortte, cors, cort, cort', corta, corte, corti, corto, cortte, curte, curti, korte.

0.2 Lat. cohors, cohortem (DELI 2 s.v. corte).

0.3 Doc. fabr., 1186: 6.1.16.

0.4 In testi tosc. e corsi: Doc. montier., 1219; Doc. sen., 1235; Lett. sang., a. 1253; Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Doc. pis., 1264 (3); Doc. prat., 1275; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Doc. pist., p. 1291; Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm.; Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.); Stat. volt., 1336; Doc. amiat., 1374 (2); Doc. cors., XIV.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Patto Aleppo, 1225 (ven.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Doc. venez., 1281/84; Amore di Gesù, XIV in. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Doc. udin., 1354.

In testi mediani e merid.: Doc. fabr., 1186 ; Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Doc. castell., 1261-72; Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Doc. assis., 1336; Stat. casert., XIV pm;Lett. napol., 1356, 3; Doc. orviet., 1339-68, [1368]; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Stat. mess. (?), 1320; Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343.

0.5 Locuz. e fras. andare a corte 3.5, 6.4, 6.5; andare alla corte 6.4; bandire una corte 5.1.1; chiamare a corte 6.7; corte bandita 5.2; corte da sollazzo 4.1; corte dei beni patrimoniali 6.1.12; corte dei forestieri 6.1.5; corte dei malefici 6.1.7; corte dei mercanti 6.1.10; corte dei piati 6.1.15; corte della mercanzia 6.1.10; corte della ragione 6.1.17; corte della vicheria 6.1.19; corte dell'esecutore 6.1.4; corte del maleficio 6.1.7; corte del mare 6.1.9; corte del mercatante 6.1.10; corte del mobile 6.1.11; corte del patrimonio 6.1.12; corte del piato 6.1.15; corte del popolo 6.1.13; corte di malefici 6.1.7; corte di maleficio 6.1.7; corte di petizione 6.1.14; corte di ragione 6.1.17; corte maggiore 6.1.6; corte sbandita 5.2.1; entrare alla corte 6.5; entrare nella corte 6.5; essere a corte 6.8; essere a una corte 4.2; essere alla corte 6.8; fare corte 3.7; fare corte 4.2.1; fare la corte 5.1; fare una corte 5.1; gire a corte 6.4; in corte 6.2; in corte e fuori di corte 6.2.1; in corte o fuori di corte 6.2.1; levare la corte 6.9; maggior corte 6.1.6; mantenere corte 3.6; menare a corte 6.7; menare alla corte 6.7; mettere in corte 2.1; per la corte 6.2; ponere la corte 6.9; reggere corte 6.3; richiedere a corte 6.7; richiedere alla corte 6.7; ritrarre a corte 6.7; senza corte 6.2.2; stare sotto una corte 6.7; tenere corte 3.6, 4.2, 6.3; tenere corte 4.2.1; tenere corte e ragione 6.4; tenere la corte 5.1; tenere una corte 4.2, 5.1; trarre a corte 6.7; trarre alla corte 6.7; uomo di corte 3.4, 3.4.1; venire a corte 3.5, 6.4; venire nella corte 6.4.

0.6 N Improbabile la forma masch. lu curti in Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 13, vol. 1, pag. 41.22, poiché tutte le altre forme del testo sono femm.

0.7 1 Spazio aperto, all'interno o all'esterno di un edificio, circondato da mura. 1.1 Luogo dove si abita, casa. 2 Organizzazione dell'età feudale costituita da un fondo dominante (per lo più con un castello fortificato), dal quale dipendono altri fondi. I terreni sottoposti. Con l'affermarsi dei Comuni le terre passarono alle loro dipendenze. 2.1 [Econ./comm.] Locuz. verb. Mettere in corte: importare merce in un det. territorio. 3 Gruppo di persone che vivono nella residenza (stabile o itinerante) del re (o del signore, del Papa), svolgendovi le proprie mansioni (dalle più umili agli incarichi di governo). Il re (o il signore) e il potere politico da lui esercitato. Anche con rif. al prestigio sociale del luogo, al lusso e ai divertimenti, oltre che al clima di invidia e malversazione in esso presenti. Anche fig. 3.1 Corte romana, di / da Roma, di Papa. 3.2 Residenza della divinità (o dell'Anticristo) e consesso degli angeli e dei beati. 3.3 Corte di, dell'Amore: luogo immaginario dove abita il Dio Amore, in compagnia dei suoi eletti. 3.4 Locuz. nom. Uomo di corte: chi vive a corte o la segue nei suoi spostamenti, svolgendovi le mansioni attribuite; anche con rif. alla nobiltà dei costumi e al prestigio sociale. 3.5 Locuz. verb. Andare, venire a corte: presentarsi al cospetto di un signore. 3.6 Locuz. verb. Tenere, mantenere corte: ospitare e intrattenere i cortigiani nella propria residenza; dimorare in un luogo insieme al proprio seguito. Anche fig. 3.7 Locuz. verb. Fare corte: stare al seguito di un signore. 3.8 [Prov.] 4 Gruppo di persone riunite. Anche fig. 4.1 Locuz. nom. Corte da sollazzo: riunione di persone che intrattengono una conversazione amena. 4.2 Locuz. verb. Tenere (una) corte; essere a una corte con qno: stare insieme, radunarsi; farsi compagnia. 5 Ricevimento, che può durare anche più giorni, per festeggiare un'occasione (per es. le nozze o il cavalierato). Anche il luogo, solennemente addobbato, dove questo si svolge. 5.1 Locuz. verb. Fare, tenere una / la corte: dare un ricevimento. 5.2 Locuz. nom. Corte bandita: ricevimento a cui tutti sono invitati mediante un bando. 6 [Dir.] Collegio con incarichi ufficiali; in partic. collegio giudicante. Luogo in cui tale collegio si riunisce. Pubblica autorità. Il giudizio divino. Anche fig. 6.1 [Dir.] [Seguito da una specificazione]. 6.2 Locuz. avv. In corte, per la corte: rivolgendosi a un tribunale (anche in contrapposizione a soluzioni amichevoli). 6.3 [Dir.] Locuz. verb. Tenere corte (e ragione); reggere corte: adempiere alle proprie funzioni; governare, amministrare la giustizia. Anche fig. 6.4 [Dir.] Locuz. verb. Andare a / alla corte, gire a corte, venire a / nella corte: presentarsi al cospetto di un collegio. 6.5 Locuz. verb. Andare a corte, entrare alla / nella corte: diventare senatore. 6.6 [Dir.] Locuz. verb. Stare sotto una corte: essere sottoposti a un giudizio, venir processati. 6.7 [Dir.] Locuz. verb. Chiamare, ritrarre a corte; menare, richiedere, trarre a / alla corte qno: portarlo al cospetto di un collegio, denunciarlo. Anche fig. 6.8 [Dir.] [Detto di un'assemblea:] locuz. verb. Essere a, alla corte: essere riunita. 6.9 [Dir.] Locuz. verb. Ponere, levare la corte: aprire (chiudere) la seduta del collegio. 7 Collegio che amministra un'Arte.

0.8 Rossella Baldini 05.03.2004.

1 Spazio aperto, all'interno o all'esterno di un edificio, circondato da mura.

[1] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 42.3: E de la soma ki solevan dar, tri darami, mo si devene pagar dui et constituir a nui la corte e lo fontego e la glesia et lo bagno e lo forno.

[2] Mattasalà, 1233-43 (sen.), c. 26v.18: (E) ancho sì si fece ribandire Matasalà a Luterengo banditore [[...]] nela porta Salaia (e) nela chorte da San Pelegrino.

[3] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 61, pag. 587.1: et avea la via la quale se dicea nova, [[...]] et avea molti belli corti, li quali erano de divo Delpino...

[4] Doc. pist., p. 1291, pag. 130.18: Inp(r)ima una casa (e) uno cellieri (e) una capa(n)na (e) corte co(n) t(er)ra lavorandaia (e) vigna (e) oliveto (e) boscho (e) chastangneto...

[5] Stat. sen., 1298, dist. 7, cap. 7, pag. 252.10: Item statuimo et ordinamo, che i panni delli uomini dell'Arte che tornano anzi la loro vicenda, et sono arrecati da le gualchiere, debbiano stare tanto ne la corte dell'Arte, che li altri panni che andaro prima, sieno arrecati ne la decta corte.

[6] Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.), pag. 137.2: Abbo cho[m]perato da Ghiduco Lamberti unna pesa cho· chasa sopra sei e cho· chasalino e cho· chorte dirieto...

[7] Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.), pag. 13.24: tutti i coritoi, le corti e l'anticorti ed ogni particiella de la casa fu coperta le mura di capoletti belisimi e di bancali...

[8] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 22, pag. 29.9: La corte sia volta al meriggio, sicchè 'l caldo riceva al verno: e se le bestie che v'hanno a stare avessero la state troppo caldo, facciasi loro un portico...

[9] Doc. amiat., 1374 (2), pag. 115.31: Ancho lassa a Pietro suo nipote una vingna posta all'aia della corte...

