COSCIENZA s.f.

0.1 chonscientie, chonscienza, choscenza, choscenzia, chosciença, chosciensia, choscienza, choscienzia, conscentia, conscenza, conscenzia, consciena, consciença, conscïença, conscience, consciencia, consciençia, consciencij, consciensia, consciensie, conscientia, conscïentia, conscientie, conscienza, conscïenza, conscienzia, conscïenzia, conscienzie, consiencia, consientia, consïentia, consientie, coscentia, coscenza, coscenzia, cosciença, cosciencça, cosciencia, cosciençia, cosciensa, cosciensia, coscienta, coscientia, coscienza, coscïenza, coscienze, coscienzia, coscienzie, cosientia, cosscienza, cunscença, cunsciencia, cunscientia, cusciençia, cuscientia, cuscienza, cuscienzia, cuscienzie, kussientzia.

0.2 Lat. conscientia (DELI 2 s.v. cosciente).

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 2.6.3.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Lett. sen., 1262; Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Doc. prat., 1305; Stat. pist., 1313; Doc. lucch., 1332-36; Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.); Amore di Gesù, XIV in. (ver.); Doc. venez., 1310; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Stat. assis., 1329; Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Doc. orviet., 1351; Lett. napol., 1356; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.).

In testi sic.: Formula di confessione sic., XIII; Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344.

0.5 Per opera di coscienza > opera.

Locuz. e fras. a buona coscienza 1.5; a coscienza 2.6, 2.6.1; a coscienza di 1.4; alla coscienza 2.6; aprire la coscienza 2.8; avere coscienza 1.6, 2.10; caricare la coscienza di 2.9; con buona coscienza 1.5, 2.2.2; con coscienza 2.6.1; con coscienza di 1.1.1; con quieta coscienza 2.2.2; con salva coscienza 2.2.2; contra a coscienza 2.6.3; contra coscienza 2.6.3; di buona coscienza 1.5, 2.2.1, 2.6; di coscienza 2.6; di coscienza di 1.1.1, 1.3.1, 2.7; di mala coscienza 2.2.1; essere di coscienza 1.6; essere in coscienza 1.2.1; essere nella coscienza 1.6; fare coscienza 1.7, 2.10 ; farsi coscienza 2.10, 2.10.1; in coscienza 2.6; per coscienza 2.6.2; per coscienza di 1.1.1, 1.3.1; prendere coscienza 2.10; ridursi a coscienza 2.11 ; ritornare a coscienza 2.11; ritornare alla coscienza 2.11 ; scaricare la coscienza 2.8; secondo coscienza 2.6.2; secondo coscienza di 1.4; secondo la coscienza 2.6, 2.6.2; senza coscienza di 1.1.2; senza la coscienza di 1.1.2; tornare a coscienza 2.11; tornare alla coscienza 2.11; venir di coscienza 1.1.3.

0.6 N Quando l'accez. 1 riguarda il campo morale (vd. per es. l'espressione coscienza del peccato, o l'es. 1 [6]) si perde la distinzione con l'accez. 2.

0.7 1 Facoltà di percepire, comprendere e valutare cose, fatti o sensazioni; consapevolezza; razionalità; ricordo. 1.1 Conoscenza. 1.2 Lo stesso che volontà. 1.3 Comunicazione, ambasciata. 1.4 A, secondo coscienza di qno: secondo il suo punto di vista. 1.5 Locuz. avv. A, con, di buona coscienza: in verità. 1.6 Locuz. verb. Avere, essere (di, nella) coscienza: essere consapevole, rendersi conto; essere a conoscenza, venire interpellato, conoscere, sapere. Anche assol. 1.7 Locuz. verb. Fare coscienza: dare notizia, informare. Anche assol. 2 Consapevolezza morale, che fa avvertire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, determinando le scelte etiche di una persona e il giudizio sulla stessa (retta o malvagia, ovvero, da un punto di vista religioso cristiano, in stato di grazia o di peccato). 2.1 Luogo spirituale in cui rimane traccia delle azioni commesse e giudicate; interiorità, anima. 2.2 Buona coscienza; mala, rea coscienza. 2.3 Rettitudine, virtù. 2.4 Contrizione, rimorso. 2.5 Lo stesso che giudizio. 2.6 Locuz. avv. A, alla, di (buona), in, secondo la coscienza: nel modo ritenuto più giusto o più corretto; secondo il volere; a discrezione. 2.7 Locuz. prep. Di coscienza di qno: di suo, di per sé. 2.8 Fras. Aprire, scaricare la coscienza: confidarsi senza riserve (anche attraverso il sacramento della confessione); esternare la verità. 2.9 Fras. Caricare la coscienza di qno: affidargli un incarico. 2.10 Locuz. verb. Avere, fare, farsi, prendere coscienza: sottoporre al proprio giudizio morale; farsi scrupolo; preoccuparsi. Anche assol. Provare rimorso, pentirsi. 2.11 Fras. Ridursi a, ritornare, tornare a/alla coscienza: ravvedersi, pentirsi. 2.12 [In gioco di parole con scienza]. 2.13 [Come personificazione].

0.8 Rossella Baldini 17.05.2004.

1 Facoltà di percepire, comprendere e valutare cose, fatti o sensazioni; consapevolezza; razionalità; ricordo.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 3, pag. 296.5: le malvagità nocciono, advegnia che non siano vedute, secondo che disse Seneca; [d]e la quale anche dice: o tacito tormento che è la coscienza de la 'ngiuria!

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 40, pag. 512.5: Sarebbero cose da non poter credere chi così grandi maraviglie dicesse, quasi come una composta bugia, se alla nostra boce non andasse innanzi la conscienzia di coloro, che queste cose videro.

[3] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 363, pag. 338: Tanta li mise Accidia conscïentia de errore, / per desperatu 'l prese.

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 95, pag. 302.10: Sieno tutte le 'mbandigioni insieme mescolate, tegnendosi l'una coll'altra, nondimeno sappiano coloro, che di queste cose domandano gloria vantandosene, ch'elle non si mostrano, ma dannosi alla conscienza. Se tutte le vivande, che sogliono essere distinte ciascuna per se di molte maniere di pesci, e di carne, fussero tutte mescolate insieme, e attuffate in un brodetto, e non v'avesse alcuna differenza, non sarebbero meno mescolate, che la vivanda, che l'uomo rendesse per la bocca.

[5] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 15, 79-96, pag. 416.5: coscienzia è atto della ragione procedente dall'intelletto respettivo ad altra cosa...; e però si dice coscienzia; cioè scienzia insieme con altro...

[6] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 15, 79-96, pag. 416.15: si può dire, secondo che dice Papia: Coscienzia è conoscimento di sé medesimo...

