0.1 deferencia, deferentia, deferenza, deferenzia, deferenzie, defferentia, defferentie, defferenzia, defferenzie, diferença, diferencia, diferençia, diferencie, diferensa, diferentia, diferentie, diferenza, diferenze, diferenzia, diferenzie, differença, differencçe, differencia, differencie, differentia, differentie, differenza, differenze, differenzia, differenzie, difirenza.
0.2 Lat. differentia (DELI 2 s.v. differire).
0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.
0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Lett. volt., 1348-53.
In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); x Antonio da Tempo, Rime (ed. Morpurgo), XIV in. (padov.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Stat. mess. (?), 1320; Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.5 Locuz. e fras. a differenza 1.3.1; a differenza da 1.3; a differenza di 1.3; dare differenza 1.9.1; differenza di voce 1.1.2; essere a differenza 1.7.1; essere in differenza 1.7.3, 1.7.3.1; fare differenza 1.5, 1.6, 1.8.2, 1.8.3, 1.9.1; in differenza 2.2.1; per differenza 2.2.1; porre differenza 1.9.1; porre la differenza 1.9.1; portare differenza 1.8.4; ricevere differenza 1.7.2; senza differenza 1.4; senza differenza di 1.8.1; senza nessuna differenza 1.4; usare differenza 1.8.3; venire in differenza 1.7.4.
0.7 1 Tutto ciò che distingue qsa da qsa altro, ognuna delle caratteristiche di qsa tali da renderlo dissimile da qsa altro che per altri aspetti può essere considerato analogo (in generale o sotto determinati aspetti), e il loro insieme; il fatto che qsa non possa essere esattamente equiparato a qsa altro (in generale o sotto determinati aspetti); diseguaglianza; disparità. 1.1 Lo scarto fra due quantità (o grandezze) più o meno misurabili. [In partic.:] intervallo di tempo. 1.2 Il fatto che qsa non sia uniforme o omogeneo; disomogeneità. 1.3 Locuz. prep. A differenza di, da: in maniera tale da non essere equiparabile a qsa altro (introduce una comparativa negativa). 1.4 Locuz. avv. Senza (nessuna)differenza: allo stesso modo, in maniera esattamente equivalente. 1.5 Fras. Fare differenza: influire su una situazione o una valutazione, modificandola in misura più o meno elevata. 1.6 Fras. Fare differenza (da): non essere la stessa cosa che, distinguersi da. 1.7 Divergenza di opinioni; contesa, lite, conflitto. 1.8 Disparità di trattamento. 1.9 Discorso teso a determinare le caretteristiche distinitive di qsa (?). 2 [Filos.] L'insieme delle caratteristiche di qsa. 2.1 Insieme formato da elementi aventi caratteristiche comuni (e anche la caratteristica comune che dà luogo a tale insieme); categoria. 2.2 L'esistenza di più possibili insiemi, tipi o categorie; varietà.
0.8 Maria Clotilde Camboni 12.05.2004.
1 Tutto ciò che distingue qsa da qsa altro, ognuna delle caratteristiche di qsa tali da renderlo dissimile da qsa altro che per altri aspetti può essere considerato analogo (in generale o sotto determinati aspetti), e il loro insieme; il fatto che qsa non possa essere esattamente equiparato a qsa altro (in generale o sotto determinati aspetti); diseguaglianza; disparità.
[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 19, pag. 523: Formento et erba mena no nase d'una semença, / tute ch'à nome civite no son par de valença: / da l'una a l'autra femena sì è gran diferença, / plui qe no è dal Trigris a lo flume de Rença.
[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 6.19, pag. 58: Tant'è la gioia, lo preso e la piacenza, / la 'ntendenza e l'onore / e lo valore e 'l fino 'nsegnamento, / che nascon d'amorosa caunoscenza, / che differenza amore / no è prenditore da vero compimento.
[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 286.13: Domitianus Nero patre Domitio Ennorbabo, nato de Agrippina, regnao per .xiij. anni e tanto fo bono per .v. anni, ke poca differentia era intre la bontade de Nero e l'assede de Troia.
[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 104.19: intra la iudiciale e la negoziale àe cotale differenzia: che lla iudiciale tratta sopra le cose passate et intorno le leggi scritte e trovate; ma la negoziale intende intorno le presenti e future et intorno le legi et usanze che saranno scritte e trovate.
