DESIATO agg./s.m.

0.1 desiata, desiate, desiati, desiato, desïato, desiyatu, desyiata, disiata, disïata, disiate, disiati, disïati, disiato, disïato, disiyata, disyata, disyatu, dixiato.

0.2 V. desiare.

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Pucciandone Martelli (ed. Panvini), XIII sm. (pis.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Poes. an. perug., c. 1350;Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Che è oggetto di un moto appetitivo dell'animo; agognato, bramato; caro. 1.1 Che è oggetto del sentimento amoroso; amato. 1.2 Che è oggetto di una decisione o di un'intenzione. 1.3 Che crea appagamento nell'animo; gioioso, gratificante. 2 [Inteso come soggetto di desiderio:] relativo alla tensione dell'animo nei confronti della persona amata; amoroso, appassionato.

0.8 Francesco Sestito 29.06.2004.

1 Che è oggetto di un moto appetitivo dell'animo; agognato, bramato; caro.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2291, pag. 255: ché Desïanza punge / la mente e la compunge / e sforza malamente / d'aver presentemente / la cosa disïata, / ed è sì disvïata / che non cura d'onore, / né morte né romore / né periglio ch'avegna / né cosa che sostegna...

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 80.3: preguti curri et fa in tal modu ki Eneas viya condigna morti di li soy et non poza mai aviri la disiyata pachi, ma caya mortu da supra lu navili et sia disuctirratu in la ripa di mari.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 2, vol. 2, pag. 19.9: Etiandeu la saluti di quilli in duy mayneri plaqui a lu populu, et però ca eranu multi, et però que essendu cussì grati aricuperaru lu desiyatu statu di libertati.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 361.10: O infelice, che vedrai la crudele morte del figliuolo! Questa è la nostra ritornata e i disiati triunfi? Questa è la mia grande fede?

[5] Poes. an. perug., c. 1350, 289, pag. 23: Oimé dolente nostra possa pere, / perciò temen ch'al desiato porto / venir potiam se giustitia non fere. / Temem per brevità del tempo corto / chome cholui che vol salire a l'astre / sentendo ongne calore en sé ramorto.

- Sost.. Ciò che provoca un moto appetitivo dell'animo.

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 38.23, pag. 135: Lo delettare abbracciame gustanno el disiato, / lo tristore abbatteme, sottratto m'è 'l prestato: / tristare e delettare ne lo suo comitato, / lo cor è passionato en tal pugna avetare.

1.1 Che è oggetto del sentimento amoroso; amato.

[1] Pucciandone Martelli (ed. Panvini), XIII sm. (pis.), 2.9, pag. 351: La rimembranza tenemi in piacere / e lo disio [in] gra[n] pena angosciosa, / s'eo non vi veo, disïato amore, / in cui lo core - tegno co la mente.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 5.133, vol. 1, pag. 93: Quando leggemmo il disïato riso / esser basciato da cotanto amante, / questi, che mai da me non fia diviso, / la bocca mi basciò tutto tremante.

1.1.1 Che è oggetto di appetito sessuale.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ero, pag. 186.30: Certo Giason Pagasseo solamente una volta arrivò nell'isola di Colchi, e menò seco in su la volante nave la Paside Medea. Ancor Paris una sola volta andoe in Grecia, e tantosto tornò accompagnato dalla disiata preda.

- Estens. [Rif. al piacere sessuale].

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Leandro, pag. 172.17: Veramente tutte l'altre mie disiateallegrezze, io, e quella notte, e la consapevole torre, e tu, mio dolce lume, che mi mostrasti il cammino per lo mare, insieme conoscemmo.

1.2 Che è oggetto di una decisione o di un'intenzione.

[1] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 513.13: Presso ànno a gire su per quel camino, lo quale a prendare ghominciaro per andare al disiato luogho dove trovare vuole Anchise e li suoi compagni.