[7] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 27, vol. 6, pag. 271.20: Se tu cercherai giustizia, piglierai quella [[...]] e troverai il fondamento nel die della conscienza. || Cfr. Ecli 27.9: «et in die agnitionis invenies firmamentum».

1.1 Conoscenza.

[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 99.11: Ma perché ogne ben che si fa non può essere saputo da tutti, può essere che non sapete i miei fatti e per ciò forse, secondo la vostra coscienzia, à' ragione a volere pensare.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 20, 67-78, pag. 456, col. 1.7: Ora conosce, çoè quanto è vertuoxa la gratia de Deo, tutto che soa conscientia non lo possa comprender né altra creatura.

[3] Scienza fisiognomia, XIV pm. (tosc.), pag. 1.6: Conscienzia per accidenzie de le nature delli omini. Io ti mosterrò sì come le qualità e le vestigie et le nature delli omini potrai conoscere per bella e utile scienzia e sottilissima, la quale si chiama fisonomia...

- Esposizione, racconto.

[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 329, pag. 746.20: Se tu vuoli seguire la coscienza netta d'Ovidio, tu crederai che Nereo fu uno bellissimo fanciullo, la cui bellezza prese il grande poeta Homero...

1.1.1 Locuz. prep. Con, di, per coscienza di: essendo a conoscenza, sapendo.

[1] Stat. pis., 1302, cap. 17, pag. 964.22: ciascheduno possa tenere et amaestrare la dicta arte sensa pena. Sì veramente che la dicta arte a costoro tegnano et insegnano, per paraula et conscientia de li consuli de la dicta arte.

[2] Stat. sen., c. 1303, cap. 76, pag. 126.28: per utilità del detto Padule possano ne le predette cose et apresso d'esse provedere di consèllio e conscienziadi tutti li consellieri del detto Padule, o vero de la magiore parte di loro, e non altremente nè in altro modo.

[3] Stat. pis., 1304, cap. 64, pag. 700.36: Lo dicto mio officio farò per me, et non per altrui in alcuno modo, se no fusse per iusto impedimento: li quali a li consuli manifestrò; et allora, et con conscientia delli consuli, se casu necessario intravenisse, possa io soprascripto notaio per altro notaio fare scrivere inchieste...

[4] Doc. prat., 1305, pag. 455.9: e queste cose siate cierti ch'elli le fa e lle p(ro)caccia di volontà e saputa e cosciença di mess(er) Bonacorso suo padre.

[5] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.21, pag. 150.6: E se non avessono ubidito e avessono presa l'arme, quel dì avrebbono vinta la terra; però che i Lucchesi, di conscienzia del Cardinale, veniano in loro aiuto con grande esercito d'uomini.

[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 63.29: fu mandato a' confini, dove fu morto da un suo clientolo di coscienza d'Antonio.

[7] Doc. lucch., 1332-36, pag. 141.32: ed ancho perché è scritto e choretta la detta iscritta sì chome de istare di ragione in questa carta, e chosì apunto è fatta e iscritta e choretta di chosciensia e veduta di Princivalli e Nic(holao) e Bordo...

[8] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 5, vol. 2, pag. 211.15: Ca issu rispusi que Gipseu non facia nulla altra cosa si non que li retardava lu so convitu. E cun consciencia di quistu dictu, issu potti cenari seguramenti.

[9] Doc. orviet., 1351, pag. 65.16: E che in Orvieto no(n) possa essare niuno altro officiale co(n) iurisdictione oltra i detti capitan(i) e guardiani se no(n) dela ciptà di P(er)oscia e co(n) co(n)scie(n)tia de priori di P(er)oscia.

[10] Lett. volt., 1348-53, pag. 198.13: se ' nostri da Volterre v'ànno ma[n]dato gente vi diciamo che non è di nostra saputa nè di nostra conscientia, e come con salva consciencia ciò si possa fare Iddio el sa.

1.1.2 Locuz. prep. Senza (la) coscienza di qno: all'insaputa di qno; senza la necessità che qno sia informato.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 56, pag. 692.32: sì veramente che li due delli consuli, sensa cunscientia de lo terso, et l'uno sensa conscientia dell'altro, possano mandare li dicti cercatori sopra le soprascripte cose fare...

[2] Stat. pist., 1313, cap. 15, pag. 187.2: [A]ncora ordiniamo ke sia licito a' ditti operari di spendere p(er) la ditta Opera [[...]] ciascheduno a(n)no, siccome parrae loro, infine in qua(n)titade di livre l di d(ena)r(i). Da inde in su no(n) possano spendere sança coscienta de' singnori ançiani e del go(n)falonieri della giustitia.

[3] Stat. assis., 1329, cap. 4, pag. 166.36: A niuno, etiamdio, sia leceto alcuno forestiere o fore della terra o citadino a lecentiare, overo allocare per estare più che tre dì sença conscientia del priore o del sopriore, e dei descrite...

[4] Doc. fior., 1311-50, 22 [1343], pag. 639.18: e di presente ne riscriveremo quello che facto n'avvremo et quello che intorno a cciò avvrai a riferire, non partendoti di costà sanza la coscientia nostra.

[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 187.24: Abbe un sio notaro e per sentenzia piubica se protestao e disse ca queste cose non se facevano de soa voluntate, anco senza soa coscienzia e licenzia de papa...

1.1.3 Locuz. verb. Venir di coscienza (di qno): venire a conoscenza, pervenire.

[1] Lett. volt., 1348-53, pag. 167.5: ti piaccia per tua lectera scriverci se la decta lectera venne di tua conscientia...

1.2 Lo stesso che volontà.

[1] Doc. fior., 1311-50, 43 [1344], pag. 651.13: L'altra del fatto di messer Bandino Campana, al quale non ci pare aver facto niuna ingiuria, anzi il reputiamo per nostro caro cittadino, e, per lo portamento ch'egli à facto in questa nostra bisogna, intendiamo d'essere favorevoli a ogni sua ragione [[...]]. E, se contra la coscienza nostra facto fosse per li nostri Rectori, sarà posto per noi, in quanto notificato ci sia, ogni rimedio, che a noi sarà possibile.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 108, vol. 2, pag. 450.26: Lo detto conte bestiale [[...]] li sbanditi del detto Comune ritenea, coloro ch'erano più rei e famosi di mal fare; per questo avenne che a lloro posta entravano nel Mugello, e lli uomini uccidieno e rubavano, e rifuggieno i· Montecarelli, e cciò feciono sconciamente più volte; il perché il Comune ciò fé noto a l'arcivescovo di Milano, il quale rispuose ch'era contro a ssua coscienzia, e cche esso non era favoreggiatore di ladroni, e cche il Comune di Firenze facesse quello volesse giustizia e pace del paese...