- Chiostro.

[10] Stat. pis., 1330 (2), cap. 59, pag. 496.25: Et in della corte u vero chiostro del palagio soprascripto, in del quale è lo pósso, nullo chavallo tenere u essere permettròe, u che io ne faccia stalla; ma quella corte farò essere et stare netta et purgata.

[11] Gl Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 172.8: Misser lo vichario di misser lo inperadore si tornò per sua stanza a San Michele et quivi, esendo per volere dismontare, et desendo i[n] sul ballatoio della chorte di San Michele, ciò è del chiostro, chon molti cittadini, lo decto ballatoio chadde e miser lo vichario, esendovi suso, fu di quegli che chadde.

1.1 Luogo dove si abita, casa. || (Ageno, Jacopone, p. 452).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 12.44, pag. 42: L'ultema che fa la morte, che dà 'l corpo a sepultura: / né palazo i dà, né corte, ma è messo en estrettura...

1.1.1 Fig. Anima. || Presso Jacopone hanno lo stesso significato le forme mascione e stazone (Ageno, Jacopone, p. 452).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 7.5, pag. 22: Dal diavolo a l'alma lo viso è roffiano, / e quanto pò se studia de metterglila en mano; / si ode fatto vano, reportalo a la corte: / la carne sta a le porte, per le novelle audire.

2 Organizzazione dell'età feudale costituita da un fondo dominante (per lo più con un castello fortificato), dal quale dipendono altri fondi. i terreni sottoposti. Con l'affermarsi dei Comuni le terre passarono alle loro dipendenze. || In più casi la corte intesa come 'collegio con incarichi ufficiali' (v. 6) non si differenzia da questo significato.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 50.20: It. iurano neuno furto k'elli sapesse ke fusse di Mo(n)tieli u de la curte [[...]] no(n) co(m)parare né far co(m)parare sanza paravola del signore u co(n)suli di questa compa(n)gnia.

[2] Doc. sen., 1235, pag. 112.11: Benno vetturale, (e) sta nela Corte novella, xi s. (e) iii d.. || Potrebbe anche stare sotto 1.

[3] Doc. castell., 1261-72, 6, pag. 26.1: [Sinibaldo de] Paolino da Monte dela corte de Monte Miçano dé dare VJ li. e VJ s. [per le tre parti de] J vaka...

[4] Doc. fior., 1274-84, pag. 479.29: Avemo aloghato a lavorare ad afitto a Manetto f. Dietifeci e a Dino (e) a Tieri su' figliuoli u· nostro podere posto nel populo di San Donato a Laviçano corte di Quarantola in uno anno...

[5] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 16.21: Et al costui tempo andaro li Fiorentini ad oste sopra Mortennana uno Castello degli Squarcialupi, ch'era molto forte, et avea gran corte...

[6] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 456, vol. 1, pag. 298.17: statuto et ordinato è, che lo cassaro et le molina et XXII parti de le trenta parti del castello, giurisdictione et corte di Campagnatico, con le pertenentie loro [[...]] et da esso comune non possa essere alienato o vero pegnorato...

[7] Stat. volt., 1336, cap. 7, pag. 11.16: Item è ordinato che i consoli e 'l camarlingo dell'arte possano et debbano fare et rendere ragione a qualunque la domandasse contro a ciascuno dell'arte secondo el modo et con quelli termini che si fa nella corte di Volterra per lo comune.

2.1 [Econ./comm.] Locuz. verb. Mettere in corte: importare merce in un det. territorio.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 131.35: Cristiani pagano all'entrare d'ogni mercatantia 10 per centinaio e non altro diritto [[...]] e conviene chi mette in corte [[di Tunisi]] faccia di patto di potere scontare ogni diritto e fedo di cristiani e di saracini. Chi ne trae tanto quanto à messo non paga nulla, ma chi trae e non à messo paga mezzo diritto.

3 Gruppo di persone che vivono nella residenza (stabile o itinerante) del re (o del signore, del Papa), svolgendovi le proprie mansioni (dalle più umili agli incarichi di governo). Il re (o il signore) e il potere politico da lui esercitato. Anche con rif. al prestigio sociale del luogo, al lusso e ai divertimenti, oltre che al clima di invidia e malversazione in esso presenti. Anche fig. || In alcuni casi l'accezione è tutt'uno con 'collegio che governa' (vd. [7]).

[1] Doc. pis., 1264 (3), pag. 390.19: Et se abisognasse ala corte nostra [[scil. dell'emiro di Tunisi]], possa la corte piliare de le treie nave l'una ad naulo...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 7, pag. 290: In cort dr'imperator nixun hom se saveva / K'avess quella possanza ke quest segnor haveva.

[3] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 110, pag. 491: Il vostro riso mi fa più di bene / che s'io passasse oltre la Cors di riso...

[4] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1495, pag. 228: Hacci gente di corte / che sono use ed acorte / a sollazzar la gente, / ma domandan sovente / danari e vestimenti: [[...]] ma già non ublïare, / se tu puoi megliorare / lo dono in altro loco, / non ti vinca per gioco / lusinga di buffone...

[5] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 5, pag. 120.12: Che sì come e villani che vivono solitari e senza compagnia di genti, sono orridi e salvatichi, così ei gentili uomini che vivono in gran compagnia, sono compagnevoli e cortesi. Perciò che costumano ne le corti dei gentili uomini, usano molte genti, le quali si studiano d'avere buoni costumi.

[6] Cronica fior., XIII ex., pag. 102.14: Di costui si dice ch'elli fue il primo papa che con corte dimorò prima in Orivieto...

[7] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 64, pag. 119.19: E quando la lettera fue giunta a corte der ree Arturi e ffue letta davanti ali cavalieri, molto si rallegra lo ree e la reina e la corte tutta.

[8] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 72, pag. 353.5: Vedi ne la corte de· re: sonci gli esecutori, comandatori, giudici, proveditori, consiglieri. Ai primi, cui è revelato le cose secrete, sì sono i consiglieri, che stanno presso a llui, e per quegli viene poi agli altri.

[9] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 10, pag. 113.9: e però che nelle corti anticamente le vertudi e li belli costumi s'usavano, sì come oggi s'usa lo contrario, si tolse quello vocabulo dalle corti, e fu tanto a dire cortesia quanto uso di corte.

[10] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 227.2: MCCCXXXJ In quisto millesimo, dì XVJ de giungno, arvene de Corte don Gulino de Nucciolo da Montebiano...

[11] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 1, vol. 1, pag. 406.16: Di gente di corte, minestrieri o giucolari, non si dilettò mai.

- In corte e fuori di corte.

[12] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 38, pag. 59.30: e però richiedete sicuramente gli amici li quali, con meco insieme, vi si profferano in avere e in persone, in corte e fuori di corte, a tutti li vostri onori e grandezze.

3.1 Corte romana, di / da Roma, di Papa.

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 4.47, pag. 909: Quel[li] frorisce e grana / che serve a· re Manfredi; / ne la corteromana / mal v'odi e mal vi vedi.

[2] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 58.17: Stando il re C[arlo] in quel tempo in corte di Roma [[...]] Quando il re C[arlo] udío questo, multo cruccioso e incontanente fu al papa, e disse...

[3] Libro segreto di Giotto, 1308-30 (fior.), [1315], pag. 466.39: per ispese fecie a Rodi e a Corte di Papa a Vignone lbr. 393...

[4] Doc. udin., 1354, pag. 329.1: Dona Berta laudavo Martin fiolo di Sabadin per vostro legitimo sposo e marido segondo comanda la rasone de la Cortda Roma e la Cha d'Agulea e la usanza di Friul...

[5] Lett. napol., 1356, 3, pag. 127.13: Lu re da Ragona, essendo in Corte, ave jurato (et) p(ro)misso ancora bone obligacione facte in Curte de papa de p(er) nullo te(m)pu dare aiuto o consillo a li occupatore de l'isula n(ost)ra d(e) Sicilia...

3.2 Residenza della divinità (o dell'Anticristo) e consesso degli angeli e dei beati.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 545, pag. 619: S'eu fui sì fole q'eu no fui aveçuo / q'en li peccati son longamen çasuo, / da q[e] eu me repento de ço qe m'è aveg[n]uo, / en la Toa corte dô esser recevuo, / dig mei peccadhi deslavad e solvuo.

[2] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 272, pag. 112: Lo nostro re bene averà parlato, / entro la corte de l'Antechristo falso, / anançi toti sì l'avrà vergunçato...

[3] Poes. an. urbin., XIII, 16.2, pag. 574: Madonna, vui andate / a la cortesovrana: / la gente cristïana / recommandate - all'alto Imperatore.

[4] Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm., 2.64, pag. 17: «Ave», disse nel saluto, / «[ma]donna se' grandissima. / Lo Signore mi ci manda, / ché la corte t'addimanda / per compiére la vidanda / di gran gioia allegrissima.

[5] Amore di Gesù, XIV in. (ver.), 33, pag. 47: Dondo [en] lo cel e ['n] la corto divina / el è constituia donna e raina...

