DANNAGGIO s.m.

0.1 dampnaggi, dampnaggio, dampnagio, dampnaio, dampnaiu, danaço, danaggio, danagio, danazo, danmaggio, danmagio, dannaço, dannaggi, dannaggii, dannaggio, dannagio, dannaio, danpnaggio, danpnagio, dapnaggio.

0.2 Prov. damnatge (DEI s.v. dannaggio).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Tristano Forteguerr., XIII sm. (pis.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.).

In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1286); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Cucco Baglioni, XIV pm. (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.6 N Att. come antrop. (Angeli qd. Martini Dannagi) in un doc. lat. a Lucca nel 1154: cfr. GDT, pp. 232-33.

0.7 1 Risultato di una perdita, una privazione, un peggioramento di condizioni. 1.1 Perdita materiale (di denaro o di altri beni). 1.2 Lesione fisica, ferita (subita da un uomo o animale); perdita di facoltà del corpo. 1.3 Distruzione di beni o altra conseguenza negativa di azioni violente o di calamità. 1.4 Perdita di vite umane o sconfitta in guerra. 1.5 Lesione dell'onore, onta, offesa, oltraggio. 1.6 Probabilità di subire eventi negativi, rischio, pericolo.

0.8 Vinicio Pacca 10.07.2004.

1 Risultato di una perdita, una privazione, un peggioramento di condizioni.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 8.18, pag. 116: Ca s'io sono alungato, / a null'om non afesi / quant'a me solo, ed i' ne so' al perire; / io ne so' il danneggiato / poi madonna misfesi / mio è 'l dannaggio ed ogne languire...

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.8, pag. 886: Umìle sono ed orgoglioso, / prode e vile e corag[g]ioso, / [[...]] / fac[c]iomi pro e danag[g]io.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 3.9: quando io considero li dannaggii del nostro comune e raccolgo nell'animo l'antiche aversitadi delle grandissime cittadi, veggio che non picciola parte di danni v'è messa per uomini molto parlanti sanza sapienza.

[4] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 5, pag. 88.21: Ché troppo fora perigliozo dannaggio e perta da pianger senpremai sensa alcun conforto, se per defetto vostro voi falliste a perfetta e onorata fine.

[5] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 12.113, pag. 239: diritto e onor lesto, / dispregio a esso mésto, / dannaggio si pò mei' che prode dire.

[6] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 7, pag. 13.9: A la questione adimandata da voi, perché Dio fa nascere l'omo el quale cognosce dampnare, essendo a colui che nascie dannaggio più ke utilità , r(espond)o ke per alcuno defecto particulare non se dia inpedimentire lo bene universale...

[7] Poes. an. urbin., XIII, 5.65, pag. 546: La mia vedovança / non trova paraio, / kè sença mancança / amor perdut'aio; / per vostra onorança, / ne lo mio dannaio / deiate pensare.

[8] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 35.54, pag. 128: Però chi si conforta nel danag[g]io, / dici'om c'ha bon corag[g]io / ed è fermo e valente...

[9] Tristano Forteguerr., XIII sm. (pis.), pag. 9.2: E ciascuno piangea e biastenmando questa pena che per loro danmagio venia...

[10] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 51.37, pag. 203: Le Vertute piangono de uno amaro pianto: / «O Bontà nobelissima, nostro tesauro e canto, / non trovamo remedio de lo dannaio tanto: / lo nostro dolor quanto nulla mente ha stimata».

[11] Memoriali bologn., 1279-1300, (1286) [Fabruzzo dei Lambertazzi] 7.13, pag. 17: Però vive le genti in grand'eranza / che ventura fa parer folle e sazo / zascun om segundo 'l so parere; / né non guarda rason né mesuranza, / nanzi fa bene o' cunveria danazo / e male a quello che ben dovria avere.

[12] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 61, vol. 3, pag. 443.11: Terenzio dice: Questa virtù non crede, che nessuna cosa umana sia strana da lei, e tiene gli altrui dannaggi e profitti, per suoi.

