DECLINO s.m./agg.

0.1 dechino, declin, declini, declino, dichino, diclino.

0.2 Da declinare.

0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Tristano Veneto, XIV.

0.5 Locuz. e fras. al declino 1.1; andare a declino 2.2; andare al declino 2.2; essere a declino 2.1; essere al declino 2.1; mettere al declino 2.3; tornare a declino 2.2; venire al declino 2.2.

0.7 1 L'azione di inclinarsi o deviare (anche fig.). 1.1 Locuz. avv. Al declino: in discesa. 1.2 Situazione pericolosa. 1.3 [Riferito al sole:] lo stesso che tramonto. 2 Fig. Passaggio da una situazione favorevole ad una sfavorevole, rovina. 2.1 Locuz. verb. Essere a, al declino: essere in pericolo di estinguersi, essere in punto di morte. 2.2 Locuz. verb. Venire al, andare al/a, tornare a declino: entrare in uno stato di progressiva decadenza. 2.3 Locuz. verb. Mettere al declino: portare alla rovina, umiliare, uccidere. 3 Agg. Che è in discesa. 4 Agg. Fig. Che è piegato.

0.8 Marco Berisso 15.06.2004.

1 L'azione di inclinarsi o deviare (anche fig.).

[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 63, pag. 175.8: convenese a cului k'è ad alcuno offitio deputato [[...]] non declinar plù in una parte como declina in altra parte, per quello ke 'n lo declino se pote notar cose de reo suspecto.

[2] Bonagiunta monaco (ed. Pollidori), XIII ex. (fior.), 3a.18, pag. 105: Chiamar mercé non fino / ognora a la ventura / che dea valura - al meo sofferire, / sì che faccia dichino / quella che tien d'altura / nome e savere - con tutto seguire.

1.1 Locuz. avv. Al declino: in discesa.

[1] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 143.24: Lo notatore che pugna d'andare in de l'acque contrare, potendo discendere al dichino, è stolto.

[2] Framm. Milione, XIV p.m. (emil.), 1, pag. 502.3: e de co de cinque çornate se trova una altra dechina che convene che l'omo vada puro in çoxo al dechino ben XX miglia.

1.2 Situazione pericolosa.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 8.3, pag. 274: [s]chifa lo loco ove sta' l[o] dichino / e teme i colpi i quagl[i] ha già sentiti.

1.3 [Riferito al sole:] lo stesso che tramonto.

[1] Giovanni da Prato, a. 1388 (tosc.), 137b.7, pag. 279: le fronde verdi cangiat' han che sole / rider li colli, po<i> che 'l verno ingela, / e in declino Febo giá trapela / per la vergine vaga che 'l ciel vole.

[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 518, pag. 482.7: E quando lo sol tornava alo declin e lla note se aprosimava, alora a llor convene afin a forzo de partir-se, sì qu'elli tornà zaschun in lo so campo e zaschun portava li soi morti et sì li fese sepelir in logo sagradho.

2 Fig. Passaggio da una situazione favorevole ad una sfavorevole, rovina.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 4, ott. 84.5, pag. 379: e là dove altra volta fui signore, / servo divenni per lo gran dichino / della fortuna...

[2] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 34.66, pag. 67: Or se parte quello assasino / in la copienda al so dechino, / e venne a l'orto lì ove Deo finno / orava el padre, como l'era uxato.

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 308.201, pag. 380: Frottola mia, io veggio l'universo / con sì pessimi segni al dichino / ch'io credo tosto che 'l trombon divino / rassegnerà ciascuno in quella valle, / che non si torna mai, volte le spalle.

2.1 Locuz. verb. Essere a, al declino: essere in pericolo di estinguersi, essere in punto di morte.

[1] Paganino da Serzana, XIII (tosc.), 77, pag. 118: «Troppo for'a diclino,- ben savete, / l'alto prei' che tenete- in dimino».

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 21, pag. 28.1: e perciò è unde lo nostro Comune è al declino et in aventura.

2.2 Locuz. verb. Venire andare, tornare a/al declino: entrare in uno stato di progressiva decadenza.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 1, pag. 130.13: La grandezza e l'asprezza di questa battaglia, assai si manifestò per lo stato di quelli di Lacedemonia, che tanto dibassò poscia per la detta battaglia, che della segnoria e dell'onore suo cadde, e sempre poscia venne al dichino...

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 186, pag. 245.27: Che dolore è di sì francha masnada che tutto giorno die ogiumai andare a dechino!

[3] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), [p. 1321] 52.12, pag. 82: Or sum le Muse tornate a declino, / or sun le rime in basso descadute...

[4] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 88.21: Ma poi, tornatosi il detto Lodovico nella Magna, e li suoi seguaci, e massimamente i cherici, venuti al dichino e dispersi...

[5] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 7, pag. 137.4: E 'l mondo è bene ito, e tutto dì va al dichino, come ciascuno puote vedere.

[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 591, pag. 544.26: Ma oramai sepa lo mondo che Tristan sè vignudho alo declin, et finidhi son tuti li soi fati...

2.3 Locuz. verb. Mettere al declino: portare alla rovina, umiliare, uccidere.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2642, pag. 267: e se sotto mantello / hai orlato il cappello / ad alcun tu' vicino / per metterlo al dichino...

[2] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 675, pag. 873: ma el se deffende a le' de palatino, / cum una maça ferì forte Ruffino, / e bem l'arave metù al dechino / sença fallo...

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 86, argumento.5, vol. 4, pag. 122: Come in Firenze ebbe sette Bargelli, / e della morte di Papa Giovanni, / e de' Turchi sconfitti crudi, e felli, / de' Genovesi, e di Fra Venturino, / che per invidia fu messo al dechino.

3 Agg. Che è in discesa.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XII (i), par. 4, pag. 560.2: chiamando «riva» quella del fiume e «ripa» gli argini che sopra le fosse si fanno o dintorno alle castella o ancora in luoghi declini, per li quali d'alcun luogo alto si scende al più basso, come era in questo luogo.

4 Agg. Fig. Che è piegato.

[1] Laudi Battuti di Udine, XIV m. (tosc.-ven.), 2.28, pag. 30: Troppo semo stadi, / miseri topini, / in molti pecadi; / or semo declini, / cun la scurizada / la carne nudata / bateremo per la via.