[6] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 697, pag. 41: a·llatu se·nne gìo ad l'alta maiestate / et à tucta la corte in potestate.

- [Nell'invocazione o nel commiato di scritti pubblici e privati].

[7] Libro segreto di Arnoldo, 1308-12 (fior.), [1308], pag. 395.3: Al nome del nostro Sengniore Gieso Christo et de la sua benedetta Madre Madonna e Santa Maria e di tutta la Corte di vit'eterna che mi concieda grazia a me Arnoldo...

[8] Stat. fior., 1333, Prologo, pag. 19.4: Ad honore et reverentia del nostro Signore Gesu Christo [[...]] et di tutta la Corte di Paradiso...

[9] Libro giallo, 1336-40 (fior.), pag. 3.2: Al nome di Dio e della Vergine Sua Madre Madonna Santa Maria e di tutti i Santi e Sante di Paradiso e di tutta la Cortedi Cielo che ci dieno grazia di ben fare e di ben dire...

[10] Stat. gen., 1340, pag. 9.7: A honor de De e de la bià Vergen Madona Sancta Maria e de tuti li santi e le sante e de tuta la corte celestià in eternum amen.

[11] Stat. palerm., 1343, Esordio, pag. 3.6: Ad memoria et ad reverencia di la gloriosissima passioni di lu nostru singnuri Iesu Christu, et di la gloriusa Virgini Maria, et di lu beatu miser sanctu Nicola, et di miser sanctu Franchiscu e di tucta la curti di paradisu...

3.3 Corte di, dell'Amore: luogo immaginario dove abita il Dio Amore, in compagnia dei suoi eletti.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 13.32, pag. 28: ché de bass'om m'ave fatt'alto, sovre / tutt'altri, e ben d'amore 'n corte sovr'è.

[2] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 14, pag. 63.20: Certo io son messo che vegno dalla corte dell'amore, il quale mi manda a voi, che gli solviate questa quistione...

[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 11 Proemio.18, vol. 3, pag. 343: Su la porta dimora / et àlla aperta e certi dentro chiama / et a sergenti clama / che li sinistri non lassin venire. [[...]] Or non v'ò divisata / la corte d'Amor dove questa porta.

[4] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 121-30, pag. 57.23: Questa misera valle è quella corteche tu chiami «d'Amore» e quelle bestie che tu di' che udite hai e odi mugghiare sono i miseri, de' quali tu se' uno, dal fallace amore inretiti.

3.4 Locuz. nom. Uomo di corte: chi vive a corte o la segue nei suoi spostamenti, svolgendovi le mansioni attribuite; anche con rif. alla nobiltà dei costumi e al prestigio sociale.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 55, pag. 245.1: Marco Lombardo, uomo di corto savissimo più che niuno di suo mistiere fosse mai...

[2] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 16, pag. 149.11: alcuno valoroso uomo di corte, nominato Guiglielmo Borsiere.

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 11, pag. 52.17: et tando lu pariti auchise unu monacellu, ky era figlu de unu homu de curti.

[4] Gl Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 79, vol. 2, pag. 155.26: E così caldi e disperati ne vennero al ponte a Guarestona sopra la Liscia presso di Lilla, e acamparsi incontro all'oste del re di Francia; e per loro araldi (ciò sono uomini di corte) feciono richiedere lo re di battaglia.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 8, pag. 619.16: E per ciò dico che essendo in Firenze uno da tutti chiamato Ciacco, uomo ghiottissimo quanto alcuno altro fosse giammai, e non potendo la sua possibilità sostener le spese che la sua ghiottornia richiedea, essendo per altro assai costumato e tutto pieno di belli e di piacevoli motti, si diede a essere non del tutto uom di corte ma morditore...

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 165, pag. 407.26: Carmignano da Fortune del contado di Firenze fu uno uomo di stratta condizione, però che quasi visse, non come uomo moderato, non come uomo di corte, ma vestito in gonnella bisgia, sanza mantello...

- [Con connotazione neg.].

[7] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 40, pag. 85.21: Dunque tieni, che questo modo di parlare abbondante, e ruvinoso, par più convenevole a uomo di corte, e vanaglorioso, ch'a uomo che 'ntende d'insegnare la verità a coloro, a cu' elli parla.

3.4.1 Locuz. nom. Uomo di corte: chi è addetto all'intrattenimento di una corte o compagnia, anche suonando strumenti e recitando poesie.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 18, pag. 28.12: e ponono li savi che entra tutte le sue significazioni significhi propriamente le donne [[...]] e significa li giocolatori e li òmini de corte, e tutte le generazioni de la lussuria...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 18, pag. 57.37: E tutte le volte che 'l re od altri dona ai begolardi o agli uomini di corte, o a cui ellino non debbono, ellino non sono più larghi né liberali. Ché i giocolari e i bordatori, e molte maniere di genti debbono meglio essere pòvari che ricchi.

[3] Gl Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 190, vol. 2, pag. 313.14: Et neuno giollaro o vero huomo di corte o buffone, volgarmente intendendo, possa avere commiato in pecunia o vero dono alcuno o vero alcuni de la città, per cagione d'alcuno cavaliere novello, el quale si facesse...

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.66, pag. 307: Gran compagna gi va derré / de gran segnor e cavaler; / omi de corte e sonaor / con sivoreli e tanbor, / chi robe aquistam e dinar / pur per schergnir e jufrar.

[5] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 6, 49-60, pag. 100, col. 2.2: Questa anima era de Sordello che fo da Mantoa, e fo omo di Corte e dixedore in lengua proenzale...

[6] Gl Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 98.4: e nota, lettore, in lui una condizione, per la quale l'Autore più tosto il nomina ch'altro, cioè perchè fu uomo di corte, cioè buffone...

[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 12, vol. 2, pag. 244.21: vanno affaitati, e puliti, come meretrici, vestiti a foggia come giullari, e uomini di Corte, forniti, e adobbati come re, e baroni.

[8] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 6, pag. 320.21: In questa quarta parte fa menzione di Sordello, il quale fu mantovano e fu huomo di corte, chantore e sonatore ed era huomo virtudioso...

[9] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 9, pag. 23.19: Il quale messer Giovanni [[...]] disse a uno uomo di corte, chiamato maestro Piero Guercio da Imola, piacevole buffone, e sonatore di stormenti...

[10] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 192, pag. 486.18: Se io scrittore dico il vero, guardisi l'esemplo: come a uno di questi tali, o a giullari, o a uomeni di corte, che sono quasi simili, apparisce uno che con una cosa che faccia, o con un motto gli morda, o mostri me' di loro, subito pèrdono che paiono morti.

3.5 Locuz. verb. Andare, venire a corte: presentarsi al cospetto di un signore.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 49, pag. 165.13: Et questo piacque agli altri, e così incontanente, con giuratori e con pochi altri, divotamente andaro a corte di Ser Melibeo. Allor Ser Melibeo si levò diritto, e infra l'altre parole disse...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 43.218, pag. 162: Le Beatitute, questo odenno, / con grande vivaceza vengo a corte: / «Meser, le pelegrine a te venenno...

[3] Cronica fior., XIII ex., pag. 134.18: Nel decto tenpo il principe Carlo secondo venne a corte, ed innorevolemente dall'Apostolico e da' suoi frati cardinali fu receputo...

3.6 Locuz. verb. Tenere, mantenere corte: ospitare e intrattenere i cortigiani nella propria residenza; dimorare in un luogo insieme al proprio seguito. Anche fig.

[1] Pallamidesse Bellindote (ed. Monaci), a. 1280 (fior.), 29, pag. 292: Poi nonn à pietanza / e m'à condotto a mortte, / grevemente è ffalluto; / ben à tenuto usanza / delo leone, che tiene cortte, / chi gli è in colppa chaduto, / che l'ucide e divora...

[2] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.32, pag. 381: E a su' poder mantenga ricca corte, / D'arme, cavalli, in robe, e 'n arder cera, / E gente acolga di bella maniera...

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 81, pag. 123.15: Elle sono chiamate imperadrici, e ciascuna è chiama[t]a per su' nome; e ciascuna di queste donne tiene corte per sé, e non vi n'à niuna che non abbia IIJ.C donzelle...

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 70.49, pag. 368: Perzò me son aregordao / d'un sono chi me fo contao / da un omo chi sonava / che tesoro asai trovava [[...]] penssando vive in deporto, / casse aquistar e vigne e orto, / e tegner corte e grandezà...

[5] Poes. an. pis., XIV in. (?) (2), 19, pag. 74: Nel tempo che Neron la mo[n]archia / tenea [[...]] in Pisa stando, e ch'era dicta Alphea, / dove corte tenea, / perché da' suoi roman' fort' era odiato...

[6] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 328.4, pag. 207: femena fa l'omo ardito et humile; / femena tiene d'onni fraude corte...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 19, pag. 87.3: tu no dî amar se no quelle cose che pòn montar con nu o con le quae nu devemo regnar in quel santo monte onde De' ten corte...

