DESERTO (1) agg.

0.1 deserta, deserte, deserti, deserto, desertora, desertu, diserta, diserte, diserti, disertissimi, diserto, disertu, dixerto, dizerto.

0.2 Lat. desertus (DELI 2 s.v. deserto).

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. deserta notte 1.5.

0.6 N Consulenza di Riccardo Tesi.

0.7 1 Privo di compagnia, solo (per lo più in una situazione difficile). 1.1 Privo di conforto morale; infelice, disperato. 1.2 Mancante (di qsa di utile); privo, carente. 1.4 Privo di forza d'animo; debole, impotente. 1.5 Privo di tracce della presenza umana (un luogo); privo di vita, disabitato. 2 Gravemente danneggiato (un luogo); distrutto, devastato. 2.1 Vittima di gravi avversità (una persona); rovinato.

0.8 Francesco Sestito 29.06.2004.

1 Privo di compagnia, solo (per lo più in una situazione difficile).

[1] Poes. an. cort./tosc.occ., XIII/XIV, 310, pag. 419: O figliuol mio, comme me lega el tuo dolore, / chè so' deserta e non so a cui m'apilglio!

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 11, pag. 747.15: Se noi siamo così diserti, una volta rimossa la schiera, e sanza rimedio siamo morti, e la fortuna non ha ricordamento, addomandiamo pace...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 135.7: O abbandonata e diserta, che domandarò io prima? O sprezzasti morendo la tua compagna suoro? Or pur m'avessi tu chiamata a medesimi fati, ed uno medesimo dolore ed una medesima ora ce n'avesse portate col ferro ambedue.

[4] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 7, pag. 400.5: Così rimane l'anima diserta, quando fa opera, che Cristo da essa si parta.

[5] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 7.14, pag. 669: S'io so' senza mercé da te fuggito, / e con glie desperate a star me mande / fuor de speranzia, do' trovare aìto? / Famme esta grazia, che de me demande / alcuna volta poi ch'io sirò gito: / sì che deserto al tutto non m'armande.

1.1 Privo di conforto morale; infelice, disperato.

[1] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 244.7, pag. 370: Omè, diserto! - / Aviesi 'l viso del manto coverto.

[2] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 181.18: L'angoscia d'Iobbo assomigliata alla mia è nulla, ch'ebe moglie e tre amici, ma io, diserto, non ò nè questa nè quelli, e neuna cosa meno che nulla.

1.2 Mancante (di qsa di utile); privo, carente.

[1] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 9.41, pag. 63: ed io tal segno - per vero approvando, / di gioi, m'à mizo tale in pena certo, / di ciascun ben dizerto, / [ch]e fermo in vita amara e morte regno.

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 117.10, pag. 239: Però di tal pensiere non sia lordo / omo che del valore ha 'l cuor diserto, / ché mal suol arrivar voler 'ngordo.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 16.58, vol. 2, pag. 267: Lo mondo è ben così tutto diserto / d'ogne virtute, come tu mi sone, / e di malizia gravido e coverto...

1.4 Privo di forza d'animo; debole, impotente.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 203.6, pag. 249: Ché, se necessari'è, como scamparo / e iscampan lei tanti e prendon merto? / Ma necessaro el suo stimul apparo, / con qual prode è vincente e vil deserto.

1.5 Privo di tracce della presenza umana (un luogo); privo di vita, disabitato.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 22 (83), pag. 246.14: comandamoti destrecta m(en)te cha tra q(ui) (e) martidie debie i(n)scire de tuta (Cristian)ità, e la tua habitatio(n)e scia i(n) logo diserto, overo i(n) t(er)ra d(e) Sarasinia, saipando che se tu ti lasaria t(r)ovare, noi cu(m) n(ost)ra cavallaria (con)fond(e)remo te (e) tuta la tua gente.

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 154.14: Et inperçoké non sapea lo paiese, fallio la via .v. m. e cavalcao per locora deserta e durao molte angustie, per foco e per prete durissime cavalcao...

[3] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 5, pag. 214.23: E de le [rie femine] disse Salamone che meglio è abitare in una terra diserta che co la femina nequissima.

[4] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 124.6: E allora Platone si partìo e andonne con suoi discepoli in Academia, in una villa di lungi a città, non solamente diserta, ma pestilente, acciò che l'asperità del luogo rompesse la volontà de la lussuria de la carne.

[5] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 23, pag. 39.17: sì che quella terra per la grandissima calura e per la grandissima siccità è arsa e non mena frutto e non se pò abetare, e remane quello loco deserto...

[6] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 16.18: allato a quelli mari sono isole e luoghi diserti e non abitati...

[7] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 82, pag. 102.26: è meglio i detti luoghi fare in luogo diserto che troppo palese, imperciò che lo spesso andare delli uomini conturba e disfàe le notate immagini, e i luoghi diserti confermano le similitudini delle imagini.

[8] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 9, pag. 121.9: E reducendola negli altri suoi due nomi, quando Luna si chiama, in ciel si considera, e quando Diana, in luoghi salvatichi e diserti, sí come in selve o boschi, iddea si intende...

[9] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 1, pag. 38.26: e chistu monacu spiau a sanctu Benedictu duvj andava, et sanctu Benedictu rispuse et dixe ky illu andava ad unu locu desertu, lu qualj si clamava Sublacu, per fàrinche penitencia.

