DESERTO (3) v.

0.1 deserta, deserte, deserti, deserto, dezerta, diserta, diserte, diserti, diserto, dizerto.

0.2 GDLI s.v. deserto 3 (lat. deserere).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Ingiurie lucch., 1330-84.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Tristano Veneto, XIV.

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Lasciare in solitudine; abbandonare. 1.1 Lasciare definitivamente, abbandonare (un luogo). 1.2 Non tenere nel debito conto (un valore morale); ignorare. 1.3 [Dir.] Lasciare decadere (un'azione legale). 2 Compromettere l'esistenza di qsa con danneggiamenti gravissimi; distruggere, devastare. 2.1 Privare della vita (una persona, una stirpe, un popolo); uccidere, sterminare. 2.2 Fig. Danneggiare gravemente; rovinare. 3 Provocare la perdita di qsa; sottrarre. 3.1 Pron. Cessare di esistere; venir meno, perdersi. 4 Rendere mancante; privare.

0.8 Francesco Sestito 29.06.2004.

1 Lasciare in solitudine; abbandonare.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 21, pag. 86.15: se l'uomo averà molti di beni di questo mondo, e de' doni de la ventura, e la vita sua serà diserta e abbandonata dagli amici, non potrà mai esser fresca nè allegra.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 15.120, vol. 3, pag. 252: e vidi quel d'i Nerli e quel del Vecchio / esser contenti a la pelle scoperta, / e le sue donne al fuso e al pennecchio. / Oh fortunate! ciascuna era certa / de la sua sepultura, e ancor nulla / era per Francia nel letto diserta.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 7, vol. 1, pag. 182.22: Ca cun chò sia cosa que la vita di l'omu, non ayutata di ayutu di amistati, aia di essiri abandunata oy deserta, cussì necessariu ayutu, commu esti amistati, non si divi pilyari paciscamenti.

1.1 Lasciare definitivamente, abbandonare (un luogo).

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 164.24: Vada in Grecia quale a vvoi parrà che ssoficiente sia, ma nel mio dire a postutto niegho l'andata di Paris, perché io so di vero che se Paris vi va, e tolgle molgle di Grecia, e' cconviene che questa cittade ne sia diserta.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 1, pag. 167.3: Enea navicando colla sua gente per mare, diserta Troja dond'era uscito, Juno nimica de' Trojani andò a Eolo re de' venti e disseli...

1.2 Non tenere nel debito conto (un valore morale); ignorare.

[1] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 11.53, pag. 75: la terra d'ogni scuzo era ben netta. / Or giustisi'à[n] dezerta, ond'è caduta / con ragion, e perduta, / ché più ladron[i] son che merca[ta]nti, / e quazi certo i santi / son dirubbati, e no solo i palagi...

1.3 [Dir.] Lasciare decadere (un'azione legale).

[1] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. VI, cap. 6, pag. 699.22: Li quali tempi fatali acomincini dal dì dell'appellatione o da la querela de nullità, de peticione, de reducione ad arbitrio de bono homo o de peticione de restitucione d'integrità; e passati li dicti tempi fatali, la questione fia intesa del tutto deserta, etiamdeo senç'altra pronunciatione; per mordecio el zudese possa pronunciare da lì innançi e dechiarare essere deserta e condempnare in le spese lo deserente.

2 Compromettere l'esistenza di qsa con danneggiamenti gravissimi; distruggere, devastare.

[1] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 188, pag. 110: La terça parte del mundu serà deserta, / questi serà percuti entro l'inferno.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 3, pag. 132.9: sì come noi vedemo che nella casa, dove non à figliuoli, essa è tosto deserta e viene meno.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 19.117, vol. 3, pag. 322: Che poran dir li Perse a' vostri regi, / come vedranno quel volume aperto / nel qual si scrivon tutti suoi dispregi? / Lì si vedrà, tra l'opere d'Alberto, / quella che tosto moverà la penna, / per che 'l regno di Praga fia diserto.

[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 41, pag. 116.29: E quando a Priamo fu detto e contiato così come Troia era stata distrutta e diserta, e per che maniera [[...]] elli ne fu molto dolente e molto corrucciato, oltre ciò che cuor d'uomo potrebbe pensare né dire.