[8] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 30 rubr., pag. 52.15: Come si de' dire al Papa che vegna a tenere corte in alcuna terra.

[9] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 1, pag. 2.2: E in questa parte dimostra lo conto, che lo re Uter Pandragon teniva gran corte e manteniva gran baronía nello reame di Longres...

[10] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 95, pag. 371.7: - Deh ditemi, se Iddio vo' salvi, là ove lo re Artus mantiene sua corte - .

[11] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 3, pag. 86.8: Li quali [[...]] cominciarono a spendere, tenendo grandissima famiglia e molti e buoni cavalli e cani e uccelli e continuamente corte, donando e armeggiando...

3.7 Locuz. verb. Fare corte: stare al seguito di un signore.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 17.6: Altri dierono al nostro signore per dimorança in nel nono cielo, e mostraron che tutti questi nobili spiriti eran con lui e stavangli dintorno facciendoli corte. E mostraron come gli erano ubidienti in tutte le cose e in questo facto singularmente, alcuno di mostrare sua vertude per potencia, li altri per conforto e per allegreça, li altri per salute e per difendimento.

[2] Inchiesta San Gradale, XIV pm. (tosc.), cap. 9, pag. 115.10: Allora disse la reina: «Io mi meraviglio molto come monsignore lo re Artù l'à potuto sofferire, che tanto è savio, inperoe che molti delli suoi baroni se ne parteranno a questo punto ché quelli che rimarranno faranno molto povera corte».

3.8 [Prov.].

[1] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 221, pag. 303: Korte, chi l'usa, / spesso vi musa.

4 Gruppo di persone riunite. Anche fig.

[1] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 89, pag. 121: Santa Maria sì s'avione, / Versu la corte sì se nne andone, / Nançi lu Filgu s'enienoccone [[...]] E le soi braça altu stennia, / Ké lu soi Filgu abbraçare volia, / M'era tantu altu, non ce iungia.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 50, vol. 2, pag. 577.26: il dì apresso del Natale fece il duca grande corredo, e diè mangiare a molti buoni cittadini, e gran corte di donne, e con grande festa e danze e allegrezza...

[3] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 33, 58-72, pag. 815.36: In questi cinque ternari lo nostro autore finge come Beatrice dichiara a Dante alcuna notabile cosa de la ditta pianta, dicendo così: Qualunque; cioè persona rubba quella; cioè pianta, come fece lo gigante che ne levò la corte, o quella schianta; cioè rompe, come fece l'aquila che fa cascare le fronde e li fiori... || Vale a dire: sciolse dall'albero del bene e del male il mostro e la puttana.

4.1 Locuz. nom. Corte da sollazzo: riunione di persone che intrattengono una conversazione amena.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 57, pag. 249.2: Madonna Agnesina da Bologna, istando un giorno in una corte da sollazzo (et era donna dell'altre, intra le quali aveva una sposa novella, alla quale voleano fare dire com'ella fece la prima notte)...

4.2 Locuz. verb. Tenere (una) corte; essere a una corte con qno: stare insieme, radunarsi; farsi compagnia.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 41, pag. 220.6: Aveavi tre cavalieri molto leggiadri, e non parea loro che in Romagna avesse nessuno uomo che potesse sedere con loro in quarto. E però, là ov'elli teneano corte, aveano fatta una panca da tre, e più non ve ne capevano...

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 3, vol. 1, pag. 244.27: Allora ordinò e mise guardie alle porte: e poi ragunò il senato, e per autorità de' Padri, comandò che niuno tenesse corte, e che niuno fosse ardito di tenere taverna nè lavorio in aperto.

[3] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 143, pag. 535.12: ed egli sempre conversava colla reina Ginevra, e mangiavano e beéano insieme e tenevano una corte; e per la troppa dimestichezza e conversazione, Morderette s'innamorò della reina Ginevra sua matrigna...

[4] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 1, pag. 91.13: Mo dicie lo conto che alquanto Coragino da parte de donna era parente de Uliste e perciò, al passare del mare, Coragino s'aconpangnò con Uliste e senpre Coragino era ad una corte con Uliste e suo fratello e Forandano...

[5] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 39, pag. 283.6: Altare cadere, morte di prete. Ad amico vedere tener corte, lite e contenzioni.

4.2.1 Locuz. verb. Fare corte di qsa; tenere corte di qno: riunirsi per uno scopo.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 42.11, pag. 172: E que' c'àn preso di me tener corte / in dirne male, molto m'è piacente! / Ch'elgli ànno bene, in ciò, larghe le porte.

[2] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 20.12, pag. 653: E far mi piaceria di pianto corte, / e tutti quelli amazzar ch'io amazzo / nel fèr pensier, là dov'io trovo Morte. || Cioè «riunire molti a cui infliggere motivo di pianto» (Contini).

5 Ricevimento, che può durare anche più giorni, per festeggiare un'occasione (per es. le nozze o il cavalierato). Anche il luogo, solennemente addobbato, dove questo si svolge. || Negli ess. più antichi sempre preceduto da un agg. indicante magnificenza, per lo più grande.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 24, pag. 342.20: settantaquattro uomini a Capova fatto grandissimo maleficio degli uomini che giucavano e faciano festa alla grande corte e sollazzo, che facea Gneo Lentulo, tostamente fuggiero...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 36.22, pag. 129: De prudenzia adórnate, alma, si vol salire: / ch'ella ha magisterio a saperte endrodire / d'andar composta e savia, co se dé' convenire / a sposa che dé' gire en gran corte ad estare.

[3] Novellino, XIII u.v. (fior.), 64, pag. 269.2: Alla corte del Po di Nostra Dama in Proenza s'ordinoe una nobile corte quando il conte Ramondo fece il figliuolo cavaliere: sì invitoe tutta la buona gente...

[4] Libro segreto di Giotto, 1308-30 (fior.), [1320], pag. 499.3: E rabatersine lbr. 130 s. 10 in fior., dì 5 di setenbre 1324, i quali si spesero a la corte di messere Guido di messere Filipo de' Peruzi quando si fecie cavaliere per tre robe che donaro una Tomaso una Gioto una messere Ridolfo, e per mangiari che feciero a uomini di corte e ad altri durando la corte...

[5] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1452, pag. 392, col. 2: Massentio fo adiratu, / respuse adoloratu: / 'Tu si' digno de morte, / se renegi mia corte.'

[6] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 521.21: E ordinò nella migliore cittade di Tesaglia di celebrare solenne corte, nella quale fece raunare grande quantità di cavalieri e di baroni.

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 132, vol. 1, pag. 606.4: ogni anno per calen di maggio si faceano le brigate e compagnie di genti giovani vestiti di nuovo, e faccendo corti coperte di zendadi e di drappi, e chiuse di legname in più parti della città; e simile di donne e di pulcelle, andando per la terra ballando con ordine, e signore accoppiati, cogli stormenti e colle ghirlande di fiori in capo, stando in giuochi e in allegrezze, e in desinari e cene.

[8] Stat. castell., XIV pm., pag. 210.15: Né sora né frate alcuno possa andare a conviti inonesti overo reguardamenti u corte u dançe u ridde...

5.1 Locuz. verb. Fare, tenere una / la corte: dare un ricevimento.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 14, pag. 179.15: Sia convitato, sia, del mond'ogne barone, e corte tenete grande e meravigliosa, rei dei Toscani coronando vostro leone, poi conquizo l'avete a ffine forsa.

[2] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 152.26: Allora ordinò di tenere nella sua milgliore cittade una grande chorte e fece lunghamente festa chon tutti li suoi baroni, e larghi doni vi fece e grande spese...

[3] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 134, pag. 240.10: E a ttanto dicie lo conto, che quando lo ree fue nela sala incontanente sì comandoe che ffosse messo bando per tutto lo suo reame, che ttutti li suoi baroni e ccavalieri e ttutta l'altra giente sì dovesserono andare a ccorte, sappiendo che lo ree sì avea maritata Isotta sua figliuola a T., e inpercioe sì volea fare la corte molto ricamente e grande, sì come si convenia.

[4] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 94, pag. 149.4: Egli tiene grande corte e grandi tavole e grande festa, e mena grande allegrezza con queste sue femine. E è grande meraviglia a vedere la grande solenità che fa il Grande Sire in questi tre die.

[5] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.212, pag. 758: De ben far festa e covïar / e tener corte e bagordar, / nobilitae e tuto honor, / mai no ne visti par de lor.

[6] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.26, pag. 205.1: Grande e orrevole corte tenne in Milano; e molti doni fece la imperadrice la mattina di calen di gennaio 1310 ai suoi cavalieri.

5.1.1 Locuz. verb. Bandire una corte: invitare pubblicamente a un ricevimento (di nozze).

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 75, pag. 299.2: Or venne un die che si bandìe una corte di nozze...

[2] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 43, pag. 258: [L'] [i]mperatore aleze ambaxatore alquanti / e manda a lo re Costo al patre de la fante, / k' el guarde la fiola k' ela no se maride [[...]] e manda in Alexandria e fage bandir cort, / sì g'envia marchesi, cavaleri e conty / castelani e borgesi et altra soa zent...