[13] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), App., pag. 398.26: «Ai lasso,» disse elli «che grande dolore e che grande dannaggio e che grande perdita m'è avenuta in questo giorno! Io ò perduto ciò che io avea e quanto io amava al mondo.

[14] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 133, pag. 511.17: Or è tempo di lasciare ogni allegrezza, e ciascuno pianga e faccia lamento del grande dannaggio ch'è intervenuto e interverrà per la morte di messer Tristano.

[15] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 280, pag. 310.16: Quando l'uomo è ardente di tenzone e di conbattere con alcuna persona, egli dee pensare in Dio e nella sua anima, e ch'egli non faccia cosa che torni dannaggioperdimento all'anima.

- Danno e dannaggio.

[16] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 19.62, pag. 505: Del vostro onor mi pesa / che tanto este abassato, / ch'eri d'alto paragio; / perduto ci ò una 'ntesa, / un amor m'à amendato / lo danno e lo dannagio.

1.1 Perdita materiale (di denaro o di altri beni).

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 11, vol. 4, pag. 318.4: io ricevetti l'onore che voi mi faceste con tal cuore e con tal intenzione, ch'io metto per voi cuore e corpo, senza schifare travaglio del corpo, e dannaggio d'avere.

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 98, pag. 159.18: Or sappiate ancora per verità che 'l Grande Sire manda messaggi per tutte sue province per sapere di suoi uomini, s'egli ànno danno di loro biade, o per difalta di tempo o di grilli, o per altra pistolenza. E s'egli truova che alcuna sua gente abbia questo danaggio, egli no gli fa ttòrre trebuto ch'egli debbono dare, ma falli donare di sua biada, acciò ch'abbiano che seminare e che mangiare.

[3] ? Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 9, par. 5, comp. 63.3, pag. 155: La tua natura, che, di largha, parcha / disciese, mi conduce a grave porto: / onde di ciò dannagio grande porto...

1.2 Lesione fisica, ferita (subita da un uomo o animale); perdita di facoltà del corpo.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 7, pag. 93.1: E sappiate che la salamandra vive entro nel mezzo del fuoco, senza alcun dolore e senza alcuno dannaggio di suo corpo, anzi ispegne il fuoco per sua natura.

[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 91.11: Elli fece fare uno grande e maraviglioso fuocho, e pianamente colla lancia in mano passò questo fuocho sança nullo dannaggio.

[3] Cucco Baglioni, XIV pm. (perug.), 13.4.4, pag. 798: Poi che disdice, non se' di lignaggio, / ed ogni tuo parlar par che sia fuia; / onde curo di te men che di luia / ch'èsse del fuoco e non fa alcuno dannaggio.

[4] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 19, pag. 14.21: Le cose che vivono s'intendono di .v. sensi, ciò è vedere, udire, hodorare, gustare e toccare. Et quando aviene che lla creatura à defecto di questi sensi, si li ristora la natura al suo dannaggio per alcun delli altri sensi.

1.3 Distruzione di beni o altra conseguenza negativa di azioni violente o di calamità.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2.20, pag. 170.23: Uno cavaliere della somiglianza di Catellina romano, ma più crudele di lui [[...]] molte arsioni e molte ruberie fece fare, e gran dannaggio a' Cerchi e a' loro amici...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 81, vol. 3, pag. 171.22: E poi a dì VII di febraio di mezzodì s'aprese il fuoco da casa i Cerretani dalla porta del vescovo, e arse il loro palagio con più di X case dall'una via e dall'altra con grande dannaggio, sanza potersi difendere.

[3] Comm. Arte Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 16, pag. 947.35: Ercole era fortissimo e ingegnoso; fuli detto il danaggio che facea, ond'elli v'andoe e portò la sua pregiata mazza, e trovò il leone e fece co· llui un'aspra battaglia e vinse il leone tra per forza e per ingegno e ucciselo, e in segno di vittoria lo fece scorticare e reconne la pelle.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 26, pag. 229.17: Doi uosti fuoro, onneuno per sé. Fece l'oste granne guasto e dannaio. A suono de trommetta tre milia guastatori con banniere se ponevano e levavano dallo guasto.