[5] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 2: Cusì dunqua la verità dèi parlare che 'l tuo dicto abbia peso di sarame(n)to (et) nulla diferentia sia intra la tua simplici affermasione e 'l sarame(n)to...
[6] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 7, pag. 97.21: infra corruccio ed odio à una principale differenza, cioè, che quelli che odia una cosa, sì le vuole male generalmente; e quelli ch'è corrucciato od à ira contra alcuna cosa, non le vuole male se non in quanto esso ne desidera di fare vendetta.
[7] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 29, pag. 27: [VIII] Troppu è gran differentia 'ntre lo bene et lo male...
[8] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 34.48, pag. 122: granne è la differenza fra 'l cuito e l'operato...
[9] x Antonio da Tempo, Rime (ed. Morpurgo), XIV in. (padov.), pag. 162: Andrea, che 'l sai, ti priegho che m'asegn / La differença fra sti quatro sengni.
[10] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), I, 18, pag. 172.5: infra corpi celestiali n'è alcuno più puro e più sincero che non è l'altro. Non s'intende che in alcuno di loro sia alcuna impuritade, ma pertanto dice che ll'uno è più puro che ll'altro impercioe che ll'uno è più sincero e più lucente che non è l'altro e l'uno ae più virtude che non à l'altro; e questa diferenza si vede manofestamente in quel corpo celestiale ch'è più presso all'aiere ed al mondo di sotto...
[11] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 1, pag. 608.8: qual cosa a Dio [[l'anima]] diede ché sí nobilmente la creasse, distinguendola per molte nobili differenzie da ogni creatura, salvo dagli angeli, che sono per natura piú nobili di noi.
[12] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 48.13: que ogni homu satha quanta differencia fu intra laudari a Deu, et blastimarilu et farisindi gabbu.
[13] Stat. perug., 1342, III.159.3, vol. 2, pag. 232.3: se adeverrà per alcuno tempo el patre overo matre cusì endengno figliuolo hereda instituire [[...]], da esso como da 'ndegno se tolla e al comuno de Peroscia sia applicato, exchiusa al postucto la differentia del sexo e de la patria podestà, né la perdonança del patre overo de la matre enn alcuna cosa aglie figliuoglie memorate nequitosamente perseverante prode fare possa.
[14] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 13, pag. 106.21: Nulla defferenzia ène dalle cotte delli chierici.
[15] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 1, pag. 49.26: non era defferentia de lo honore che portavano a lo re Peleo loro signore de chello che avessero portato a lluy.
[16] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 22, pag. 70.10: Quivi se pone la prima differencia dele volte deli soneti simplici, incroxati e dimidiati.
1.1 Lo scarto fra due quantità (o grandezze) più o meno misurabili. [In partic.:] intervallo di tempo.
[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 43 bis, vol. 1, pag. 351.10: fu il dì così grande come la notte, sì che non ebbe in tra loro nulla differenza.
[2] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), App. 3, pag. 155.18: E allora il dì è in meridie presso d'uno anno e in tramontana dura la notte altrettanto, e nelle contrarie parti addiviene il contrario. Queste differenze come ell'avengano puote apertamente vedere colui che diligentemente considera l'andamento del sole per lo corso.
[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 81, pag. 216.7: ragguarda l'altre cose, per le quali tutta la comparazione si fa. E se la differenza sarà di piccola cosa, e' mostrerrà di non avvedersene.
[4] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 29, 22-36, pag. 643, col. 2.1: qui exemplifica, 'sí come la creatione fo súbita cença intervallo de tempo', e dixe: 'sí come non è differentia de tempo quando uno raço sovravene ad un vetro o ad ambro o a cristallo, che cença sucession de tempo gli apare, cussí pervene in esser la creatione cença alcuno intervallo de principio, a meço et a fine'. Dal suo sire, çoè 'da Deo'. In esordire, çoè cença differentia.
[5] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 13, 22-33, pag. 298, col. 1.2: La Chiana si è uno fiume in Toscana, lo quale se move molto lento. Or dixe che quella differentia è dal moto di ditti serti e della dolceça del so cantare ai nostri quanta è dal moto della ditta Chiana a quel celo che piú forte se volge...
