DESIANZA s.f.

0.1 desiança, desïança, desïançe, desianza, desïanza, diçiansa, disiança, disïança, disïansa, disianza, disïanza, dizïansa.

0.2 Da desiare.

0.3 Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Ragione nova d'amore, XIV t.q. (aret.).

In testi sett.: Poes. an. urbin., XIII; Memoriali bologn., 1279-1300.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.5 Locuz. e fras. avere in desianza 1.1; desianza carnale 1.3.1; essere in desianza 1.2; in desianza 2; mettere in desianza 1.3; prendere desianza di 1.3; stare in desianza 1.1.

0.7 1 Tensione dell'animo volta alla soddisfazione di una voglia o disposizione interiore; moto appetitivo. 1.1 Fras. avere in desianza, stare in desianza di: lo stesso che desiderare. 1.2 Fras. Essere in desianza a qno: essere oggetto di un desiderio. 1.3 [In partic.:] il moto appetitivo del processo amoroso. 1.4 Estens. Struggimento verso il passato, rimorso. 2 Soddisfazione che nasce dall'appagamento di una voglia. Locuz. avv. In desianza: volentieri.

0.8 Francesco Sestito 29.06.2004.

1 Tensione dell'animo volta alla soddisfazione di una voglia o disposizione interiore; moto appetitivo.

[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 2.7, pag. 99: S'eo travagliai cotanto, / or aggio riposanza: / ben aia disïanza / che vene a compimento; / ca tutto mal talento - torna in gioi, / quandunqua l'allegranza ven dipoi...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 2.25, pag. 264: Così la disïansa / verrà compita, e non serà smarruto / lo mio acquistar per folle pensamento, / ché la dismisuransa, / [ch]ed ha lo core tanto combatuto, / non mi darà gravoso nocimento.

[3] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 7.6, pag. 51: Sì dilettoza gioia / non cred'om nato sia giammai portasse, / di che si contentasse, / c'altro maggior dizio li dà rancura, / u' port'alcuna noia, / non potendo conplir sua dizïansa...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 33.15, vol. 3, pag. 544: Donna, se' tanto grande e tanto vali, / che qual vuol grazia e a te non ricorre, / sua disïanza vuol volar sanz'ali.

- [Personificazione del moto appetitivo].

[5] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2287, pag. 255: ché Desïanza punge / la mente e la compunge / e sforza malamente / d'aver presentemente / la cosa disïata...

1.1 Fras. avere in desianza, stare in desianza di: lo stesso che desiderare.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 47.50, pag. 166: Quand'omo ave improntato / ciò ch'egli ha in disïanza, / aven che per usanza / non crede mai dolere...

[2] Memoriali bologn., 1279-1300, (1289) 36.9, pag. 68: Come bon cavaleri / meno zoiosa vita; / ma io sto 'n desianza / de retornare a Tere / e Zoane d'Ariveri.

1.2 Fras. Essere in desianza a qno: essere oggetto di un desiderio.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 99.8, pag. 321: e quel ch'io ti largisco ed aconsento / è ch'io ti dono alquanta d'intendanza, / ché far potresti ben tal portamento, / che 'l tuo mistier mi seria in disïanza.

1.3 [In partic.:] il moto appetitivo del processo amoroso.

[1] Oddo Colonne (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 14, pag. 91: Ond'io languisco e tormento / per [la] fina disïanza, / ca per lunga dimoranza / troppo m'adastia talento.

- [Nell'amore mistico, rif. a Cristo].

[2] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 7 (S).34, pag. 54: fra le mie braccia sì lo posava; / i' l'abracciava con desiança. / Tenìelo strecto sott'al mio manto, / lo mio figliuolo ch'amava tanto...

- Fras. Mettere in desianza: rendere soggetto al sentimento amoroso.

[3] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 8.2, pag. 114: In amoroso pensare / ed in gran disïanza / per voi, bella, son miso, / sì ch'eo non posso posare, / tant'agio tempestanza.

- Fras. Prendere desianza di qno: diventare soggetto al sentimento amoroso; innamorarsi.

[4] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 9.34, pag. 588: E negli atti amorosa / a chi la mira pare, / onde ne fa pensare / Amore e chi ne prende disïanza.

1.3.1 L'appetito sessuale.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 19.14, pag. 137: E sì me die' ancor ferma speranza / che di qui a poco, se Dio me fa sano, / che compierò di lie mia disianza.

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Leandro, pag. 175.9: Nel fine di questa mia lettera ti priego che tu tenga ogni notte il lume in su la torre; ed infino ch'io vegna, tranquilla la tua desianza colla mia lettera, la quale piaccia a Dio ch'io tosto seguiti.

[3] Ragione nova d'amore, XIV t.q. (aret.), cap. 4, pag. 22.5: Potesi amare donna e cavalieri etc.. Dico se boni so' sì, perché en loro pensieri è solo per bene e la cagione d'amore, né mia desordenata disiança fra boni amanti non pò in amore venire.

- Locuz. nom. Desianza carnale.

[4] Poes. an. urbin., XIII, 21.93, pag. 585: E vòime guardar da le rei costumançe, / le qual' spessamente fo villane baldançe, / ioco e trastullo e ccarnal' desïançe, / ke so' in desplacere al nostro Signore.

1.3.2 Trasl. L'oggetto del sentimento amoroso; la donna amata.

[1] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 50.85, pag. 217: Solo mio ben, sola mia disianza, / solo conforto della vaga mente, / sola colei che mia virtute avanza / sete e sarete sempre al mio vivente; / nè più disio nè disiar più voglio / fuor che d'esser a tal biltà servente.

1.4 Estens. Struggimento verso il passato, rimorso.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 74.17, pag. 310: L'Affetto, puoi gusta el cibo de la grazia gratis data, / lo 'ntelletto e la memoria tutta sì l'ha renovata, / e la volontà ha mutata; piagne con gran desianza / la preterita offensanza, e nullo consol se vol dare.

2 Soddisfazione che nasce dall'appagamento di una voglia. Locuz. avv. In desianza: volentieri.

[1] Contrasti Laur. XLII.38, XIV (tosc./merid.), 1.56, pag. 11: Fosse chi lla mi rinsegnar di vogli[a], / volontier la accateria; / cento once d'oro ch'i' ò nella fonda / volontier glile doneria, / e donerìe - gli un bascio in disïanza.

[u.r. 03.07.2009]