[10] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 2, pag. 26.3: da l'autra parti si finsiru ricoglirisi a li navi et mustraru andarisindi per li facti soi et misirussi in una isulecta, sula, deserta et inhabitata, la quali era forsi a XXX migla arrassu Troya.

[11] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 5, pag. 60.12: li dii stimaro non essere degna cosa, che il nome romano nato con così prosperevolissimi agurii si dovesse mutare col nome della città Vejentana, e confondere il nome della chiara vittoria con le rovine della cittade ora abbandonata e diserta.

[12] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 7, pag. 81.22: costui sparto il suo animo in sogno, vide Gajo Mario ornato a modo di consolo, a sè, andando per luoghi diserti e regioni disusate, farsi incontro, et adimandavalo perch'elli andava così tristo per disusato cammino.

[13] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 109.8: da questa parte è la regione inabitabile e deserta per la sete, ed i Barcei ferocissimi.

[14] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 2, 13, pag. 28.9: Aproximando adonca una festa, in la qual lo predito cavaler era usado a far molti doni, e mo no avea ke donar, per grande confusion e vergonza andà in uno logo deserto e solitario de fin ke la festa fosse passada.

[15] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 249.7: Curzero da porta Maiure, via de Pellestrina, per avia, per locora salvatiche, deserte.

[16] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 180.23: Et tra l'altre cose, tutti li alimali domestici li quali vivono et conversano solo tra li homini con miserabile voci, mugiti et clamuri alle silve et lochi diserti sende fugeano.

- Fig. Locuz. nom. Deserta notte: la morte.

[20] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. III, pag. 528.10: El serà tempo en lo qual tu che serri mo' li amanti çaserai vechia freda en la deserta notte, né la toa porta non firà rotta per la rissa de notte, né non trovarai da doman li to' limidali spandidi de rosa.

1.5.1 Non coltivato.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 21.15: di dietro, onde sanza fine guarda il mare, sono le isole chiamate Orcadas, delle quali sono le venti deserte, e le tredici coltivate.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 138.3: e pensando d'avere acquistata preda nel diserto campo, mena per li liti uno fanciullo in forma di vergine.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 14, vol. 2, pag. 180.3: Eciandeu la sua terra, la quali issu avia pilyata inculta et diserta, jssu per so bonu studiu et perpetuu cultivamentu la lassau multu frutanti.

2 Gravemente danneggiato (un luogo); distrutto, devastato.

[1] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 5, pag. 108.23: Elena fu moglie de[l] re Menelao di Grecia, la qual fu tolta per Paris, figliuolo de[l] re Priamo di Troia, per cui finalmente la detta terra per li Greci diserta rimase.

[2] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 88, pag. 50.19: Publio Cornelio Scipione, al quale la diserta Cartagine diede il nome dell'avolo, essendo mandato consolo in Ispagna [[...]], comandoe che si cessassero via e partisonsi tutte le cose che v'erano aquistate per cagione di dilecto carnale.

[3] Vita di S. Petronio, 1287-1330 (bologn.), cap. 2, pag. 15.2: E siando desposado in quello povero vescovado, pasado alquanti dìe, ello vòse vedere la citade como ella steva de torno in torno et ello, vegandola cusì deserta e guasta, forte ie ne dolse e començòe de lagremare...

[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Penelope, pag. 2.1: però che la città di Troja, inimica delle donzelle di Grecia, giace destrutta e deserta.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. III, cap. 2, vol. 1, pag. 99.17: E perché noi facciamo in questa nostra storia digressione, lasciando come Firenze rimase diserta e disfatta, e seguendo le storie e' fatti de' Vandali, e de' Gotti, e de' Longobardi, i quali signoreggiarono lungo tempo Roma, e Toscana, e tutta Italia, sì ne pare di nicessità...

[6] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. IV, cap. 49, pag. 676.6: Imperciò che alle hostilità et alle guerre, le quale in le predicte provincie da qui indietro miserevelmente ànno pululate, e per le loro cagione che lle fanno e che lle danno, li ponte, le fontane e lle vie e le strate publice e li andamenti usati enno remase deserte e dirupte et enno al presente, non sença greve periculo e dampno di provinciali chi dimorano [[...]], a comune utilità delli homini e delli habitatori delle provincie, ordenamo e commandemmo che ciaschuna città, universitate, castelle, ville o comunancie ciaschune e ciaschuno barone, conte o nobele i ponti, fontane, strate e vie publice et andamenti usati, dirupte et exterminate o guaste refare e repa[ra]re diligentemente [[...]] siano tenuti.

2.1 Vittima di gravi avversità (una persona); rovinato.

[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 9, pag. 70.15: perciocchè l'invidioso mostra talora amore ad alcuna persona, la quale egli vorrebbe vedere diserta.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 55, vol. 3, pag. 425.3: Onde molte altre compagnie minori, e singulari, ch'avieno il loro ne' Bardi e nne' Peruzzi e negli altri falliti, ne rimasono diserti, e tali per questa cagione ne fallirono.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 10, pag. 581.9: Io son diserto per ciò che il legno, sopra il quale è la mercatantia che io aspettava, è stato preso da' corsari di Monaco e riscattasi diecemilia fiorin d'oro...

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 9, terz. 26, vol. 1, pag. 101: Ma se pigliasson Piombin, siate certi, / che lasceranno il Porto nostro poi, / onde tener ci potremo diserti.

[u.r. 07.10.2019]