0.1 ccortesia, chortesia, chortesía, chortesíe, chortexia, chorttesia, corteçia, corteçìa, cortescia, cortesea, cortesia, cortesìa, cortesía, cortesïa, cortesie, cortesïe, cortesja, cortesoie, cortessia, cortesxia, cortesya, cortexia, cortexie, cortezia, cortezìa, cortigia, cortisia, cortisía, cortixia, cortixía, corttexia, curtesia, curtisia, kortesia, piatatecortesia.
0.2 Da cortese.
0.3 Poes. an. ravenn., 1180/1210: 1 [16].
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Lett. sen., 1262; Piero Asino, a. 1267 (fior.); Poes. an. sang., 1270-71; Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Cronica fior., XIII ex.; Lett. sang., 1316; Lett. pist., 1320-22; Lett. volt., 1348-53.
In testi sett.: Poes. an. ravenn., 1180/1210; Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.); Poes. an. mant., XIII/XIV; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.); Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Poes. an. friul., 1350/51; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).
In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Ridolfo (?), Tenz. con Manfredino, a. 1328 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Gloss. lat.-eugub., XIV sm.
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.5 Per PietateCortesia > pietà .
Locuz. e fras. a cortesia 3.3; avere cortesia 1.3; con cortesia 3.2; dare cortesia 2.3.1; della cortesia 3; di cortesia 3, 3.1; essere cortesia 1.4.1; essere di cortesia 1.4.1; fare cortesia 2.1, 2.1.1, 2.1.2, 2.1.3, 2.3.1, 2.3.4; fare cortesia della propria persona 2.3.4; fare la cortesia di 2.3.2; in cortesia 3.2, 3.2.2; menare cortesia 2.1.4; per cortesia 3.2, 3.2.2, 3.3, 3.3.1; per cortesia di 3.2.2; per la cortesia 3.2.2; per la cortesia di 3.2.2; per tutta cortesia 3.2; ricevere cortesia 2.3.4; spendere in cortesia 2.3.3; tenere cortesia 1.3; usare cortesia 2.1, 2.3.1; usare di cortesia 2.1, 2.3.1; usare la cortesia 2.3.1.1.
0.7 1 L'esser cortese; bontà e lealtà d'animo; valore; assennatezza, razionalità; gentilezza ed eleganza nei modi (gen. come qualità della donna amata). 1.1 L'esser generoso. 1.2 [Come qualità di Dio, di Cristo e della Madonna:] l'essere misericordioso, pietoso. 1.3 Locuz. verb. Avere, tenere cortesia: essere cortese. 1.4 [Accompagnato dall'agg. poss., per caratterizzare qno o il suo comportamento]. 2 Atto, atteggiamento o detto cortese; gentilezza. 2.1 Locuz. verb. Fare, usare (di) cortesia: comportarsi in modo cortese. 2.2 Atto giusto. 2.3 Elargizione di beni; beneficenza. 2.4 Atto compiacente. 2.5 Signif. incerto: atto gradito o utile? 2.6 [Prov.]. 3 Locuz. agg. Di, della cortesia: cortese; che si comporta in modo cortese. 3.1 [Detto di canti:] locuz. agg. Di cortesia. 3.2 Locuz. avv. In, con, per (tutta) cortesia: secondo le usanze cortesi, cortesemente (anche rif. alla misericordia di Cristo). 3.3 [Rif. ad un pagamento:] locuz. avv. A, per cortesia: senza aver niente in cambio, senza alcun compenso.
0.8 Rossella Baldini 28.04.2004.
1 L'esser cortese; bontà e lealtà d'animo; valore; assennatezza, razionalità; gentilezza ed eleganza nei modi (gen. come qualità della donna amata).
[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 252, pag. 570: De mateça se passe lo mat, o' q'el se sia, / e lo savio d'emprendere saver e cortesia.
[2] Poes. an. sang., 1270-71 (3), 13, pag. 70: Saver vorrei p(er) ragion naturale / p(er)ché monta l'omo i(n) signoria / folle, vile (e) senç'ogne bontade; / Et quello ch'è saputo mai no(n) sale, / ed è co(n)piuto d'ogne cortesia, / ma no· lli torna a grand'utilitade.
[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio rose cum viola, 227, pag. 85: In tre virtú soprane legalment è compia: / Ella ha in si largeza, ke ven da cortesia, / E grand humilitá e castitá polia.
[4] Gl <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 16, pag. 211.24: E cortesía non è altro, se non una gentilezza di buoni costumi. E così come il dritto della legge comanda a fare tutte l'opere delle virtù, così gentilezza di buoni costumi, vuoli cortesía, comanda a fare tutte l'opere de la virtù. E siccome drittura di legge à in sè tutte le virtù, così la cortesía à in sè tutte le virtù.
[5] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 5, pag. 12.5: r(espond)o secondo ke dice s(an)c(t)o Dionisio: Dio ène fontana e principio d'ogne cortesia e bontà...
[6] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 4.29, pag. 20: Se voi par villania / da me voi ricepere / lo parlare e 'l vedere, / guardate a lo savere, / come valere / po[tesse] donna sanza cortesia. / Cortesia è sofrire / doglia per istagione: / tut[t]o ciò vuol ragione, / ch'apresso oltra[ggio] nasce l[o] disire...
[7] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 4.1, pag. 73: Senno me par e cortesia / empazzir per lo bel Messia. / Ello me par sì gran sapere / a chi per Dio vole empazzire...
