DESIRARE v.

0.1 desira, desire, desiri, diserano, disira, disirando, disiri, disiro.

0.2 Da desire. || Le forme omonime dei volg. sett. sono esiti popolari dal lat. desiderare (cfr. Cella, I gallicismi, pag. 392, s.v. desire, che contesta anche la derivazione diretta dal prov. per le att. tosc. e mediane, sostenuta dal DEI s.v. desirare).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Dante, Vita nuova, c. 1292-93; Cicerchia, Passione, 1364 (sen.).

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

0.7 1 Rivolgere intensamente l'animo a qsa da possedere, o dalla cui realizzazione ci si aspetta soddisfazione o piacere. 1.1 Provare attrazione sessuale per qno; concupire.

0.8 Francesco Sestito 06.07.2004.

1 Rivolgere intensamente l'animo a qsa da possedere, o dalla cui realizzazione ci si aspetta soddisfazione o piacere.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 10, pag. 217.6: giamai quello che si dà a la malvagia speranza non è assai, et quanto maggiori consigli dai, tanto maggiori li diserano.

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 41 parr. 10-13.5, pag. 162: intelligenza nova, che l'Amore / piangendo mette in lui, pur su lo tira. / Quand'elli è giunto là dove disira, / vede una donna, che riceve onore, / e luce sì, che per lo suo splendore / lo peregrino spirito la mira.

[3] Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.), tenz. 1, canz. 3.20, pag. 457: Or odi lo prencipio come frauda: / brami e disiri con vita sì agra, / quando avere credi, allor più magra / trovi tua opra: quest'è prima prova.

[4] Paolo Lanfranchi (ed. Zacc.-Pard.), XIII ui.di. (tosc.): Aggio veduto per li tempi sire, / che la ventura l'ha sí governato, / che piú che vita desira morire.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 15.104, vol. 2, pag. 256: E 'l segnor mi parea, benigno e mite, / risponder lei con viso temperato: / «Che farem noi a chi mal ne disira, / se quei che ci ama è per noi condannato?».

[6] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 103.5, pag. 648: Chi 'l verace Signor vòl ubedire [[...]] convèn che 'l metta ne' vizi fuggire / e li convèn che vertute desire, / sì che d'ogne suo trar vertù sia segno...

[7] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 8.6, pag. 311: a tradir suo signor lo 'nfiamma e tira; / avendo di pietà la mente 'nnuda, / di far morir Iesù col cor desira.

1.1 Provare attrazione sessuale per qno.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 10, ott. 71.3, pag. 589: Omè, sovra di me andasse l'ira / che altrui nuoce per la mia bellezza! / Che colpa ci ha colui che mi disira, / se la spietata Vener mi disprezza?

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 19.51, pag. 238: Al tempo d'Agenor, di Libia tira / per questo mare, anticamente, Giove / la bella Europa, cui ama e disira.

[u.r. 20.04.2010]