DESIANTE agg./s.m.

0.1 disiante, disïante, disianti.

0.2 V. desiare.

0.3 Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.); Dante, Commedia, a. 1321.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Teso alla soddisfazione di una voglia o disposizione interiore. 1.1 Sost. Chi desidera.

0.8 Francesco Sestito 29.06.2004.

1 Teso alla soddisfazione di una voglia o disposizione interiore.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 5.86, vol. 3, pag. 76: Così Beatrice a me com'ïo scrivo; / poi si rivolse tutta disïante / a quella parte ove 'l mondo è più vivo.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 200.5, pag. 133: et eo, che de obedir so' disïante, / çusta mia possa, fiçi 'l suo mandato...

1.1 Sost.. Chi desidera.

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 3.25, vol. 2, pag. 46: E poniam ch' onestà nel disiante / sia più che per vergogna, / neente men vergogna / forte spande / honestà grande / e spessamente è d'onestà creante.

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 22, pag. 581.4: né fia chi il contradica, solo che della nostra grazia vogliamo far degni di quella i disianti.

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, ott. 130.6, pag. 539: il che vedendo tutto si raccese, / sì come soglion sempre far gli amanti, / se dubbiosa speranza mai gli offese, / quando certa ritorna a' disianti / secondo il lor disio...

[4] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 19.39, pag. 731: Oh quanto son cotali effetti santi, / e come sé tra gli altri esser beati / si posson dir di quelli i disianti, / ben che sien pochi, e molti gli abbagliati.