[8] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 1, pag. 57.12: Certe cose enfra l'altre, le quale fuoro molte, mostrano el senno e valore suo e cortesia. Largezza e gran francezza sua senno suo mostra.
[9] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 161.3: Sopra il quarto pilastro, il quale era dirinpetto all'entrata della camera, alla veduta di ciaschuno che v'entrava, era uno giovane al quale una donzella mostrava uno ispecchio, che era chiamato lo specchio di cortesia, il quale era di tale comdizione, che tutti quelli che nella chamera entravano, speditamente sì vedeano in esso, scoperto o coperto che fosse, ciò ch'era laido e disavenante, ma nullo altro potea quello difetto vedere, se non quelli solo in chui era; e perciò fue chiamato lo specchio di cortesia.
[10] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 10, pag. 113.9: nulla cosa sta più in donna bene che cortesia. E non siano li miseri volgari anche di questo vocabulo ingannati, che credono che cortesia non sia altro che larghezza; e larghezza è una speziale, e non generale, cortesia! Cortesia e onestade è tutt'uno: e però che nelle corti anticamente le vertudi e li belli costumi s'usavano, sì come oggi s'usa lo contrario, si tolse quello vocabulo dalle corti, e fu tanto a dire cortesia quanto uso di corte.
[11] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 15, pag. 18.5: La segonda mainera si è quanto a comun brigar insembre, e quanto a çò dreça l'omo una segonda vertude, la quale è dita cortexia, la qual à .IJ.. extremitade viciose: la una è losenga, l'altra è vilania.
[12] Gl Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 573.22: sì che fu cortesia, cioè gratitudine e conoscenza ad essere villano, cioè non cortese a colui, che fu villano reo e malvagio alli suoi osti, rompendo fede e confidanza...
[13] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 7, vol. 2, pag. 89.29: Tercia Emilia, mulieri qui fu di lu primu Africanu, fu di tanta curtisia et di tanta paciencia que, sapendu issa que una schavulina di li soy era multu in amuri di lu so maritu...
[14] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XVI, par. 53, pag. 698.24: «cortesia» par che consista negli atti civili, cioè nel vivere insieme liberalmente e lietamente, e fare onore a tutti secondo la possibilità ...
[15] Gl Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 82, pag. 79.1: Cortesia non è altro se non misura, e «misura dura»: e non è altro misura se non avere ordine ne' fatti tuoi.
- [Come personificazione].
[16] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 20, pag. 617: qui çò fa non pò splaser altrui, / su' bontathe sempre cresse plui, / çogo, risu sempre passce lui, / tute l'ure serv[e] curtisia.
[17] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1343, pag. 223: quattro n'ha tra loro / cu' i' credo ed adoro / assai più coralmente, / perché 'l lor convenente / mi par più grazïoso / e a la gente in uso: / Cortesia e Larghezza / e Leanza e Prodezza.
[18] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 8 parr. 8-11.13, pag. 31: Morte villana, di pietà nemica [[...]] Dal secolo hai partita cortesia / e ciò ch'è in donna da pregiar vertute...
- [Prov.].
[19] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 458, pag. 311: Villania, in cui regna, / cortesia lo disdegna.
[1] Gl Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 15: Liberalità , cioè cortezia, fa' tua dispensatrice, (et) di dìe (et) di nocte la mecte (con)tra l'avaritia.
[2] Gl <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 46, vol. 3, pag. 389.10: Liberalità è una virtù che dona, e fa beneficii. Questa medesima virtù è chiamata cortesia. Ma quand'ella è in volontà, noi la chiamiamo benignità : e quando ella è in fatto, ed in opera, noi la chiamiamo larghezza.
[3] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 12, pag. 41.27: se 'l povero usa parole di cortesia o di larghezza, l'uomo ne fa beffe dicendo: «Questi vuole essere largo e no à neente».
[4] Gl Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 18, cap. 3. par. 12, pag. 413.25: Cortesia è una libera manificienza, che non pate forza né 'ngengnio né debito, ma solo da sè piacie.
[5] Gl Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 51, gl. s, pag. 32.6: Cioè merito overo cortesia. || Glossa alla parola «munificenza».
[6] Gl Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 16, proemio, pag. 296.9: Larghezza, la quale elli appella qui cortesia, è donagione fatta per cagione d'umanità e dolcezza...
[7] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 101.10, pag. 646: È prodigalità troppo larghezza / e troppo cortesia, più maggiurmente / che via più l'omo, che 'l suo aver s'apprezza. / Onde ve piaccia, per Dio, poner mente / e tener mezzo nel corteseggiare, / sì che fallo non sia nel vostro usare.
[8] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 16, 64-75, pag. 434.15: E qui si dee notare che cortesia è, secondo che dice il Filosofo nell'Etica, virtù reprimente l'avarizia e temperante la prodigalità : ella sta in mezzo tra l'avarizia e la prodigalità; onde si può dire parcità , che è dare quel che si dee, e tenere quel che si dee...
[9] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 16, 115-129, pag. 383.5: cortesia è benigna inclinazione di carità che l'omo à in verso 'l prossimo, per la quale l'omo fa bene al suo prossimo...
1.2 [Come qualità di Dio, di Cristo e della Madonna:] l'essere misericordioso, pietoso.
[1] Jacopone (ed. Bettarini), XIII ui.di. (tod.), Omo, de te me lamento, 8, pag. 81: Omo, per te[ne] salvare / e per menarte a la via / carne sì volsi pigliare / de la regina Maria; / ma non me ce val cortisia, / tant'è la tua sconoscenza / che vèr de me vòi mustrare.
