DESINARE (2) s.m.

0.1 desenare, desnar, desnare, desnari, disinare, disnà , disnà', disnar, disnare.

0.2 Da desinare 1.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Stat. prat., 1295; Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); San Brendano pis., XIII/XIV; Stat. cort., a. 1345; Stat. lucch., 1362.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Lett. bologn., XIV pm.; Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Stat. castell., XIV pm.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a desinare 1.1; dopo desinare 1.2; essere desinare e cena 2.1; innante desinare 1.3.

0.7 1 Il pasto di mezzogiorno. 1.1 Locuz. avv. A desinare: durante il pasto di mezzogiorno. 1.2 Locuz. avv. Dopo desinare: dopo il pasto di mezzogiorno; nel primo pomeriggio. 1.3 Locuz. avv. Innante desinare: prima del pasto di mezzogiorno. 2 Cibo da consumare durante il pasto. 2.1 Fras. Essere desinare e cena a qno: fungere da cibo a qno.

0.8 Francesco Sestito 31.03.2004.

1 Il pasto di mezzogiorno.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 746, pag. 265: Lo bon segnor, vezando lo pover peregrin, / Al so disnar l'invidha col so volt alegrin, / Conseg menar lo vol per grand amor divin...

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 18, pag. 171.3: Con ciò fosse cosa che, a fidanza dell'antica amistade, dicendogli ad uno desnare certe reie opere che facea, recandogli a similitudine certe cose reie ch'avea fatte Filippo suo padre, e che pensasse come n'era stato infamato, non abbiendo il re offeso se non solo per le dette parole, con uno lancione forandolo, il comune desnare per la sua morte maculò.

[3] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 89.10, pag. 207: Ma sapete di che i' ho abbondanza? / Di ma' desnar con le cene peggiori / e male letta per compier la danza.

[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 74, pag. 105.17: Ancora de' ordenar ke lli consejeri deba deliberar da dizun, sì co dise Socrates, ka dredo disnar ello no à lo cellebro così sottil, per li fumi ke monta su.

[5] Stat. fior., XIV pm. (3), pag. 154.2: Item che il marito per sé, o altri per lui, il dì che fa le noze infine a la domenecha vegnente non debbia o lassi dare alchuna merenda, fuori de la cena o del disinare, dove sia carne o pescio o uova o ove sia mescolato alchuna delle dicte cose alla pena di lr. diece e per quante volte fosse facto contra.

[6] Lett. bologn., XIV pm., pag. 58.5: Se te vòi che Cristo te dia forteza ne le aversità, di' trecento volte questo verso ch'è scrito de cenabrio, ingenogiandote tutavia; conpiuto lo verso, posa di' o fa' dire tre mese de la Trinità cum tre candele per mesa e per ogni mesa da' tre lemoxine a trei poveri per uno disnar ad onore de la Trinità.

[7] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [5.5], pag. 10.15: E quelo humore, el quale se inçendera de le olive, fi intemperà puco. E quando le se magna a meço el disnare, aguça lo apetito.

[8] Esopo ven., XIV, cap. 35, pag. 33.20: quando vene l'ora delo disnare, la volpe si vene a ca' dela cigogna, e la cigogna si la recevete a grande onore e mese incontenente lo vaselo del vetro con lo mangiare davanti ala volpe, pregandola ch'ela dovese mangiare.

[9] San Brendano ven., XIV, pag. 136.23: Alegréve e confortéve in Domenedio che non anbandona li so' amisi. Elo ve à mandado uno rico disnar: or loldélo e regraziélo como vui savé.

[10] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 9, pag. 98.13: A li quai Bonefacio dè un broçe pim de vim chi poea forsa esse' per un disnà'...

[11] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 19, pag. 77.24: En questo Silvestro fo menà a la prexone e Tarquilino fo envidado a un disnare...

1.1 Locuz. avv. A desinare: durante il pasto di mezzogiorno.

[1] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 53.15: mangiando tutti insieme a desnare, parlò loro lo dicto homo dicendo: «A ffare avete gran viaggio [[...]]».