5.2 Locuz. nom. Corte bandita: ricevimento a cui tutti sono invitati mediante un bando.

[1] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 276, pag. 266: ell'è vegnudo da Roma a questa nostra terra / e ténte cort bandia grande e molto bella...

[2] A. Pucci, Reina, a. 1388 (fior.), III, ott. 22.4, pag. 264: Per lo tornar del re, l'alta sovrana / un anno tenne o piú corte bandita.

5.2.1 Locuz. nom. Corte sbandita: lo stesso che corte bandita.

[1] F Storia di Stefano, XIV (ven.), L. 23, 27.7: E [[lo re]] grande alegreza feze, come sento, / corte sbandita tenendo e gran festa; / e tuti contenti fo di tal inchiesta. || Rajna, Storia di Stefano, p. 244.

6 [Dir.] Collegio con incarichi ufficiali; in partic. collegio giudicante. Luogo in cui tale collegio si riunisce. Pubblica autorità. Il giudizio divino. Anche fig. || Vd. le annotazioni alle accezioni 2 e 3.

[1] Mattasalà, 1233-43 (sen.), c. 17r.29: (e) testimonio n'è Chusio Gherardi (e) Capechio meso dela chorte.

[2] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 8 (29), pag. 236.31: verò cum mia mercata(n)dia seguro (e) alegra m(en)te q(uan)do la nova cu(r)te i(n)trare d(e)vrà a dire (e) a fare quelle cose che p(er)tira(nn)o ad acresam(en)to d(e) gl(ori)a (e) honore.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 62.13: Et questa causa si pone in iudicio, cioè in corte davante a' iudici, acciò ch'elli iudichino tra lle parti quale àe iustizia; e questo si fae in corte palese in saputa delle genti...

[4] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 23, pag. 268.7: Asdrubale, imperadore di Cartagine, e nepote di Massinissa, avuto per sospetto da quelli di Cartagine, che non li tradisse, stando alla Corte, ove la ragione si reddea, con pezzi di legna della sua sedia fue morto. || Cfr. Orosio, Hist. IV, 23,8: «in curiam», e l'es. più avanti citato sotto Corte della ragione.

[5] Stat. sen., 1280-97, par. 21, pag. 8.15: Item, statuimo che qualunque del detto Comune comprasse alcuna bestia di preda senza licenzia de la corte, sia punito per ciascuno bue o vero asino in XX soldi di denari...

[6] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 27.3: E perciò che elli non sia radicato nella corte di giustizia non si vuole elli neente lasciare nè poco nè assai che non sia esaminato, e dice e giudica nella corte di misericordia, cioè in santa confessione. In questa corte chi conta a diritto elli è acchetato. Ma v'è la corte di giustizia che sarà al giorno del giudicio, chi doverà dare niente e li converrà pagare, nè giammai non si poterà acchetare, perciò dannato sarà che li converrà o rendere o pendere.

[7] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 21.17, vol. 2, pag. 353: «Nel beato concilio / ti ponga in pace la verace corte / che me rilega ne l'etterno essilio».

[8] Stat. fior., 1317, pag. 120.3: ed in ogni luogo che fossono o che dovessono essere per lo tempo che dovesse venire in ogni e per ogni corte, o civile overo spirituale o criminale.

[9] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 28, pag. 18.6: Costoro chiamava il popolo 'tribuni' e non intravano nel consiglio del Senato, ma sedevano in sedie poste dinanzi dalle porte della corte...

[10] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 253.1: Alcuno dice, che fu pure monaco, il quale compuose libri circa il Foro, cioè la corte[e] judicio divino, e circa il Foro eclesiastico...

[11] Doc. assis., 1336, pag. 249.16: De(m)mo per gli procurature della corte .X. solde, .IIII.o. denare.

[12] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [1338] son. 1.6, pag. 99: Patuti ànno de mali jorni avuti / Et alcuno dalla corte sì percossi / Che nci ago lassate sangue, polpa et ossi, / Et per la briga multi ne so gagiuti!

[13] Doc. cors., XIV, 4, pag. 197.14: [...] a lo molino a suo costo de la corte et tuto l'altro costo de lo molino de lo comunale...

[14] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 115.13, pag. 136: Io ho, seguendo gli terren diletti / e i tuo' comandamenti non curando, / offeso spesso la tua maiestade: / or mi ravveggio, come tu permetti, / e di tuo corte mi conosco in bando; / però, di grazia, addomando pietade.

[15] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 1, pag. 50.30: [[il re Peleo]] proposse e commandao de ordenare inde la plu grande citate de Thesalia et assemblare una corte e congreganza de li mayuri signuri e nuobele homini de lo regno de Thesalia, e in presencia de quisti pregare cortesemente Iasone suo nepote [[...]] che per accrescere plu et avançare la sua fama se devesse incurayare a chisto viayo. || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., 7 [37]: «solempnem curiam celebrare».

6.1 [Dir.] [Seguito da una specificazione].

[1] Doc. montier., 1219, pag. 50.9: It., se neuno di q(ue)lli dela co(m)pagnia murisse senza rede (e) elli facesse iudicio ala curte del vescovo volt(er)rano, v s. u da inde sune, ala morte sua tutto l' altro sì debia avere q(ue)lla p(er)sona a cui elli -l iudicasse...

[2] Doc. fior., 1255-90, pag. 224.32: fece l'açione s(er) Perino dies cinque osente março al cinqua(n)tasei in presencia dela korte di Fire(n)çe.

[3] Doc. prat., 1275, pag. 538.1: Messere Arrigo di messere Gottifredi da fFire(n)çe p(er) fare (e) p(er) pruchurare li fatti del chomune di Prato nella chortedi messere lo re Charlo (e) specialme(n)te del piaito ch'è tra -l chomune di Prato e -l chomune di Charmi(n)gnano della su(m)ma delle CCCC lib....

[4] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 16, pag. 153.4: tolla e paghisi secondo che fa la cortemaggiore del Comune di Siena.

[5] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 20, vol. 4, pag. 345.16: e poi si mandi a richiedere quello che è accusato del maleficio: e s'egli viene, sì lo faccia giurare e sicurare la corte de' mallevadori: e mettere in scritto sua confessione e sua negazione, sì come egli dice...

[6] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 5, cap. 1, pag. 152.10: e dove fortuna vi meni, o sia verso occidente o sia verso oriente, voi sete la corte di Roma, voi sete li senatori...

[7] Stat. pis., 1304, cap. 64, pag. 700.20: Et che non tollerò [[...]] oltra li salarii che conceduti sonno di tollere alli notarii che sono a le sei corte del Comuno di Pisa...

[8] Stat. mess. (?), 1320, pag. 24.8: Pruvistu et determinatu esti pir la Curtidi lu signuri Re, cum deliberaciuni diligenti et cunsiglu, ki da lu primu iornu di sictembru di la quarta Indiciuni in anti si inpugna in tucta Sichilia [[...]] unu dirictu lu quali si [dichi] cassia pir la guerra.

[9] Stat. pis., 1330 (2), cap. 105, pag. 544.29: Questo aggiunto, che li officii dei notari della corte del maleficio, dei notari della corte della parte, dell'exactioni et delle condennagioni vecchie, et dell' altre exactioni, dei notari dell'exactore in cancelleria, dei notari delle cabelle maggiori, dei notari della corte delle guardie [[...]] siano ordinarii, et durino et durare debbiano per VI mesi. Salvo l'officio del notaio delle corte delle pegnora et dei dovanieri...

[10] Stat. pis., 1339, pag. 1259.18: Et se l' officiale della corte della Grassa avesse incominciato a procedere innansi che l' officiale della Dovana del sale, possa et a lui sia licito di punire et di condempnare loro...

[11] Stat. pis., 1341, Capituli nuovi, pag. 342.20: Et che li consuli che sarano in kalende gennaio proximo che verrano, veduta la ragione del camarlingo della ditta corte delli denari e delle pignora e dell'altre cose che alle suoi mano finno venute, pervenute per cagione del suo officio, siano tenuti per saramento [[...]] quelli denari che soperchieranno al ditto camarlingo per lo suo officio, diponere apo due u piò mercatanti...

[12] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 17, pag. 570.12: Li nomi de le terre ch'enno usadi e chi denno assignare li baylij della corte [[...]] sì enno questi, cioè: de le terre grande e maore le comunitate, dui baylij a la corte generale et uno a la corte del presidato al qual egli en sottoposti...

[13] Doc. pis., 1288-1374, [1339], pag. 756.31: con presentia et auctorità di messer Ceo Tempanello et di messer Francescho Bercio da Vico, iudici della suprascripta cortedelli pupilli...

6.1.1 Corte di, dell'assessore.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 12, pag. 662.31: da inde in suso, servisi et servare si debbia la ragione e lo Costituto di Pisa. Salvo se lo richiamatore non fusse forestieri: al quale forestieri si faccia ragione summaramente, come si fa u facesse in corted'assessore.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 415, vol. 1, pag. 281.23: Anco, che lo camarlèngo et IIIJ proveditori del comune di Siena, sieno tenuti et debiano non dare alcune carte a li notari de le corti de l'assessore et del Piato per li loro offici fare...