[6] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 590.4: Io voglio almeno, che se non ne porti lo intendimento di ciò, ch'io dico, che tu ne porti uno segnale delle mie parole; tale che coloro, che t'udiranno parlare, crederanno, che tu sia essuto quasi per la grande differenzia.
[7] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 20, pag. 456.9: l'odierno, cioè il dì d'oggi, - fa crastino, cioè indugiare in domane, sì come è detto nel VI capitolo Purgatorii; quasi dica: si prolunga solo in differenza di tempo, ma non in quantità di pena.
[8] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 353.9: lo quale 279 dei partire in 3 per le dette 3 sorte, che ne viene 93; e poi piglia la diferenza, che dal detto 93 in fino in 128 si à 35...
1.1.1 La distanza fra due punti (?).
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 83, pag. 226.27: In piccol tempo, e in uno medesimo, si fa gran differenza in tra due, che vanno per diverse vie; egli monta, e io scendo.
1.1.2 Locuz. nom. Differenza di voce: nota musicale, o scarto di frequenza fra due note musicali (intervallo)?
[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 176, S. Pelagio papa, vol. 3, pag. 1584.18: cominciando l'antefana che dice: «O pastore eterno», per ciascuna differenziadi voce cantando adagio...
1.2 Il fatto che qsa non sia uniforme o omogeneo; disomogeneità.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 95, pag. 302.14: Se tutte le vivande, che sogliono essere distinte ciascuna per se di molte maniere di pesci, e di carne, fussero tutte mescolate insieme, e attuffate in un brodetto, e non v'avesse alcuna differenza, non sarebbero meno mescolate, che la vivanda, che l'uomo rendesse per la bocca.
[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 2, proemio, pag. 34.6: da questo viene quella diferenzia che si mostra nel corpo lunare, e non da raro e da denso; e qui chiude suo capitolo.
[3] ? San Brendano ven., XIV, pag. 134.14: L'un granelo è stado sì grando co' l'altro e cusì pesente, mo s'iera deferenzia in lo color de lo scorzo de fuora.
1.3 Locuz. prep.. A differenza di, da: in maniera tale da non essere equiparabile a qsa altro (introduce una comparativa negativa).
[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 44, pag. 581.34: l'altra porta ene, la quale guarda ad la via Pompeiana voi Palestrina, la quale via ene alta et spatiosa, ad differentia de quella ke ene la menore, et dicese la maiure...
[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 3, cap. 3a, pag. 73.16: Vento è aire spesso visibilmente mosso: dicie «aire» ch'è propia materia di vento, dicie «spesso» a differentia dall'aire puro del quale non si fa vento, dicie «mosso» ché se non si move in velocie moto non è vento, dicie «visibile» a differenza dell'altro aire, che in alcuno modo si muove ma nonn è che ssi senta.
[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. III (i), par. 31, pag. 146.33: dice «il profondo», a differenza del luogo dove sono in inferno, che veggiamo gli pone nella più alta parte di quello.
1.3.1 Locuz. avv. A differenza: in maniera tale da distinguere qsa da qsa.
[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 2, 25-36, pag. 27, col. 1.8: Qui tocca la fragilità delle umane arte, le quale per certa stasone stanno in esser, poi se desolveno e mudanse, tutto simele al pelo umano;... sí che a differenzia dixe che 'l color del galeotto preditto e anco le soe penne sono eterne.
[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 5, 94-108, pag. 114.3: angelo tanto è a dire quanto messo, sicchè di Dio e d'inferno s'aggiunge a differenzia...
1.4 Locuz. avv. Senza (nessuna) differenza: allo stesso modo, in maniera esattamente equivalente.
[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 34, vol. 3, pag. 110.8: Invidioso è quello che s'attrista delle prosperità de' buoni e delli rei, senza differenza niuna.
[2] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 27, pag. 51.2: Abbiamo per certo che 'l farete, però che sì come voi dite, tra voi e noi, sanza differenza, è piena concordia d'animo e di volere, partecipando bene e male comunemente. Iddio, per sua grazia, compensi nostra amaritudine, sì che la dogliosa novella, che àe bagnato gli occhi nostri di lagrime, li rallegri di vittoriosa letizia.