[2] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 24, pag. 29.5: Sì co fè Alexandro, quando elo andà da Dario re de Persia, mostrando ch'elo fosse messo de Alexandro, che siando invidado a desnar cum Dario, adesso che a disnar ello aveva bevudo lo vin, ello se meteva lo napo d'oro o d'arçento en sen, e respose a Dario, lo qual lo reprendè de furto, ch'elo era cotal usança en corte de Alexandro, che adeso che li chavaleri avea bevudo fora, la coppa era soa.

[3] Stat. lucch., 1362, cap. 22, pag. 98.18: neuna persona possa nella città di Lucha, borghi, o sobborghi, contado, distrecto o forsa di quella, lo dì dell'anellamento d'alcuna femina, o da quel die a un mese, avere o tenere a desnare o a cena, per cagione del dicto anellamento, oltra che fine in quactro tra homini e donne da parte della spoza...

1.2 Locuz. avv. Dopo desinare: dopo il pasto di mezzogiorno; nel primo pomeriggio.

[1] Stat. fior., 1294, pag. 653.20: E ' detti capitani siano tenuti e debiano procurare e fare che ciascheduna domenica dipo desnare facciano predicare ad uno savio predicatore a reverença de la Donna nostra...

[2] Stat. prat., 1295, pag. 445.13: Anco che ciascheduno le domeniche e ' dì solle(n)ni si debbiano raunare a quelli luoghi che fie ordinato p(er) quelli della Compagnia dipo desnare e no· stiano su p(er) le finestre e alle piaççe a p(er)dere lo tempo.

[3] Stat. pis., a. 1340, pag. 704.27: ciascuno debbia cercare per la sua cerca, et non per l'autre. Et poi, di po' desnare, debbiano venire alla casa della nostra fraternita, et quine fare voitare le loro cassette al chamarlingo...

[4] Stat. cort., a. 1345, cap. 2, pag. 129.25: e sia tenuto el priore collo suo conselglio de radunare ogne domenecha l'ultima del mese, di verno deppo disinare, et d'estate deppo nona...

[5] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 139.2: Lo dì, dopo disinare, lo chapitano fecie richiedere lo chonsiglio et quivi gli anziani e llo chonsiglio andò a llui...

[6] Considerazioni stimmate, XIV ex. (tosc.), 5, pag. 277.1: Essendo morto una notte e la mattina sotterrato dinanzi alla entrata del capitolo un frate carissimo suo compagno, il dì medesimo si ricolse quel frate in un canto del capitolo, dopo desinare, a pregare Iddio e santo Francesco divotamente per l'anima del detto suo compagno morto.

1.3 Locuz. avv. Innante desinare: prima del pasto di mezzogiorno.

[1] Stat. castell., XIV pm., pag. 210.39: ciascuno frate et sora senpre nante desnare et nante cena dire debia una fiada Pater noster et po lo desnare et la cena esso debbia recomenciare cum Deo gratias...

2 Cibo da consumare durante il pasto.

[1] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 8.182, pag. 734: Ma quelo jorno anti noto / rezevém messo de novo / che for' dexe mij' a provo / n'era arrivâ cinquanta-oto; / chi se conzunsen l'endeman / anti che fosse disnar coito...

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 36.35: [3] Quî gran richi homi stan tuto 'l dì a descho e stanchan-sse le brace e rompan-se le gomee e çonçan le cenne con gli disnar sovenço...

[3] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I, pag. 59.17: li conviti co le mense poste fanno acointamento, ché quine è alcuna cosa che tu vai cercando, oltra lo vino e lo desnare. Ché molte volte in dei conviti, l'amor arrossito strinse co le tenere braccia li colli...

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 84, terz. 54, vol. 4, pag. 105: E' Fiorentini, dopo questa mena, / non si trovaron di farina polvere, / per le mulina guaste dalla piena; / mancando loro disinare, e sciolvere, / da' vicin fur soccorsi per certanza / di farina, e di pan...

2.1 Fras. Essere desinare e cena a qno: fungere da cibo a qno.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 6, vol. 2, pag. 135.25: in tituli di feriza issu aya superchatu ogni maynera di serpenti a comparaciuni sua. Ca li dulci filyoli, li quali a l'altri homini su plù cari ca la vita propria, quilli foru disnari et ceni a li Calagurritani.

[u.r. 19.04.2010]