6.1.2 Corte del capitano (del popolo).

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 113, vol. 2, pag. 282.9: et che per cagione de le ricolte, le quali si danno ne la Corte di missere lo capitano, ne le questioni de l'appellagioni de le condannagioni pagare, non sieno liberate [[...]] se avenga colui, el quale appella, perdere ne la questione de l'appellagione et la principale sententia essere confermata...

[2] Stat. pis., 1330 (2), cap. 162, pag. 633.6: Che nullo non giurato in populo, u giurato che non abbia dovuto giurare, ardisca u presuma alcuno giurato in populo accuzare u denunsiare d'alcuno u per alcuno maleficio, u vero quazi, in cortedel Capitano del populo...

[3] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 4, par. 9, vol. 2, pag. 38.24: Glie quaglie massare siano tenute de fare e avere doie casecte, una per le scripte predicte da ponere de la corte de la podestà e l'altra per le scripte de la cortedel capetanio.

[4] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1276, pag. 301: Da poi gio la corte, dico, del capetano / Con tucti soi offitiali, colli cirotti in mano; / Poy lo camborlingo, notari et guardiano...

6.1.3 Corte di donne: immaginario convegno di dame in cui si dirimevano controversie amorose.

[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. II, cap. 31, pag. 265.18: Onde, raunata la corte delle donne in Gunascania, per asentimento di tutta la corte fue così ordinato e fermo per leggie, che da quinci innançi questi non abia sperança alcuna d'amore...

[2] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 339.5: e se per alcuna quistione d'amanti si richiede sentenzia nella corte delle donne, non si debbano nominare le persone, ma deesi preponere la quistione in persone infinite.

6.1.4 Locuz. nom. Corte dell'esecutore.

[1] Stat. fior., c. 1324, cap. 100 rubr., pag. 135.5: Che negli atti della Cortedello Executore si scrivano i nomi e prenomi de' Giudici e della famiglia di ciascuna Podestà e Capitano.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 92, vol. 2, pag. 119.8: Fece allora il Comune per riformagione che niuno medico dovesse andare a vicitare alcuno malato da due volte in su, se il malato no· fosse confessato [[...]] e che di ciò catuno medico dovesse fare di ciò ogn'anno saramento alla cortedello esecutore.

6.1.5 Locuz. nom. Corte dei forestieri: magistratura istituita per dirimere controversie fra stranieri e fra Veneziani e stranieri, poi passata ad occuparsi di diritto marittimo.

[1] Doc. venez., 1305 (3), pag. 41.3: Eo domandè: «Segnoreto, estu chavo de questa çurma?». Elo dise: «Sì son». Eo lo comandè per Luca Michele ala Corte de Foresteri...

6.1.6 Locuz. nom. Corte Maggiore (e Maggior Corte): a Venezia, il Minor Consiglio, antico tribunale.

[1] Doc. venez., 1281/84, pag. 54.14: E mo' sì à desprexiao q(ue)lo d(e) la CorteMaior. O' seravi eo se li mei (con)seli fose revocai qua(n)do elo no(n) obedise la Co(r)ta Maior?

[2] Stat. venez., c. 1318, F, pag. 91.4: e darolli lo so capitollar, lo qual me serà dado p(er) la Corte Maçor, e torolli sagram(en)to oss(er)var q(ue)llo...

[3] Stat. venez., 1366 (2), cap. 117, pag. 54.12: piada fo parte che da mo' inanti lo termene deli dui mesi no cominçe se no daspo che la responsion deli officiali serà fatta e mandà ala Maçor Corte...

6.1.7 Locuz. nom. Corte di / del maleficio, di / dei malefici: tribunale penale.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 63, pag. 699.11: Et di ciò siano tenuti li consuli di fare inquisitione, per loro vel per li giudici della corte del maleficio...

[2] Stat. sen., Addizioni 1298-1309, Aggiunta marg. 67, pag. 369.2: E di ciò abbiano conseglio di savi, o come meglio si possa fare; a ciò ch[i] desse danno, a cortedi maleficio sia condemnato per virtù d'esso vetamento.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 354, vol. 2, pag. 382.22: Anco, conciò sia cosa che più volte avenga che alcuni vagabundi et altri malefattori o vero e' quali non ànno ne la città o vero contado di Siena case propie o vero condotte, commettano alcuni maleficî o vero excessi, et rinchiere[re] non si possano in persona o vero a le case, statuimo et ordiniamo che li predetti debiano essere rinchiesti ne li luoghi uve si commettono li maleficî o vero excessi et ancora ne la cortede' maleficî et ad alta voce publicamente...

[4] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 62, pag. 39.5: e dice che chi era sanza arte e vivea come idyota era tenuto scelerata persona, onde riceveva sopra il suo difecto danno e vergogna nella corte del maleficio.

[5] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 10, pag. 557.17: Et tercio sigello sì se chiame e sia el sigello della corte di maleficij [[...]] cum lo quale sì se sigelli sença alcuno costo tutte le lettere chi pertenno a le questione criminale...

[6] Stat. lucch., 1362, cap. 65, pag. 112.38: lo qual messer Podestà possa debbia e sia tenuto [[...]] con quel cancillieri della Corte del Malificio, del Comune di Lucha cittadino, far cercare per la città di Lucha, borghi e soborghi, lo dì che alcuna sposa s'anellerà e anderà a marito...

6.1.8 Corte del mariscalco.

[1] Doc. fior., 1311-13, pag. 97.23: E deono dare, dì 6 di marzo anno decto, demmo per lo dritto della Corte del Maliscalco, cioè danari 3 per libra fior. 37 d' oro 7 grossi.

[2] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 27.8: Lapo Girolami di Firenze, abita a Masano, de dare a dì XIIII di maggio MCCCXXXIII s. sedici ad oro, i quagli paghamo per lui a la chorte del maraschalcho per due debiti che si chofesarono ne la chorte del marischalcho.

6.1.9 Locuz. nom. Corte del mare: a Pisa, tribunale che si occupava di questioni inerenti la navigazione.

[1] Stat. pis., 1321, cap. 15, pag. 209.11: sì veramente che nullo Breve quelli soctoposti possano avere, ma debbiano observare li Brevi dei Mercatanti. Lo similliante farò et observerò della corte del mare, et della corte dell'arte della lana, et ai consuli delle septe arte...

6.1.10 Locuz. nom. Corte della mercanzia, del mercatante, dei mercanti: collegio di magistrati che si occupava di controversie di natura commerciale.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 263, vol. 1, pag. 501.18: Anco, statuimo et ordiniamo che tutti et ciascuni contratti, patti et conventioni, le quali si trovaranno scritti et scritte ne li libri de le chiavi de la Mercantia [[...]] sì ne la Cortede la Mercantia [[...] sieno rati...

[2] Stat. pis., 1341, Capituli nuovi, pag. 343.4: li quali mercanti salvino e guardino quelli per la università e per la corte delli Mercanti...

[3] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 154, par. 9, vol. 2, pag. 551.18: Ma se 'l forestiere mercatante averà questione con alcuno mercatante overo altre de fatto de mercanthia, sia en suo arbitrio de gire a la corte degl mercatante...

[4] Lett. lucch., 1375 (2), pag. 12.13: A voi signori Consoli della Corte de' Mercadanti della città di Lucca significo io Benedetto dal Gallo...

6.1.11 Locuz. nom. Corte del mobile: a Venezia, collegio di giudici che si occupava di cause di denaro non superiori a una somma stabilita.

[1] Doc. venez., 1300, 025, pag. 33.8: Con ço sia che Andrea Chavalcalovo vegnise per intradito dalla Corte de Mobel ala Corte de Peticion...

[2] Doc. venez., 1306, pag. 46.1: E per miser Savastian li fo dite le parole ben e saviamentre così como dise la testimoniança fata per ello e per ni ala Cortede Mobele de tanto como nui fosemo demandadi.

6.1.12 Corte del patrimonio, dei beni patrimoniali: tribunale civile.

[1] Doc. orviet., 1339-68, [1368], pag. 153.17: 1368 Ve(n)ne i(n)n Orvieto mis(e)r Arigho d'Asissi sicome comissario di miss(e)r d' Avi(n)gnone, e 'l co(n)te Nicola da Nola [[...]] e comisaro a miss(e)r Giovanni d'Anicha giudicie del fischo dela co(r)tedel Patrimonio o(n)ne loro autorità di fatti della frabicha di s(an)c(t)a Maria...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 3, vol. 2, pag. 27.31: tu essendu multtu juvini et chaytandu a la curti di li ben patrimoniali...

6.1.13 Locuz. nom. Corte del popolo: a Pisa, tribunale del Giudice del Popolo.

[1] Stat. pis., 1330 (2), cap. 105, pag. 545.7: Questo aggiunto, che li officii dei notari della corte del maleficio [[...]] dei notari della corte del populo, et del notaio del pivieri del Porto; siano ordinarii, et durino et durare debbiano per VI mesi.