[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 42 parr. 1-3, pag. 163.2: E poi piaccia a colui che è sire de la cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice...
[3] Poes. an. urbin., XIII, 13.6, pag. 567: Alta regina, dolçe Madonna, / lo mio peccato tanto m'abunda, / k'io te pregara cun molta vergogna / s'io non sapesse la tua cortesia. / Ma tant'è, Madonna, la tua pietança, / ke ttutto 'l mio core manteni in baldança...
[4] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 43.3, vol. 1, pag. 297: Dïo, per sua gran cortesia, / Gabrïèl cum prophetia / mandò a san Çacharia / k'averea filiol gratioso.
[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 11, pag. 54.1: vedi che tti mostra qui il Segnore? O voi giusti, venite benedetti, che vi dò il regno mio per la mia cortesia, pur per queste minime opere.
[6] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 5.31: Or ne mostra dunque questo motto nostro la larghezza e la cortesia di Dio padre che dona più volontieri assai che poco, ed a' più, che a un solo.
[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.458, pag. 143: Poi Criste, pin de cortesia, / gi vegne con gran compagnia / de angel e vergene, digando / e la fantina confortando...
[8] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 7, pag. 224.15: Laudata, benedeta e regraciata sia la regina de paradixo, madonna sancta Maria, in cui è tuta cortexia e pietà e misericordia, e largeça, sapiencia e bontà.
- [Come personificazione di Cristo].
[9] Laudario Magliabech., XIV sm. (fior.), 52.9, pag. 237: O gran cortesia che moristi sul legno, / di tal virtù il facesti degno: / nella 'lectione facesti segno / che llui dovessero pur chiamare.
1.3 Locuz. verb. Avere, tenere cortesia: essere cortese.
[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 286, pag. 535: E femena qe vendese como mercaandia / no pò unca bon' esere ni aver cortesia. / Quest'è vera paravola, no la tegno bausia: / se la frisase auro, serïa vilania.
[2] Poes. an. urbin., XIII, 39.47, pag. 621: In tucti li soi facti dé avere cortesia, / non diçare cun bocca alcuna villania, / ne li soi parlamenti non usare busia, / e quello ke impromicte servar veracemente.
[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 37.68, pag. 134: Donna, sovente è usag[g]io / ch'amor viene 'n obria, / e smarisce la via / di lui lo folle e 'l sag[g]io [[...]] talor viene in dannag[g]io / chi più tien cortesia...
1.4 [Accompagnato dall'agg. poss., per caratterizzare qno o il suo comportamento].
[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 78.5, pag. 299: Grazze e merzé, madonna, sempre sia / al vostro dolze ed amoroso core, / c'ha fatta rallegrar la mente mia / ch'era montata in sì fero dolore. / Or m'ha chiarito vostra cortesia / di quella cosa ond'io era 'n erore: / voglio ubidir la vostra segnoria / di quanto piace e m'adomanda amore...
[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 3.6, pag. 121: Sonetto, da poi ch'i' non trovo messo, / che vad'a quella che 'l me' cor disia, / merzé, per Dio! or mi vi va tu stesso / da la mia parte, sì che bene istia; / e dille ca d'amor so' morto adesso, / se non m'aiuta la sua cortesia...
- [Rif. a Dio].
[3] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 25.180, pag. 155: Sai che non pòi avere / se non quando vol dare, / e quando nol vol fare, / ià non hai signoria; / e non pòi possedere / quel c'hai, per afforzare, / si nol vol conservare / Sua dolce cortesia...
- [In ossequiose formule di richiesta].
[4] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 18, par. 3, pag. 159.5: e ancor cierte nostre bisongnie ci stringon a pregar la vostra beningnia e serenissima chortesia, che lle piaccia di licinziar noi tutte, e comandar quanto e che piacie a voi che per noi si faccia...
[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 94.27: Onde, sapientissimo signore, non desdenghe la vostra curtisia de condescendere a le parole miey, concessa de cosa cha non èy cauta descretione de desprezare le parole de li savye...
1.4.1 Locuz. verb. Essere (di) cortesia di qno: volere.
[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 10, pag. 35.9: Et eo, sentendo mia demandasone esser informata de iustitia e de raxone [[...]] securamente son levato tra voi, sperando e confidando molto ke voi lo meo dicere intenderiti, sì cummo serà vostra cortesia et honore.
[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 77, pag. 191.13: E per cierto disidero d'essare in alcuno luogo fermo per potermi confessare co Cristo, e lui trovare, se sarà di sua cortesia.
2 Atto, atteggiamento o detto cortese; gentilezza.
[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 94, pag. 564: ben sai c'om no se dé vençar de vilania, / mai castigar tal mati seraf gran cortesia.
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 21, pag. 316: La cortesia cinquena: sta' conzament al desco, / Cortes, adorno, alegro e cofortos e fresco.
[3] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 52.9, pag. 156: Or non pensate voi che sì leggera / fussemi villanïa dire o fare? [[...]] Ma de dire o de far più cortesia / a voi e a ciascun de vostra gente, / me guarderaggio ben, per fede mia.
[4] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 123, pag. 32: De bon companiu stùdiate, s'â ffare longa via; / Scì dolce et amorevele alla soa compangìa. / Sopportalo 'd onoralo, k'è grande cortescia; / De lui male non dicere, k'è grande villania.