[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 98, pag. 213.1: Et questu exp(er)im(en)to usanu de far(e) li ult(ra)ma(r)ini et se(n)ça diffe(re)ntia g(e)n(er)alm(en)te tucti li omini de orie(n)te...
1.5 Fras. Fare differenza: influire su una situazione o una valutazione, modificandola in misura più o meno elevata.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 81, pag. 216.2: In cotali cose fa ancora gran differenza la persona. Tu m'ha fatto beneficio nel mio servo, e hammi fatto ingiuria, e soperchio nel mio padre.
[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 118, pag. 394.27: la cosa, che si fa maggiore, che quello, ch'ell'era, non diventa però altra. Al vino non fa alcuna differenza dal metterlo in uno orciuolo, e in una botte, perocché nell'uno, e nell'altro è la propietà del vino, e dal poco mele all'assai, non ha in sapore punto di differenza..
[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 12.1506, pag. 218: Sono dal ciel potenzie già venute / Che differenza fanno tra gli umani / Secondo che fa il cerchio le sue mute.
[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 20, 40-45, pag. 524.21: Quando di maschio femina divenne; cioè di maschio fu fatto femina, Cambiandosi le membra tutte quante; cioè quelle che ànno a fare differenzia del sesso...
1.6 Fras. Fare differenza (da): non essere la stessa cosa che, distinguersi da.
[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 20, 55-66, pag. 454, col. 1.15: Questo re 'Guielmo' fo uno omo çusto e rasonevele, et amava li soi sudditi de diletione regale, la qual fa differentia dalla iniqua segnoría tiranica, e tigníali in tanta paxe e in tanto deletto, che si potea extimare un paradixo terrestre...
1.7 Divergenza di opinioni; contesa, lite, conflitto.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 54.15: Et di questo è stata differenzia tra' savi: ché molti furo che diceano che materia puote essere ogne cosa sopr'alla quale convenisse parlare.
[2] ? Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.), canz. 2.20, pag. 460: Donna, pensate c'altura / in ciascun causo misura / vole, secondo lo stato, qual prende: / ché troppo è più d'agradire, / ben sostenendo, il perire, / chi ornamento di vita difende. / Proveg[g]ia vostra scïenza / in tanta differenza: / ché si vede il leone / che sua potenza pone / e sua grande ferezza / in basso per umiliata prontezza.
[3] Cronica fior., XIII ex., pag. 146.26: E adì J d'ottobre, avendo difirenza tra l'arcivesscovo di Cosenzo e l'abate di Cosenzo, fecero intra lloro battalgla più di mille chavalieri, e l'arcivescovo fue sconfitto.
[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 451, vol. 1, pag. 296.28: 'l fatto del castello di Ciliano et de la corte et de le ville di Val di Strove, unde la lite è et diferentia intra 'l comune di Siena et lo comune di Colle...
[5] Lett. volt., 1348-53, pag. 193.22: Siamo certi che la questione [e] differentia la quale truovi essere costì fra noi e ' Casolesi, come ci scrivi, ti grava e dispiace...
[6] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 22.10, pag. 53: Usiàn insieme con domesticheza, / et diferenza fra noy non si trovi, / fugiendo ogni acto di salvaticheza.
1.7.1 Fras. Essere a differenza: non sapere quale fra due opinioni divergenti corrisponde a verità.
[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 109.7, pag. 342: non vi paia il mio cheder noioso: / ma uso è al savio che spande semenza / nel folle, perch'avegna argomentoso; / ed io com'altri sono a differenza, / udendo dire all'om, quand'è amoroso: / «Ahi Deo d'amor, merzé ag[g]e e pietate!»; / [[...]] ac[c]ertando che Dio l'amore sia. / Ed io ve n'adimando veritate, / s'egli è o no così como si chiama, / ché la certezza in ciò saver voria.
1.7.2 Fras. Ricevere differenza: essere oggetto di opinioni discordanti.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 66, pag. 153.36: le cose della fortuna ricevono gran differenza, perch'elle sono stimate, e pregiate secondo il bene, e l'utile di coloro, che l'usano.