1.2.1 Locuz. verb. Essere in coscienza: essere dello stesso parere, convenire.

[1] Stat. venez., 1366, cap. 110, pag. 50.30: presa fo parte in Maçor Conseio che, de qua endredo, quelli çudesi et officiali li quali no fosse in consciencia o en concordia cum li soi cumpagnoni sovra alguna condamnaxon o sentencia spetando ali soi officii, no debia aver alguna cosa de parte che a quelle sentencie o condamnaxon devenir debia in li officiali...

1.3 Comunicazione, ambasciata.

[1] Doc. fior., 1311-50, 42 [1344], pag. 650.12: perché noi voglamo, che, avuta la coscienza degli Ambasciadori de' nostri fratelli da Perugia, debbi tornare alle parti d'Areczo a fare quelle cose che sieno di nostro honore et di nostro dovere...

[2] Stat. pis., XIV pm., pag. 23.14: E s'elli volesse tenere altra sua vita e prendere altra sua consolasione, per altro modo che per questi statuti, non ne sia tenuto ad alcuna consciena [sic] per promessione ch'avesse fatta a la fraternita, ma sia libero e asoluto come di prima.

1.3.1 Locuz. prep. Di, per coscienza di qno: per sua testimonianza, con la sua garanzia.

[1] Doc. fior., 1279-80, pag. 483.17: E de avere lb. IIJ di ravg. dì XXIIIJ di luglo: paghò Berardo di Pietro Ghercco di Montti Granai per una condanascone fantta contro di lui di lb. cinquantta, la quale fece messer Giovani Buffa che fue giudice gienerale; questo fatto facemo per coscenza di mastro Tomaso da Monti Granaio, perccò che disse che non avea nulla.

[2] Doc. fior., 1279-80, pag. 488.32: E de avere lb. X di ravg. questo die: paghò Giovani di Pietro Salone di Monti Granaio per una condanascone fantta contro di lui di lb. centto, <lascamog> la quale fece il detto messer Anttono; lascamogli il soprapiue per povertade, e di choscenza di mastro Tomaso da Monti Granaio.

1.4 Locuz. prep. A, secondo coscienza di qno: secondo il suo punto di vista.

[1] Dante, Rime, a. 1321, 2a.12, pag. 9: certanamente a mia coscienza pare, / chi non è amato, s'elli è amadore / che 'n cor porti dolor senza paraggio.

[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 16, par. 1, vol. 2, pag. 31.18: Li iudichi chercanu veri testimonii. Perkì kisti chercavanu falsi testimonii? Respondeo: Lu evangelista parla secundu loru cunsciencia; cridu eu ki illi eranu appariclati, ad omni falsu oy veru testimoniu, di alchidiri a Iesu Cristu.

1.5 Locuz. avv. A, con, di buona coscienza: in verità.

[1] Cronica fior., XIII ex., pag. 106.12: Et tornando ad Roma per mare, elli per forza di venti capitò a Messina in Cicilia. Il nobile huomo Guiglielmo re di Cicilia, non solamente lo ricevette come papa, c'avea guerra co llui, ma sì co' fa buono filgluolo al buono patre, co molta dolceçça e bonaritade; e fedelmente si riconobbe a buona cosscienza ch'elli tenea la terra e 'l rengno tutto per la Chiesa e per lui. E perciò, sì come fedele, sì llo sequitò e venne co llui.

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 7, pag. 75.1: Ma se la mente di buona coscienza dal terreno carcere risoluta, libera il cielo domandi - non dispregia colui ogni fatto terreno, la qual, godendo il cielo, sè essere spogliata delle cose terrene si rallegra?

[3] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 29, pag. 160.6: E riguardando Paolo tutti quegli ch' erano congregati contro a lui in quello consiglio, sì disse: Signori e fratelli, io con ogni buona coscienza sono conversato dinanzi da Dio insino al dì d'oggi.

1.6 Locuz. verb. Avere, essere di/nella coscienza: essere consapevole, rendersi conto; essere a conoscenza, venire interpellato, conoscere, sapere. Anche assol.

[1] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 11, pag. 267.25: el venditore e 'l comparatore caggiano ne la pena del predecto capitolo, se elli sapranno e coscienziaavranno che le predecte cose sieno state furate: in altra guisa, non.

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 23.7, pag. 144: Or lo me di', frate Ranaldo, / ché del tuo scotto non so' saldo: / si èi en gloria o en caldo / non lo m'ha Dio revelato. / Honne bona conscïenza / che 'l morir te fo en pazïenza: / confessasti tuo fallenza, / assoluto dal prelato.

[3] Cronica fior., XIII ex., pag. 104.21: In quel tempo, il decto Imperadore, doppo molti scandoli e persecutioni ch'elli avea facto a papa Alexandro, avendo tema e forte consciença di cadere della signoria imperiale [[...]] fece lo Imperadore ambasciadori e messi spetiali, procacciando di riconciliarsi col Papa.

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 390, vol. 1, pag. 270.35: Et se altremente si facesse la carta, inde ragione a l'allogatore non si servi, se lo conduttore provarà con uno o vero due testimoni che quella carta fatta fusse per cagione de la bestia, la quale fusse prestata a vettura, o vero, el quale notaio giurasse che conscentiaabia o vero creda che quella carta per ciò fue fatta...

[5] Doc. venez., 1310, pag. 67.5: item ordeno et voio qu'elo sia dato i· man deli percolatori dele comesarie libr. MCLXXXXIIIJ a grosi li qual io è consiencia que io eba abudo de queste comesarie que sé scrite per questa carta...

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 29.24: Onde molti sono, come dice il Salmista, che non vogliono intendere per non avere coscienza. Onde di questi cotali, dice s. Paolo: Qui ignorat, ignorabitur...

[7] Doc. fior., 1311-50, 11 [1341], pag. 634.11: E, benché per alcuno modo singulare abbiamo sentito che a' decti nostri dilecti non dispiacerebbe cosa che in questa parte fosse di nostro piacere, nondimeno sanza la coscienza loro non intenderemo a questa riconciliatione, che noi non fossimo in prima molto certi che questo fosse di lor coscienza, perché in niuno caso vorremo mancare verso loro contra nostro dovere.

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 16, pag. 168.25: nén da tutti li ri li quali erano plu de XXX, illo [[Agamennone]] era stato eliecto, se non fuorse da III oy IV, e ll'altri no ndi appero conscientia...

[9] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 43, vol. 1, pag. 225.7: E ancora ci abbiamo recato altro argento, acciò che noi compariamo quelle cose che ci sono necessarie; non è nella nostra conscienzia chi la reponesse nelle sacca nostre.