[5] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 234, pag. 636: Dondo una enumerabel celeste compagnia / tutore la salua con ogna cortesia, / segondo ke fe' l'angelo en terra de Soria / quand el da la Deo parto ge dis: Ave Maria.
[6] Novellino, XIII u.v. (fior.), Prologo, pag. 117.2: Questo libro tratta d'alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di be' risposi e di belle valentie e doni, secondo che per lo tempo passato hanno fatto molti valenti uomini.
[7] Ridolfo, Tenz. con Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.3.3, pag. 169: Amico, tu mi par de frut[t]e largo / che 'nn ogne mensa mi par[r]ìeno acerbe, / e s'altra cortesia tu non riserbe, / el ver ti canta el verso ch'io ti spargo...
[8] Lett. volt., 1348-53, pag. 182.7: A Giovani di Gaddo fu facto in questa terra per noi e per li nostri honore e cortesia. Di quello che poi è ito cercando e tractando secondo che scrivi à facto male [[...]]; ma per la sua ingratitudine non lasseremmo di fare come siamo usati honore e cortesia a chi capitasse a casa nostra.
[9] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 107.36: viene un fante di quelli della casa e dicegli al'orecchie: «Dice messere che voi faresti cortesia di partirvi, però che vuol desinare con certi ch'egl'ha convitati».
[10] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 5, pag. 102.19: E ella allora disse: «Lodato sia Idio, se io non ho in casa per cui mandare a dire che tu non sii aspettato! benché tu faresti assai maggior cortesia, e tuo dovere, mandare a dire a' tuoi compagni che qui venissero a cenare...
[11] Ingiurie lucch., 1330-84, 167 [1358], pag. 52.1: - Parteti di boctega ch(e) tu faresti corteçia ad andare a stare alla botega tua.
[12] Contrasti Laur. XLII.38, XIV (pugl.), 5.10, pag. 19: Per le partu del Giustizero, / va, ed escimi fuor di càsama, el malvagio, lo barattero! / C'alzasti la gamba a fìlama e festiglil volentero, / e non volesti guardare - alle notre cortesoie.
[13] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 106.7: Hec facetia id est la cortesia.
2.1 Locuz. verb. Fare, usare (di) cortesia: comportarsi in modo cortese.
[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 719, pag. 553: no amerà nui' omo se no per torli e trare; / cortesia ni proeça no val a lero fare, / mai asio e loseng[h]e e cui à dinar qe dare.
[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 6.14, pag. 90: chi è temente - fugge villania, / e per coverta tal fa cortesia, / ch'eo non vorria da voi, donna, semblanza / se da lo cor non vi venisse amanza.
[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 128, pag. 319: Ki mangia on ki ministra, no 's dé mocar col die; / Coi drap da pei se monde, e us de cortesie.
[4] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 7.9, pag. 21: Ma certo en nimistà val cortesia, / e li sta bene alsì co' 'n benvoglienza, / c'usando cortesia pò l'om dar morte; / e render vita assai villanamente: / or siate donque me nemica forte / e m'aucidete, amor, cortesemente...
[5] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 49.14, pag. 767: Né già però non lascio mia follia, / ché ssì fermato sono in ciò per uso / che ssaggiamente parmi dimenare; / né 'nganno, ch'i' conosca, non mi pare / altro che dritto: onde però mi scuso / che, in seguendo Amor, fo cortesia.
[6] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 67.10, pag. 60: chi ama honore faça cortesia...
[7] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 154, pag. 198.13: E volgliovi dire ch'io sono, acciò che se voi avete servito volontieri et fatta cortesía e lealtà infin a quie, che voi la facciate volontieri di quinci inanzi...
[8] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 37, pag. 265.11: Cavalieri debbono essere savi, discreti, iscienziati, pieni di giustizia e di ragione, debbono a lor podere mettere pace e cessare la guerra, fuggire avarizia e cupidigia e seguire magnanimità, amare lealtade e odiare fellonia, usare cortesia e non fare villania, abbattere il torto e alzare il diritto...
[9] Ragione nova d'amore, XIV t.q. (aret.), cap. 9, pag. 25.35: Dio sì cortese fu che essendo in meçço tra i ladroni e·lla croce, e l'uno dicendo a lui: «Se tu Dio sì come dici sè, scendi a terra giù e salva te e noi», e l'altro de ciò el represe e disse: «Noi ne semo dengni, ma esso no», e Dio, perché usò cortesia e fu pentuto e demandò perdono li disse: «Oggi sarai meco in paradiso».
[10] Tristano Veneto, XIV, cap. 264, pag. 228.3: ello disse sì dolente che apena lo chor non li crevava verasiamentre: «Vui sié' deli plui malvasi cavalieri de Cornovaya e deli plui coardi, inperciò che per un solo cavalier vu sé' tuti vergognadi. Ma se vui me daré le mie arme, io averò a vui bon grado, et sì faré cortesia.
2.1.1 [Rif. a Dio:] locuz. verb. Fare cortesia: essere misericordioso.
[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 50.15: Così Dio liberamente mustrao che bene li piace la elemosina de buono core nello bisuogno e che esso cortesia fao a chi soveo alle necessitati altrui e che per uno ne renne ciento, como nello Vagnelio dice.
2.1.2 Locuz. verb. Fare cortesia: dare ospitalità.
[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 31, pag. 69.5: Tandu sanctu Benedictu non si levau da la lectione, ma fiche clamare li monachi e conmandauli ki divissinu minare intra lu monasteriu a killu Zalla e fareli curtisia. Tandu li monachi lu minaru a lu monasteriu, e fìcheruli plachire, e poy lu retornaru a sanctu Benedictu.