1.7.3 Fras. Essere in differenza: avere al proprio interno discordie o contese.
[1] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 20, pag. 410.26: sentendo che Firenze era in deferenza ed era divisa a parte nera e biancha, della quale parte nera era capo messer Corso Donati, e della biancha era capo messer Vieri de' Cierchi. E regniava allora papa Bonifazio e per mettere pacie fra costoro mandò un frate Matteo da Acquasparta...
1.7.3.1 Fras. Essere in differenza con qno: avere una contesa, guerreggiare.
[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 812, pag. 341.41: In questi medesimi 2 mesi fu la compagnia di messer Giovanni Aguto ed il conte Luccio in differenza con messer Bernabò...
1.7.4 Fras. Venire in differenza: giungere ad una situazione conflittuale.
[1] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 12, pag. 99.31: era forte sospetto d'ogni persona e di niuno si fidava [[...]]. E venne in tanta diferenza, che quando voleva che lla moglie dormisse cho llui, la facieva cierchare tutta inanzi ch'ella entrasse nel palagio o in chamera da questi ischerani, s'ella avesse chosa da offenderlo adosso.
[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 7, ott. 34.4, pag. 457: lì Discordia sedea e sanguinenti / ferri avea in mano, e ogni Differenza...
[1] ? Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 10, pag. 83.19: E per ciò ch'elli sane la differenzia di queste due cose, per ciò vuole elli ontia e vergogna in questo mondo, e falla al corpo, sì ch'elli n'è tenuto per folle.
[2] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 35, pag. 274.38: tanto semmo streti per ligamme de veraxe amore e per grande unità de choro che da vu' né da nue no po' essere alcuna deferentia né defecto de volere né d'overe al bisongno.
[3] Stat. mess. (?), 1320, pag. 27.22: da lu dictu primu iornu di sictembru innanti si pagi quistu dirictu tri pir chintinaru di ogni mircatantia ki si tragirà di qualunqua locu di Sichilia, tantu di la mircatantia ki è stata misa pir li tempi passati, luntani oy proximi, quantu ki si mictirà da lu dictu primu di sictembru innanti, pirzò ki quantu a lu tragiri nulla divi essiri diferencia in quali tempu sia stata pircutata la mircatantia, poy ki da lu [tem]pu di lu dirictu statutu e ordinatu in dananti si tragirà.
1.8.1 Locuz. prep. Senza differenza di: senza riguardo a, non tenendo conto di.
[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 30, vol. 2, pag. 334.29: dissero, ch'elli non accetterebbero quella elezione, la quale era fatta senza differenzia di dirittura e di retade, per grazia e per volontà...
1.8.2 Locuz. verb. Fare differenza di qno: concedere dei privilegi a qno; risparmiare (qsa di negativo a) qno.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 138.16: ma levossi uno vento delle terre di Calavria, che, corrompendo le corpora, febbri agute generava non solamente alle femmine, ma a' maschi, e igualemente in tutte le etadi, cioè vecchi, iovani e mezzolani, non facendo differenza di neuno.
[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 36, vol. 3, pag. 353.14: Altresì viene la morte al giovane come al vecchio; ella non fa nulla differenza.
1.8.3 Fras. Fare differenza, usare differenza: non considerare due cose allo stesso modo, non trattarle in maniera equivalente, come se fossero uguali (adoperata soprattutto nella forma negativa).
[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 28, pag. 89.2: E noi ke semo qui certamente potemo dicere ke non avemo anco in qua cosa ke sì conturbasse nostri animi como fece questa, per quello ke da noi a voi e da voi a noi no facemo alcuna differentia.
[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 31, pag. 239.15: lo mio padre non fece differenzia tra femina et uomo, e poi mi lassò in suo testamento lo reame...
[3] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 37, pag. 237.17: Or qui [siamo ammaestrati d'usare differentia] intra l'anime nostre et le cor[pora] [ché] veggiamo qui che le corpora nostre debbono essere in della morte come polvere, però che sono di polvere.
[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 75, pag. 106.21: lo statuto no fa diferentia da l'uno a l'altro, e per questa caxon quanto el statuto comete o lassa men cose a far al zudexe tanto ello è mejor.
[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 34, 1-9, pag. 790, col. 2.18: Ver è che l'A. fa deferenzia, che Iuda sta in una bocha col co' dentro e i pei de fora, questi altri dui stano in un'altra bocha et àno li pei fino a meza la persona dredo dalla boca, lo soperchio sta de fora.