6.1.14 Locuz. nom. Corte di petizione: a Venezia, magistratura che si occupava di liti patrimoniali fra eredi, debiti e sim.; poteva anche sospendere e avocare a sé cause discusse presso altre corti.

[1] Doc. venez., 1287, pag. 17.29: Miser Peiro Faleiro e miser Gabriel Dulfin e miser Contarelo Contarini sì sa de ste sentençie qu'eo Viglerma sì fui dananti la soa signuria i· la Corte de Pitiçiun.

[2] Doc. venez., 1300, 025, pag. 33.8: Con ço sia che Andrea Chavalcalovo vegnise per intradito dalla Corte de Mobel ala Corte de Peticion...

6.1.15 Corte (dei consoli) del piato, dei piati.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 1, cap. 14, pag. 233.21: La terza cosa ch'elli disse, si fu, ched elli divisò le corti dei piati in tre parti, sì come l'uomo piateggia di tre cose, cioè di danno, e d'ingiuria, e di morte.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 66, vol. 1, pag. 411.17: ma de la carta de lo sbandimento ricevere possano XII denari solamente, di ciascuna carta, la metià del cui prezo sieno tenuti restituire a la corte de' consoli del Piato et l'altra metià per sè ritenere...

6.1.16 Corte di, della, del podestà .

[1] Doc. fabr., 1186, pag. 192.7: et si q(ui) ista carta corru(n)pere adfalsare volueri, sia in pena dare .xx. libres de inforzati in corte potestate... || Cioè 'nella corte del podestà'. Il sintagma è assai latineggiante.

[2] Stat. sen., Addizioni 1298-1309, dist. 1, 6, pag. 199.10: E se quello cotale sottoposto el quale avesse facto o commesso alcuna de le decte cose, così condamnato, traessi e' consoli dell'Arte predecta o camarlengo a la cortedi messer la Podestà de la città di Siena, o ad altra corte; o vero che da ess[e] condamnagioni appellasse...

[3] Stat. pis., 1330 (2), cap. 95, pag. 535.27: Siamo tenuti per saramento, tutto 'l tempo dell'officio dell'ansianato, di non montare in corte di Podestà u di Capitano per alcuno facto u vicenda propria u d'altrui...

[4] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 5, par. 4, vol. 2, pag. 40.6: Dicimo ancoraké en quegnunque luoco e en quegnunque corte de podestà overo capetanio se començerà conoscere d'alcuno malefitio o delicto...

[5] Stat. lucch., 1362, cap. 65, pag. 112.36: lo qual messer Podestà possa debbia e sia tenuto [[...]] con uno de' cinque cancillieri della corte del dicto Podestà , diputati alle civili dela dicta corte [[...]] far cercare per la città di Lucha, borghi e soborghi, lo dì che alcuna sposa s'anellerà e anderà a marito...

6.1.17 Locuz. nom. Corte di, della ragione: tribunale.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 147.1: si puote assai bene intendere che lla rettorica di Tullio non è pure ad insegnare piategiare alle cortidi ragione...

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 16, pag. 316.7: Ed essendo fuggito Saturnino e Saufeo e Labieno nella Corte della ragione, costringendoli Mario per li cavalieri di Roma, ispezzate le porte, fuoro morti. || Cfr. Orosio, Hist., V, 17,9: «in curiam».

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 5, pag. 551.8: Lucio Crasso, così grande appo li giudici, come M. Scauro appo li padri conscritti (però che reggeva li loro ajutorii con fortissimi e felicissimi meriti d'eloquenza, [et] era così principe ne la corte de la ragione, come Scauro in quella del senato)...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 1, vol. 2, pag. 522.12: albergò nel palagio del Comune di costa a la Badia, ove solea stare la podestà, e sì tenea ragione; e la signoria e le corti de la ragione andò a stare in Orto Sammichele...

6.1.18 Corte dell'ufficiale, degli officiali.

[1] Libro Gallerani di Parigi, 1306-1308 (sen.), pag. 130.12: Oddo Pongnente e Giache Pongnente, son frere, di Modone, cherico nela Cortedell'officiale di Parigi, die dare 20 s. par. ala Sa· Martino tre C quattro...

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 426, vol. 2, pag. 418.41: el cotale el quale allegasse la detta difensione o vero per lo quale s'allegasse, sia et essere s'intenda per essa ragione et fatto, fuore de la difensione del comune di Siena secondo che sono coloro e' quali per li maleficî per loro commessi in persona d'alcuno, declinano la Cortede li officiali del comune di Siena o vero d'alcuno di loro.

[3] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 137.11: E deono dare isino a dì VIIII di marzo MCCCXXXV fior.. i quali à ispessi Feraldo per la nostra parte in farli ischomunichare per la chorte de lo uficiale...

6.1.19 Locuz. nom. Corte della vicheria: a Napoli, tribunale supremo, civile e penale.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 40, vol. 1, pag. 373.1: E tornato a Napoli, fece che · rre mandò a fra Moriale che venisse a llui, e scusandosi, messer Malatesta il fece citare alla corte della vicheria più volte: e non comparendo, di sùbito colla sua gente, e con alquanta accolta de· Regno, se n'andò ad Aversa, e nella terra s'entrò sanza contasto.

6.2 Locuz. avv. In corte, per la corte: rivolgendosi a un tribunale (anche in contrapposizione a soluzioni amichevoli).

[1] Lett. fior., 1291, pag. 597.28: del fatto c'avemo a ffare con que' di Cochefforde, procacciate o per acordo o per la corte d'averne nostro dritto e di ritrarre da lloro il nostro, sì che nnoi siamo fuori de le loro mani.

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 1, pag. 10.3: In del terso modo sono alquanti che ànno per nimici coloro li quali vogliono ricoverare lo loro, sì come quelli che vogliono addimandare quine in corte quello ch'elli àn[n]o prestato o per altro modo, sì che quelli che l'àe ad pagare sì l'àe in odio come nimico.

[3] Rim. Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), pag. 463.19: E già la lettiera andava innanzi e quegli che· lla dovea guardare era ito innanzi e disse che, veduta la moglie, era fatto mutolo; e· lle mane delle mane e· lle doppie dipinture caddero e vennela ad abracciare e disse: - Così vinci tu! - Assai è più sicuro e più acconcio a partirsi con pace che dimandare la partita del letto in corte co· llite.

6.2.1 Locuz. avv. In corte e, o fuori di corte.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 6, pag. 26.31: quando è loro besogno de dire alcuna paraula per fare di loro facti in curti o for di curte, sì gridano con tanta follìa e con tanta iracondia che rimanno sì storditi e sì dirotti che tutta la loro ragione perdeno...

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 53, pag. 154.8: E perçò ke nui volemo adimplere la lege [[...]] proferesco per nui e per quisti altri a vui le nostre persone e 'l nostro avere, in corte e for de corte, in çascune parte, a far e dicer quello ke sia grandeça e honor de voi...

[3] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 23, pag. 209.4: E se ad alcuno de' detti mercatanti fosse alcuno furto fatto, i Consoli siano tenuti, per tutti i modi che poteranno, aiutarlo in corte e fuori di corte cacciando e divietando il ladro e' suoi compagni e aiutatori...

[4] Stat. volt., 1348, cap. 27, pag. 46.10: Niuno de' frategli de la nostra compagnia debba per alcuno modo avocare o procurare contra alcuno de la detta compagnia a alcuna corte senza la licentia del priore [[...]] ma debbasi aiutare e difendere insieme in corte e fuora di corte...

6.2.1.1 In corte e in piazza.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 9, vol. 4, pag. 40.6: E non dee l'uomo follemente credere, che questo insegnamento sia solamente donato in su le contenzioni, che sono in piazza ed in corte; anzi sono in tutti i detti, che l'uomo dice, consigliando, o pregando, od in messaggio, od in altra maniera.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.541, pag. 171: no dé 'fender / per la soa cossa prender; / e questo aprovo sì se toca / che no l'ofendi con la boca. / E parme che so corso faze / denanti corte o en pjaze, / zo è in corte conzurar / e in pjaza per raxonar.

6.2.2 Locuz. avv. Senza corte: senza l'imposizione di un tribunale, di propria volontà.

[1] Esopo tosc., p. 1388, cap. 32, pag. 159.9: E fatto il cierbio richiedere la pecora e venuta innanzi a messere lo lupo, dicievale con belle parole: «Cortesia sarebbe sanza corte d'avere renduto a lui il suo grano, donna e buona femmina, che tu ti tieni...

6.3 [Dir.] Locuz. verb. Tenere corte (e ragione);reggere corte: adempiere alle proprie funzioni; governare, amministrare la giustizia. Anche fig.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1258, pag. 220: e vidi agli occhi miei / esser nate di lei / quattro regine figlie; [[...]] ed avean su' legnaggio, / su' corso e su' vïaggio, / e 'n sua propria magione / tenean corte e ragione...