2.1.3 Locuz. verb. Fare cortesia: esaudire una richiesta.
[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 172.11, pag. 346: E quand'e' ti farà più pregheria, / Tu gli dirai tuttor che ttu sie presta / A fargli tutta quanta cortesia, / E dì che 'l su'amor forte ti molesta...
[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 195, pag. 41: Vedendo li Aquilani l'amore che li avìa, / Parìa che fare devesse ciò che se lli petìa, / Annarosenne a llui in questa dicerìa: / «Patre santo, pregamote, fanne più cortesìa.
[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 66, terz. 12, vol. 3, pag. 233: Le donne appresso di questa Cittade / alla Duchessa fero ambasceria, / e lei pregaron con molta umiltade, / ch'ella levasse gli statuti via / degli ornamenti durati più anni, / ed ella lor ne fece cortesia.
2.1.4 Locuz. verb. Menare cortesia: intrattenere un rapporto amoroso.
[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 23, par. 2, pag. 170.1: Lungo tenpo messere Ugolino fecie d'arme e menò cortesia per una sua donna. Sicché un giorno essendo a una caccia questa donna con molte altre donne e cavalieri, e abiendo dinanzi la detta sua donna più volte promesso a messere Ugolino di dargli una ghirlanda...
2.1.5 [Prov.] Cortesia (di bocca), assai vale e poco costa.
[1] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 111.13: Chortexia de bocha assai vall e pocho costa.
[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 94, pag. 366.20: e Palamides disse: - Dinadan, Dinadan, cortesiadi bocca assa' vale e poco costa. Però, vi priego, siate cortese di vostra lingua, e non dite villania d'altrui...
[3] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 6, pag. 103.21: Affabili e di cortese parlare conviene essere gli albergatori a coloro cui eglino ricevono, però che l'allegrezza del volto, e l'umile parlare, e 'l benigno invito rendono famoso l'albergatore. Onde suole dire un proverbio: cortesia di bocca, assai vale e poco costa.
[4] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II [Dubbie], 42.89, pag. 231: l'usanza a te di terra sottoposta / onorerai non come di villani: / farane cortesia, ché poco costa / e vale assai, cogli loro anziani, / e simile cogli altri terrazzani...
[5] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 351, pag. 225.12: «Cortesia di bocca assai vale e poco costa»: e però non dire mai villania a persona, ché meno costa a starsi cheto ch'a dire [villania al] suo vicino o a l'amico [o a lo] straniero, e più vale il tacere.
2.1.6 [Prov.] La cortesia dell'uomo cortese fa rimuovere la villania del villano.
[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 124, pag. 484.8: E ciò è ben vero, secondo che dice il proverbio, che la cortesia de l'uomo cortese fa rimuovere la villania del villano; imperò dice, che non è meglio chi meglio non fa.
[1] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 253, pag. 126: E li pasturi ke for stactia / Venne a la grepla là 've jacine; / Se tt'adoraru, feru cortesia.
[2] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 5.48, pag. 505: Renovàteve oramai, / tornate a la bona via, / non aspectate onne crai! / e ffarite cortesia, / ké ben v'à sofferti assai / Quello k'à la signoria / de potere a volla Sia / vita e mmorte dare.
2.3 Elargizione di beni; beneficenza.
[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 155.5: Da schifare è la cupiditade de l'avere, ché neuna cosa è di più angoscioso e di più distretto animo che amare ricchezze e neuna cosa è più onesta nè di più alto cuore che desdegnare d'amassare avere chi nonn ha e quelli che l'ha di metterlo in cortesia e in franchezza.
[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 48.3, pag. 178: Tanto folleg[g]iare, alcuno, com' pote / de l'altrui doni, e se ne mostri largo, / paiono a me ben cortesïe vòte: / chi tal messione fa, be· ·l tengno pargo.
[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 60, vol. 3, pag. 442.17: Chè donare il suo alcuna volta non è solamente cortesia, ma può essere grande profitto.
[4] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 5, pag. 124.1: E abbiendo al postutto vote tutte le luogora, ritrovatovi molto tesoro, l'Ammiraglio il divise per iguale sorte infra gli arcieri arabi. Della qual cosa molto si rallegrano gli arcieri di quella liberale cortesia o dono, il quale fu fatto a ristorazione di loro morti ch'erano stati nella presente battaglia.
[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 17, vol. 2, pag. 283.33: Onde pur secondo lo mondo veggiamo, che molti servi per la loro avarizia fanno vergogna alli loro signori, essendo tenaci delli loro beni, e non dandone secondo che richiede lo stato, e la magnificenza delli loro signori; e di questo si sogliono li signori turbare contra loro, massimamente quando essi mormorassero delle spese, e delle cortesie, che essi per loro orrevolezza far vogliono.
[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. II, cap. 19, vol. 1, pag. 82.11: Albergando in suo albergo uno grande legato cardinale che tornava delle parti di Francia a la corte a Roma, la detta donna gli fece grande onore, e non gli lasciò pagare nulla spensaria. Il legato, ricevuta cortesia, la domandò se in corte volesse alcuna grazia.