[6] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 6, vol. 1, pag. 115.11: Et ancora intendu ki lu corpu di Cristu esti in la hostia presenti corporalmenti et non localmenti, ka tu fai differencia comu nacxi lu pullu dintra l'ovu et comu si cunverti lu pani in lu corpu di Cristu; ka lu corpu di Cristu non pigla modu di essiri in lu pani, illà dundi era lu pani comu pani, ma lu pullu lu quali nacxi pigla modu di essiri in l'ovu comu ovu.
1.8.4 Fras. Portare differenza: non essere sempre considerato allo stesso modo, non essere sempre trattato in maniera equivalente.
[1] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 42.6: In Tonisto e per tuta Barbaria, çiò sì è da Tripolli de Barbaria infina Buçia, sì se spende e chore quelle monede che se fa in Tonisto sallvo qu'elli porta diferençia in pluxor luogi de chanbio e val men in una tera la doplla cha in un'alltra a cha(n)bio d'arçento...
1.9 Discorso teso a determinare le caretteristiche distinitive di qsa (?).
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 117, pag. 388.39: fo cotante parole di cosa così chiara, e manifesta, perocché dubitare non si può, che se 'l caldo è cosa rea, che esser caldo sia cosa rea; e se freddo è reo, che aver freddo sia reo; e se la vita è buona cosa, che 'l vivere sia buono, e tutte cotali quistioni, e differenzie.
[2] Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.), II.4, pag. 340: La influenzia delle stelle di Egitto / dottrina ponderata i· lle scienzie, / filosofia, sì com'io trovo scritto / mostrava lì con belle deferenzie / dell'arti liberali il so diritto; / era fontana delle contingenzie.
1.9.1 Fras. Porre (la) differenza, fare differenza, dare differenza: determinare quali sono le caratteristiche dissimili di due cose in qualche modo analoghe; distinguere; operare delle distinzioni.
[1] Fiore di rett., red. delta2, a. 1292 (tosc.), cap. 68, pag. 159.16: rispondo: «Pruovati a te non dire vero per le Rettoriche de Tulio; colui non pone in questo trattato alcuna differenzia per quelli ordini».
[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 9, vol. 3, pag. 36.3: Ora è mestieri che noi distinguiamo, e poniamo differenza in tra l'abito lo quale è con virtude, e l'abito lo quale è senza virtude, per tristizia, o per allegrezza, le quali si fanno nell'operazione loro.
[3] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 28, pag. 218.1: Et questo medesmo tocca Aristotile, che fa differentia intra la congregatione delle cose che non si può fare et la congregatione delle ragioni, avegna ch'elli parli dell'altre ragioni universali, però che qui sono ragioni spetiali.
[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 71, pag. 171.16: E perciò tu non ti dei maravigliare, ch'e' beni sieno iguali, così quelli, che l'uom de' prendere appensatamente, e quelli, che l'uom dee ricevere, se mestiere sarà, perocché, se tu vuo' fare questa differenza, che coraggiosamente sostenere tormenti sia da contare infra' minori beni, e' ti converrà metterlo intra' mali.
[5] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 17, 55-69, pag. 337, col. 1.5: Che quale aspetta priego. Or qui dà defferenzia al secorso de questo Angello a quel che se usa 'n li mundani, e dixe: 'dappo' che l'omo vede la necessità del proximo e aspetta ch'ello dimandi secorso, si è quasi uno negare e no volerlo sovegnire...
[6] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 85, pag. 379: Et fa tra essi quella differença / di color di forteçça et di vertute / che descrive la chiesa et la credença.
[7] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 7, proemio, pag. 179.26: Alla quinta parte, l'Autore pone la differenzia delle forme create immediate da Dio, a quelle che procedono dal movimento del Cielo; dice, che lle immediante creat[ur]e sono etterne ed incorruttibili, però che hanno suo essere intero, e non composto da materia corruttibile, e non suddita a' cieli, sì come sono Angeli ed anime e li cieli.