[2] Stat. pis., 1304, cap. 7, pag. 659.6: Et lo consulo sia tenuto di tenere corte due die in catuna septimana, a la pancha de la corte...

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 34, pag. 177.16: Cesare aveva fatto esso Bruto suo vicario a tenere la maggiore corte e ragione, e egli fu quegli che ordinò el tradimento contra a Cesare de la morte sua...

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 2, vol. 2, pag. 68.13: Juliu Cesar, consumati que issu appi tutti li victorij regendu curti, sustinni que Galba dicissi quisti paroli...

[5] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 154, par. 7, vol. 2, pag. 551.1: Gle consogle sopreditte siano tenute tenere corte en la piacça del comuno de Peroscia [[...]] sì che ciascuna settemana almeno doie dì tengano ragione en gle luocora de sopre nomenate e deggano far fare egl pagamenta.

[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 6, cap. 42, vol. 2, pag. 143.42: però che i gentili uomini concedettero alla plebe di fare consolo della plebe, e la plebe concedette a' gentili uomini di fare uno pretore de' Padri, che tenesse corte in Roma e facesse ragione.

6.4 [Dir.] Locuz. verb. Andare a / alla corte, gire a corte, venire a / nella corte: presentarsi al cospetto di un collegio.

[1] Lett. sang., a. 1253, pag. 196.28: Ma(n)datemi dice(n)do come voi volete ched i' ne facia dele materasse che voi mi ma(n)daste dice[n]do: io ne pregai Marco notaio, e a(n)damo ala corte io ed elli, e avavamo accatata la paravola dal giudice...

[2] Stat. sen., 1280-97, par. 98, pag. 28.11: Item, statuimo che alcuna femmina non debbia venire a corte nè rispóndare nè avvocare per altrui, se la corte non mandasse propriamente per lei, o che la fesse venire...

[3] Stat. pis., 1302 (2), cap. 32, pag. 987.18: Et se alcuno de la dicta arte volesse rompere alcuno capitulo di questo Breve, andando ad alcuna corte per richiamo quinde fare, per ciascuna volta, pena di livre X a uopo del Comuno di Pisa, e soldi XX di denari a uopo de la dicta arte.

[4] Stat. pis., 1304, cap. 11, pag. 661.25: Et ordiniamo che tutti li huomini e le persone vengnenti in della corte dell'arte della Lana, pacifice e cheto et honestamente adimandando et rispondendo ai loro e contra li loro aversarii...

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 529, pag. 121: Quando la parte adversa senté lo sticconare, / Iratamente gerosenne ad corte ad lamentare: / Che voleva Bonajonta la briga comensare, / Remettere li sciti et Aquila guastare.

6.5 Locuz. verb. Andare a corte, entrare alla / nella corte: diventare senatore. || Att. solo in volgarizzamenti di Valerio Massimo.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 17, pag. 10.30: non dimentico ch'era stato electo da' censori ne l'ordine de' senatori, per lo quale (gl. r) solo uno modo si dava licenza d'andare a corte etiamdio a quelli ch'aveano avuti gl'onori... || Cfr. Val. Max., II, 2, 1: «qui iam honores gesserant, aditus in curia dabatur».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 55.34: aricurdandussi Fabiu que issu Publiu era statu questuri; ma non l'andau per menti que issu non era ancora factu senaturi. Per la quali cosa sulamenti eciandeu a quilli qui erannu stati officiali era concessu d'intrari a la curti. || Il passo lat. è lo stesso dell'es. [1].

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 4, pag. 172.14: Dunque con ottima sentenza li censori estimarono, che colui era indegno d'entrare ne la corte. Così fece Porzio Cato, il quale trasse Lucio Flaminio del novero de' senatori, però che ne la provincia dov'era mandato comandò che fosse percosso con una scure uno ch'era condannato... || Cfr. Val. Max., II, 9, 2: «indignum eum aditu curiae exsistimaverunt».

6.6 [Dir.] Locuz. verb. Stare sotto una corte: essere sottoposti a un giudizio, venir processati.

[1] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 26, par. 2, vol. 1, pag. 392.31: E se cotale suspecto concedesse le ragione suoie [[...]] che quillo concedetore de ragione e coluie per persona del quale s'adomanda, del quale sospitione s'avesse, starà sotto la corte peruscina e responderà se alcuna cosa s'adomandasse...

6.7 [Dir.] Locuz. verb. Chiamare, ritrarre a corte; menare, richiedere, trarre a / alla corte qno: portarlo al cospetto di un collegio, denunciarlo. Anche fig.

[1] Stat. sen., 1298, dist. 2, cap. 28, pag. 220.6: se alcuno de la decta Arte sottoposto, o vero non sottoposto, richiamo averà posto dinanzi ad alcuno de li oficiali di questa Arte d'alcuno sottoposto a questa Arte; e colui a cui sarà dimandato, el decto actore trarrà a corte di messer lo vescovo per lo decto richiamo, o vero per cagione d'esso, et ivi non vincierà...

[2] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 39.7: Disse Christo: Ben dice la legge che chi possede la cosa anni XXX, et non litata, ch'ella sia sua. Tu none avei anco posseduto neente, che io ti richiersi a la corte davanti al conspecto di Dio...

[3] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 80.11: Et poi partito il Cardinale fece richiedere et citare ad Corte alquanti de' Grandi di Firenze...

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 460, vol. 2, pag. 440.39: Et se per ragione et cagione del detto processo o vero condannagione, li detti missere podestà, o vero missere lo capitano, o vero alcuno altro officiale fusse citato, inquietato o vero ad altra Corte tratto...

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 69.5: Apressu di li quali la pigricia et lu reposu, la quali per sou languri da ly soy ascusagni loki se trahi sfurzatamenti a la curti, et si condanna in curti commu virgugnusu peccatu.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 1, vol. 2, pag. 60.5: Cosa certa esti que menatu que fu lu juvini a la curti tachiu perseverantimenti et non fici muttu cu la cera calata in terra et quillu sou virgugnusu silenciu valsi multu a far condannari lu tribunu.

[7] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 363.7: Che se per alcuna provedenza de li dii fare si potesse, che li eccellenti uomini, i cui casi ò raccontati, ritenuta la legge vendicatrice delli ingrati, potessero trar la sua patria a corte d'un'altra cittade, or non farebbono ellino con questa petizione il popolo ingenioso e garrulo essere muto e senza lingua?

[8] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 27, vol. 1, pag. 163.9: Però ch'erano disperati dell'aiuto de' consoli e del senato, quand'egli vedeano alcun uomo che fosse menato a corte per debito, egli traevano là di tutte parti, e faceano sì grande rumore, che l'uomo non potea udire la sentenza del consolo, e quand'egli l'avea data, alcuno non l'ubbidiva.

[9] Stat. casert., XIV pm., pag. 65.10: Et si alcuno fratre se lamentasse de alcuno f[ratre] che li sia debitore manifestamente et no(n) putesse av[er]e la roba soa, li mastri tengano modo de llo fare pagare (et) [...] dicanollo ali altri fratrelli; et si no(n) vulesse pagare, dean[oli] licencia chi lu pocza clamare ad corte.

[10] Stat. sen., Addizioni 1328-65, [1330], pag. 265.4: Che neuno debbia ritrare ad altra corte.

6.8 [Dir.] [Detto di un'assemblea:] locuz. verb. Essere a, alla corte: essere riunita.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 63, pag. 297.5: Ma Bruto venne a lui, e fecelo deliberare d'andare. «Signore, disse lui, venite là, chè il senato fu già buon pezzo a la corte, e voi ànno gran pezzo aspettato».

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 17, vol. 1, pag. 267.17: e intanto voi fate i vostri Comizii: il senato è a Corte: i senatori dicono le sentenze altresì come se la città fosse in riposo...

6.9 [Dir.] Locuz. verb. Ponere, levare la corte: aprire (chiudere) la seduta del collegio.

[1] Stat. pis., 1321, cap. 130, pag. 333.22: Et quando la dicta corte si terrà et tenere si debia, [[io messo]] sarò solicito et intento in ponere la corte e levare, e in portare li acti in de l'ore in delle quale portare et riportare debiano.

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 5, pag. 190.12: Et li primi Maestri che fino publicato questo Breve in de la dicta Villa siano tenuti, a lloro spendii, di fare in de la dicta chasa pancha per sedere, che ghostino infine in libbre II d'alfonsini minuti almeno, o corte levata con la stanga dinansi...

7 Collegio che amministra un'Arte. || Cfr. 6.

[1] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 8, pag. 146.26: Item statuimo et ordinamo, che i consoli e 'l camarlengo sieno tenuti et debbiano curare et fare sì [[...]] d'avere uno buono e sufficiente notaio, el quale debbia stare continuamente col detto camarlengo e coi consoli a la corte dell'Arte de la Lana...

[2] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 13, pag. 199.28: E siano tenuti i detti Sindachi di sindacare i vecchi Consoli, se non saranno venuti alla corte dell'Arte i dì ordinati, e se non averanno diffiniti i processi da diffinire secondo gli ordini di Calimala...

[u.r. 25.02.2024]