[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 41, vol. 1, pag. 187.13: Cassio (che per lo dono de' campi voleva acquistare la benivolenza de' forestieri, e di tanto fu tenuto più vile da' cittadini), per appagare gli animi de' cittadini per altra cortesia, comandava che la moneta che il popolo avea pagata per la biada di Sicilia, fosse addietro renduta. || Cfr. Liv., II, 41, 8: «ut alio munere sibi reconciliaret ciuium animos».
- Prestito.
[8] Esopo tosc., p. 1388, cap. 32, pag. 160.12: e dovete pensare, giusto giudicie messere lo lupo, che non può una povera e picciola vedovella sodisfare alle cortesie come se fusse ricca e avesse il suo marito. E sallo Iddio che dal tempo in qua che messere lo cierbio mi fecie cortesia del suo grano e mi soccorse ne' miei bisogni, io non ebbi in mia casa granello di grano...
2.3.1 Locuz. verb. Dare, fare, usare (di)cortesia: essere generoso, elargire beni, donare; dare un compenso, partic. in denaro; dare la mancia; fare lo sconto.
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 659, pag. 262: Lo cavalé fo largo, usó de cortesia, / E recevé lo vescovo in soa albergaria. / Lo vescovo per tuto mirava e remirava / L'alberg e la richeza ke tant gh'abondïava...
[2] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.35, pag. 381: E a su' poder mantenga ricca corte, / D'arme, cavalli, in robe, e 'n arder cera, / E gente acolga di bella maniera, / E faccia cortesie non vi sian corte.
[3] Fiore, XIII u.q. (fior.), 114.7, pag. 230: Od altro pover c[h]'avesse corag[g]io / Di volere studiar in chericia, / Gran merced'è a farli cortesia / Insin ch'e' sia de la scienza sag[g]io.
[4] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 21, pag. 205.16: Perciò che lla femmina ch'ama sempre innodia e guardasi d'adomandar prezzo, e penasi d'acresciere il suo avere, acciò che sempre ne possa acresciere sua fama in far cortesia, e niun altra cosa domanda da llui che lle dea, che soave sollazzi della carne...
[5] Lett. pist., 1320-22, 17, pag. 68.9: Puoi fare dire a ser Lunardo aportatore di questa lectera molto bene di noi, e 'l contrario d'altrui; elli lo farà volentieri, secondo che mi àe decto. Sie savio in fareli cortesia e spendere in lui, che sai che n'è vago, sì che 'l Postulato noe si isforzasse di torreloti.
[6] Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.), st. 76.8, pag. 98: ed a tutta gente dona e fa' larganza / ed usa cortesia e leanza.
[7] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 28.2: E di senseraggio si paga uno mezzo per centinaio e piue quello che ti piace di fare cortesia al sensale.
[8] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 103.24: Adunque bene è meglio nelle richezze usare cortesi[a] e liberalità verso il prossimo.
[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 13, pag. 116.1: Tutto dìe le nave de Veneziani questa iente portavano. Quanta moneta guadagnavano quelle navi! Quanto scorticavano! De uno vile bagattino non facevano cortesia.
2.3.1.1 Fras. Usare la cortesia di qno: fruire della generosità (di qno).
[1] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 182.13: E così hai tanto bene fatto ai tuoi, ch'a me paiono in migliore essere quelli che usano la tua grande cortesia, che non mi pari tu medesimo alcuna fiata, che 'l dài; e veggio che le cagioni de' pregatori vagliono più apo te, che gli prieghi; e grandissimamente ti muovi, quando tu vedi iustissimo dolore in pregare. || Cfr. Pro Lig., 31: «ut mihi beatiores illi uideantur interdum, qui tua liberalitate fruantur, quam tu ipse, qui illis tam multa concedas...».
2.3.2 Locuz. verb. Fare la cortesia di qsa/qno: offrire come servigio; donare; prestare.
[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 3, osservazioni, pag. 462.21: E una fiata il Soldano vedendo i presi conobbe Ugo di Moncaro, il quale gli aveva fatto la cortesia di ferri di suo cavallo. Il Saladino appella alcuno di quelli che erano stati presenti a tale cortesia, diciendo loro, se quegli era Ugo della Bella Cortesia de' ferri del cavallo.
[2] Framm. Milione, XIV p.m. (emil.), 21, pag. 517.26: e mandòno anbasaduri alo Grande Kaan cum grandi prexenti e sì 'l pregòno che ello no li dovese vedàre questa cosa, la quale avea senpre oservà li soi antecesori. Et aveano questo dali soi antecesori: che defino a tanto che illi feseno questa cortexia ali forasteri dele soe done, che le soe idole l'avraveno tropo per bene e che le loro tere avraveno abundacia de tuti li beni.
[3] Esopo tosc., p. 1388, cap. 32, pag. 160.14: E sallo Iddio che dal tempo in qua che messere lo cierbio mi fecie cortesia del suo grano e mi soccorse ne' miei bisogni, io non ebbi in mia casa granello di grano, anzi sono stata e sto continovamente a pane comperato e grande neciesità.
[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 177, pag. 438.13: vorrei vitigni che facessero vino assai; cotesto è vitigno da far debito. - Messer Vieri rispose: - Io non lo pongo per avanzare, ma per farne cortesia.
2.3.3 Fras. Spendere qsa in cortesia: impiegare qsa (un bene) in atti liberali.
[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 10, pag. 254.28: Laonde un giovane chiamato Neerbale, avendo in cortesia tutte le sue facultà spese...