[8] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 10, pag. 27.8: Lasciata adunque l'adunanza, e avendo i titoli differenza fatta dalle pacifiche case a quelle che inimiche fossero, dato il segno, fu per tutto discorso e rubato l'abitazioni de' Romani nelle quali fu alquanto di preda.
[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 3, pag. 224.12: Ma poa che tu fai sì gran diferencia da lo spirito de l'omo da quelo de la bestia, pregote che tu me digi como è ço che Salamon dixe: «E' disi in lo cor me' de li figi de li omi che Dee mostrava ch'eli eram simili a le bestie e aveam un mêsmo fin e una mêsma conditium».
2 [Filos.] L'insieme delle caratteristiche di qsa.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 10, pag. 323.10: Poi dico similemente lui errare, che puose della nobilitade falso subietto, cioè 'antica ricchezza', e poi procedette a 'defettiva forma' o vero differenza, cioè 'belli costumi', che non comprendono ogni formalitade di nobilitade, ma molto picciola parte, sì come di sotto si mostrerà.
[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), App. 1, pag. 177.22: intorno a questa materia si suolno fare quattro questioni, le quali brevemente toccheremo. La prima si è dell'existenzia del Corpo di Cristo. La seconda è della differenzia.
2.1 Insieme formato da elementi aventi caratteristiche comuni (e anche la caratteristica comune che dà luogo a tale insieme); categoria.
[1] ? Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), Indice rubr., pag. r41.6: Di diverse divisioni delle cose, e differenze, dov'egli mostra per esempio di Platone, che astinenzia conduce l'uomo a vecchiezza, cioè, che non muoja anzi tempo.
[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 11, 1-12, pag. 251, col. 1.20: Or dice l'A.: 'li mortali che vanno a basso erano de queste defferentie, quando eo speculava in teología e gustava della gloria perfetta de Paradixo, la qual, sí com'è ditto, è termene de nostra felicità'...
[3] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 10, 49-63, pag. 236, col. 2.1: La quarta famiglia; çoè la quarta differentia di beati. Dell'alto Padre, çoè Deo. Come spira, çoè come da lui procede omne cosa, che ha esser per so ordine.
[4] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 8, pag. 67, col. 22.9: Le due ultime generationi di spirationi quando s'adempiono in prima persona non meritano niente. [[...]] Le prime tre differentie di spirationi e alchuna volta alchuna delle quattro sono impossibili a chonoscere in quale differentia sono...
[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 309.5: lli dottori di stronomia, trattando della VIIJ spera, discrissono VJ diferenzie quantitative in corpi di stelle di quella spera, appellando prima diferenzia, IJ, IIJ, IIIJ, V, e VJ differenzia di grandezza: le maggiori e più luminose mettono in prima differenzia, e le più piccole e più oscure, le quali dicono nubilose, nella VJ differenzia, o vero magnitudine...
[6] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 1, 1-9, pag. 24.9: E l'allegorico o vero morale è dello stato delle persone che sono nel mondo in tre differenzie; cioè o nel peccato o nella penitenzia o nella contemplazione divina.
2.2 L'esistenza di più possibili insiemi, tipi o categorie; varietà.
[1] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 9, pag. 23, col. 22.6: Tutte le creature sono più perfectamente in me e mie che in loro medesime e loro: però che drento da me è tutto l'universo mondo senza pena con gloria in sua differentia.
[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 64, Invenzione Croce, vol. 2, pag. 591.17: dice un verso: «Ligna crucis palma, cedrus, cypressus, oliva». Ne la croce furono queste quattro differenze di legni, cioè il legno ritto e 'l legno per traverso e la tavola disopra posta e 'l ceppo in ch'ella fu commessa [[...]]. Catuno di questi poté essere d'alcuno de' detti legni. Questa differenza di legni pare che voglia dimostrare l'apostolo...
2.2.1 Locuz. avv. Per differenza, in differenza: in vari modi, in maniera variata e diversificata.
[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 2, pag. 24.14: Poi che ha detto della condizione delle anime, che al presente capitolo appartiene, anzi che tocchi la diversità delle anime per diferenza di[s]giunte dal corpo...
[2] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 7, pag. 16.16: tutte l'ho date in tanta differenzia che non l'ho poste tutte in uno, perché abbi materia, per forza, d'usare la caritá l'uno con l'altro.
[u.r. 09.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]