DANNEGGIARE v.

0.1 dammeggia, dammeggiando, dampneggi, dampneggia, dampneggiare, dampneggiaro, dampneggiata, dampneggiate, dampneggiati, dampneggiava, dampneggiavano, dampneggino, dampneggiò, dampueggiare, daneggia, daneggiando, daneggiavano, danegia, danegiandolo, danegiare, danegiato, daniçà , daniçadi, dannaggia, dannaggiare, dannagiati, danneça, danneçada, danneggi, danneggia, danneggiando, danneggiar, danneggiare, danneggiarla, danneggiarli, danneggiârli, danneggiarlo, danneggiaro, danneggiarono, danneggiarsi, danneggiasse, danneggiassero, danneggiassono, danneggiata, danneggiate, danneggiati, danneggiato, danneggiatolo, danneggiatosi, danneggiava, danneggiavali, danneggiavan, danneggiavano, danneggierà , danneggio, danneggiò, dannegiar, dannegiarci, dannegiare, dannegiarsi, dannegiase, dannegiasse, dannegiata, dannegiati, danniao, danniriassi, danpneggi, danpneggiare, danpnegiare, danpnegiasse, dapneggiare.

0.2 Da danno.

0.3 Doc. montier., 1219: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Doc. montier., 1219; Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV; Stat. sen., 1309-10; x Mazz. Bell., Storia (ed. Zaccagnini) 1333 (pist.).

In testi sett.: Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Doc. perug., 1364; Doc. castell., 1361-87; Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.7 1 Causare un danno, una perdita materiale (di denaro o altri beni). 1.1 Infliggere una sanzione (pecuniaria). 1.2 Uccidere o ferire qno; distruggere qsa, devastare un luogo. 1.3 Nuocere alla salute fisica. 1.4 Arrecare un danno morale. 1.5 Rompere l'integrità fisica (di un oggetto).

0.8 Vinicio Pacca 10.07.2004.

1 Causare un danno, una perdita materiale (di denaro o altri beni).

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 1: volere guada(n)gnare oro p(er) battaglia è fellonia, (et) guada(n)gnarlo p(er) mare è periculo, (et) guada(n)gnarlo co(n) falsità è disnore, et in sua natura è giustisia; [26] che quelli sono honesti guada(n)gni p(er) li quali nimo è danegiato, (et) ben si guada(n)gna quello che a nimo si tolle.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 131, vol. 1, pag. 446.3: et li altri compagni o vero le lore herede non possano li detti beni et lettere, carte, cirografi, dette, o vero libro avere o vero usare, quando alloro è necessario; et per essa cagione sieno dannegiati non poco...

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 11, proemio, pag. 195.15: Contr'al prossimo si puote fare ingiuria usando forza nella persona sua, quando l'uccide, o fiere; nelle sue cose li fa ingiuria, danegiandolo ne' suoi beni; a sse medesimo per forza sì fa ingiuria ch[i] si occide e fiere...

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 6, pag. 14.26: Chi arando lassa la terra soda in tra solchi, e sè di men frutti danneggia, e la terra di menzogna infama.

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1182, pag. 275: Per quisto regno tristo, se non foxe la magagna, / May venuti non forano d'Ongarìa né della Magna, / Né dannagiati non abera valore d'una castagna!

[6] Doc. perug., 1364, pag. 264.8: p(ro)mise ad esso receve(n)te co' de sop(re) che de' d(i)c(t)e fructe, reddete (e) p(ro)vente dela d(i)c(t)a camora a nullo è data o (con)ceduta ragione, né daràsse, la quale ad esso o ale suoie rede o ai (con)pangne o a cuie (con)cedesse le suoie ragione muovere o dan(n)egiare podesse...

[7] Doc. castell., 1361-87, pag. 233.35: el quale castag(ne)to tolse da me Uguicione, p(ro)mecte(n)dome dare annualm(en)te, de qui a tre anni deli d(i)c(t)i dieci, s. l p(er) ceschu(n)o a(n)no, i(n) Notale, (e) p(er) li septe anni che debbo(no) seguitare tre lbr. p(er) ceschu(n)o a(n)no, (e) guardar la selva (e) co(n)ciare (e) no(n) da(n)pnegiare nè p(er)mectare ad alcu(n)o che ce da(n)pneggi, e se niu(n)o ce da(n)pnegiasse reportarlo.

1.1 Infliggere una sanzione (pecuniaria).

[1] Doc. montier., 1219, pag. 49.14: il signore cu(n) coloro de la co(m)pagnia sì -l debia danegiare dele sue cose di mille soldi, (e) se non trovasse unde -l dannegiasse sì -l debia sbandire for de la terra diffino al suo t(er)mine...