[2] Bel Gherardino, a. 1375 (tosc.), I, st. 26.8, pag. 117: e la donzella il domandò del nome, / e egli rispuose: - Lo Bel G[herardino]. - / E po' sì le contò il perché e il come / della città di Roma e' si partìo, / e come tutto ciò che egli aveva, / egli avea speso in cortesia.
2.3.4 Fras. Fare cortesia (della propria persona), ricevere cortesia: consumare l'atto sessuale.
[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Filis, prol., pag. 9.7: Ovidio racconta in questa Pistola come Filis, figliuola del Re Ligurgo di Tracia, amoe per amore Demofonte, Duca d'Atene, il quale, vegnendo dalla vinta città di Troja, arrivoe ne' suoi porti col suo navilio, e fecegli grande onore; concedendo a lui liberamente le sue ricchezze; facendogli ancora lieta cortesia della sua propria persona: ed egli le promise di tornare a lei siccome a sua ligittima sposa innanzi che la luna rinovellasse più che una volta.
[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Filis, pag. 11.13: E già non mi pento ch'io ti sovvenni nel mio porto, e nel mio albergo ti ricevetti; perchè ciò dovea essere sommo guiderdone della mia cortesia. Ma io mi pento bene ch'io disonestamente ti feci cortesia nel mio sposerizio letto...
[3] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Canace, prol., pag. 102.7: Ovidio racconta in questa lettera come Macareo, figliuolo del Re Eolo, signoreggiatore de' venti, amoe per amore non licito Canace sua serocchia, della quale per troppa dimestichezza ricevette tanta agiata cortesia e tanto dilettevole e giojoso amore, che ella ingravidò di lui.
[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 78, pag. 307.2: Fue uno filosofo, lo quale era molto cortese di volgarizzare la scienzia a' signori, per cortesia, e ad altre genti. Una notte li venne in visione che li parea vedere le dee della scienzia a guisa di belle donne: e stavano al bordello e davansi a chi le volea.
2.5 Signif. incerto: atto gradito o utile?
[1] Lett. sen., 1262, pag. 282.7: (E) ite(m) xx lib. di p(ro)v. q(ue) p(r)estai a Robino d'Araço inghilese a sua chortesia infino ala fiera di Sant'Aiuolo p(r)esente; (e)d avene letera chol suo sugielo, nel nome dei nostri Parmisgiani, sença il mio.
[1] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 219, pag. 303: Kortesia, chi la face, / a molta gente piace.
3 Locuz. agg. Di, della cortesia: cortese; che si comporta in modo cortese.
[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 12 parr. 1-9, pag. 42.4: misimi ne la mia camera, là ov'io potea lamentarmi sanza essere udito; e quivi, chiamando misericordia a la donna de la cortesia, e dicendo «Amore, aiuta lo tuo fedele», m'addormentai come un pargoletto battuto lagrimando.
[2] Poes. an. ven., XIII, 190, pag. 141: Mo io te prego, vergene Maria, / Stela clarisima e de cortexia, / Che questa guera plu non sia / Che io son pentido tuta via.
[3] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 41.8, pag. 138: E cosa, che vilana sia, non fate. / Se voi avete bontate, / O voi che donne amate, / Fuçiti la viltate / E çascuna menzogna; / Lingua di cortesia sempre mostrate.
[4] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 56.1, pag. 29: Valor de cortesia è ver che splende / nel far piazer e dono liberale; / ma tu che 'l fai, guarda a chuy, e quale / è questo dono, e qual valor te rende...
3.1 [Detto di canti:] locuz. agg. Di cortesia.
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 241, pag. 159: Denanz da lu ge sonano versit de cortesia / E de dïan e d'organi col son dra symfonía: / Li plu dolcismi versi k'in questo mondo sia / Apress de quii parraveno pagura e vilania.
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 413, pag. 165: Illoga cantan li angeli canzon de cortesia, / Versit sí delectivri ke dir no se porria: / I fan stradulci canti con grand strasonaria / Denanz dal rex de gloria fio de sancta Maria.
3.2 Locuz. avv. In, con, per (tutta) cortesia: secondo le usanze cortesi, cortesemente (anche rif. alla misericordia di Cristo).
[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), ball. 4.60, pag. 269: Bal[l]ata, in cortesia, / ad onta de' noiosi, / saluta tuttavia, / conforta li amorosi / e di' lor c'amor sia...
[2] Piero Asino, a. 1267 (fior.), 8, pag. 475: c'Amor di membro i[n] membro infin al core / di suo valor - lo stringe nott' e dia; / adorno il face, sag[g]io e folle alore, / e prode e servidor - per cortesia.
[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 121.12, pag. 199: Però, madonna, non me giudicate, / se la gente villana e scanoscente / faceno quel che chiede loro usanza; / e per scusato en cortesia m'aggiate, / ché sempre sto pensoso e temorente: / de l'altrui fallo chiedo perdonanza.
[4] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 22.3, pag. 66: Amor, se cosa è che 'n signoria / aggi, como si dice, alcuno amante, / ricevemi a tuo servo in cortesia, / ché ragion n'ài, segondo 'l meo senblante...
[5] Passione lombarda, XIII sm., 218, pag. 119: Sancto Thomé cum reverentia / de Cristo vid cognoscentia, / el demandò penitentia, / Cristo ge la fé in cortexia.
[6] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 157, pag. 278.3: io sì tti lasciai ali paviglioni der ree per cortesia, ch'io no volli allora conbattere teco, inpercioe che a mee parea che ttue avessi fatto troppo d'arme.