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 6, pag. 127.12: e quivi fermarono gli loro padiglioni e tende. E con suoni di molti stormenti con grande allegrezza puosono, e fermarono il desiato assedio; proponendosi di mai non partire sanza la vittoria della Corona, ovvero per offendevole uccisione delle loro persone.

[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 341-50, pag. 101.10: de' quali non avvenne come di chi corre il palio, il quale ha l'uno de' molti; anzi molti de' molti pervennero al termine disiato, sì come essa procacciava.

[4] A. Pucci, Apollonio, a. 1388 (fior.>tosc. or.-merid.), 2.305, pag. 24: E quando venne il giorno disïato / il re si mosse con sua compagnia, / in sul veron di piazza è montato / lo re e Apollonio che 'l seguia...

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 25, pag. 218.31: Adunqua, piglyati l'arme con onne arditanza contra li Troyani vuostri nemici, e defrescate le vattagly co lloro, con tutto lo vuostro potere, che non manche la forza vostra da chì che non aviti consecutata la vostra desiata victoria contra loro...

1.3 Che crea appagamento nell'animo; gioioso, gratificante.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 23.4, vol. 3, pag. 375: Come l'augello, intra l'amate fronde, / posato al nido de' suoi dolci nati / la notte che le cose ci nasconde, / che, per veder li aspetti disïati / e per trovar lo cibo onde li pasca, / in che gravi labor li sono aggrati, / previene il tempo in su aperta frasca...

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 728.9: non è possibile a uomo congiunto l'anima col corpo, innanzi la glorificazione ch'avranno li corpi dopo il dì del giudicio, a vedere l'essenzia divina, sì come mostra santo Tomaso; e però abisogna che quella oscuritade, che dà il corpo a l'anima, sia per grazia levata, acciò che possibile sia la disiata visione.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 75.2: Certo noi ti ricevemmo quello die, nel quale coperto di porpore in sedia d'oro sedesti, e non pare che tu ispregiassi l'onore che fu esaminato et offerto con grandissimo studio dal senato; [ma] prima che tu offeressi agli occhi de' cittadini la disiata veduta di te, al coltivamento della religione attendesti, ne la quale religione tu incontanente dovevi trapassare.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 16.14, pag. 18: et viene a Roma, seguendo 'l desio, / per mirar la sembianza di Colui / ch'ancor lassù nel ciel vedere spera: / così, lasso, talor vo cerchand'io, / donna, quanto è possibile, in altrui / la disiata vostra forma vera.

- Desiato frutto, desiati frutti: figlio non ancora nato.

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 6, pag. 73.27: incominciò Lelio e Giulia insieme a ragionar della mirabile visione, e dopo alquante parole, Giulia, che già avea sentito e sentia in sé il disiatofrutto nascoso, disse: - Certo, Lelio, già per effetto mi par sentire il grazioso dono esserci dato, però che più grave esser mi pare che per lo preterito parere non solea -.

[6] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 38, pag. 804.12: Ionia lieta, col marito nella profonda notte avuti dilettevoli giugnimenti, concepeo i disiati frutti...

[7] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 153.2, pag. 347: Gabrïel disse ch'era benedetto / del ventre mio 'l desïatofrutto: / oggi, figliuol, se' stato maladetto / da ogni gente, e a morte condutto.

1.3.1 [Detto di una persona:] di aspetto fisico gradevole; bello.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 94, pag. 367.4: Dinadano, in cortesia, guardate bene cotesto elmo; però che me lo donò pur la più disiata donzella del mondo e la più vaga, e quella per cui ne sono già stati morti più di venti pro' cavalieri - .

2 [Inteso come soggetto di desiderio:] relativo alla tensione dell'animo nei confronti della persona amata; amoroso, appassionato.

[1] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 1.36, pag. 146: Poscia col tempo amor cresciuto è tanto, / ch'i' ho piú volte meco ragionato / come io sono scampato / da l'aspre brighe e da le mortal pene / che spesse volte Amor m'adduce in pianto; / e poi mi lancia un pensier disiato, / el qual mi tien zelato / tanto che il sangue aghiaccia ne le vene.