1.7 Locuz. verb. Fare coscienza: dare notizia, informare. Anche assol.

[1] Stat. fior., 1297, pag. 669.16: Et per ciaschuno de la compagnia che passerà di questa vita ne dicha dodici con ave maria o vero com requiem etternam per l'anima sua, quando lo saprà. Veramente non volemo che in dire questi pater nostri per alchuno si faccia consciençia, ma ciaschuno li dicha in buona fede quando glie ne ricorda.

[2] Stat. fior., 1330, pag. 55.14: E di ciò, fare debbia infra il detto termine conscienzia al detto Spedalingo con alcuno di conversi, se vi fossero, o ufficiali servigiali sopradetti, et a' detti padroni, se vorranno a ciò essere, fattone loro conscienzia.

[3] Stat. pis., 1332, pag. 1274.11: In prima, che lo dicto Giovanni e la moglie sua non siano tenuti di stare in quelle case dell'Opra, ma che possano e a loro sia licito tre mesi di ciascuno anno [[...]] stare e dimorare in de le case loro propie di via Santa Maria le quale avale abitano, facciendo quinde conscientia a li ansiani che allora fusseno.

[4] Stat. catan., c. 1344, cap. 9, pag. 39.28: Non poça ecciamdeu fari oy diri parola iniuriusa e riprinsiuni famusa, exceptu ki di lu delictu commissu; e si tali li parissi essiri lu delictu gravusu, di faça consciencia a nnui, essenti presenti a lu monasteriu; oy in abscencia, si parrà a lu priolu, cum consiglu di li vitrani di cui li parissi di lu monasteriu, si poça manifestari in capitulu...

2 Consapevolezza morale, che fa avvertire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, determinando le scelte etiche di una persona e il giudizio sulla stessa (retta o malvagia, ovvero, da un punto di vista religioso cristiano, in stato di grazia o di peccato).

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 55.17: «O Galatea» dise la vetrana, «eu vorave molto volentera q'elo fose to marido, et eu sai bene qe tu vorave quela medesema causa se tu savese ben sì com el'è. [[...]] Mai lo mieu engegno e la mea consiencia sì çudega e consente voi doi esser ensenbre. || Cfr. Pamphilus, 366: «Vos simul esse meum iudicat ingenium».

[2] Poes. an. urbin., XIII, 23.29, pag. 589: «Frate, poi ke la cunscença / te nn'à messo a dubetare / e vòlete la fallença / e la colpa demustrare, / non vollo aver nigligença / in deverte declarare / como sença predecare / tu nnon si' stato una dia.

[3] Formula di confessione sic., XIII, pag. 300.35: E spitzialimenti diku mia kulpa [[...]] ka non agiu ubbidutu a ddeu ni a lla regula ni a lla kussientzia mia ni a lli suppriuri chi su ttin(u)tu di ubbidiri...

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 81, vol. 3, pag. 510.4: E tutto che alcuno che male faccia scampi del giudicio degli uomini, egli non scamperà del giudicio di sua conscienza, chè a sè nullo può celare quello ch'egli cela agli altri. Egli sa bene che egli fa male; e cade sopra lui doppia sentenza: l'una in questo secolo della sua conscienza, e l'altra in quello della eternale pena.

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 6, pag. 73.3: Unde per quelli animali lo peccatore è bestia, in quanto elli pecca, e è omo, in quanto elli àe la consciensia con seco.

[6] Amore di Gesù, XIV in. (ver.), 213, pag. 52: ke mai no serà sença mortal guerra, / nè en aqua nè en leto nè en terra, / de la conscientia e de la mento, / li qual si l'à acusar molto grevementre / de ço k'el avrà da si partù / l'amor dolcissimo del bon Jesù...

[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 19.3: Alcuna fiata Fede vuol dire coscienza; onde a questo intendimento dice s. Paolo ai Romani: Omne, quod non est ex Fide, peccatum est; ciò vuol dire, che ciò che l'uom fa contra coscienza, è peccato.

[8] Lett. napol., 1356, 6, pag. 130.20: Dicemo bene (et) p(ro)mectemote firmame(n)te che tucto ciò a che alcuno delli toi o tue cose obligarai, quanto se poterà extendere la possibili[ta]te n(ost)ra, tanto realemente che bastarà a n(ost)ra (con)sci(enci)a avere facta (et) adimplita n(ost)ra p(ro)missione, ne exforsarimo che tte serà obs(er)vato.

[9] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 367, pag. 81: Fra ipsi et Paganisci dece once ne pagaro, / Et dece oncie ad Santantia per collo li gettaro; / Lo meso li sconficti et lo meso chi incalsaro! / Chi abe conscientia, ben li parse amaro.

[10] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (ii), par. 41, pag. 62.27: Le quali cose, per ciò che senza denari essercitare pienamente non si possono, gli sospingono nel disiderio d'aver denari, e, per quegli ogni conscienza posposta, senza alcuna difficultà ad ogni disonesto guadagno si dispongono...

[11] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 14, pag. 160.8: La coscienza sta ne l'anima, e come ella per peccato offende Dio, l'anima si rimorde e atrista, però che l'anima, che è simile figura a Dio, quando vede offendere Dio, subito si contrista.

[12] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 3, 1-9, pag. 59.20: e dice notevilmente de la coscienzia degna e netta: imperò che quella che è vitoperosa e brutta non à rimordimento dei grandi falli, non che dei picculi, e non si chiama coscienzia; ma ostinazione.

- [Assimilata a un lume che mostra la via giusta].

[13] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 7.27, pag. 509: «Como lume de lucerna / ne lo core, ke mme mena / a vedder vita eterna / e dde lo 'nferno la pena, / Quello ke ppasce e ggoverna / la formica ne la rena / par ke rumpi la catena / ke mme legava a ddolore». / «Testo lume è la cunscença / ke tte va mustrando via, / perké faci penetença / d'onne tua culpa e ffollia.

[14] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 4, pag. 9.19: Cosí è la veritá, che per lo modo che Io t'ho detto, per li strumenti di quello che di sopra contiammo (del lume della coscienzia, e dell'altre cose), l'è satisfatto la colpa...

- [Assimilata a un cane che abbaia per avvertire].

[15] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 129, pag. 278.17: El quale odio e amore purificano l'anima dalla macchia del peccato mortale, e dá tanto vigore alla coscienzia che la guarda, che subbito che veruno nemico dell'anima, cioè il peccato, volesse intrare dentro (non tanto l'affetto, ma el pensiero), subbito la coscienzia come cane abbaia con stimolo, tanto che desta la ragione.