1.4 Perdita di vite umane o sconfitta in guerra.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 143.27: Et abero granne dampnaio ne lo mare et per molto male ke li Romani abero ne lo mare, ordinaro ke mai per mare nullo Romano commattesse, se non tanto avessero pro defensione de Ytalia soli lx navi.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 6, pag. 91.5: E dalle latora sono ancora da mettere certi uomini armati, perchè i nemici negli altri luoghi assaliscono, ma nel mezzo spesse volte danno dannaggio.

[3] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 95.6: Non recevecte Roma giammai in uno solo dì sì grande dannaggio né perdeo tanti de soi boni cavalieri e grandi citadini. La magiure parte del dì durò quella che fo la più mortale battallia e dolorosa.

[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 301, pag. 324.3: Alcuna fiata si ricoveraro li Troiani, ma ne la fine vi ricevettero di grandi dampnaggi, ché Hector, ch'era lor castello e lor fortezza, non era niente a la battaglia.

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 13, pag. 102.3: E sopra li bettifredi gittava fuoco, e traevano a balestro, e facevano quello dannaggio ai cavalieri di Cesare che poteano.

[6] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 206, pag. 260.23: Paris fece maraviglie di suo corpo; sì vi dicho che bene lo conoscero lo dì suoi nemici, ché molto lo' fece gran dampnaggio con l'archo e co· la spada tagliente.

[7] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 5, pag. 121.4: E così gli Barbari e Arabi si difendono, e gli Tunisei molto dannaggio a quel punto sostengono per molte fedite e uccisioni delle loro persone...

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 97, vol. 3, pag. 208.17: Ma lle dette vittorie del signore di Milano furono con grande dannaggio di sua gente, che vvi morirono più di D uomini di cavallo, e più di IIIm a piede del popolo di Milano.

1.5 Lesione dell'onore, onta, offesa, oltraggio.

[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 4.56, pag. 106: Amor non cura - di far suoi dannaggi, / ch'a li coraggi - mette tal calura / che non pò rafreddare per freddura.

[2] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 49.36: Ora lo poi vendicare e racquistare tutto tuo dannaggio, se se' prode e ardito».

[3] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 49, pag. 122.31: "Bel sire Anthenor, andar vi conviene in Grecia per mia suoro Esiona dimandare da mia parte a colui che la tiene, per tal convenente che, s'egli me la rende, io li quitto tutti torti e l'ontia e lo dampnaggio che m'ànno fatto di mio padre e di mia madre uccidere, e di mie suoro altressì, e di mia gente e di mia terra che distrussero; e tutto ciò lo' direte e poi ve ne verrete".

[4] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 542.23: rende el suo consiglio per tal modo; che prima ambasciadori a' Greci si mandassi, che rendere dovessino la loro preda e che rendessono Esiona sirocchia di Priamo e sodisfargli quello grande dannaggio che fatto gli aveano.

[5] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 142, pag. 533.19: converrà che Lancialotto pervenga alle vostre mani. Sarete allora signiore di prendere vegianza sopra di lui del grande dannaggio e della grande vergogna ch'egli fatto v'à - .

1.6 Probabilità di subire eventi negativi, rischio, pericolo.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 3.16, pag. 123: Ond'io son tristo de la vita mia, / veg[g]endomi in così mortal danag[g]io.

[2] ? Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 416.26: Quelli investigando Turno per la diversa gente, e porgendo li occhi qua e là, intorno d'ogni parte vede la città senza parte di tanta battaglia, e quieta senza dannaggio.

[3] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 49.165, pag. 110: Ben cognoseva Pillato lo falso coraço; / me troppo à gram paura de caçere in dannaço, / e disse verso Cristo: «In tie e' ò gram segnoraço, / ben te posso scampare e darte gram dalmaço».

[4] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, 130-141, pag. 777.7: E quale è quel che suo dannaggio sogna, Che sognando desidera sognare, Sì che quel ch'è, come non fosse, agogna; fa qui la similitudine di colui, che sogna essere a qualche grande pericolo...

[u.r. 19.02.2022]