[7] Poes. an. mant., XIII/XIV, Damisella.10, pag. 232: Chi ben ama in cortesia / presiy e 'nor dé mantenir; / ben poco se trovaria / che l'amor faça servir...
[8] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 1.47, vol. 2, pag. 24: Fa d'umiltate nel cor fondamento, / ché ti farà leggero / intrar nel cammin vero. / Fa compagnia / con cortesia, / ché non serai sì ne lo 'ntrar conteso.
[9] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 259, pag. 33: E po' ch'avrà' renddù cum cortesia / a tuti loro la gran reverenza / dirà': «Segnor, io sum de Lombardia...
[10] Poes. an. friul., 1350/51, 2, pag. 325: Al nome de Christo e de Sancta Maria / Or m'ascholtate zent in cortesja / El lamento de la chasa d'Aquileja / tuti quanti...
[11] <Doc. ven., 1362>, pag. 208.9: Et ademandando li Veneçiani, se portassero queste chose, debiè usare dolci et humili parole, cum tuta curtesia, sicho' parerà ala vostra discrecione.
3.2.2 [Come formula di richiesta o di preghiera:] locuz. avv. In cortesia, per (la) cortesia (di qno).
[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 3 (9), pag. 234.12: adoma(n)do che voi de cutale vostra cosa i(n) p(re)stança a mi voglà fare gr(ati)a p(er) vostra curtisia.
[2] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 1.41, pag. 159: La fiore d'ogne fiore / prego per cortesia, / che più non sia - lo suo detto fallato...
[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 4, pag. 101: In nom de Iesú Criste e de sancta Maria / Quest'ovra al so honor acomenzadha sia: / Ki vol odir cuintar parol de baronia, / Sí olza e sí intenda per söa cortesia.
[4] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 211.12, pag. 253: ma vietar deggio ed io lo vieto a tutti / ciò che senza lui, lasso, operai. / E tu vietal, bel conte, in cortesia / li traiti miei e perigliosi motti, / und'eo vertude strussi e vizi ornai.
[5] Orazione ven., XIII, pag. 127.30: O albore de la croxe, eo te vorave pur trovar: mostrame la via, per la toa cortesia.
[6] Passione lombarda, XIII sm., 224, pag. 119: Pregemo la virgene Maria / e 'l dolze Cristo per cortexia, / che su la crux per nu moria, / li anime nostre abia in bailia.
[7] Fiore, XIII u.q. (fior.), 127.1, pag. 256: «Dì, Falsembiante, per gran cortesia...
[8] Cronica fior., XIII ex., pag. 120.14: E quando la donna fue a casa del suo marito, e volendo prendere gioia di lei per debito modo, e lla donna piangendo li chiese mercede e disse :- Gentile huomo, io ti priego per cortesia che ttu non mi debbie apressare né fare villania...
[9] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 24, pag. 262.2: sì prego lo nostro segnor Deo, lo quale è abondevole in li so' dom che per la soa gram cortexia sì como ello m'à dato gratia de complire lo meo proponimento, voia e faça che...
[10] Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.), 19, pag. 49.13: Nicolò, el no è vegnù né p(er) çugar né p(er) burata(r); an port-el sto bon hom a Venet(ia); va'-me de casa p(er) cortesia!»...
[11] Lett. sang., 1316, pag. 85.23: La brigha e l'afanno per lo pred(e)c(t)o piato non vi iscrivo, che vi serebe troppo faticoso a udillo [[...]]: per loro cortesia prego che ve ne contino alchuna cosa...
[12] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1311, pag. 84: Questo è el mio fiol e la vita mia; / mio Dio, mio padre, mio sposo è chostui: / de damel doncha per toa chortesia!
3.3 [Rif. ad un pagamento:] locuz. avv. A, per cortesia: senza aver niente in cambio, senza alcun compenso.
[1] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 67.7: faciemoli chancielare la nota e demo a mastro Piero uno giliato e uno ne rendemo al detto Itieri sì che no ne avemo niuno utole: faciemolile per chortesia.
[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 88.3: E per senseraggio, ciascuna delle parti carati 6 per centinaio di bisanti. E per cortesia a' misuratori secondo ch'è la quantitade, a tutta la somma da carati 12 in bisanti 1.
[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [c. 1340] son. 3.5, pag. 117: Singnuri, l'anno della carestìa / Deve mettere sinno ad multa gente / Per tre rasciuni prencepalemente; / Chi questo non considera, è paczìa. / Prima, non dea lo sou per cortesìa, / Ché non se lasse quesse ferramenta, / Non abannone sé per omne vivente, / Ca gire peczendo è vellanìa.
3.3.1 Locuz. avv. Per cortesia: in modo non obbligatorio; a titolo di favore personale.
[1] Stat. sen., 1324, Pt. 2, cap. 2, pag. 237.9: el rectore dinanzi a cui ciò serà, sia tenuto e debbia comandare a colui che confessarà, o serà provato, che 'l primo dì debba pagare per cortesia, l'altro dì per saramento la quantità convenuta, e la decima, e le spese fatte per quella cagione.
[2] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 13, pag. 562.5: In le questione criminale a comenciare in la dicta corte no se paghenno li predicti salarij, nì in le capitale et no peccuniarie o che se siano acomenciate, ma solamente in le questione de condempnatione peccuniarie [[...]]. E se 'l se dà ad alcuni licentia per cortesia o per lege o per edicto, sovre ciò no se paghi salario.
[u.r. 14.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]