[5] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 186, pag. 246.1: «[[...]] Hay riccha città di Troia, come voi sarete diserta e abattuta per dama Helena!» Ella dicea queste parole assai sovente, a udita di tutte genti che udire la volevano...

[6] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 26, pag. 134.25: Pallade [[...]] con fattura d'alquanti cittadini traditori finalmente tra le mani de' Greci pervenne, per cui diserta e abbassata incontanente fu Troia [in] ogni grandezza, secondo che nelle sue istorie si legge.

[7] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 91, pag. 267.20: Molte cittadi hanno avuto danno per fuoco, ma unque neuna ne fu in tutto diserta, e consumata.

[8] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 1, pag. 52.10: Ma acciò che più chiara fosse la gloria di Attilio soffersoro gli dii, ch'e Cartaginesi usassoro in lui li loro costumi, dovendo nella terza guerra cartaginese ricevere giusti purgamenti. È per quello spirito religiosissimo crudelmente tormentato, che Cartagine fu diserta e disfatta.

[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 17, pag. 82.11: Et quella terra santa e beneechia e quel regname chusì grande e nobel e richo e possente De' lo dissipò e guastò in tuto, e quî descognessenti e duri e renegai Çue' gli desraixò e dissipò e le citae fè butar per terra, e Yherusalem ch'era citae regal fo deserta in tuto e lo tenpio nobelissimo fo despogliao de tuti hi paramenti...

2.1 Privare della vita (una persona, una stirpe, un popolo); uccidere, sterminare.

[1] Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.), tenz. 8, son. 1.15, pag. 471: c'averà fine e fia tutta diserta / la gente che sarà in tal mestero.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 106-114, pag. 761, col. 1.9: per la quale vegnuta ello e qui' de casa soa e tutta la soa città fono strutti e morti e deserti...

[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 242, pag. 52: alecuno ne fo deserto.

[4] Tristano Veneto, XIV, cap. 166, pag. 156.17: in quello tempo me vene letre de Longres dalo re Artus, e sì me fexe conmandamento che io devessi vignir a Camilloto sì charamentre como io ho cara la vita, e che io sia apariquiado per defender-me dela tradision del qual Blanor me apela; et se io non vignissi, che io fossi seguro de eser destruto et deserto a tuti li mie' çorni, mi e li mie' heriedi.

2.2 Fig. Danneggiare gravemente; rovinare.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 3, pag. 519.10: Il che udendo Calandrino e veggendo che veduto era, pieno di cruccio e di dolore cominciò a gridare: «Oimè, malvagia femina, o eri tu costì? Tu m'hai diserto, ma in fé di Dio io te ne pagherò!».

- [In partic.:] danneggiare intenzionalmente e in mala fede; tradire.

[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 110, pag. 435.13: Ahi Calvano, come tu m'ài diserto e consumato! chè io sono certo che io mai non vi rivedrò...

[3] Ingiurie lucch., 1330-84, 161 [1358], pag. 51.1: - Sosso ladro traditore ch(e) m'ài diserto me (e) figlioli miei [...] E' co(n)viene ch(e) io diserti te.

3 Provocare la perdita di qsa; sottrarre.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 21, pag. 269.14: Che è, che, duro e forte tanto, che fortessa d'animo grande in continua e saggia operassione non metta a fine bona e vittoria aggia? Levi sé donque, leve, la vertù dell'animo vostro grande, se tutto 'l corpo giace infermo e franto e 'l poder è voi dizerto e tolto!

3.1 Pron. Cessare di esistere; venir meno, perdersi.

[1] Laude cortonesi, XIV (tosc.), 57.301, vol. 1, pag. 429: O dolce amore, come se' pieno de lividore, / de sangue nero, ch'eri così biancho! / La tua biancheçça de te s'è deserta / e perdi el tuo colore, o frescho gilglio...

4 Rendere mancante; privare.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 28, vol. 1, pag. 311.19: per la qual cagione i detti due così grandi paesi e reami furono quasi diserti d'abitanti.

[2] Libro segreto di Simone, 1349-80 (fior.), [1378], pag. 522.27: Ongni chosa fu fatto asentire al chardinale a Bolongnia; e se nno[n] ch'egli era di beningnia chondizione, io e la mia famiglia che istavamo a Bolongnia, eravamo diserti dell'avere e delle persone. E chosì destai e feci palese quello era ordinato chontro al mio Chomune.

[u.r. 15.10.2007]