2.1 Luogo spirituale in cui rimane traccia delle azioni commesse e giudicate; interiorità, anima.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 177.16: «Mentiro che pensaro ch'io sozzasse la mia coscienza per sacrilegio (o per parlamento de' mali spiriti). Ma tu, Filosofia, commessa in me cacciavi del mio animo ogne desiderio delle mortali cose».

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 429, pag. 115: De quel mal ked eo feva, oi De, com eo 'l bregagno; / Mai no será conseio il me' dolor tamagno. / La mïa conscïentia me remordeva adesso, / Del mal k'eo feva al mondo eo n'era trop incresso...

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 5, pag. 14.10: Ma Dio onnipotente vuol esser servito dall'uomo tutto di diversi riggimenti da quelli, perché vuole che l'uomo, nel suo guadagnare, non l'offenda, ma servi le sue comandamenta, e la sua conscienzia non danni...

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.53, pag. 623: o per lavar la consientia / prendí la santa penetentia / chi ve monde cor e mente / per andar pu seguramente.

[5] Libro segreto di Giotto, 1308-30 (fior.), [1320], pag. 490.36: il quale patto non si mise ne la carta de la promesione ma rimase ne la coscienza de' detti messere Giovanni e Ducio per volontà de le parti.

[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 2, pag. 655.18: sempre questo servo serva lealmente, non solamente riguardando all'occhio corporale ma riguardando a Dio, che ogni conscienzia vede...

[7] Stat. palerm., 1343, cap. 1, pag. 7.14: E tali eleccioni si diia fari per li vechi ricturi e cunsigleri et cum killi aiunti, ki a lloru plachirà, in tali modu ki diianu esilligiri XI homini di la cumpangna cum puritati di consiencia, li quali lor parranu plui sufficienti per fari lu oficiu di la cumpangna...

[8] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 3.84, pag. 191: L'onore, la grandezza e la potenza / de la cittade tien quel da Gonzaga: / tre fratei sono ed una coscienza.

[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 10, pag. 100.15: E la matim sequente, avegna che de ço la remordese la cosciencia [[...]] andà a la çexia a la festa.

- [Assimilata a un libro, nel quale vengono scritte le azioni compiute].

[10] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 3, pag. 228.15: Ibi erunt libri aperti, zo est la consciencia de chascun; car chascun veirà ben e conoiserà le soe ovre qu'el avrà faite o bone o male.

[11] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 11, pag. 55.15: ivi ciascheduno vedrà tutti i peccati suoi, però che allora s'apriranno i libri, le conscienzie tutte. Idio ti scrive bene, immantenente che ttu fai qualunque opera sia, ne la mente tua, avegna che tue non te ne ricordi. Come colui che scrivesse nel libro, che bene l'ha a mente quando lo scrive, ma poi a certo tempo, o valicato l'anno, non se ne ricorda, ma pur scritto v'è, così è ne la conscienzia tua. Tutti i peccati tuoi e tutte l'opere tue vi sono scritte, tutte, avegna che non te ne ricordi. Ma allora s'apirranno i libri, le conscienzie, che ssi ne ricorderà l'uomo così e meglio, come quand'egli il fece presente.

[12] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 62.10: Quel manna, la cologna del fogo, quella gran multitudin d'uxeli tanto nobeli e tute le altre nove meraveglie eran chomo un libro chiar e averto denance a quel povol novicio grosso broscho e bidaso, e eran quasi lettre sculpie e levae che no se poessan mortificar con pena, né de le paine de lor conscientie mae no se poessan raer né raspar çosa né levar via de la tavola de la memoria... || Cfr. Giovanni Crisostomo, Neminem, 13.24: «nec de conscientiae eorum paginis aboleri».

[13] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 26, 76-87, pag. 628.34: per noi si legge; cioè si grida, raccomandandoci del nostro fallo e leggendolo nel libro de la coscienzia nostra...

- [Assimilata a un luogo in cui si dimora (casa, albergo, caverna)].

[14] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 5, pag. 41.3: certo sconvenevole cosa è, che l'uomo nella sua casa propria, cioè in della propria coscienza si ponga a sedere più alto, che gli altri, reputandosi migliore, e più onorevole.

[15] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, 3, pag. 53, col. 2.2: quando si purgherà l'anima mia miserabile per fiamma d'amore, la quale è piena di feccia? Imperciocchè allora immantenente in me certissimamente entreresti, e troveresti mondo l'albergo della mia coscienza.

[16] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 23, pag. 89.20: dice che coriamo alle caverne, cioè alla propria conscenzia, et in essa stiamo coll'uscio serrato dalle ree et iniquie e feroci bestie...

- [Assimilata a un letto, a una stanza da letto (secondo una metafora presente nei Salmi)].

[17] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 37, pag. 196.29: Poi dice: «lavabo per singulas noctes lectum meum». Questo si è il letto de l'anima, de la conscienzia, e è detto letto però che in quello l'anima si riposa.

[18] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 49.42: Ben dee dunque gran duolo menare chi in tale punto è, e sovente suo letto di sue lagrime bagnare, cioè sua conscienzia ove il serpente velenoso è giaciuto.

[19] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 43, pag. 201.13: dice il Salmista: Io laverò per ciascuna notte, cioè per ciascun peccato, il letto mio, cioè la mia coscienza.

[20] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 5, pag. 385.27: Lava ogni notte lo tuo cubicolo, cioè la tua coscienza con lagrime di vera compunzione.

- [Assimilata a un'arca, luogo segreto e riposto].

[21] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di s. Maria Egiziaca, cap. 1, pag. 198.1: e in quel dì ciascuno tornava al monistero, riportando ciascuno lo frutto della sua fatica e vittoria nell'arca della buona coscienza...

[22] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 21, vol. 1, pag. 162.28: Avvegnachè per verità maggior ricchezza sia avere Dio in se, che aver l'oro nell'arca; però, come dice s. Agostino, maggior tesoro è Dio, che l'oro, e migliore, e più sicuro serrame è la coscienza, che non è l'arca, o altro qualunque serrame.

- [Assimilata a una barca].

[23] Luigi Marsili, Lettere, 1373/78 (fior.), [1377] 7, pag. 491.11: E onde che ssi tralga vento da mano ritta o da sinistra, se lla ragione della mente nostra non abandona il governo della virtù, sempre la barca della coscienza s'apressa ad porto di salute.

- [Con rif. al verme (cioè il rimorso) che la rode].

[24] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 32, pag. 165.9: Significa altressì il verme de la conscienzia, che sempre morde e rode il cuore eternalmente.

[25] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 23, pag. 295.2: Possono nondimeno i disordinati movimenti essere cagione: il vermine della coscienzia, il quale quando rode l'anima col ricordamento delle malvagie operazioni nella preterita vita comesse...

- [In quanto testimone delle azioni compiute].

