DEMENZA s.f.

0.1 demencia, demenza, demenzia.

0.2 DELI 2 s.v. demente (lat. dementiam).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.).

In testi sett.: Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Assenza di senno e di ragione; atto o pensiero motivato dalla stessa. 1.1 Momentanea assenza di senno, dovuta a cause per lo più emotive; follia.

0.8 Valentina Gritti 11.07.2004.

1 Assenza di senno e di ragione; atto o pensiero motivato dalla stessa.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 14, pag. 232.24: et gran [d]emenzia è del vecchio, se elli à paura d'essere infamato dagli infami; et nonn- è più stolta cosa di cului, che teme parole.

[2] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 3.6, pag. 16: Quando nostr'intelecto ognor capaze / scitualmente ad aquistar sciençia / per lo conceso de la eterna esençia / ch'al nostro arbitrio soa vertù chunpiaze / pospone del so dover la soma paze / a la rexia de la vaga demencia, / qual galo speri aquisto o reverençia, / ch'escha disia e non preda veraçe.

1.1 Momentanea assenza di senno, dovuta a cause per lo più emotive; follia.

[1] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 3, par. 10, pag. 86.3: Certo quella demenza medesima che me a fare cotali prieghi induceva, quella stessa tolse sì me a me, che ella mi fece parere alcuna volta che essa, temorosa delle mie minacce, s'avacciasse nel corso suo a' miei piaceri; e altre volte, quasi non curantesi di me, più che l'usato parea che tardasse.

[2] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 41.15: Oh ingrata patria, quale demenzia, quale trascutaggine ti teneva, quando tu il tuo carissimo cittadino, il tuo benefattore precipuo, il tuo unico poeta con crudeltà disusata mettesti in fuga, e poscia tenuta t'ha?

[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 471-80, pag. 127.5: e vegnamo al focoso amore che portavi a costei e ragioniamo della tua demenzia in quello.

[4] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.346, pag. 58: Vedeasi ancor lì la gran demenza / di quel che 'nnamorò di sè nel fonte / seguendo di Tiresia la sentenza.