1.2 Uccidere o ferire qno; distruggere qsa, devastare un luogo.

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 183.13: Troilus, che ffue rimontato a ccavallo, andava ricierchando le schiere de' Greci e ffieramente danneggiando...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 15, pag. 62.29: Quando furo rivenuti in loro memoria, tornaronsi a ferire molto aspramente; ma Drappel Brenno lo ferìo in quelle parti dove era la frattura de' colpi, sì che daneggiavano più Cesare...

[3] Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV, pag. 250.2: eravamo in servigio dello imperadore contro lo Bologniese, et furnone molti presi et morti et danneggiati...

[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 160, pag. 219.31: Quand'eglino fuoro a la meslea venuti, ellino cominciaro a trare di loro archi e a fare maraviglie d'arme, d'uccidare e danneggiare lor nemici, ché gli uccidevano molto spessamente, e lor cavalli altressì.

[5] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 21, pag. 275.19: Ma gli nimici erano bene provveduti, e ogni cosa che a loro difendimento tornare potesse, e valorosamente tenevano le dette terre, ove l'oste del re poco danneggiare potevano.

[6] x Mazz. Bell., Storia (ed. Zaccagnini) 1333 (pist.), pag. 135: Conosceano ben che s'elli avesser voluto danneggiare quelli di Frigia, che no serebono state le potençe eguali nè forti com'ellino.

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 2, vol. 2, pag. 222.40: Di tutte queste genti si ragunò grande oste, e per condotta de' Latini entrò nella terra de' Sanniti e molto li danneggiò più guastando e predando, che combattendo.

[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 6, cap. 41, vol. 1, pag. 759.19: trovando la città sproveduta del loro sùbito avenimento, di poco fallì che non entrarono nella terra, ma quella poca gente che v'era si misse francamente a guardare le mura e lle porte, per la quale cosa l'oste corse danneggiando il contado, e apresso vi si missono ad asedio, e stettonvi più dì...

[9] Tristano Veneto, XIV, cap. 545, pag. 508.28: Elli conmençà la bataia molto plui dura et aspramentre qua davanti, elli valsse ora asè megio qua in lo conmenzamento, sì qu'elli daniçà molto li soi inimisi.

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 15, pag. 138.9: Affocao vestiame. Danniao lo territorio de Roma più de dociento migliara de fiorini.

[11] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.22, pag. 179: «Io non credo che già debbia venire / de qua dai monti, né condur con luy / galica giente, questo tuo gran sire, / come tu di', per danneggiar altruy...

1.3 Nuocere alla salute fisica.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 4, pag. 128.16: La quarta cosa è di guardarsi di no ronpere co' denti nè di schiaciare cose dure nè forti, che se perciò dolore n'avenisse, sì vi potrebono ischadere omori che duramente i denti potrebono gravare e danegiare.

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 23, pag. 99.21: Apresso gli dié uno unguento e dice: «Iason, di questo unguento ungerai tuo corpo, ch'egli è di tal vertù che, tanto come tu n'avarai tuo corpo unto, nullo fuocho non ti potrà dampneggiarenuociare».

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 2, pag. 3.18: Niuna cosa è, che tanto danneggi la sanitade, quanto il mutare spesso le medicine.

[4] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. II, pag. 514.6: Ma né anche lo fulvo cenghiar è sì crudel in meço l'ira, quando ello rota li rapidi, çoè viaçi, cani cum la boca del fulmene, né la lionessa, quando ella dà le mammelle ali fioli lattenti, né la brieve vipera, danneçada dal non aveçudo pè, como la femena, aprendando la puttana del compagnevel letto.

[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu creamentu..., pag. 570.29: E lu cavallu vaa apressu la matri fini in capu di dui anni, e non plui, kí, si plui tempu sicutassi la matri oi altra iumenta a la quali andassi appressu, guastiriassi in alcuna parti di li soi menbri e danniriassi.

[6] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 108, S. Domenico, vol. 2, pag. 899.3: Per la quale cosa la cedola fu gittata nel fuoco. E stata che vi fu entro alquanto, saltonne ratto fuori sanza essere danneggiata dal fuoco.

1.4 Arrecare un danno morale.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 196.16: Et poi che tu avrai allenito colui che ode, dei dimostrare che quelle cose non pertiene a tte neente, e negare che tu non dirai alcuna cosa dell'aversarii, né questo né quello, sì ch'apertamente tu non danneggi coloro che sono amati, ma oscuramente facciendolo allunghi quanto puoi da lloro la volontade dell'uditore...

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 3, pag. 293.19: De' avere buona coscienza in acquistare le ricchezze e· ll'altre cose, sì che tu neuna cosa acquisti, danneggi la tua conscienzia od offendi la mente tua in alcuna cosa...

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 13, pag. 35.14: chi non vuole avaritia, l'avaritia non li dannaggia l'anima.

1.5 Rompere l'integrità fisica (di un oggetto).

[1] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 17, pag. 56.19: E lo Salvatore entrerà nel suo corpo, e uscirà, e tuttavia chiusa, similemente come lo sole entra per la vetriera, sanza danneggiarla.