[26] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 5, pag. 14.11: e però disse santo Paolo: «Questa è la nostra allegrezza nel mondo, che la conscienza nostra nell'opere nostre buona testimonianza ci porti»...

[27] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 25, pag. 309.19: Il maligno va per accusare de' difetti, e il santo per racontare i suoi meriti; e con questi è la coscienzia, per essere testimonio all'accusa de' predetti.

2.2 Buona coscienza; mala, rea coscienza.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 3, pag. 296.7: Et Cassiodero disse: che si crede l'uomo acquistare, se e' perde la buona coscienza? Et certo la male coscienza sempre tormenta gl'uomini ma la buona non dimora mai sanza speranza di guiderdoni, secondo ch'e· medesmo Cassiodero, che dice: non credete sanza guiderdoni quell[e] cose, che pare che pertengono [a] coscienza.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 2: Seneca in dele Pistule dice: la buona coscientia sta tra le ge(n)te, (et) la ria etia(n)dio stando sola è angosciosa (et) solicita.

[3] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 3, pag. 42.27: E apresso: «Ghaudio vero, ghaldio di bona cosciensia. Cosciensia bona no è che [per] vertù».

2.2.1 Locuz. agg. Di buona, mala coscienza: moralmente retto (o riprovevole).

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 71.1: La seconda cosa si è diritta intenzione, che l'uomo non si pieghi nè per priego, nè per dono. La terza si è buona vita, che quelli che li altri giudica dee essere di buona conscienzia, altrimenti dee elli aver grande paura di quella sentenzia del vangelio che dice che tale giudicamento come voi farete delli altri farà Dio di voi...

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 313.13: Onde conparte il danno co' suoi e ordina alquanti savj maestri, e uomini di buona coscienza...

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 6, terz. 41, vol. 1, pag. 67: E siccome uom di mala coscienza, / eretico, nemico tuttavia / di Santa Chiesa, e di sua eccellenza, / fu dello Imperio, e d'ogni Signoria / privato...

2.2.2 Locuz. avv. Con buona, quieta, salva coscienza: in modo corretto; con tranquillità, senza problemi.

[1] Lett. volt., 1348-53, pag. 202.27: Ala vostra lectera sopra -l facto dela pieve a Monti rispondiamo che noi credavamo [[...]] che Petrone avesse la pieve a Monti per modo più siguro e ragionevole come lo dicemmo, sì che con buona conscientia di lui e di noi la potesse tenere...

[2] Lett. volt., 1348-53, pag. 203.27: che n'abbino consiglio, e se sono fermi, vedute le carte predecte, che faciamo la commissione che scriveste; farenla per quello modo dovuto e ragionevole che potiamo, facendo mentione e fede dele decte carte, che altrimenti con salva conscientia no· la potremo fare.

[3] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 95, pag. 230.29: Avemo cercati de' fatti di Vanni, e troviamo che esso può stare con buona coscienzia, tanto quanto voi volete...

[4] Stat. cass., XIV, pag. 21.19: si lu monacho i(n)nella s(an)c(t)a obediencia fosse (com)mandato cose dure et (con)t(ra)rie, voy eciam che a loy fosse facto i(n)iuria, con quieta (con)sciencia si le debe pilgiare pacientemente et sufferire...

2.3 Rettitudine, virtù. || Tutti gli ess. derivano dai classici latini.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 3, pag. 294.2: Et un altro filosofo disse: guarda a la buona conscienzia [più che] la fama, però che tu potrai essere ingann[at]o per la fama, ma per la conscienza no.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 34, vol. 3, pag. 346.7: Seneca disse: Lo savio mette il frutto di sua virtude in conscienza, ma 'l folle il mette in vanagloria.

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 7, pag. 74.4: Ma voi, se non a' romori vani e a' popolari orecchi, dirittamente fare non sapete, e lasciata l'eccellenza della coscienza e della virtude, aspettate guiderdone de' sermonetti altrui.

2.4 Contrizione, rimorso.

[1] Stat. prat., 1335-75, cap. 1, pag. 634.26: In prima ordiniamo che veruno de' fratelli di questa compagnia sia a neuno delli ordinamenti o capitoli qui scripti tenuto a pena né a colpa né ad alcuna cosciença d'anima per promessione che avesse facto alla compagnia...

[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 3, 121-129, pag. 105.26: e così onestamente l'autore à posta la sua propria loda: ché è licito in atto di coscienzia, anzi è dovuto non farsi peccatore se l'uomo non è...

2.5 Lo stesso che giudizio.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 18, cap. 2, par. 13, pag. 309.10: Niuna cosa tanto diletta l'animo come l'amistà fedele e dolce. Quanto bene è quando apparecchiati sono i petti, ne' quali sicuramente ogni segreto discenda, e de' quali tu meno temi la lor coscienza che la tua...

2.6 Locuz. avv. A, alla, di (buona), in, secondo la coscienza: nel modo ritenuto più giusto o più corretto; secondo il volere; a discrezione.

[1] Ugo Panziera, Epist., 1312 (tosc.occ.), pag. 68, col. 22.15: Avengha che la doctrina che io in questa littera vi scrivo, non è de mia sufficientia tracta, ma della immaculata vita dello amoroso Iesu della quale di buona conscientia dico come egli disse nello evangelio...

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 32, pag. 50.58: Et che lo corrigiarano et emendiranno segondo la loro pura consciencia, per lo megliore del Segnore Re, et di questa Villa di Chiesa; del quale correggere et emendare li detti Brevajuoli [[...]] abbiano et avere debbiano piena bailia sì come parrà a lloro...

[3] Stat. sen., c. 1331, cap. 39, pag. 43.2: Anco, che 'l Rettore de la detta Casa possa e sia licito a lui, ad ogne volta e quante volte a lui piacerà, dare limosina a' pòvari in denari, infin quantità di X soldi di denari per volta, overo uno staio di grano overo farina, secondo la sua conscienzia e discrezione.

[4] Stat. fior., 1334, L. II, cap. 6, pag. 295.3: E se l'uficiale trovasse appo 'l tintore o affetatore alcuno panno comperato da mercatante di Calimala, il qual fosse stato bollato come detto è, e fosse sanz'alcuna bolla, e apparisse che le bolle ne fossono cadute, in questo caso sia in coscienza de' Consoli di condannarlo da quara[n]ta soldi infino in diece lib....

[5] Stat. fior., Riforme 1335-36, cap. 5, pag. 371.9: Item al detto capitolo agiunto è che il Notaio di la 'nquisizione possa condannare ciascuno che contro al detto ordinamento facesse, a sua coscienzia, e per fama e per ogni modo che a lui parrà...

[6] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 23, par. 16, vol. 1, pag. 116.28: E i predicte rectore de l'arte e ciascuno de loro per sé corporalemente giurare deggano sopre essa electione, secondo el modo e la forma data, de quille solamente persone le quagle conosceronno e penseronno maiuremente ydonie e suficiente a l'ofitio del priorato adoperare eleggere e nomenare, de buona conscientia, dei più savie, meglore e più liagle artefece de la citade e dei borghe de Peroscia continuamente l'arte adoperante...

[7] Stat. fior., Riforme 1352-61, (1357), pag. 262.32: e ogn'uomo possa essere acchusatore di chi chontro a ciò facesse in sagreto e in palese, e siegli tenuta credenza e creduto al saramento dell'achusatore, alla choscienza di' consoli se pare loro huomo degno di fede...

2.6.1 Locuz. avv. A, con coscienza: in modo moralmente retto.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 80.85, pag. 332 Puoie che l'alma vive a conscienza, / conten amar lo prossimo en piacenza: / amor verace par, senza fallenza, / de caritate.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 248.30: Credo impertanto che il predetto Autore, sì come fedele Cristiano, con senno e coscienza tenesse in suo giudicio quello che tiene la Chiesa.

2.6.2 Locuz. avv. Per, secondo (la)coscienza: in modo rispondente ai propri dettami morali o alla fede; per far del bene.

[1] Doc. fior., 1286-90, [1288], pag. 140.23: It. in ghabella, de la limosina, dì xiiij d'agosto, s. iij e d. viiij. It. in ghabella, de' danari del die di Sancta Maria d'agosto, per coscienza, s. ij.

[2] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), Framm., pag. 126.22: Per questo assempro potemo vedere che Dio non vuole se nonne lo chuore dell'uomo dritto e puro, e imperciò ci doviamo studiare sempre d'oparare secondo la nostra conscienza puramente.

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 27, pag. 132.17: Venuto el conte al papa, el papa li dimandò consiglio, come potesse avere Pelestrino: el conte essendo disposto a non volere più pecchare non li rispose, ma taciette. El papa s'avide, che egli taciette per cuscientia, parlògli la seconda volta e disse: «Frate, non temere, chè tu sai che io posso assolvare d'ogni pecchato...

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 7, vol. 2, pag. 191.12: Ma singolarmente sono da considerare li esempi delli Santi precedenti, li quali la Chiesa santa approva, li quali per coscienza dispensarono fedelmente li beni della Chiesa alli poveri...

[5] Doc. sen., 1365, pag. 261.15: Io Antonio di Brunaccio, maestro di pietra, imprometo di volere dare a l'uopera sante Marie, vinti e sei lire, sichondo la mia choscienzia...

2.6.3 Locuz. avv. Contra (a) coscienza: in modo non rispondente ai propri dettami morali o alla fede.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 2 (5), pag. 233.28: Unde noi te ma(n)damo x libre a removere la tua i(n)digentia, (con)seglando te ke tu altro modo sup(r)a lo to facto deipe providere, sipando che (con)tra (con)sci(enti)a no volemo expendere lo pat(r)imonio de Ieh(s)u (Cristo).

[2] Lett. sen., 1262, pag. 278.2: (E) se volete dire di fare diposito in alchuna abadia di Ciestele, sì no mi pare guari buono a fare al tenpo d'ora, p(er)ciò q(ue)d elino sono sì temorosi dela Chiesa che no vorebero fare (chon)tra a chosciença di cho..... i· neuna mainiera di mondo...

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 16, vol. 1, pag. 122.28: molti per paura di danno o di pena temporale si partono dalla verità, e contra coscienza consentono al male.

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 15, 79-96, pag. 416.1: che vi sia manifesto; a voi ser Brunetto, Pur che mia coscienza non mi garra; cioè pur che non vegna contra coscienzia, non mi ci morda...

2.6.3.1 Coscienza contraddicente.

[1] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 5, pag. 106.10: seguitandosi qui nella disposizion di Minos [[...]]. La cui figurata allegoria in cotal modo permane che, sí come in ciascuno uomo naturalmente delle sue mali operazioni è conscienzacontradicente, giudicandosi sé stesso propiamente, e piú e meno lontano del Sommo Bene, cioè da Dio, secondo la colpa commessa, cosí qui il detto Minos giudicatore delle colpe in lei si figura...

2.7 Locuz. prep. Di coscienza di qno: di suo, di per sé.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 18, vol. 2, pag. 394.19: Appio, sì come io credo, avea di sua conscienza l'animo adirato e a buona ragione...

[2] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 299, pag. 112.4: era largo spenditore e donatore e di sua coscienza era buon uomo, e avea buona fede.

2.8 Fras. Aprire, scaricare la coscienza: confidarsi senza riserve (anche attraverso il sacramento della confessione); esternare la verità.

[1] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 6, pag. 157.15: Quello che sarebbe utile molto e sicuro, e che ogni persona che potesse, doverrebbe osservare e fare, sì sarebbe d'avere un padre spirituale intendente, discreto, esperto confessoro, al quale si confessasse una volta generalmente di tutti i suoi peccati, manifestandogli tutta la vita sua e aprendogli la coscienza sua...

[2] Doc. fior., 1360 (8), pag. 206.11: E però exposto questo per lo sopradetto Giorgio per sé e suoi frategli predetti a noi Piovano Forese, Currado e Tora predetti, apparecchiati di scaricare le loro coscienze, noi detti Piovano Forese, Currado e Tora e ciascuno di noi dicemmo che non riputavamo gli detti Giorgio, Napoleone, Anibaldo e Benci o alcuno di loro essere obbligati né in alcuno atto avere le loro coscienze maculate per le sopradette cose...

[3] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 71, pag. 296.8: Volontieri l'arei detto alla vostra propria persona per iscaricare a pieno la mia coscientia.

2.9 Fras. Caricare la coscienza di qno: affidargli un incarico.

[1] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 7, pag. 549.14: in questo caso el Rectore possa accrescere el numero de quelli da cavalo e da piede che 'l possa menare, per mordecio moderamente, segondo che requirirà l'oportunità del facto, a bona fede e per iusta cagione; et in ciò careghema la conscientia del dicto Rectore e lo numero che 'l Rectore ordenarà sì se contegna in la dicta lettera de commissione.

2.10 Locuz. verb. Avere, fare, farsi, prendere coscienza: sottoporre al proprio giudizio morale; farsi scrupolo; preoccuparsi. Anche assol. Provare rimorso, pentirsi.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 43, pag. 226.28: E però dicono molti: 'E' mi vengono alcun'otta tali pensieri de la Vergine Maria e di Cristo, che mmi vergogno pur di dirlo'. Non sono da curare queste cose né da farne conscienzia, imperò che non puoi fare altro, ché lle ti reca inanzi il domonio, e non se' tenuto di confessàrtene.

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 10, pag. 28.32: La maytina, levandusj chista dompna juvenj, et andandu alla ecclesia unde si divia farj la processione pir chilla sollempnitati, kysta dompna avia consciencia de coniùngerisj alla processione; virgognandusi de la genti, timendu kysta dompna pluy la virgogna de lu mundu, ca lu rimorsu de la consciencia, mìsessj alla processione.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 23, vol. 1, pag. 183.31: Guai a voi Scribi, e Farisei ipocriti, li quali date la decima della menta, e dello aneto, e lasciate le cose più necessarie della legge. Ciò vuol dire, che mostravano di avere coscienza delle picciole cose, ma li gravi peccati inghiottivano.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 101.24: è licito a nu dar tributo a Cesaro chi è peccaor homo e pagan e no cognosse De' vraxo [[...]]? El l'è pur chi se fa gran consciencia de dar sustegno né trabuto ad altra segnoria, nu vogliamo saver que tu conseglii e a tì vogliamo creer».

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 22, vol. 1, pag. 302.16: Arrigo Sciancato [[...]] veggendo egli che llo 'mperadore suo padre facie ciò che potea di contradio a santa Chiesa, de la qual cosa prese conscienzia, e più volte riprese il padre, ch'egli faceva male.

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 64, vol. 2, pag. 120.3: [[papa Bonifazio]] fu molto pecunioso, non guardando né faccendosi grande né stretta coscienza d'ogni guadagno, per agrandire la Chiesa e' suoi nipoti.

[7] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 74, pag. 189.9: A te, Fazio, òmmi pensato, come la 'ngratitudine secca la fonte della pietà; parmi che tu e tutti noi per Cristo siamo troppo tenuti a frate Lorenzo, però che troppo ci à fatto. Unde fatti cuscienzia di non trattalgli bene; sarebbe grande disonore di Dio.

[8] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 397, pag. 143.36: Era stato lo conte Alessandro de' conti Alberti, per addietro, padre d'Alberto e di Nerone [[...]] e perchè avea ritenuti certi censi fece coscienza, e lasciò erede il comune di Firenze...

[9] Luigi Marsili, Formula Conf., 1387 (fior.), pag. 561.8: sono andato disperato in molti pericoli in mare e in terra sanza confessione e contrizione, preso sicurtà alcuna volta di peccare, per la misericordia di Dio non fattone coscienza dopo il peccato né procacciato d'uscirne; dico mia colpa.

[10] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 29, 1-12, pag. 698.18: sì fatto stato, quale è quello de la innocenzia e de la purità de la mente, che l'omo non abbia memoria, nè incitamento di peccato, o non abbia di potersi fare coscienzia di peccato.

2.10.1 Locuz. verb. Farsi coscienza: essere fermamente convinto.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 87, vol. 2, pag. 627.30: E per quello che poi sapemmo da' suoi più privati parenti, egli si confessò e prese il sagramento e l'olio santo divotamente; ma rimase con grande errore, che mai non riconobbe sé avere offeso a Dio per offensione fatta contra santa Chiesa, faccendosi coscienza che giustamente avesse operato per lo 'mperio e suo Comune.

2.11 Fras. Ridursi a, ritornare, tornare a/alla coscienza: ravvedersi, pentirsi.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 11, pag. 28.5: Ed ella disse :- Figliuol mio, non fa bisogno ch'io t'insegni andare alle Virtudi, né ch' io t'aconti co·lloro: per che se andare vi vuoli, ritorna alla tua conscienza ed entra per la via de' buoni costumi e savi e cortesi riggimenti...

[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 96.4: In questo tempo lo imperadore Arrigo, tornando il suo cuore ad coscientia, la investitura de' vescovi e altri prelati per anello e per bastone ad Calisto papa rassegniò e concedecte... || L'es. [3] proviene dalla stessa fonte.

[3] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 232.19: e Henrico imperador, retornando a consciencia, resignà a Calixto papa la investixon deli veschovi e deli altri prelati per lo anello e per la bacheta... || Cfr. Mart. Pol., Chron., p. 469 [13]: «ad cor rediens». Vd. es. [2].

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 223.5, pag. 145: S'ëo avesse tanta continença, / che proponesse meter en oblio / lo pecato carnale vile e rio, / e dil tuto mi fermasse star sença; / possa mi redudesse a conscïença, / ch'eo conosesse pur un'ora Dio...

[5] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 9, pag. 256.5: Ma se per avventura tra l'amorosa turba delle vaghe donne delle mani d'una in altra cambiandoti, pervieni a quelle dell'inimica donna usurpatrice de' nostri beni, come di luogo iniquo fuggi incontanente [[...]]. Ma se pure avviene che essa per forza ti tenga e pure ti voglia vedere, per modo ti mostra, che non risa, ma lagrime le vengano de' nostri danni, e a conscienza tornando, ci renda il nostro amante.

2.12 [In gioco di parole con scienza].

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 6.181, vol. 2, pag. 294: Con sciença consciença / puoi chiarir, se v' ài temença.

[2] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 6, pag. 51.30: E s. Gregorio dice: Più vale a predicare la coscienza d'un fervente amore, che la scienza de' sottili sermoni...

[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 35, pag. 162.22: Molti cercano scienza, e pochi coscienza; e molti sanno molte cose, e non sanno sè medesimi.

[4] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 15, 79-96, pag. 416.12: E così puoi esponere coscienzia; cioè contra sé scienzia; cioè scienzia di quel che è contra la sua dettazione.

[5] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 3, 1-9, pag. 59.31: Quando la carne porta al signore [[il libero arbitrio]] le cose mondane e viziose; e lo signore si vollia consilliare con lo spirito, colla discrezione, co la coscienzia, co la ragione e co l'intelletto e stare al loro consillio, rifiutasi lo rapportamento de la carne, e la cosa sta in pace, e la coscienzia si può chiamare allora insieme scienzia: imperò che s'accorda con tutti. E così quando lo spirito rapporta al signore le cose spirituali et elli l'accetti, ancora ogni cosa sta in pace; ma quando lo signore si lassa ingannare a la carne, e non vuole credere ai suoi officiali e consillieri, lo spirito contasta, la coscienzia grida: Questo non è ben fatto; et allora si chiama contra scienzia...

2.13 [Come personificazione].

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 190.18: Dinanzi nell'entrata e nelle prime foci dello 'nferno, el pianto e le vendicatrici Coscienze, ànno posti i letti loro... || Cfr. Aen., VI, 274: «et ultrices posuere cubilia Curae», e v. cura.

[u.r. 26.11.2020]